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Il governo "se ne frega" dei disabili

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Il governo "se ne frega" dei disabili

Messaggioda flaviomob il 25/04/2012, 11:21

L'ideologia del "cazzi loro" pare fare nuove vittime...
Ho perso ogni stima di questo governo.

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Il governo boccia il fondo per i disabili. E l’assistenza resta sulle spalle delle famiglie

Il sottosegretario alle Politiche Sociali Cecilia Guerra ha dato parere negativo a "dopo di noi", ll'accantonamento di 150 milioni per strutture di accoglienza da utilizzare per i portatori di handicap rimasti senza genitori o senza tutele. Deluse le associazioni che tutelano i diritti degli oltre 4 milioni di persone con disabilità


di Adele Lapertosa | 25 aprile 2012

Che fine farà mio figlio quando io non ci sarò più? Chi lo assisterà? E’ questa una delle domande angoscianti che si pongono tutti i genitori che hanno un figlio disabile, in particolare con disabilità psichiche. La risposta, per ora, non verrà senz’altro dal Governo, che ha bocciato l’istituzione di un fondo ad hoc, da 150 milioni di euro, per i disabili gravi nel momento in cui restano senza familiari che li possano accudire, anche ribattezzato fondo per il ‘dopo di noi’. Nell’ultima audizione della commissione Affari sociali infatti, Cecilia Guerra, sottosegretario alle Politiche sociali, ha dato parere negativo al provvedimento che è all’esame dei deputati dal 2010.

Una decisione che, oltre a suscitare le critiche bipartisan dei membri della commissione, ha lasciato di stucco tutti quei genitori che attendevano una risposta. E non sono pochi. In Italia, secondo i dati del Censis, ci sono 4,1 milioni di persone disabili, pari al 6,7% della popolazione, e 2,6 milioni sono in condizioni particolarmente gravi, di cui oltre 200mila residenti in presidi socio-sanitari. “Le famiglie di questi ragazzi – spiega Pietro Barbieri, presidente della Fish (Federazione italiana superamento handicap – vorrebbero che i figli, una volta che loro non ci sono più, fossero seguiti in strutture di tipo familiare, con 6-8 posti letto, e non in residenze socio assistenziali (rsa) per anziani, dove ci sono molte più persone”. Finora in Italia sono sorte alcune case per il ‘dopo di noi’, ma in numero insufficiente al fabbisogno. I finanziamenti nazionali hanno dato il via “a start up – continua Barbieri – ma se ne sono sviluppate poche, perchè gli enti locali non hanno contribuito. Di fatto, mentre da Roma in su esistono delle reti, dalla capitale in giù c’è praticamente il deserto, o molto poco”. Il problema del dopo di noi riguarderebbe, secondo le stime della Fish, una parte dei 2,6 milioni di disabili gravi, composti per due terzi da anziani e per un terzo da giovani. “La questione coinvolge soprattutto quest’ultimo gruppo – continua Barbieri – pari a circa 860mila persone. Senza contare che, quando i loro genitori invecchiano, spesso diventano disabili anche loro e le difficoltà aumentano”.

Ma il sottosegretario, pur riconoscendo il “grande rilievo” del tema affrontato dal provvedimento, ha dato parere negativo perchè non è “stato seguito il metodo giusto” per risolvere il problema dell’assistenza a queste persone e ha chiesto un ripensamento alla Commissione sull’istituzione del fondo, perché è un tema molto importante “da affrontare però nell’ambito di una politica di programmazione più generale”. Parole ambigue, secondo i deputati, che avrebbero preferito una maggiore chiarezza e che il sottosegretario riconoscesse esplicitamente che non ci sono risorse sufficienti. Da qui l’invito dei democratici all’esecutivo “a ripensare il parere negativo” e a “tornare in commissione con una proposta”.

