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Tedeschi, rilassatevi!

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Tedeschi, rilassatevi!

Messaggioda gabriele il 16/02/2012, 19:45

Tedeschi, rilassatevi!
di Birgit Schönau

– 15 febbraio 2012
Pubblicato in: Germania
Traduzione di ItaliaDallEstero.info

Die Zeit

L’Italia del dopo Berlusconi ne ha abbastanza delle ramanzine di Berlino

Lunedì pomeriggio, aeroporto Leonardo da Vinci a Roma. Al cancello d’imbarco la coda al check-in si allunga sempre più. Due tedeschi perdono la pazienza ed iniziano ad inveire. Uno dei due urla in un italiano storpiato: “Solo in Italia c’è questo casino”! Allora un italiano si gira verso il brontolone e visibilmente irritato gli dice: “Germans never change”, “I tedeschi non cambiano mai” scandendo in inglese ogni singola parola, “Voi credete di saper sempre tutto, ci guardate sempre dall’alto in basso”. I due tedeschi ammutoliscono imbarazzati e l’italiano allora li lascia perdere. Entrambi viaggiano verso destinazioni diverse quindi nessuno di loro può sentire il capitano dell’aereo della Lufthansa diretto a Düsseldorf che al microfono, per salutare i passeggeri, dice: “ Tra mezz’ora dovremmo decollare. Ma con gli italiani non si sa mai”.

L’episodio risale al periodo in cui il governo Berlusconi era in agonia. Allora Europa rideva dell’Italia e la Germania forse rideva un po’ di più. La terza potenza economica d’Europa era nota soprattutto per i retroscena del Bunga Bunga, certo non senza colpe, e quindi da molto tempo non veniva più presa sul serio. Un paese da barzelletta. Una volta la Merkel e Nicolas Sarkozy hanno addirittura preso in giro in pubblico il loro partner europeo. A fine ottobre, in occasione di una conferenza stampa nell’ambito di un vertice europeo a Bruxelles, fu chiesto ai due cosa pensassero del programma di riforme di Berlusconi. Il francese e la tedesca offrirono ai giornalisti una scenetta da cabaret assolutamente spontanea. Si sono scambiati sguardi eloquenti, hanno fatto delle smorfie e sorriso ironicamente. Ciò che a Bruxelles è stato interpretato come un intermezzo goliardico in Italia è stao considerato come un’offesa alla nazione, come “un oltraggio e un’ingiustificata umiliazione”, secondo quanto dichiarato dall’ex presidente del consiglio Romano Prodi.

La cancelliera non ha mai criticato apertamente Berlusconi, ma ha continuato ad ignorare lui e l’Italia. I rapporti bilaterali tra le due nazioni sono stati gelidi esattamente come i rapporti personali tra la figlia del pastore evangelico della Germania orientale e il triviale battutaro lombardo. Quindi per tutti gli italiani governati da Berlusconi i tedeschi sono la personificazone di quelle virtù che indubbiamente mancano alla casta politica romana: senso dello Stato e del bene comune, riservatezza, integrità morale.

Ora da due mesi l’Italia è governata da un uomo, che oltre a queste caratteristiche, possiede anche anche altre qualità che alla Merkel mancano. Una certa elasticità, per esempio, profonde conoscenze specifiche in campo economico e la determinatezza decisionale che ne deriva. Gli italiani trovano divertente che i media tedeschi classifichino Mario Monti e il nuovo capo della BCE Mario Draghi come “italiani di Prussia”: le virtù prussiane come la disciplina e la forza di carattere erano decantate già al tempo dei romani 1700 anni fa. Monti si era appena insediato a Palazzo Chigi, che l’immagine da leader irreprensibile di Angela Merkel cominciava a sgretolarsi. Da faro nella nebbia si trasforma in una maestrina che bacchetta sulle dita i disubbidienti della classe e non si accorge per nulla che qualche volta proprio loro hanno le idee migliori.

Quando Berlusconi con sollievo di tutti si è dimesso, a Roma si è indicata immediatamente la Germania come principale problema per l’Europa. In Germania si fa politica “con il barometro dei voti” ha dichiarato Giovanni Moro, figlio di Aldo Moro lo statista democristiano assassinato [negli anni ‘80]. “La Germania della Merkel compromette con il suo rigido dogmatismo non solo l’euro, ma l’intera Unione Europea” scrive una giornalista vicina a Monti. “L’immagine della Germania come nazione leader è compromessa: Berlino comanda ma non dirige”.

