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Vacui riformatori veri resistenti

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Vacui riformatori veri resistenti

Messaggioda trilogy il 07/11/2012, 19:23

ranvit ha scritto:Contutta la canea che ha addosso e con quel po pò di lavoro da fare, vuoi che questo Governo risolva in pochi mesi tutte le malefatte dei politici...TUTTI. Non penserai mica che la sinistra sia esente da queste porcate?


Non è solo lei è tutto il governo responsabile. Questo sistema c'è in tutto l'apparato pubblico, dal centro, all'estrema periferia.
Non hanno risolto un solo problema legato allo strapotere e ai privilegi di questo cerchio magico burocratico, mentre il resto dei lavoratori del paese è stato dissanguato. Non è una svista è una scelta.
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Re: Vacui riformatori veri resistenti

Messaggioda ranvit il 07/11/2012, 20:23

Non è una svista è una scelta.


May be....ma penso invece che Monti si sarà detto. sono qua per scongiurare il baratro, ho poco tempo, midedico alle cose piu' macroscopiche; il resto, se vogliono, lo faccio quando mi daranno piu' tempo.
Perchè se è vero che Monti (e larga parte dei suoi collaboratori al Governo) sono di espressione culturale di centrodestra, è altrettanto vero che si richiamano ad un Cd di tipo europeo che queste cose le ha risolte da tempo.
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Vacui riformatori veri resistenti

Messaggioda franz il 07/11/2012, 23:58

ranvit ha scritto:Non è una svista è una scelta.


May be....ma penso invece che Monti si sarà detto. sono qua per scongiurare il baratro, ho poco tempo, midedico alle cose piu' macroscopiche; il resto, se vogliono, lo faccio quando mi daranno piu' tempo.

Non solo, ma avrà anche pensato, con ragione, che per governare ogni governo ha bisogno della pubblica amminitrazione, che non può inimicarsela. E per certi versi il vero governo, chi comanda è la PA. E non solo in Italia. Un certo strapotere nella pubblica ammimistrazione c'è ovunque ed andrebbe risolto imponendo un limite nella durata del mandato pubblico. Questo farebbe entrare personale nuovo nella PA (risorse che hanno fatto esperiennza nel privato) e non sarebbe male anche avere nel privato chi per un po' di anni ha fatto esperienza nel settore pubblco. Uniche eccezioni la docenza e la polizia, naturalmente.
Ultima modifica di franz il 12/11/2012, 14:26, modificato 1 volta in totale.
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Re: Vacui riformatori veri resistenti

Messaggioda flaviomob il 08/11/2012, 0:17

Ranvit, parte della sinistra, ovvero il PD, appoggia questo governo e ha la responsabilità di chiedere modifiche a leggi, regolamenti, usanze, tradizioni, cavillorum, Mishnah e Sacro Verbo con cui non sia d'accordo. Ma è chiaro che se Fornero sostiene di "cadere dalle nuvole" quando le rammentano che è obbligata a firmare, non avendo modificato accordi pregressi in tempo utile, o ci fa o ci è... O è incompetente, o mente.


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Re: Vacui riformatori veri resistenti

Messaggioda ranvit il 08/11/2012, 9:01

parte della sinistra, ovvero il PD, appoggia questo governo e ha la responsabilità di chiedere modifiche a leggi, regolamenti, usanze, tradizioni, cavillorum, Mishnah e Sacro Verbo con cui non sia d'accordo



Appunto....ma non mi risulta che l'abbiano fatto.... 8-)
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Vacui riformatori veri resistenti

Messaggioda flaviomob il 08/11/2012, 9:38

“Accade sovente, in questi tempi, di ascoltare gente che dice di vergognarsi di essere italiana. In realtà abbiamo buone ragioni di vergognarci: prima fra tutte, il non essere stati capaci di esprimere una classe politica che ci rappresenti, e di tollerarne da trent'anni invece una che non ci rappresenta.”

Da un racconto di Carlo Levi
La lezione di Avrom


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Re: Vacui riformatori veri resistenti

Messaggioda pianogrande il 08/11/2012, 10:54

flaviomob ha scritto:“Accade sovente, in questi tempi, di ascoltare gente che dice di vergognarsi di essere italiana. In realtà abbiamo buone ragioni di vergognarci: prima fra tutte, il non essere stati capaci di esprimere una classe politica che ci rappresenti, e di tollerarne da trent'anni invece una che non ci rappresenta.”

Da un racconto di Carlo Levi
La lezione di Avrom


Non sono così sicuro che questa classe politica non rappresenti l'Italia.
Quello che vedo più direttamente a livello locale e, tramite i mezzi di informazione, a livello nazionale, è un sostegno abbastanza diffuso ed a fini di interesse.
I vari clan sono una realtà che opera in modo capillare.
Non sto parlando nemmeno del voto ma del vivere quotidiano, delle quotidiane intimidazioni, delle quotidiane discussioni e conciliaboli.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Vacui riformatori veri resistenti

Messaggioda flaviomob il 08/11/2012, 13:46

Allora avremmo una ragione in più, per vergognarci!


