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Per il post Berlusconi si fanno avanti i "riservisti"

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Per il post Berlusconi si fanno avanti i "riservisti"

Messaggioda ranvit il 25/09/2011, 12:49

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Politica
25/09/2011 - GOVERNO LE REAZIONI

Da Monti a Montezemolo a Profumo: la borghesia alza sempre più la voce
MARCO ALFIERI

MILANO
Qualcuno con malizia li chiama i «riservisti». Il partito che non c’è ma vorrebbe esserci, in supplenza della politica. In queste settimane di sfacelo nazionale i riservisti sbucano in tv, sui giornali e nei convegni. Si dicono «pronti a dare una mano per salvare l’Italia», sussurrano ad un governo screditato di «andare a casa». Candidandosi a ruoli importanti in un post Berlusconi che sembrava rinviato a fine legislatura, tra mollezze in stile Bisanzio, invece drammaticamente anticipato dalla crisi internazionale. Venerdì a Trieste un Romano Prodi appena rientrato dalla Cina lo ha intimato ai suoi amici economisti, quasi una chiamata da salute pubblica: «siamo gli ultimi della classe. Dall’estero si attendono decisioni forti. Dobbiamo rapidamente voltare pagina».

Appena sotto Prodi, il cui attivismo nasconde l’ambizione quirinalizia, si muovono i riservisti. L’ultima per apparizione è sicuramente Emma Marcegaglia. La politica sembra essere la sua tentazione di fine mandato. Dopo un paio d’anni di collateralismo, la Lady di Confindustria sta lanciando discorsi infuocati contro il governo del «collega» Silvio. Lo stallo di palazzo Chigi frustra le aspettative dei suoi associati, specie i Piccoli del Nord, ma il Manifesto per l’Italia vergato in tutta fretta sembra fatto apposta per trascinarla nell’agone politico.

Il penultimo a sbucare è Alessandro Profumo, disoccupato di lusso dopo la cacciata da Unicredit. A inizio settembre, alla festa dell’Api, l’ex banchiere si è sbottonato: «se necessario, sono pronto a dare il mio contributo». Da quel giorno è un’intervista via l’altra, dal Corriere della Sera a FIRSTonline. Altro riservista illustre è Corrado Passera. Il banchiere fa da tempo le prove d’orchestra anti Tremonti. Nell’ultimo periodo ha intensificato gli incontri pubblici, compilando pensosi manifesti per la crescita. Mentre a breve sarà on line il suo sito Internet.

Poi c’è Luca Cordero di Montezemolo, l’antesignano dei riservisti. E’ tre anni che si parla di lui come futuro leader politico. La sua fondazione Italia futura interviene su ogni tema dell’agenda, pronta a trasformarsi in lista civica nazionale. Persino Franco Bernabè coltiverebbe aspirazioni politiche. La passione non manca al top manager (ieri in Eni oggi in Telecom), fin dai tempi di Giuliano Amato. Infine, ciliegina, Mario Monti: primo ministro in pectore di questo governo incombente. Già si vede con la valigia pronta, spinto dal partito Cernobbio. Lo si capisce perché va in tv come mai prima: l’altro giorno a Porta a Porta, domani sera all’Infedele. E’ lui il capitano del partito dei riservisti: tutti molto borghesi, molto critici con il governo e in attesa di cogliere l’attimo fuggente. Il resto però è da costruire. Voti, progetti, alleanze.

Il manifesto marcegagliano è una lista generica, figlia di un lobbying costretto a mediare tra interessi associativi diversi: imprese grandi e piccole, pubbliche e private, terziarie e manifatturiere. Profumo invoca 400 miliardi di patrimoniale. Passera con la sua Intesa Sanpaolo è chiamato a sostenere le aste del debito pubblico. In questo modo puntellando un esecutivo che porta la nave a fondo. Paradossale.

Lo stesso vale per la collocazione. Poco dopo l’outing di Profumo, Pier Ferdinando Casini ha voluto accoglierlo con perfidia: «Fermo restando che può dare solo una mano, potrebbe essere un buon ministro dell’Economia…». La stessa Marcegaglia, lo scorso autunno, partecipò alla festa Udc di Milano, dialogando con Raffaele Bonanni. Montezemolo ha spesso flirtato con la galassia di mezzo. In attesa di capire che ne sarà della legge elettorale, insomma, il centro sta diventando un posto molto attrattivo (la scelta bersaniana di sposare il tandem Sel-Idv apre una prateria) ma anche affollato e litigioso. «Non giudico la possibile discesa in campo di Montezemolo, mi limito a dire che di partiti ce ne sono già troppi», ripete non a caso Profumo. Lui si «accontenterebbe» di un ministero pesante in un governo del presidente (Napolitano), magari a guida Monti. Passera e Bernabè pure. L’unico che ambisce a colpire l’immaginario popolare in modo simil berlusconiano (forte del brand Ferrari) sembrerebbe Montezemolo. Marcegaglia, i cui rapporti con il predecessore in Confindustria sono freddi, chissà.

Ce la faranno quindi i riservisti? Qualcuno ricorda che la suggestione di formare un vero partito della borghesia in Italia è sempre fallito, fin dai tempi di De Gasperi. Quella grande raccolta nel salotto di Mediobanca ha spesso trovato conveniente scendere a patti con la politica, in cambio di protezioni; quella piccola, invece, sconta da tempo la sindrome del «faso tuto mi». Adesso con il Paese alle corde c’è chi vuole riprovarci. Senza Mario Draghi in partenza per Francoforte, campione del partito Bankitalia dopo i precedenti Dini e Ciampi, in campo restano banchieri ex McKinsey, imprenditori, manager e il network Bocconi di Mario Monti. Basterà?
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
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Re: Per il post Berlusconi si fanno avanti i "riservisti"

Messaggioda pianogrande il 25/09/2011, 21:50

Nessuno si illuda.
Nel nostro paese, ad ogni ricambio di classe politica, ne è subentrata una di livello più basso.
Dai cosiddetti padri costituenti, giù, giù, fino a Craxi e poi, Berlusconi e la sua cricca.
Il prossimo sarà a livello di Scilipoti che già vacheggia una alleanza con i neofascisti tanto per far vedere che in quella testa i neuroni non ci sono e, quindi, può aspirare molto in alto.
Qualcuno dirà che al peggio deve pur esserci un limite.
Rispondo che è difficile uscire dal tunnel.
Ci sono tunnel, in Italia, lunghi centinaia e centinaia di chilometri.
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
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