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Riforma del lavoro. Tutti d'accordo tranne la CGIL

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Riforma del lavoro. Tutti d'accordo tranne la CGIL

Messaggioda soloo42001 il 24/03/2012, 14:13

Un saluto ai colleghi forumisti.

... TRANNE LA CGIL... dice il titolo del thread...

Mi domando.

Ma perche` la CGIL fa politica?
Perche` dice no a certe riforme apparentemente indubitabilmente positive?

La risposta a entrambe le domande e` vulgata comune in molti ambienti, di destra, governativi, persino di centrosinistra:
"Sono irrimediabilmente rossi, comunisti, mancini, sinistrorsi, velleitari, frazionisti... in breve incapaci di
guardare ai fatti nella loro complessita` per poi fare proposte concrete e condivisibili".

In altre parole questi "mancini" sono dei "minus habens politici".
Quindi non vanno ascoltati.
Vanno messi a tacere.
Col dileggio, col disprezzo, con la demonizzazione.
Se possibile vanno proprio tenuti fuori dalla politica.

Questo sopra descritto e` il "ragionamento politico benpensante" che io vedo all'opera da decenni.

Si tollerano le peggio idee insulse: razzismo, clericalesimo, neofascismi, secessionismi, liberismo selvaggio, sfruttamento dell'uomo sull'uomo.
Le si sdogana, le si da credito, rappresentanza pubblica, mediatica, persino parlamentare.

Ma le idee di centrosinistra no.
Quelle sono "mancine".
Quindi, nella migliore delle ipotesi, "idee da ragazzino mai cresciuto, lascia parlare il ragazzino, ma non ascoltarlo".

E` chiaro che stante questa situazione, a sinistra si crea un vuoto politico colossale.
E poiche` la natura aborrisce il vuoto, qualcuno lo riempie.
A volte sono mascalzoni violenti.
A volte sono eroi resistenti.
A volte sono cialtroni velleitari e frazionisti.
A volte sono uomini politici di secondo piano.

A volte il vuoto rimane vuoto.
E` il caso di quanto accade dal 2006 nella ex area ulivo, cui si richiama questo forum.

Uno dei caposaldi dell'Ulivo era il pieno riconoscimento della dignita` politica delle istanze di sinistra.

Ora vi domando: da quanti anni, le istanze di sinistra non hanno piu` riconoscimento alcuno persino in campo progressista?

Da quanti anni ha sfondato in campo progressista il motto "mai con la sinistra"?

Da quanti anni si approcciano le trattative sindacali invitando la CGIL, sindacato peraltro largamente maggioritario in Italia, a presenziare firmando possibilmente tacendo?

Da quanti anni si fanno accordi politici tentando di prendersi i voti degli elettori di sinistra per poi fare politiche di destra?

Quello che accade in questi giorni, ovvero la frattura gravissima nel PD e il fallimento conseguente della trattativa sul mercato del lavoro, e` proprio frutto della mentalita` discriminatoria sopra descritta.

Il PD, in particolare, e` lacerato da una componente minoritaria che non si limita a fare proposte innovative MA DIGERIBILI A SINISTRA.
Tutt'altro.
E` una componente impegnata pienamente nel coro di delegittimazione generale delle istanze "diverse".

Il risultato e` un 40% di elettori che non vogliono saperne di votare PD, anche a fronte del totale fallimento delle destre.
Il risultato e` che in ogni trattativa di una certa importanza, il PD e` trattato come ruota di scorta.
La conseguenza e` l'arrogante e folle conferenza stampa di martedi di Monti-Fornero.

Ovvero, la mancata rappresentanza e il dileggio esplicito delle istanze di sinistra operati da parte del PD, hanno spinto il governo su posizioni inaccettabili.
Fino al crack della trattativa.
Fino a lacerare il governo stesso di fronte alla reazione che si prospetta nel Paese, proprio adesso che stavamo recuperando credibilita` come sistema.