E mentre Giovanni Pagano, presidente della Fand (Federazione fra le associazioni nazionali dei disabili) si dice “profondamente deluso” e spera ancora che il governo cambi idea, magari grazie all’incontro che hanno chiesto proprio con il sottosegretario Guerra, per Pietro Barbieri ormai “il fondo per il dopo di noi è defunto. Anche perchè dal 2013 non dovrebbero più esserci fondi nazionali per le politiche sociali, in virtù del federalismo fiscale. E quindi o si provvederà con una quota percentuale tramite il federalismo fiscale, o il sostegno alla disabilità potrà contare solo sulla sensibilità dei Comuni”.

Il problema è che servono politiche sociali degne di questo nome, “visto che in questo momento, per via dei tagli decisi dagli ex ministri Tremonti e Sacconi, c’è il 37% delle risorse in meno – aggiunge – Hanno infatti sforbiciato il fondo per le politiche sociali, passato da 929,3 milioni di euro nel 2008 a meno di 220 milioni nel 2011, e non finanziato quello per la non autosufficienza con un taglio netto di 400 milioni. E gli effetti iniziano già a vedersi. Il comune di Torino sta tagliando il 30% dei servizi sociali, così come la Lombardia, mentre in Campania e nelle altre regioni meridionali si rischia di arrivare al 70% di tagli. La sostanza è che dallo Stato non arriva più un euro e la spesa per le politiche sociali che coinvolgono disabili, anziani, minori, rom, ecc ammonta solo allo 0,4% del Pil”.


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Re: Il governo "se ne frega" dei disabili

Messaggioda flaviomob il 25/04/2012, 14:53

Monti boccia il fondo per i disabili senza genitori e tutele

Oggi è il 25 aprile. La festa della Liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo. Mario Monti ha detto che dobbiamo stare tutti insieme contro la crisi economica. No, mi dispiace, alle politiche di questo governo non ci sto. Non ci sto ai continui regali alle banche, agli amici e agli amici degli amici. Non ci sto a far pagare la crisi a chi non l’ha provocata, mentre chi lo ha fatto continua a vivere nel lusso sfrenato e nel privilegio.

L’ultima notizia è che il sottosegretario alle Politiche Sociali Cecilia Guerra ha dato parere negativo a “dopo di noi“, ovvero all’accantonamento di 150 milioni per strutture di accoglienza da utilizzare per i portatori di handicap rimasti senza genitori o senza tutele.

I disabili nella Germania nazista erano considerati uno sfregio alla purezza della razza ariana, quindi dovevano essere semplicemente eliminati. C’è un’immagine che mi rimane scolpita nella testa, dal diario di Anna Frank, quando i nazisti, nella casa di fronte a quella in cui lei si nascondeva con la sua famiglia, intimano ad un disabile sulla sedia a rotelle di alzarsi. Lui, ovviamente, non può e loro lo buttano giù dalla finestra.

I nazisti, perlomeno, avevano il coraggio però di dirlo sulla pubblica piazza. Questo governo, forte con i deboli e debole con i forti, semplicemente usa la retorica dei buoni propositi e poi applica la politica del taglio ai “pesi morti” che sono incapaci di difendersi adeguatamente. E gli unici tagli che dovrebbe fare, quello ai veri parassiti della società, non li fa.

Da fratello di una persona disabile questa notizia mi ha rovinato il 25 aprile. Negli altri paesi (Regno Unito in primis) i disabili possono condurre una vita normale perché dai mezzi pubblici fino alle strade non c’è il benché minimo ostacolo alla loro piena realizzazione politica, culturale, sociale ed economica.

In Italia no. Addirittura i disabili proprietari di casa dovranno pagare l’IMU, mentre le fondazioni bancarie no. Questa è equità? No. E tutti questi provvedimenti, inanellati l’uno all’altro, sono semplicemente la versione economica dello sterminio di 70 anni fa.

Complimenti a chi ancora sostiene questo governo.

