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Napolitano: ora l'Europa ci aiuti

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Napolitano: ora l'Europa ci aiuti

Messaggioda franz il 20/04/2012, 11:40

Allarme crisi, Napolitano chiama Monti
"Ora l'Europa ci aiuti a rilanciare la ripresa"

Un incontro di routine con il presidente della Repubblica è diventato un vertice d'emergenza. Anche Alfano, Bersani e Casini sono convinti che Bruxelles debba intervenire
di FRANCESCO BEI

TORNA a farsi nera la prospettiva internazionale. E la posizione dell'Italia più incerta. L'allarme è alto tra palazzo Chigi e il Quirinale, Napolitano e Monti ne discutono faccia a faccia per oltre due ore ieri pomeriggio. Un incontro che doveva essere di prassi, dedicato all'illustrazione del Documento di economia e finanzia e il programma di riforme approvato dal Consiglio dei ministri (l'ultima volta era salito al Colle solo Tremonti, Berlusconi non si era fatto vedere). Ma l'occasione si trasforma in un preoccupato caminetto sul futuro dell'Italia e della crisi del debito.

La lettura che la stampa internazionale ha dato della previsioni del governo è stata infatti unadoccia gelata. "Monti posticipa di un anno il pareggio di bilancio", titola il Financial Times. "L'Italia ha annunciato che non ci sarà il pareggio di bilancio l'anno prossimo" scrive il Wall Street Journal. Se i due quotidiani economici più importanti del mondo riaccendono un faro sul rischio Italia, la situazione si fa seria. Anche se il premier ha già smentito e considera lo 0,5% di scostamento come "close to balance", ovvero l'equivalente di un pareggio, nel governo si riparla di una manovra correttiva importante. Del resto le previsioni del Def si basano su un calcolo dello spread che oscilla tra i 200 e i 300 punti, mentre sono giorni che il differenziale con i Bund viaggia oltre quota 350. L'unica consolazione a Monti è venuta da Time, che lo ha inserito insieme a Draghi fra le 100 persone più influenti
del pianeta. Per Napolitano occorre subito dare una svolta, raddrizzare la situazione.

"L'azione di consolidamento che stiamo portando avanti sul piano interno - dice il capo dello Stato al premier - legittima e rende più credibile un'azione incisiva in Europa a favore della ripresa". Insomma, per Napolitano, in vista del prossimo Consiglio europeo, l'Italia deve "battere il ferro, continuare a insistere". Anche perché, senza la spinta europea, l'Italia è destinata a fermarsi. Un'analisi che il premier ha condiviso in toto. Anzi, "adesso abbiamo le carte in regola per svolgere un ruolo propulsivo - è stato il ragionamento di Monti -. Possiamo usare lo stesso timbro di voce della Germania perché abbiamo scolpito il pareggio di bilancio nel nuovo articolo 81 della Costituzione".

In ogni caso, per tamponare la falla, Monti ieri ha chiamato in soccorso la cavalleria. In rapida successione sono arrivate parole tranquillizzanti dal segretario del Tesoro Usa, Timothy Geithner e dall'ambasciatore Usa Thorne. Dalla commissione europea, che ha garantito che quello 0,5% di disavanzo per il 2013 è "in linea con l'Ue". E persino dal direttore generale del Fmi, Christine Lagarde. Eppure non basta. Anche perché, a fronte delle stime negative sulla crescita, si assiste anche allo sfaldamento del fronte interno. È il Pdl, in particolare, a preoccupare Monti. Certo, il premier riferisce a Napolitano che il vertice notturno con Alfano, Bersani e Casini, "è andato bene". Tutti i leader, Bersani in particolare, hanno convenuto che tocca all'Europa muoversi. E Napolitano ha apprezzato "l'apertura del cantiere delle riforme istituzionali". Ma le antenne in Parlamento del capo del governo hanno captato la tempesta in arrivo.

L'occhio del ciclone è il Pdl, dove la frangia degli oppositori al governo si ingrossa giorno dopo giorno. Ora il premier teme qualche ricatto sul disegno di legge anti-corruzione del ministro Severino. Ma anche le barricate alzate da Berlusconi, Alfano e Romani contro il governo dopo la decisione di annullare il beauty contest hanno colpito il premier. Al rosario di spine si è aggiunta in queste ore l'uscita "improvvida" e "destabilizzante" di Pier Ferdinando Casini.

Il leader dell'Udc è uno dei principali sponsor del Professore, ma stavolta per Monti avrebbe fatto meglio a contare fino a dieci prima di parlare. Tanto che il premier ha caldamente apprezzato la presa di distanza del ministro Andrea Riccardi, che ha smentito di volersi buttare in politica nel futuro partito della nazione. Non aiuta di certo l'attesa messianica di nuovi provvedimenti sulla crescita che si va diffondendo nell'opinione pubblica, alimentata anche dalle forze di maggioranza. A palazzo Chigi hanno su questo le idee chiare: "Non siamo in condizioni di promettere nulla". Qualcosa nei prossimi giorni si farà, "un segnale" verrà dato per venire incontro alle richieste di ABC. Ma sarà qualcosa di poco più che simbolico.