E tutto cio` perche`?
Perche` fare politica di sinistra, in un Paese di pirati, non e` cosa facile.
Molto piu` facile farsi votare, e poi fare la politica piu` facile... quella dei poteri dominanti.

Adesso dovremo far fronte alle conseguenze.

La prima e` salvare il salvabile della pecionata di Fornero (art. 18 a parte, la riforma e` negativa anche sugli altri due fronti: ammortizzatori e flessibilita` buona).

La seconda e` capire come ristrutturare il CSX-Ulivo dalla radice.
Possiamo ancora pensare di avere una credibilita` e una offering politica progressista quando alla fine i fatti ci dicono che una parte consistente del PD e` favorevole al pentapartito in edizione moderna (PD-PDL-UDC-FLI-API)?

La risposta per me e` ovvia.

Ma mi piacerebbe a vostra opinione.

Quali conseguenze a medio lungo termine dobbiamo aspettarci dopo la terribile debacle di credibilita` politica del PD, cominciata a dicembre con la riforma delle pensioni e culminata nel disastro della riforma del lavoro Fornero?

Ciao.

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Re: Riforma del lavoro. Tutti d'accordo tranne la CGIL

Messaggioda Stefano'62 il 24/03/2012, 14:49

franz ha scritto:
Stefano'62 ha scritto:Questa cosa non ha alcun senso.
E' chiaro che la colpa è di uomini in carne ed ossa che hanno intrallazzato e corrotto o ricattato per deformare a proprio uso e consumo le leggi,non di un astratto principio di giustizia.
Cha facciamo,aboliamo i coltelli da cucina solo perchè qualcuno può usarli per scopi diversi dall'affettare il salame ?

Ceto che ha senso. L'abuso della norma è possibile solo se la norma è scritta in un certo modo e si presta agli abusi e ad una grande discrezionalità del giudice.


La norma è chiarissima.
Poi se in qualche caso qualcuno la sfanga non è colpa della norma,ma perchè riesce a dimostrare il falso in sede giuridica,cioè per colpa delle persone,e quando questa cosa capita non c'è norma che tenga.

Comunque il punto centrale dell’articolo è che se c’è una ingiustizia la si sana,punto.
Questo è il principio cardine ed è chiarissimo,e non ci si deve azzardare a toccarlo.
Ho invitato altre volte a spiegare come farebbe quel precetto a danneggiare una economia sana ma nessuno lo ha fatto.
Anche nei tiggi si parla sempre in modo fumoso di un fantomatico effetto nefasto di questo articolo,sempre e solo a mò di slogan,ma mai nessuno che si azzardi ad entrare nel merito (altrimenti rimarrebbe scornato).

Se si vuole riformare l'articolo lo si può fare per esempio facendo chiarezza su cosa può essere considerato giusto e cosa no.
Basterebbe questo a calmare gli animi.
Invece no,il bersaglio vero dei nemici dell'articolo è sempre e solo il chiarissimo principio cardine.
Segno che il loro vero obiettivo non è una economia sana,ma una economia senza regole e senza giustizia,a salubrità selettiva.
Grazie tante ma ce l'abbiamo già,cerchiamo di non peggiorare le cose.
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Re: Riforma del lavoro. Tutti d'accordo tranne la CGIL

Messaggioda pianogrande il 24/03/2012, 15:11

Si, per motivi economici.
Non della libertà di licenziare per motivi discriminatori e disciplinari, che rimane e viene estesa anche alle aziende sotto i 15 dip.

Franz
Ma se una volta dimostrato che i motivi economici non sussistono ed il lavoratore viene ugualmente licenziato (con un indennizzo), significa che si può licenziare per qualsiasi motivo (compresa la discriminazione).
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Re: Riforma del lavoro. Tutti d'accordo tranne la CGIL

Messaggioda flaviomob il 24/03/2012, 16:20

«Stanotte ricordate di portare avanti di un'ora le lancette dell'orologio. E indietro di 50 anni i diritti dei lavoratori.»