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Re: Vacui riformatori veri resistenti

Messaggioda trilogy il 12/11/2012, 13:11

Impiegati pubblici sempre immobili Solo uno su cento cambia ufficio
Resta molto difficile trasferire gli statali in altri uffici o fargli cambiare settore
I dati dell’Aran: nel 2010 uno statale su mille si trasferisce in un altro settore


FRANCESCO GRIGNETTI
ROMA

Per chi governa è da sempre la sfida più difficile: far cambiare di scrivania un dipendente pubblico. Gli ultimissimi dati parlano chiaro. Secondo l’Aran, Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni, nel 2010 la «mobilità» tra settori del pubblico impiego ha coinvolto appena lo 0,1% del personale; quella «intracomparto», cioè tra uffici dello stesso settore, l’1%. Per farla breve: nel 2010 solo in un caso su mille c’è stato lo spostamento di un dipendente da un ente all’altro, solo in un caso su cento l’amministrazione ha ordinato il cambio di ufficio. «
C’è una sostanziale impermeabilità dei dipendenti fra i vari comparti», commenta l’Aran. E figurarsi ora che il governo Monti vorrebbe spostare di sede migliaia di dipendenti delle prefetture, dei piccoli tribunali, degli uffici periferici dello Stato. Viste le premesse, si annuncia una sfida titanica.

Gli esperti dell’Aran sono sconfortati. «E’ difficile non vedere il completamento professionale che si potrebbe ottenere se a una esperienza lavorativa in una amministrazione locale seguisse, ad esempio, quella in una amministrazione centrale e viceversa». Belle parole. La realtà è diametralmente opposta. Il dipendente pubblico ci tiene moltissimo alla sua routine. In tutto il 2010, la mobilità intracomparto ha riguardato 33.944 lavoratori (l’1%) mentre quella extra comparto ha registrato solo 1.840 persone in entrata e 2.273 in uscita (circa lo 0,1%). A dare vivacità - si fa per dire - a questa mobilità ha peraltro contribuito in grandissima parte la corsa alla Presidenza del Consiglio con 192 entrate e 5 uscite. Grazie anche - nota maliziosamente l’Aran - alle retribuzioni più alte della media: oltre 53.000 euro annui contro i 34.000 della media. Un po’ più usata è la mobilità temporanea (comandi e distacchi), sempre con la presidenza del Consiglio dei ministri al top delle richieste, (1.645 comandati o distaccati a fronte di appena 75 usciti). Ma questa è una mobilità che fa avvicinare ai gangli del potere e quindi bene accetta.

Questi i numeri della sostanziale immobilità dei dipendenti pubblici, dunque. Pure a fronte di una legge esistente da 11 anni che dà la possibilità di ricollocare il personale in esubero (e in caso di esito negativo di questi tentativi, può sfociare nella messa in mobilità fino all’eventuale cessazione del rapporto di lavoro).

Ora, però, il ministro della Funzione pubblica Filippo Patroni Griffi ha annunciato che questo tipo di mobilità potrà essere utilizzata nell’applicazione della spending review anche se come «ultimo strumento». Ed è semplice fare qualche numero: l’accorpamento di una trentina di province dovrebbe comportare la mobilità di circa tremila dipendenti. Verranno coinvolti sia i dipendenti delle Province accorpate, sia quelli del ministero dell’Interno, sia chi lavora in altri uffici ministeriali. Bisognerà attendere la metà di gennaio 2013 per saperne di più, quando sarà pronto il documento della Presidenza del Consiglio finalizzato a rideterminare quali e come saranno «gli enti territoriali del governo sul territorio». La riorganizzazione coinvolgerà Province, ma anche Prefetture, Questure, Motorizzazioni civili, Capitanerie di porto, sovrintendenze dei Beni culturali, i provveditorati alle opere pubbliche, gli uffici scolastici e i presidi provinciali del controllo sul territorio. Una trentina di enti in tutto.

Il provvedimento di ridisegno della geografia giudiziaria, a sua volta, comporta la chiusura di circa mille sedi giudiziarie, piccole o piccolissime, con accentramento del personale nelle sedi maggiori. Il ministero della Giustizia stimava di trasferire 2454 tra magistrati ordinari e onorari e 7603 unità del personale amministrativo. Il solo annuncio di questi spostamenti sta scatenando proteste furibonde e innumerevoli ricorsi. Non è dunque un caso se un ministro, protetto dall’anonimato, ammetta che per sbloccare le trattative con i sindacati «occorreranno un po’ di risorse», riconoscendo che una «mobilità a costo zero», con le attuali garanzie sindacali, «è pressoché impossibile».

LaStampa.it http://www.lastampa.it/2012/11/12/econo ... agina.html
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