La tensione nel Pdl è altissima e lo dimostra la fuga in avanti del gruppo di Pisanu, il preannuncio della scissione. Ieri a via dell'Umiltà si è sfiorata la rissa. Alfano aveva convocato una riunione con gli ex ministri del governo Berlusconi per parlare dei provvedimenti economici del governo e della crescita. In assenza del segretario, assentatosi per un impegno, la riunione era presieduta da Brunetta, che per La Russa evidentemente la stava tirando troppo per lunghe. I due hanno iniziato a battibeccare, finché l'ex ministro della Difesa non si è alzato e ha tirato due schiaffi sulla testa del collega, lasciandolo senza parole. Brunetta se l'è presa e ha abbandonato la sala: la riunione sulla crescita è finita così.

(20 aprile 2012) www.repubblica.it
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Re: Napolitano: ora l'Europa ci aiuti

Messaggioda franz il 20/04/2012, 11:48

Bisognerebbe capire cosa l'Europa puo' fare per rilanciare la ripresa in Italia e cosa puo' fare l'Italia stessa.
Secondo me l'Europa puo' fare ben poco, se non dare liquidità tramite la BCE, cosa già fatta ma le banche, sottocapitalizzate, non hanno rischiato di mettere in giro quei soldi. Il 99% lo deve fare l'Italia e dopo una serie di manovre che per 2/3 sono state tasse e solo 1/3 taglio di spese, è ora di intrapprendere la strada della spending review, di tagliare i rami secchi della spesa clientelare statale, consapevoli che si tratta anche di chiudere posti di lavoro pubblici oggi assolutamente improduttivi.
Tagliare il finanziamenti pubblico ai partiti (almeno di 4/5) riformare la sanità sulla base del modello tedesco e francese, eliminare sprechi (affitti esorbitanti per palazzi inutilizzati) e corruzione (i famosi 60 miliardi, che saranno anche di meno ma che se non si comincia mai....) compresi gli stipendi dei superburocrati dellostato e del paratato. Liberalizzare veramente, non per finta, ferrovie e trasporti, energia elettrica, gas. Abbiamo ancora tantissime cose da fare, prima di chiedere aiuto all'Europa.
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Re: Napolitano: ora l'Europa ci aiuti

Messaggioda Iafran il 20/04/2012, 12:21

franz ha scritto:Abbiamo ancora tantissime cose da fare, prima di chiedere aiuto all'Europa.

Infatti, chi crederebbe o investirebbe in una Nazione la cui classe "politica" è inattendibile (nonché, truffaldina) perché composta da persone che non danno garanzie di serietà e onestà individuali?
All'estero si percepisce l'immagine vera delle sue proposte "politiche" (poco comunitarie e per niente sociali) e non si sbilancia a dare credito alla nostra futura crescita.
I cittadini si possono spremere quanto si vuole, ma le entrate dello Stato italiano sono gestite sempre da ciò che appare e si comporta come una masnada di avventurieri (con le dovute eccezioni, naturalmente)!
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Re: Napolitano: ora l'Europa ci aiuti

Messaggioda trilogy il 20/04/2012, 12:36

franz ha scritto:....Bisognerebbe capire cosa l'Europa puo' fare per rilanciare la ripresa in Italia e cosa puo' fare l'Italia stessa.
Secondo me l'Europa puo' fare ben poco, se non dare liquidità tramite la BCE, cosa già fatta ma le banche, sottocapitalizzate, non hanno rischiato di mettere in giro quei soldi.


Le banche possono fare poco. Con i "geniali" accordi di basilea, si è accentuato il ruolo prociclico delle banche. Il risultato è che quando c'è crisi il rischio di credito aumenta, il rispetto dei parametri patrimoniali si fa più difficile e quindi il credito si riduce accentuando la crisi, questo a sua volta accentua i rischi, a cui si risponde tagliando ulteriormente il credito ecc ecc. Il risultato attuale è che le banche ricevono i soldi dalla BCE poi per rispettare i parametri li investono in titoli di stato a breve termine o li ridepositano presso la BCE. Il fenomeno è più accentuato in Italia perchè il 99% delle imprese sono piccole imprese, quindi più rischiose.


franz ha scritto:...eliminare sprechi (affitti esorbitanti per palazzi inutilizzati) ...