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Re: Riforma del lavoro. Tutti d'accordo tranne la CGIL

Messaggioda flaviomob il 24/03/2012, 16:31

da l'Espresso

http://espresso.repubblica.it/dettaglio ... ra/2177224

'Il modello tedesco? Non c'entra'

di Stefano Vastano'

Da noi non si può licenziare nessuno (nemmeno se ruba) senza il consenso del sindacato. Si chiama cogestione e funziona benissimo. Tanto che gli operai ricevono una parte degli utili'. Parla Franco Garippo, italiano, da 35 anni nel consiglio di fabbrica della Volkswagen di Wolfsburg
(23 marzo 2012)

«In Italia, quando in questi giorni per l'articolo 18 si parla di 'modello tedesco', si fa un pò di confusione». Parola di Franco Garippo, uno che il cosiddetto modello tedesco lo conosce molto bene e dal lontano 1976. Anno in cui è entrato a lavorare agli impianti Volkswagen di Wolfsburg. diventando poi sindacalista (di IG Metall, due milioni e mezzo di iscritti) e membro del consiglio di fabbrica.

Garippo, in che cosa consiste questa confusione?
«In Germania un collega può venir licenziato per motivi disciplinari o personali solo dopo aver consultato il consiglio di fabbrica. Un licenziamento senza il parere del consiglio interno è nullo. La prima cosa da capire del 'modello tedesco' è che noi sindacati abbiamo qui in Germania, anche per quanto concerne licenziamenti, la piena codecisione».

Ma queste regole, ossia il modello della cogestione valgono solo per la Volkswagen?
«No. In Germania è in vigore uno statuto aziendale che prevede, nel caso di licenziamenti, la consultazione del consiglio di fabbrica per tutte le aziende che abbiano almeno 5 dipendenti. Anche per licenziamenti per motivi economici, qualora l'azienda deve ristrutturare il personale, il ruolo del sindacato è coderminante in Germania».

Vuol dire che se domani l'ingegner Martin Winterkorn, presidente della Vw, decidesse di licenziarla, non può?
«Nel caso in cui il presidente Winterkorn volesse licenziarmi, per ipotesi, perché ho rubato deve prima riunirsi la commissione disciplinare con rappresentanti d'entrambi le parti, sindacati ed ufficio personale. In 30 anni a Wolfsburg non ho mai visto un licenziamento senza previa e comune decisione dei Consigli di fabbrica».

In Germania insomma tutto è molto più basato sulla 'Mit-bestimmung', la famosa cogestione?
«Esatto. Prima d'arrivare a un tribunale e alla decisone del giudice, in ogni azienda tedesca si fa ricorso alle leve della cogestione. Una norma che è stata varata nel 1976 e da allora è l'etica del lavoro di ogni azienda tedesca oltre i cinque dipendenti. E' la sostanza di questa etica del lavoro che oggi sfugge in Italia quando si parla in astratto di 'modello tedesco'»,

Qual è il significato etico di questa norma del 76?
«Oggi in Italia si crede che, potendo licenziare più facilmente personale, per l'azienda sia più facilità realizzare utili. L'esperienza della cogestione nel modello tedesco e quella nostra in particolare qui a Wolfsburg dicono che è vero il contrario».

Si riferisce al modo in cui, nei primi anni '90, avete risolto la crisi alla Volkswagen?
«Esatto. Nel 1993 Peter Hartz, l'allora direttore del personale Vw, si ritrovava con un esubero di 30 mila dipendenti. A quel punto insieme, noi sindacati e lui, abbiamo deciso la 'settimana corta'. E cioè il 20 per cento in meno dell'orario di lavoro ed un taglio del 17 per cento sul salario. Alla fine, con zero licenziamenti e la garanzia del posto di lavoro, ne siamo usciti vincenti tutti, sindacati, impresa e dipendenti».

Scusi, Garippo, che vuol dire la 'garanzia' del posto di lavoro?
«Vuol dire molto concretamente che oggi tutti e 100 mila i dipendenti dei sei impianti Volkswagen in Germania non sono, per motivi aziendali, licenziabili. E questo sino alla fine del 2014, come abbiamo stipulato nel nostro ultimo contratto. Sono contratti del genere che tengono insieme un'azienda come la nostra».