(P.Farina)

http://www.enricoberlinguer.it/qualcosa ... -e-tutele/


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Re: Il governo "se ne frega" dei disabili

Messaggioda franz il 25/04/2012, 17:06

Per equità o tutti pagano l'IMU, oppure nessuno. Che non la paghino le fondazioni bancarie, che sono il cavallo di troia della politica per mantenere il controllo sulle banche privatizzate, è un'assurdita. Ma non sorprende.
Per quanto riguarda i fondi, ritengo che non dovrebbero essere fondi statali ma locali (e mi pare che in parte, chiedo lumi, sia cosi'). Pero' se i fondi sono locali, il governo centrale non dovrebbe poter aprire e chiudere i rubinetti. Il tutto allora è originato dal fatto - grave - che il nostro decentramento (che non è assolutamente di tipo federale) vive di fondi che vengono dalla capitale, con il governo e il parlamento che stabiliscono non solo le imposte, ma anche le spese locali. Ogni cosa viene gestita da Roma, anche i fondi per i "portatori di handicap rimasti senza genitori o senza tutele". A me sembra assurdo che sia la capitale ad occuparsi di questo tema che è prettamente locale. Si potrebbe dire che questo è il vero dispotismo, perché la democrazia dovrebbe poter prevedere tutti quegli ambiti di autonomia locale, fiscale e amministrativa, che renderebbero notizie come questa un residuo della preistoria.
In ogni caso, chiunque tagli questi fondi, la cosa è grave perché nel frattempo manteniamo centinaia di migliaia di impiegati in gran parte inutili (per esempio troppi militari) che non sono certo portatori di handicap. Anzi, sono un handicap per il paese.
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Re: Il governo "se ne frega" dei disabili

Messaggioda flaviomob il 28/04/2012, 19:03

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Re: Il governo "se ne frega" dei disabili

Messaggioda flaviomob il 30/04/2012, 1:39

Un handicap di civiltà

di Silvia Truzzi | 29 aprile 2012

Questa settimana il governo salva Italia ha fermato l’istituzione di un fondo da 150 milioni di euro per l’assistenza ai disabili gravi che restano soli, cioè senza familiari che li possano accudire: Cecilia Guerra, sottosegretario alle Politiche sociali, ha dato parere negativo al provvedimento all’esame della Camera dal 2010. Perché? Secondo il sottosegretario non sarebbe “stato seguito il metodo giusto”. Quindi è stato chiesto un ripensamento alla Commissione: il tema è molto importante “da trattare però nell’ambito di una politica di programmazione più generale”.
Il sottosegretario non ha torto quando spiega che i disagi legati alla disabilità, psichica e mentale, sono tanti. E che i tagli al welfare sono stati progressivi negli anni, per cui ora non è semplice tappare questa dolente falla. Non significa che non bisogna provarci. Dal 2013 non dovrebbero più esserci fondi nazionali per le politiche sociali, per via del federalismo fiscale. “In questo momento abbiamo il 37% delle risorse in meno”, ha spiegato al fattoquotidiano.it Pietro Barbieri, presidente della Federazione italiana superamento handicap. “Il fondo per le politiche sociali è passato da 929,3 milioni di euro nel 2008 a meno di 220 milioni nel 2011, e non è stato finanziato quello per la non autosufficienza con un taglio netto di 400 milioni. Il comune di Torino sta tagliando il 30% dei servizi sociali, così come la Lombardia, in meridione si rischia di arrivare al 70% di tagli”.
In Italia, secondo il Censis, ci sono 4,1 milioni di persone disabili (il 6,7% della popolazione), 2,6 milioni in condizioni particolarmente gravi. Chi si occupa degnamente di loro? La fata turchina? Giustamente il capogruppo Idv in Commissione Affari Sociali Antonio Palagiano ha detto: “Bloccare il fondo di 150 milioni per i disabili è una decisione grave e controproducente. Tagliarlo addirittura è un atto di inciviltà politica. Questo governo si dimostra sempre più amico dei banchieri e delle lobby economiche e finanziarie e sempre meno attento alle reali necessità dei cittadini”. Non ci crediamo?
Di questa settimana è anche la notizia che 7,6 milioni di pensionati (il 45,4% del totale), percepiscono un assegno inferiore ai mille euro al mese. A rischio di sembrare demagogici corre l’obbligo di far notare che altre spese non sono state toccate. Per esempio quelle di una politica che sotto gli occhi di tutti dimostra quotidianamente la propria indegnità, tra diamanti, lingotti d’oro, inconsapevoli dimore pagate o ristrutturate, stili di vita da sultani. Oppure i grandi patrimoni finanziari, praticamente graziati dalla manovra Monti. Senza contare gli sprechi di enti inutili, tipo le Province, come facevano notare Stella e Rizzo sul Corriere di ieri. Non c’è davvero modo di chiedere di più a chi ha di più, per aiutare chi sta peggio?
Le mense della Caritas si riempiono di nuovi poveri, aumentano i suicidi legati al disagio economico. L’efficiente governo dei professori tutto questo lo vede? Avverte la paura delle persone, che si sentono sempre più fragili e non garantite dallo Stato? L’equità sociale non è una voce di bilancio, esiste anche un “conto economico” della civiltà: il nostro è sempre più in rosso. Lo Spread non è l’unico valore: questo dovrebbero saperlo perfino i tecnocratici che siedono sui banchi dell’esecutivo con il mandato della contabilità chirurgica.
Il Fatto Quotidiano, 29 aprile 2012