Qua ci sarebbe da aprire una lunga riflessione. Molti immobili pubblici, sono stati venduti ai privati, poi ripresi in affitto dallo Stato. In pratica miliardi patrimonio pubblico immobiliare sono stati trasferiti gratuitamente ai privati. La liquidità l'hanno fornita le banche, garantite dall'ipoteca sulll'immobile e dal contratto di affitto con l'ente pubblico. Finito di pagare il mutuo è tutta rendita a cui si aggiunge il valore dell'immobile acquisito.
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Re: Napolitano: ora l'Europa ci aiuti

Messaggioda Iafran il 20/04/2012, 13:34

trilogy ha scritto:Qua ci sarebbe da aprire una lunga riflessione. Molti immobili pubblici, sono stati venduti ai privati, poi ripresi in affitto dallo Stato. In pratica miliardi patrimonio pubblico immobiliare sono stati trasferiti gratuitamente ai privati.

In un Paese dedito alla corruzione e governato dai furbi, il marcio che si appura rappresenta un minima parte.
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Re: Napolitano: ora l'Europa ci aiuti

Messaggioda franz il 20/04/2012, 15:03

trilogy ha scritto:Le banche possono fare poco. Con i "geniali" accordi di basilea, si è accentuato il ruolo prociclico delle banche. Il risultato è che quando c'è crisi il rischio di credito aumenta, il rispetto dei parametri patrimoniali si fa più difficile e quindi il credito si riduce accentuando la crisi, questo a sua volta accentua i rischi, a cui si risponde tagliando ulteriormente il credito ecc ecc. Il risultato attuale è che le banche ricevono i soldi dalla BCE poi per rispettare i parametri li investono in titoli di stato a breve termine o li ridepositano presso la BCE. Il fenomeno è più accentuato in Italia perchè il 99% delle imprese sono piccole imprese, quindi più rischiose.

Il fatto che con le crisi aumenti il rischio nella banche non è "il risutato" degli accordi di basilea ma una realtà pre-esistente.
Anche senza Basilea (I, II e III) le banche erano note per prestare l'ombrello quando è bel tempo e chiederlo indietro quando piove. Il problema vero è che gli accordi di Basilea impongono un onere burocratico alle banche che è costoso e toglie redditività al credito di piccolo calibro (quello di cui normalmente hanno bisogno micro e piccole imprese). Da considerare anche che se ogni anno partono 400'000 nuove (piccole) imprese (piccole perché difficilmente uno parte già grande) queste sono un rischio nel rischio. Rischio perché piccole e rischio perché start-up. D'altronde qui siamo in presenza della classica dicotomia per interessi contrapposti. Da un lato le banche guadagnano (e rischiano) se prestano e sono invogliate a farlo da politiche pubbliche espansive, dall'altro rischiano una eccessiva esposizione e che l'inflazione indotta dalle politiche espansive si mangi la redditività (e sono limitate e rallentate dalle regole di Basilea).
Sono nella situazione della lumaca shizofrenica citata da von neumann ;)
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Re: Napolitano: ora l'Europa ci aiuti

Messaggioda trilogy il 20/04/2012, 16:58

franz ha scritto:Il fatto che con le crisi aumenti il rischio nella banche non è "il risutato" degli accordi di basilea ma una realtà pre-esistente.
Anche senza Basilea (I, II e III) le banche erano note per prestare l'ombrello quando è bel tempo e chiederlo indietro quando piove. ...


certamente, l'effetto prociclico c'è sempre stato ma basilea 2 l'ha accentuato introducendo una maggiore sensibilità del capitale necessario rispetto alla rischiosità del portafoglio crediti, valutato tramite una serie di parametri (in particolare il rischio di default) . La conseguenza è che quando le agenzie di rating abbassano la loro valutazione, interi settori produttivi passano in una diversa classe di rischio e le banche o tagliano il credito o aumentano il capitale. Al tempo stesso anche la banca passa in una diversa categoria di rischio e a più problemi a finanziarsi presso altre banche. Per quello con basilea 3 hanno cercato di correggere il problema. Nel frattempo tutti strillano sullo strapotere delle agenzie di rating, ma questo strapotere chi glielo ha dato? Stendiamo un velo pietoso..... :roll:
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Re: Napolitano: ora l'Europa ci aiuti

Messaggioda franz il 20/04/2012, 18:04

trilogy ha scritto: Al tempo stesso anche la banca passa in una diversa categoria di rischio e a più problemi a finanziarsi presso altre banche. Per quello con basilea 3 hanno cercato di correggere il problema. Nel frattempo tutti strillano sullo strapotere delle agenzie di rating, ma questo strapotere chi glielo ha dato? Stendiamo un velo pietoso..... :roll:

Certo, e anche alcuni stati cambiano categoria di rischio, incasinando le banche che ne detengono i titoli.
Alla fine della catena ... invece di chiedere aiuto rimane il pur sempre classico "aiutati che il ciel ti aiuta" ;)
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