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L'eroe di Arbus

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Messaggioda flaviomob il 18/11/2012, 18:35

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Sandro Usai, un eroe italiano


31/10/2011 - Da volontario ha salvato due vite prima di essere sommerso dalla bomba di fango

Nella Liguria sommersa dal fango emerge un eroe: Sandro Usai. E’ il volontario che ha salvato due donne durante il nubifragio finendo poi per morire sotto

di Dipocheparole

Nella Liguria sommersa dal fango emerge un eroe: Sandro Usai. E’ il volontario che ha salvato due donne durante il nubifragio finendo poi per morire sotto la fanghiglia. Sul Corriere della Sera si racconta la sua storia:

Attorno alla scuola si lavora freneticamente per vincere la scommessa di riaprire mercoledì. E a Brugnato, tre chilometri dopo il ponte, nessuno toglierà ai bambini la festa di Halloween, non c’è alluvione che tenga: trovata la sala in un centro commerciale, genitori e volontari hanno già organizzato tutto. Ma è solo una virgola in un discorso di dolore. Il sole era ancora basso quando da un battello hanno notato affiorare in mare, tra Levanto e Monterosso, qualcosa che assomigliava a un giubbotto giallo. Sopra c’era una scritta: «Volontari». Dentro, il corpo di uomo che a Borghetto conoscevano tutti, ma che ora sarà ricordato non solo come una delle 9 vittime (4 ancora i dispersi) tra Liguria e Toscana, ma come una persona coraggiosa: un eroe, se il termine di questi tempi non fosse un po’ troppo inflazionato. Sandro Usai, 40 anni, è stato divorato dalla bomba di fango dopo aver messo in salvo due persone.

La sua storia:

Veniva dalla Sardegna, dal comune di Arbus (che ha proclamato il lutto cittadino), nel ’99 ha fatto capolino a Milano, ad Alassio, trovando poi lavoro e amore a Monterosso. «Aveva nel sangue l’altruismo» dice a bassa voce il sindaco Angelo Betta, mentre la moglie Elena, che l’ha cercato fino all’ultimo, incapace di rassegnarsi, è circondata dai parenti nella casa di via XX Settembre. «Non uscire» lo aveva supplicato quel pomeriggio maledetto. Ma Usai, volontario della Protezione civile e specialista in «porceddu» che cucinava per i compaesani, era già fuori, in quel delirio di fango e acqua: «È stato il primo a portarci con la jeep pale e attrezzi…». Poi è arrivata l’onda, gli altri hanno cercato riparo in un vicolo. Lui no. Ha visto due ombre, due donne che stavano per essere inghiottite dalle acque. È tornato indietro, le ha afferrate e le ha messo al riparo tra le macerie di un bar. «Era a pochi metri da me — non si dà pace il sindaco—e improvvisamente è sparito…».

Qualcuno dice di averlo visto aggrappato a un cartello stradale, poi più niente:

Valeria Delucchi invece è viva e da martedì ha negli occhi l’immagine di una mano possente che la strappa dal fango e le salva la vita. Francesco D’Avanzo era aggrappato ad un balcone quando lei gli è passata sotto, trascinata dall’onda: «Mi ha preso per il cappuccio e mi ha tirata su». Ora Valeria spala. E Francesco piange: la moglie Rita Cozzani non ha avuto la fortuna di trovare una mano. Gira forte il pallottoliere della morte. Un altro cadavere è stato recuperato in mare al largo di Genova. Non rientra però nella lugubre contabilità dell’alluvione. È un uomo scomparso da giorni con il suo gommone.


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