A Roma si diffonde la sensazione che in Italia si sia capaci di fare altro, in Germania no. Sin dalle sue prime interviste pubblicate sui giornali stranieri Mario Monti si è dichiarato entusiasta della Scandinavia. I meriti dei paesi nordici sarebbero stati presi troppo poco in considerazione finora. “Inoltre osserviamo che laggiù ci sono un sistema sociale che funziona e un mercato di gran lunga più forte e competitivo dell’eurozona”. L’Europa non deve necessariamente guarire alla maniera tedesca, questo era il messaggio che si voleva trasmettere. Ci sono anche altri modelli. Con Monti l’Italia ha riacquistato sicurezza. Nel giro di pochissimo tempo sono stati varati riforme e un pacchetto di misure di austerità decisivi, tagliati i privilegi e perseguiti gli evasori fiscali. Sembra che il berlusconismo sia lontano anni luce. Il programma di austerità è in pieno svolgimento. Per i protestanti del nord, che come è noto devono portarsi dietro i propri peccati fino al giudizio universale, tutto questo è troppo veloce. Ma l’Italia è già oltre. E mentre si poteva ignorare senza problemi il pagliaccio Berlusconi, Monti si sta dimostrando una persona seria e un critico da non sottovalutare.

La settimana scorsa, in occasione del suo primo incontro ufficiale con la Merkel a Berlino, Monti ha fatto qualcosa che Berlusconi non avrebbe mai osato fare: ha fatto delle precise richieste alla collega tedesca. Ha chiesto che la Germania e la Francia non si comportino più in maniera “troppo autoritaria”. Ha ricordato ad entrambi i potenti partner i loro errori nella politica europea e ha avvisato la Merkel di un possibile malcontento ostile ai tedeschi in Italia, nel caso in cui Berlino non riconosca gli sforzi del suo governo. In Italia la Germania è vista come “leader dell’intolleranza interna all’UE”, ha spiegato Monti, aggiungendo abilmente che lui lavora per un’ Italia, che dovrebbe assomigliare alla Germania, poichè “io ho una sensibilità molto tedesca”. Le lodi della Merkel per la politica di riforme di Mario Monti è stata accolta con sollievo a Roma, anche se con un po’ di fastidio per il fatto che queste lodi arrivano sempre guardando dall’alto in basso. In questa settimana perciò Monti è stato un po’ più chiaro: “La cultura della stabilità portata avanti dalla Germania è degna di stima” ha detto al Financial Times, “ma quanto più paesi indebitati dimostrano di aver compreso la legge della disciplina, tanto più i tedeschi dovrebbero rilassarsi.”

I tedeschi hanno dovuto mandar giù l’amichevole lavata di capo degli italiani. Viceversa questa consuetudine era già nota da tempo. Il nazionalismo tedesco a differenza di quello italiano è ben consolidato. La vittoria dell’ esercito germanico sulle legioni romane nella foresta di Teutoburgo è un episodio fondamentale per la propaganda del patriottismo storicizzante tedesco del 19° secolo, in seguito i nazisti elessero Arminio, condottiero della tribù dei Germani Cherusci cresciuto in realtà con un educazione romana, a eroe simbolo della nazione tedesca. Per molto tempo essere tedesco voleva dire soprattutto non essere italiano. Come Martin Lutero fuggì da Roma peccatrice così secoli dopo gli apostoli moralizzatori dei media tedeschi abbandonarono Berlusconia.

Invece lo stile di vita italiano è stato imitato diligentemente dai tedeschi. Pasta, aceto balsamico e olio d’oliva sono molto apprezzati sia a nord che a sud delle Alpi ed in Germania si vendono più macchine per il caffè espresso di quante non se ne vedano in Italia. A volte sembra che i tedeschi siano più italiani degli italiani. Cosa succederà ora che d’improvviso gli italiani vogliono diventare più tedeschi dei tedeschi? Entrambe le cose non possono che giovare all’Europa.