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Re: Il governo "se ne frega" dei disabili

Messaggioda franz il 30/04/2012, 10:55

Il sottosegretario non ha torto quando spiega che i disagi legati alla disabilità, psichica e mentale, sono tanti. E che i tagli al welfare sono stati progressivi negli anni, per cui ora non è semplice tappare questa dolente falla. Non significa che non bisogna provarci. Dal 2013 non dovrebbero più esserci fondi nazionali per le politiche sociali, per via del federalismo fiscale. “In questo momento abbiamo il 37% delle risorse in meno”, ha spiegato al fattoquotidiano.it Pietro Barbieri, presidente della Federazione italiana superamento handicap. “Il fondo per le politiche sociali è passato da 929,3 milioni di euro nel 2008 a meno di 220 milioni nel 2011, e non è stato finanziato quello per la non autosufficienza con un taglio netto di 400 milioni. Il comune di Torino sta tagliando il 30% dei servizi sociali, così come la Lombardia, in meridione si rischia di arrivare al 70% di tagli”.

Appare evidente che i tagli fatti a livello centrale non si sono trasformati in una diminuzione di imposte nazionali (e conseguente possibilità di maggiori imposte locali) ma sono serviti a finanziare altro. La spesa pubblica italiana, che era attorno al 56% nel 1993, aveva raggiunto il suo minimo storico nel 1999 (46%) con un calo del 10% in 7 anni. Ora è tornata a veleggiare (malgrado i tagli di cui si parla) attorno al 50%. http://www.google.com/publicdata/explor ... S&dl=en_US

Chi ne ha approfittato? I furbetti del quartierino ma anche centinaia di migliaia di funzionari la cui utilità è legata a pratiche burocratiche che potremmo depennare in poche settimane ed i cui stipendi in questi ultimi anni sono aumentati molto piu' del costo della vita (a differenza dello stipendio dei lavoratori dipendenti, che perde potere d'acquisto). A mio avviso la spending review deve ridare risorse certe alla vera spesa sociale (che deve essere locale, con un vero federalismo fiscale) e per l'istruzione, formazione e ricerca a scapito della spesa clientelare data elargendo stipendi a funzionari nulla facenti e alla corruzione.
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Re: Il governo "se ne frega" dei disabili

Messaggioda Robyn il 04/05/2012, 11:42

I disabili sono la parte più debole del mercato del lavoro.Al cs dopo la riforma del lavoro deve interessare l'inclusione dei soggetti deboli nel mercato del lavoro"donne,giovani,anziani,disabili,ragazze madri etc".Il terzo settore già opera in questo senso e bisogna creare un mercato inclusivo e non esclusivo ciao robyn
Locke la democrazia è fatta di molte persone
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Re: Il governo "se ne frega" dei disabili

