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Ma chi sono questi black block?

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Re: Ma chi sono questi black block?

Messaggioda franz il 16/10/2011, 17:54

flaviomob ha scritto:Pianogrande ha assolutamente ragione. Era possibile e necessario identificare gli autori degli atti violenti e criminali bloccandoli prima che si recassero a Roma o, se residenti nella capitale, impedendo loro di farsi scudo (e alibi) del corteo.
Ieri ho visto le immagini di La7: addirittura una caserma veniva assaltata senza che vi fossero le forze dell'ordine a difenderla: come è possibile tutto ciò? Evidentemente si è fatto di tutto, o meglio si è lasciato fare di tutto perché il risultato mediatico portasse ad associare gli Indignados alla violenza criminale.
Maroni vada a casa!

Non so; col senno di poi sembra tutto facile. Non è che questi vanno in giro mascherati e vestiti di nero durante il viaggio. Sono persone normali ed in Italia c'è libertà di movimento. Si poteveno mettere sotto controllo i centri sociali di tutta italia ma che questi centri avrebbero partecipato era ovvio. Non so se è legittimo impedire preventivamente la loro partecipazione. In Cina fanno questo ed altro ma non capisco perché difendiamo le libertà democratiche in USA ed in tutto il mondo (quando messe sotto torchio dalle norme antiterrorismo) mentre in Italia dovremmo agire in modo diverso addirittura bloccando manifestanti fuori roma.
Ritengo che la polizia possa agire solo quando la violenza è in atto (o poco prima, quando spuntano caschi e bastoni) e che ogni limitazione preventiva della libertà sia molto pericolosa.
Benjamin Franklin ha scritto:Chi è pronto a dar via le proprie libertà fondamentali per comprarsi briciole di temporanea sicurezza non merita né la libertà né la sicurezza.

Il problema è che si parla di 1000/1500 violenti e questo evidentemente non era stato previsto (di solito sono 200/300) il che ovviamente è responsabilità del ministero dell'Interno. Non credo che si sia lasciato volutamente fare, anche perché qualche carabiniere e agente ha rischiato la vita, ma solo che non avessero previsto cosi' tanti gruppi di violenti.
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Re: Ma chi sono questi black block?

Messaggioda pianogrande il 16/10/2011, 23:10

Franz
Puoi anche aver ragione ma qui si parla, sopratutto, del comportamento delle forze del''ordine mentre la violenza era in atto.
Perfino alcuni dimostranti pacifici hanno fermato alcuni di quei delinquenti.
Il comportamento violento era palese e su larga scala.
C'erano migliaia di poliziotti.
Che cosa è che non ha funzionato?
E' fatale ed inevitabile che succedano queste cose?
Dobbiamo, allora, vietare tutte le manifestazioni democratiche e pacifiche?
Dobbiamo aver paura e rinunciare a questo diritto?
A questo deve rispondere Maroni.
Altrimenti cosa ci va a fare a riferire in parlamento?
Per dire che hanno ragione Cicchitto, Gasparri, Alfano e quant'altra servitù giri intorno a Berlusconi?
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Ma chi sono questi black block?

Messaggioda franz il 17/10/2011, 8:38

pianogrande ha scritto:C'erano migliaia di poliziotti.
Che cosa è che non ha funzionato?

La verità verrà gradualmente a galla, spero.


Hanno dai 17 ai 25 anni. Si sono «addestrati» in Val di Susa con i No Tav
Maschere antigas e mazze nascoste
La battaglia preparata da giorni
Manovra a tenaglia di due frange per impedire il comizio

ROMA - C'erano almeno due «blocchi» violenti organizzati alla manifestazione degli Indignati a Roma. Uno era all'interno del corteo, l'altro ha puntato direttamente su piazza San Giovanni forse con l'obiettivo di impedire il comizio finale. In realtà si sono ricompattati a metà pomeriggio e sono andati all'assalto delle forze dell'ordine. Riuscendo a prevalere.

Il giorno dopo le devastazioni e i saccheggi, gli investigatori della Digos e del Ros dei carabinieri disegnano una prima ricostruzione di quanto avvenuto in piazza. Anche per focalizzare gli errori nella gestione dei servizi di ordine pubblico. Ed emerge un dato nuovo: le frange estremiste sono composte per la maggior parte da giovani, anche minorenni. La media ha tra i 17 e i 25 anni, molti di loro si sono «addestrati» e «allenati» schierandosi con i No Tav nei boschi della Val di Susa. Per comunicare usano soprattutto il Web. Sono i filmati e le testimonianze di chi ha potuto osservarli da vicino a fornire i dettagli dei loro comportamenti. Sin dal loro ingresso in città.

