da pierodm il 30/11/2008, 0:57
Popper dice un sacco di cose, alcune interessanti, altre meno, ma non è mai particolarmente originale. Anzi, diciamo che dà complessivamente una sensazione di banalità.
Comunque, lo storicismo che sta antipatico a Popper riguarda la pretesa di inelutttabilità e il principo di "necessità" quasi inesorabile che farebbe discendere un evento da un altro.
Su questo tema specifico - che non ho mai toccato nella nostra discussione - ho le mie idee, che non sono poi così lontane da quelle di Popper, sia pure in una dimensione di ovvietà.
Il mio "storicismo" - cioè quello che ho detto sulla storia - non è uno storicismo in quel senso, ma è né più né meno quello che ho detto: basta rileggere.
Sul fatto delle letture non ha ragione nessuno, né Franz, né chi lo contesta su questo punto.
Leggere uno o mille testi può servire, ma ognuno arriva alle proprie conclusioni come meglio crede: quello che conta sono le conclusioni.
Conosco gente - i nostri politici sono tra questi - che hanno letto e studiato tanti testi, ma non sembra che il trattamento abbia avuto un grande effetto.
Altri leggono, ma usano quello che hanno letto solo per accozzare qualche documento di bell'aspetto.
Per quel che mi riguarda, ho sempre curato molto la mia ignoranza, nel senso che cerco di conservarla indenne da contaminazioni - ho la sensazione di aver già detto questa cosa poco tempo fa ...
Preferisco leggere romanzi e poesie, piuttosto che saggistica e filosofia, che invece centellino con avarizia e solo quando sono costretto. Per la cronaca, Gramsci e Nietzsche rimangono ancora quelli che hanno detto e pensato le cose più interessanti e illuminanti, anche in proiezione attuale, ognuno nella sfera che gli è più propria - e devo confessare una predilezione speciale per il tedesco. Poi, certo, dipende da che cosa si cerca.