franz ha scritto:trilogy ha scritto:non c'è nessun automastismo per cui un investitore sostituisce BTP con azioni, sono classi di rischio differenti, investitori differenti.
Le banche poi hanno vincoli vari nella struttura di portafoglio e avrebbero problemi a partecipare ad una cosa del genere.
L'alternativa non è solo tra azioni e obbligazioni pubbliche. Ci sono anche le obbligazioni private.
Io credo che oggi le banche dovrebbero essere ben felici di alleviare il loro portafoglio da bond pubblici che si sono rivelati tossici ma a pensarci bene magari i vincoli di cui parli li ha decisi la politica, per obbligare le banche a comprare il debito che la politica ha fatto. Se vi pare giusto, avanti così

Sul fatto che finanziare le banche per finanziare gli Stati sia una stupidaggine molto pericolosa, siamo perfettamente daccordo. L'avevo già scritto quando ebbero questa brillante idea. Draghi aveva poche alternative. I politici e le autorità di regolamentazione continuano a scrivere norme e trattati, sempre più rigidi senza avere la più pallida idea delle conseguenze di quello che fanno. E' la flessibilità che permette di superare i tornado non la rigidità.
così ora anche i geni di Bruxelles cominciano ad andare nel panico....
Nel giorno del flop dell'asta BTp e degli spread di nuovo alle stelle,
la Commissione europea chiede che il Fondo anti-crisi ricapitalizzi direttamente le banche. E le Borse fanno immediatamente uno strappo al rialzo, pur restando negative. Attualmente l'European Stability Mechanism, che entrerà in funzione da luglio, può prestare solo ai governi che lo richiedono i quali poi destinano i fondi alla ricapitalizzazione delle banche.
Nel rapporto di stabilità sull'Eurozona, la Commissione europea indica che si tratta di una possibilità da auspicare «per spezzare il legame tra banche e debito sovrano».Bruxelles segnala come le attività finanziarie transfrontaliere e le banche si stiano ritirando «entro i confini nazionali». Le banche hanno cominciato a disinvestire gli asset non-core che spesso includono asset non Ue.
Per contrastare questa tendenza alla
«disintegrazione finanziaria, è necessario un coordinamento maggiore a livello europeo nella supervisione e nel quadro di gestione delle crisi», è necessaria una integrazione «più stretta tra i paesi Eurozona nelle strutture e nelle pratiche di vigilanza, nella gestione delle crisi cross-border e nella condivisione degli oneri (burden sharing) procedendo verso un'unione bancaria che sarebbe un importante elemento per completare l'attuale struttura dell'unione monetaria».
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http://www.ilsole24ore.com/art/finanza- ... d=Abg08kkF