La maggior parte arriva sabato mattina. Sono circa le 11 quando i carabinieri di Pomezia inseguono e poi fermano una Fiat 600 con a bordo un ragazzo e tre ragazze. Nel bagagliaio hanno un piccolo arsenale occultato in cinque zaini: quattro caschi da motociclista, dieci maschere antigas con filtri, 500 biglie di vetro e una fionda professionale di grosse dimensioni, quattro mefisti, quattro parastinchi, due mazzette da muratore, un piede di porco e quattro bottiglie con liquido. Nel rapporto già trasmesso alla magistratura si parla di «elementi appartenenti all'area anarcoinsurrezionalista».

Molti giovani che si ritrovano alla «partenza» della manifestazione, in piazza della Repubblica, si sono mossi in maniera autonoma, almeno nell'ultima fase. Ognuno di loro ha nello zaino il proprio equipaggiamento: fionde, biglie, un po' di sassi. C'è chi ha il casco da ciclomotore agganciato all'asola laterale dei pantaloni. Chi nasconde la maschera antigas, particolare che rimanda alle proteste contro l'Alta Velocità. Un centinaio si sistema in fondo al corteo, una cinquantina comincia a risalire verso la testa. In tutto, questa è l'ultima stima, potrebbero essere circa cinquecento, mimetizzati tra i manifestanti e pronti a tirare giù il passamontagna e su il cappuccio per «travisarsi» quando bisogna entrare in azione.

Lungo il percorso sono sistemate buste di plastica bianche: segnalano i punti dove si trova il resto del materiale da utilizzare negli scontri e per sfasciare bancomat e vetrine. Le hanno messe su pali già divelti, vicino a piccoli mucchi di sampietrini occultati da altre buste, sui portoni di alcuni palazzi dove hanno nascosto mazze e bombe carta. Ed è proprio questa circostanza ad alimentare nei responsabili della sicurezza la convinzione che dietro la strategia di assalto ci sia una precisa regia. Una tattica studiata dai più «anziani» che da tempo avrebbero pianificato di infiltrarsi nel corteo degli Indignati per far fallire il progetto di una manifestazione pacifica.

Il primo attacco parte alle 14,35 nel supermercato Elite e diventa una sorta di prova generale di quello che accadrà in seguito. Sono circa cinquanta, agiscono indisturbati. L'ordine impartito dal questore Francesco Tagliente vieta di intervenire all'interno del corteo per non mettere a rischio l'incolumità di chi sta sfilando. Da lì in poi è una violenza che cresce. Ma sempre con azioni estemporanee che portano piccoli gruppi a uscire dal serpentone e rientrare subito dopo, evidentemente consapevoli che in questo modo le forze dell'ordine non possono fermarli.

Dopo un chilometro cominciano gli scontri. All'altezza di via dei Serpenti c'è chi cerca di «spezzare» il corteo. Parte una carica della polizia, i teppisti rispondono lanciando bombe carta, sassi, bottiglie. Altri stanno sfasciando alcune vetrine. Altri ancora entrano in un albergo sperando di trovare una via di uscita laterale che li porti verso il centro di Roma, in prossimità di quelle sedi istituzionali che rimangono comunque l'obiettivo primario. Vengono rispediti indietro e tornano a mescolarsi tra la folla. Passano una ventina di minuti prima che si riesca a riportare la calma. Ma intanto un gruppo è già arrivato fino al Colosseo e ha cominciato un nuovo assalto.

Le comunicazioni tra la sala operativa della questura e i funzionari che sono in piazza danno conto delle valutazioni sull'opportunità di «caricare» ancora. Alla fine si decide di aspettare. Troppo alto viene ritenuto il rischio di coinvolgere gli altri manifestanti in quel tratto di strada che consente poche vie di fuga visto che da un lato ci sono le aiuole e dall'altra la fermata della metropolitana. E dunque si preferisce attendere che il «nucleo» arrivi più avanti, dopo aver superato la strettoia. Un calcolo che però si rivela sbagliato. Perché quelli che si erano dispersi nel corteo si sono ormai ricompattati e marciano in direzione San Giovanni.

Ora sono un «blocco» numeroso e determinato a scatenare la guerriglia contro i carabinieri, i poliziotti e i finanzieri che in assetto antisommossa e con i blindati li attendono in piazza, lì dove la manifestazione dovrebbe terminare con gli interventi dal palco e la festa. Lì, dove invece c'è un altro «blocco» di violenti organizzato - questa è la convinzione degli investigatori - per l'ultima fase. Verso le 17 comincia una vera e propria battaglia. Molti manifestanti pacifici che hanno raggiunto il punto d'arrivo riescono a fuggire, altri rimangono «schiacciati» contro le «mura» della Basilica. Ma qualcuno decide di aggregarsi ai più violenti, di partecipare agli assalti con lancio di sassi e bombe carta. Va a fuoco il blindato dei carabinieri, le forze dell'ordine entrano in azione con gli idranti. Ma hanno ormai perso il controllo della situazione. E per riportare la calma nella zona dovranno trascorrere altre tre ore.