Un ruolo di rilevo nel 'modello tedesco' lo ha, specie per i lavoratori, la partecipazione agli utili. Quest'anno ad esempio, quanto hanno incassato in premi-extra i dipendenti Vw?
«Quest'anno noi della Vw abbiamo ottenuto un premio di 7.500 euro. Questo 'bonus' è un'altra rivendicazione sindacale e prevede, per contratto, una partecipazione annua dei dipendenti agli utili. A fine novembre abbiamo ricevuto i primi 1.400 euro; a fine maggio degli utili VW 2011 a noi verranno altri 6.100 mila euro. Tutto questo è il cosiddetto 'modello tedesco': non si può prendere ed esportare in Italia o altrove solo una sua parte».

Qual è il consiglio che lei darebbe a sindacati, imprese e al governo Monti?
«A sindacati e imprese in Italia direi di guardare al fondo del modello tedesco. Si basa sulla cogestione ed implica soprattutto il senso della responsabilità per entrambe le parti sociali. Un'azienda funziona meglio solo se i suoi dipendenti si sentono più rispettati e sicuri, identificandosi col futuro della stessa azienda».


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Re: Riforma del lavoro. Tutti d'accordo tranne la CGIL

Messaggioda pianogrande il 24/03/2012, 19:05

http://www.repubblica.it/economia/rubri ... ef=HRER3-1

Questo articolo dà una definizione veramente efficace.
Non solo non si combatte l'abuso ma si regolamenta l'abuso.
Ormai siamo alle comiche.
Sarebbe un peccato se fossero finali ma se anche questo deve essere un governo di buffoni pilotati, allora, meglio i politici.
Almeno il nemico ce lo abbiamo di fronte e non alle spalle.

P.S.
L'illusione Monti era solo una illusione?
Io ci stavo credendo.
Mamma mia che doccia fredda!
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Re: Riforma del lavoro. Tutti d'accordo tranne la CGIL

Messaggioda matthelm il 24/03/2012, 19:11

soloo42001 ha scritto:Ma le idee di centrosinistra no.


Ma tu hai qualche idea di cos'è un centrosinistra?
Io leggo un insieme di pregiudizi, giudizi di sinistra e basta.
Hai un limite a sinistra, e non perché sia brutta e cattiva, oppure pensi che tutto sia componibile?

Nel Pd ci sono buone possibilità di comporre un'area riformista che non sarà di centro ne di sinistra. Molti ci sono già, altri non ci saranno mai. La grande area "promessa" è quella.
Governo posizioni inaccettabili... Cgil punto di riferimento e guai a criticarla.. ecc. ecc. ecc. troppi punti difficilmente componibili. Chi dovrà lasciare il passo?
La debacle di credibilità del Pd è, secondo me, la titubanza e il barcamenarsi di Bersani nel non voler scegliere e tagliare con posizioni inconciliabili con una moderna forza riformista e liberale. Tutto qui, il resto viene di conseguenza.
"L'uomo politico pensa alle prossime elezioni. Lo statista alle prossime generazioni".
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Re: Riforma del lavoro. Tutti d'accordo tranne la CGIL

Messaggioda soloo42001 il 24/03/2012, 20:06

Ma tu hai qualche idea di cos'è un centrosinistra?
Io leggo un insieme di pregiudizi, giudizi di sinistra e basta.


Leggi quel che vuoi.
La mia idea di centrosinistra e` quella dell'Ulivo originale, quella di Prodi e Andreatta, non quella di Veltroni.

Questa non comprende la demonizzazione del 10-15% degli elettori di area progressista.
Ne' comprende il ripetere vuoto degli slogan di destra sui sindacati, sulla sinistra, sui mancini, ...
Ne' comprende il chiedere un 8% su 33% di "voto utile" per poi rappresentarlo come fa Ichino.
Ne' comprende l'andare a una trattativa rappresentando le ragioni dell'avversario anziche` quelle dei propri rappresentati.
Ne' comprende il tentativo da parte di una corrente di disarcionare il segretario sostenendo in una trattativa fondamentale tesi contrarie alla linea del partito.