[Articolo originale "Entspannt euch, Deutsche!" di Birgit Schönau]

http://italiadallestero.info/archives/14102
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L’Italia getta la più grande delle ipoteche sul futuro dell’

Messaggioda gabriele il 16/02/2012, 19:47

L’Italia getta la più grande delle ipoteche sul futuro dell’euro
di Johan Van Overtveldt

– 15 febbraio 2012
Pubblicato in: Belgio
Traduzione di ItaliaDallEstero.info

I risultati del vertice europeo sono magri e il problema greco continua a richiedere la massima attenzione. Eppure l’Italia rappresenta la più grande ipoteca sul futuro dell’euro.
Gli strateghi dei fondi pensionistici e di investimento apprezzano la politica del professorale premier italiano Mario Monti. Ma l’apprezzamento è sufficientemente grande da permettere a loro e ad altri investitori di lanciarsi sui titoli italiani con scadenze a 5 anni o più, con un rinnovato senso di sicurezza? Forse sì, però cosa accadrà nel 2013 quando il mandato del governo tecnocratico terminerà? Un po’ di prospettiva storica si impone all’attenzione.

L’Italia del dopoguerra è stata caretterizzata da una politica economica molto semplice. La macchina economica continuava ad andare avanti grazie a periodiche svalutazioni, che ristabilivano per un po’ la competitività delle imprese italiane. Il bilancio deragliava costantemente per una combinazione di due fattori: la rapida crescita della spesa in materia di sicurezza sociale (un modo per i politici di aumentare la loro popolarità) e continui trasferimenti valutari al povero e completamente corrotto Sud.

Il fatto che la crescita venisse periodicamente stimolata con la svalutazione, faceva sì che gli investitori internazionali, e certamente anche quelli italiani, non si preoccupassero troppo dell’accumulo del debito pubblico.

Con l’introduzione dell’euro nel 1999 – e se oggi ci sono dei dubbi sul senso dell’adesione della Grecia all’euro, questi dubbi sono altrettanto validi riguardo all’ammissione italiana – cambiarono molte cose anche per l’Italia. La pietra angolare della politica economica italiana fu demolita. L’Italia avrebbe dovuto adattarsi alla realtà dell’euro ma non lo fece. Non sorprende che l’Italia divenne la strozzatura della crescita del club dell’euro.

Dopo che nel corso del 2009 non si potevano più negare gli squilibri strutturali nell’eurozona, era ovvio che anche l’Italia sarebbe presto incorsa in problemi.

Mario Monti adesso sta cercando di cambiare le cose effettuando tagli di bilancio, investimenti nelle infrastrutture (per 10 miliardi di euro, lo 0,6% del PIL italiano) e la liberalizzazione di settori come i taxi, le farmacie e l’avvocatura. In particolare deve essere abbattuta la rigidità del mercato del lavoro. “Quanto più possiamo fare per la liberalizzazione del mercato dei prodotti, tanto meno dovremo cambiare nel mercato del lavoro”, ha dichiarato Monti di recente.

Sembra improbabile che Monti lo creda davvero, ma almeno cerca di tranquillizzare un po’ i sindacati. Gli scioperi e i blocchi dei giorni scorsi hanno messo in chiaro che basta poco per mobilitare i militanti sindacali. Ma tutti, e certamente Monti, sanno che un mercato del lavoro flessibile è imprescindibile se l’Italia vuole un tasso di crescita più elevato. E solo con più crescita il debito pubblico italiano è gestibile.

Il governo italiano quest’anno deve rinnovare 375 miliardi di debito. È chiaro che la BCE è disposta a fare molto, attraverso acquisti di titoli italiani sul mercato secondario e il finanziamento delle banche, che poi parzialmente può fluire verso finanziamenti dei governi. Ora che le prospettive per l’economia diventano sempre più scure (attualmente le stime di crescita si aggirano tra -1,50% e -2,50%) molto dipende anche da ciò che Monti riuscirà a realizzare nei prossimi mesi. A lungo termine, la credibilità del governo italiano sarà ristabilita solo se dopo Monti risulti chiaro che una maggioranza di politici italiani ha veramente capito la lezione europea.

[Articolo originale "Italië legt grootste hypotheek op toekomst euro" di Johan Van Overtveldt]

http://italiadallestero.info/archives/14105
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Re: Tedeschi, rilassatevi!

Messaggioda Iafran il 16/02/2012, 20:44

gabriele ha scritto:A lungo termine, la credibilità del governo italiano sarà ristabilita solo se dopo Monti risulti chiaro che una maggioranza di politici italiani ha veramente capito la lezione europea.

Questa è la principale prova da dare come elettori ("l'obiettivo" da perseguire) perché ai tanti "luoghi comuni" negativi sull'Italia (sacrosanti, se non guardiamo con i paraocchi) se ne deve aggiungere un altro: una classe politica egoista, avida, corrotta e dedita al malaffare, che prevarica o annulla tutte quelle persone che hanno "ben altro" senso dello Stato.
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