Fiorenza Sarzanini
17 ottobre 2011 07:40
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Re: Ma chi sono questi black bloc?

Messaggioda franz il 17/10/2011, 12:07

Altre testimonianze dirette (se sono vere).
Ogni prudenza è d'obbligo


IL RACCONTO
Il black bloc svela i piani di guerra
"Ci siamo addestrati in Grecia"

Parla un "nero": le armi erano nascoste in piazza, è da un anno che ci prepariamo. E ancora: per noi questa è una guerra, ed è appena l'inizio
di CARLO BONINI e GIULIANO FOSCHINI

Il black bloc svela i piani di guerra "Ci siamo addestrati in Grecia" Un momento degli incidenti a Roma
ROMA - E' un "nero". F. è pugliese, ha 30 anni all'anagrafe, una laurea, un lavoro precario e tutta la rabbia del mondo in corpo. Sabato le sue mani hanno devastato Roma.

E lui, ora, ne sorride compiaciuto. "Poteva esserci il morto in piazza? Perché, quanti morti fa ogni giorno questo Sistema? Chi sono gli assassini delle operaie di Barletta?".

Non i poliziotti o i carabinieri a 1.300 euro al mese su cui vi siete avventati, magari. Non quelli che pagano a rate le macchine che avete bruciato. Non il Movimento in cui vi siete nascosti.

"Noi non ci siamo nascosti. Il Movimento finge di non conoscerci. Ma sa benissimo chi siamo. E sapeva quello che intendevamo fare. Come lo sapevano gli sbirri. Lo abbiamo annunciato pubblicamente cosa sarebbe stato il nostro 15 ottobre. Ora i "capetti" del Movimento fanno le anime belle. Ma è una favola. Mettiamola così: forse ora saranno costretti finalmente a dire da che parte stanno. Ripeto: tutti sapevano cosa volevamo fare. E sapevano che lo sappiamo fare. Perché ci prepariamo da un anno".

Vi preparate?

F. sorride di nuovo. "Abbiamo fatto il "master" in Grecia".

Quale "master"?

"Per un anno, una volta al mese, siamo partiti in traghetto da Brindisi con biglietti di posto ponte, perché non si sa mai che a qualcuno viene voglia di controllare. E i compagni ateniesi ci hanno fatto capire che la guerriglia
urbana è un'arte in cui vince l'organizzazione. Un anno fa, avevamo solo una gran voglia di sfasciare tutto. Ora sappiamo come sfasciare. A Roma, abbiamo vinto perché avevamo un piano, un'organizzazione".

Quale organizzazione avevate?
"Eravamo divisi in due "falangi". I primi 500 si sono armati a inizio manifestazione e avevano il compito di devastare via Cavour. Altri 300 li proteggevano alle spalle, per evitare che il corteo potesse isolarli. L'ordine che avevano i 300 era di non tirare fuori né caschi, né maschere antigas, né biglie, né molotov, né mazzette fino a quando il corteo non avesse girato largo Corrado Ricci. Non volevamo scoprire con gli sbirri i nostri veri numeri. E volevamo convincerli che ci saremmo accontentati di sfasciare via Cavour. Ci sono cascati. Hanno fatto quello che prevedevamo. Ci hanno lasciato sfilare in via Labicana e quando ci hanno attaccato lì, anche la seconda falange dei 300 ha cominciato a combattere. E così hanno scoperto quanti eravamo davvero. A quel punto, avevamo vinto la battaglia. Anche se loro, gli sbirri, per capirlo hanno dovuto aspettare di arrivare in piazza San Giovanni, dove abbiamo giocato l'ultima sorpresa".

Quale?
"La sera di venerdì avevamo lasciato un Ducato bianco all'altezza degli archi che portano in via Sannio. Dentro quel Ducato avevamo armi per vincere non una battaglia, ma la guerra. Il resto delle mazze e dei sassi lo abbiamo recuperato nel cantiere della metropolitana in via Emanuele Filiberto".

Sarebbe andata diversamente se avessero caricato subito il corteo in largo Corrado Ricci e vi avessero isolati.

"Non lo hanno fatto perché, come ci hanno insegnato a fare i compagni greci, sono stati confusi dal modo in cui funzionano le nostre "falangi"".