Certo che non tutto e` componibile.

Certamente ALCUNE frange di sinistra (oggi FDS) e non di sinistra (M5S) non sono componibili col CSX.

Ma quando uno comincia a vedere che a sinistra del PD si forma un'area del 10-15%, quando vede che il malumore sale ovunque, quando vede che il PD scende nonostate il disastro berlusconiano, quando accade tutto cio` uno qualche domanda deve pur farsela.
Se non lo fa, occorre prendere atto che oltre a FDS e M5S, c'e` anche un'area del PD non componibile col centrosinistra.

Prova ne e` il disastro combinato dal PD con questa trattativa.

Ma la mia domanda era un'altra.

Che prospettive a medio-lungo termine ha il CSX dopo che il PD si e` dimostrato cosi` drammaticamente non all'altezza della situazione?

Riuscira` a sopravvivere e a costituire il fulcro di un nuovo CSX ulivista?
Oppure si svuotera` di consensi e diverra` stabilmente parte di una nuova coalizione di centro con PDL e TP?

Ciao.

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Re: Riforma del lavoro. Tutti d'accordo tranne la CGIL

Messaggioda Robyn il 24/03/2012, 20:16

In merito alla fase intermedia,filtro sindacale e ricollocazione,questo passaggio và regolato nelle più completa liberalità.Si potrà accettare la ricollocazione interna se l'azienda dice sì o la ricollocazione esterna o nessuna delle due perchè evidentemente il dipendente ritiene che la ricollocazione esterna scelta non fà per lui.In ogni caso se ne và in flessibilità.L'unica cosa in cui non sono d'accordo è il rilascio dell'assegno.Questo invece andrebbe sostituito con il pagamento di un corso di formazione nel campo che più piace proprio per evitare che il lavoro diventi una merce
La possibilità che si accetti la ricollocazione se non alta come probabilità,può essere discreta
Però bisogna capire bene cosa significa indennizzo più voicher.Probabilmente indennizzo significa assegno di disoccupazione,voicher pagamento del corso di formazione.In questo caso non si può parlare di merce perchè è l'azienda che ti paga la formazione più l'assegno di disoccupazione+contributi il che è lo stesso.Inoltre bisogna attivare prima il filtro sindacale.Per il resto sono d'accordo con Monti,la riforma dell'art 18 non si tocca
ciao robyn
Ultima modifica di Robyn il 24/03/2012, 22:11, modificato 4 volte in totale.
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Re: Riforma del lavoro. Tutti d'accordo tranne la CGIL

Messaggioda Stefano'62 il 24/03/2012, 20:18

matthelm ha scritto:
soloo42001 ha scritto:Ma le idee di centrosinistra no.


Ma tu hai qualche idea di cos'è un centrosinistra?
Io leggo un insieme di pregiudizi, giudizi di sinistra e basta.
Hai un limite a sinistra, e non perché sia brutta e cattiva, oppure pensi che tutto sia componibile?

Lui parlava della sinistra,non delle estreme,tanto è vero che non ha scritto sinistra,ma "centrosinistra" (e lo hai pure quotato).
E si è limitato a denunciare il dileggio e il rifiuto non per gli estremismi,bensì quello per qualsiasi cosa che si sposti dal centro e cominci a odorare anche solo vagamente di sinistra (centrosinistra appunto).
Cioè quello che hai appena fatto tu nel momento in cui hai stabilito che si riferisse a posizioni "fuori dai limiti" di una coalizione di centro-sinistra,definendole come "posizioni inconciliabili con una moderna forza riformista e liberale",dopo che invece era stato esplicito nel riferirsi non al comunismo,ma al "centro-sinistra".
Secondo me la parola "sinistra" ti ha mandato in confusione ;)
Stefano'62
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