Messaggioda flaviomob il 09/05/2012, 22:39

http://blog.vita.it/francamente/2012/05 ... e-a-monti/


Dieci domande a Monti
di Franco Bomprezzi



Egregio presidente del Consiglio,

più passa il tempo e più crescono i miei dubbi, che solo alcune risposte chiare e nette potrebbero fugare. Facciamo finta che sia un’intervista, tanto so già che non riceverò una risposta immediata, mi basterebbe, in fin dei conti, vedere che i fatti riescono a mettere in fuga le paure. E dunque, ecco le domande…

1 – Come pensa che le famiglie delle persone con disabilità possano affrontare un eventuale ulteriore carico di spesa, in caso di riduzione delle agevolazioni sinora previste? Con quali risorse economiche?

2 – Come mai ritiene sensato che ci sia un leggero beneficio nel pagamento dell’Imu solo per quelle famiglie in cui vivono persone non autosufficienti, ma più giovani di 26 anni? Lei ritiene che al compimento del ventiseiesimo anno, improvvisamente, la disabilità sparisca?

3 – Perché nella riforma del lavoro non ha pensato di inserire in modo ragionato e nuovo l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità? Per caso pensa che sia tutto a posto? Ha una vaga idea di quante siano le persone disabili senza lavoro?

4 – Non crede che sia il caso di interrompere il piano straordinario di controlli dell’Inps sulle certificazioni di invalidità che, dati alla mano, si è rivelato un clamoroso fiasco, con notevole spesa pubblica e percentuali altissime di ricorsi (vinti dalle persone disabili)?

5 – Come pensa di controllare per davvero l’efficacia in Italia della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità? Con un osservatorio senza poteri e che non si sa neppure quando e se viene convocato? A proposito: lei l’ha mai letta?

6 – Come ritiene di valorizzare il percorso di istruzione delle persone con disabilità, premessa minima per costruire dei cittadini alla pari, se nel frattempo la scuola riduce tempi e numeri del sostegno, e aumenta invece il numero degli alunni per classe, mentre diminuiscono i fondi per garantire i servizi di appoggio? Oppure anche lei ritiene che il modello italiano di integrazione scolastica sia superato, e si debba tornare alle scuole speciali, magari camuffate dalle tecnologie?

7 – Le faccio un piccolo test: lei, caro premier, ha una vaga idea di che cosa si intenda per “vita indipendente”? Domanda di riserva: le dice niente la legge 162? E se le dico la sigla “Lea”, o “Liveas”, si accende qualche lampadina? Le lascio qualche giorno per consultarsi con i “tecnici”.

8 – Visto che sui numeri lei indubbiamente è forte, mi spiega in che modo i Comuni dovrebbero far fronte alle spese per i servizi destinati alle persone con disabilità, se nel frattempo i fondi stanziati dallo Stato, attraverso le Regioni, sono stati tagliati dell’85 per cento?

9 – Non crede che l’ansia e l’angoscia di tante famiglie, che addirittura decidono di scendere in piazza, e di manifestare pubblicamente, siano un motivo sufficiente per ripensare, seriamente, alle misure di welfare che il suo Governo, peraltro sulla scia del precedente, sta prendendo? Che cosa dovrebbe succedere di peggio?

10 – Sinceramente non l’ho mai sentita neppure lontanamente accennare al tema della disabilità e dei diritti di cittadinanza delle persone con disabilità in Italia. Capisco che non è un tema nelle sue corde, ma mi piacerebbe sapere che idea se ne è fatta, di questo mondo. Crede che i disabili italiani siano un peso, un fardello costoso, oppure una risorsa da valorizzare, un mondo da esplorare?

Caro Monti, non voglio metterla in difficoltà. Però ci pensi: sono domande semplici, persino banali per chi vive sulla propria pelle questi problemi. Stiamo parlando di tre milioni di italiani, più le famiglie. Come diceva il maestro Manzi, non è mai troppo tardi. Grazie per l’attenzione. Buon lavoro…


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