Diceva nel 1861 Massimo D'Azeglio: "Fatta l'italia ora bisogna fare gli italiani". Oggi, dopo quasi 150 anni di duro lavoro, due guerre mondiali, qualche guerra coloniale, un ventennio di fascismo dichiarato, un cinquantennio di tentativi democristiani, siamo finalmente arrivati alla felice conclusione. Il candidato PDL alle regionali in Abruzzo, tal Chiodi, promette pubblicamente posti di lavoro, immagino nella PA e presso aziende private "amiche" in cambio di voti. Qualche antitaliano se ne è uscito con la sparata che si tratta di voto di scambio, un reato e una cosa immorale. Il Chiodi però per fortuna nostra è stato immediatamente difeso da tutto il popolo della libertà che è insorto contro la campagna pelosamente moralistica degli antitaliani. Il popolo della libertà giustamente pensa che sia giunto il momento di istituzionalizzare anche il voto di scambio, di farne un caposaldo dell'italianità, l'ultimo che mancava, dopo il trionfo del conflitto d'interessi, dell'evasione fiscale, del falso in bilancio, delle immunità a vario titolo, del trasformismo, del lavoro nero, del mignottismo ad alto livello.
Il ministro Brunetta, impegnato in una battuta di caccia agli ultimi fannulloni abusivi, avrà sicuramente appreso con soddisfazione l'evolversi della situazione che non mancherà di portare chiarezza nel campo che gli sta più a cuore: mai più in Italia fannulloni abusivi; seguano le procedure regolamentari! Finalmente possono uscire dalla clandestinità!
Viva l'Italia. L'italia che scambia.