Come funzionano?
"Siamo divisi in batterie da 12, 15. E ogni batteria è divisa in tre gruppi di specialisti. C'è chi arma, recuperando in strada sassi, bastoni, spranghe, fioriere. C'è chi lancia o usa le armi che quel gruppo ha recuperato. E infine ci sono gli specialisti delle bombe carta. Organizzati in questo modo, siamo in grado di assicurare un volume di fuoco continuo. E soprattutto siamo molto snelli. Ci muoviamo con grande rapidità e sembriamo meno di quanti in realtà siamo".

È la stessa organizzazione con cui funzionano i reparti celere.
"Esatto. Peccato che se lo siano dimenticato. Dal G8 di Genova in poi si muovono sempre più lentamente. Quei loro blindati sono bersagli straordinari. Soprattutto quando devono arretrare dopo una carica di alleggerimento. Prenderli ai fianchi è uno scherzo. Squarci due ruote, infili un fumogeno o una bomba carta vicino al serbatoio ed è fatta".

Parli come un militare.
"Parlo come uno che è in guerra".

Ma di quale guerra parli?

"Non l'ho dichiarata io. L'hanno dichiarata loro".

Loro chi?

"Non discuto di politica con due giornalisti".

E con chi ne discuti, ammesso che tu faccia politica?

"Ne discuto volentieri con i compagni della Val di Susa".

Sei stato in val di Susa?
"Ero lì a luglio".

A fare la guerra.

"Si. E vi do una notizia. Non è finita".

http://www.repubblica.it/politica/2011/ ... ef=HRER3-1
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Re: Ma chi sono questi black block?

Messaggioda cardif il 17/10/2011, 13:04

Queste farneticazioni, questa assenza di finalità, questo desiderio di violenza fine a se stessa, questa voglia di perseverare, questi numeri mi fanno temere che avrà un impatto sociale maggiore e sarà più devastante di quello delle BR, al di là dei morti (a cui spero che questi non arriveranno)
Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: Ma chi sono questi black block?

Messaggioda franz il 17/10/2011, 14:04

cardif ha scritto:Queste farneticazioni, questa assenza di finalità, questo desiderio di violenza fine a se stessa, questa voglia di perseverare, questi numeri mi fanno temere che avrà un impatto sociale maggiore e sarà più devastante di quello delle BR, al di là dei morti (a cui spero che questi non arriveranno)

Concordo ma non vedo nulla di nuovo sotto il sole. Sono cose antiche, che riemergono periodicamente come la brace sotto la cenere, quando soffia il vento. E che tocca a noi spegnere. E non è certo colpa del vento. Lui quando soffia, deve farlo.
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Re: Ma chi sono questi black block?

Messaggioda flaviomob il 17/10/2011, 21:41

Possibile che duemila agenti non siano riusciti ad evitare la devastazione di due o tremila violenti?
Si saranno anche mischiati nei cortei, ma molti ragazzi che hanno manifestato pacificamente sono riusciti a filmare questi soggetti prima che mettessero i caschi e si rendessero irriconoscibili. Possibile che le forze dell'ordine, il prefetto e il ministro dell'interno non siano arrivati a fare ciò che hanno pensato dei ragazzini delle superiori e dell'università? Filmarli! Già ci sono migliaia di telecamere "per la sicurezza" nelle nostre città, disporne di nuove (nascoste) in modo da riprendere tutti in viso ed essere in grado di identificare quelli che si "vestivano" nascondendo il viso per prepararsi ad azioni violente. Invece si è lasciato fare, esponendo agenti e civili alle violenze, perché a un governo in declino conviene strumentalizzare le violenze con la propaganda contro le opposizioni.


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
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Re: Ma chi sono questi black block?

Messaggioda pianogrande il 17/10/2011, 22:21

Intanto ecco il divieto alle manifestazioni.
Alemanno era un po' che ci voleva arrivare.
Poi le leggi speciali (in mano a chi?).
Ma quelli che spaccavano tutto lo hanno potuto fare perché non c'erano le leggi speciali?
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Ma chi sono questi black block?

Messaggioda franz il 18/10/2011, 8:39

Black bloc, arrestato il ragazzo
che lanciò l'estintore in piazza S. Giovanni
Ripreso dai fotografi mentre lancia la bomboletta rossa: è un giovane di 24 anni con precedenti per droga. Ha tentato di giustificarsi: «Volevo spegnere l'incendio» :lol:

http://roma.corriere.it/roma/notizie/cr ... 1689.shtml
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Re: Ma chi sono questi black block?

Messaggioda pianogrande il 18/10/2011, 14:13

Ecco cosa succede ad usare un estintore senza prima leggere le istruzioni.
Fotti il sistema. Studia.
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