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?????"l'Incidente"?????????

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

?????"l'Incidente"?????????

Messaggioda ranvit il 15/07/2011, 18:24

http://www3.lastampa.it/politica/sezion ... tp/411563/

Politica
15/07/2011 - RETROSCENA
E adesso il Palazzo attende una nuova bufera su Tremonti

Pier Ferdinando Casini con Beppe Pisanu, nel Palazzo sono sempre più citati come possibili sostenitori di esecutivi «nazionali»

Manovre trasversali: un grande incidente aprirebbe la via del governissimo
FEDERICO GEREMICCA

ROMA
Ormai qui, tra il Transatlantico di Montecitorio e i velluti rossi di Palazzo Madama, lo chiamano semplicemente «l’incidente». Anzi, «l’Incidente» con la maiuscola: perché l’enfasi nel tono di questo o quel parlamentare lascia intendere che la maiuscola stavolta è assolutamente necessaria. E se qualcuno non ha capito di che diavolo si tratta, lo si può spiegare con pochissime parole: «l’Incidente» è una nuova slavina di accuse che però stavolta non si limiti a travolgere qualche amico o qualche collaboratore, ma prenda invece in pieno il superministro Tremonti, facendo smottare assieme a lui un governo che altrimenti non si capisce chi, come e quando possa liquidare.

Può far sorridere - o può mortificare - il fatto che nel «giorno della Responsabilità» (quando il Senato approva in un lampo la manovra e la gira alla Camera, che dirà oggi l’ultimo sì con la velocità del fulmine) sia più o meno questa la «soluzione politica» vagheggiata per chiuderla con un governo dall’encefalogramma piatto e tirar fuori il Paese dal pantano in cui è finito. Ci pensino i giudici, insomma: alla faccia dell’invocata autonomia della politica, delle invasioni di campo della magistratura, delle accuse alle «toghe rosse» e compagnia cantando. E che si confidi ancora negli avvisi di garanzia di fronte a un governo che ha un ministro mandato a processo per mafia (Romano), un altro dimessosi otto mesi fa e mai sostituito (Ronchi), un terzo che sta per dimettersi (Alfano), un quarto a rischio-slavina (Tremonti) e un premier che alle slavine ci ha fatto il callo, dice molto della pesantezza della situazione.

Per cui, ci si metta l’anima in pace: governissimi, esecutivi di salvezza nazionale, governi per riformare la legge elettorale e gabinetti di salute pubblica, sono ipotesi che diventano possibili solo un attimo dopo «l’Incidente». E se l’opposiz ione aspetta i giudici perché non ha i numeri per liquidare il premier, ormai anche nella maggioranza non pochi sperano nelle odiate «toghe rosse» perché non hanno né la forza né il coraggio di sfiduciare Berlusconi.

Non che non si parli, naturalmente, di quel che fare dopo «l’Incidente»: ma è come scrivere sull’acqua. Si tratteggiano scenari futuri, ipotesi incerte, misteriosissimi processi in divenire. Suggestivo quello suggerito dal cattolicissimo Beppe Fioroni, ras democratico, che giustamente - però - s’affida a Dio. Il titolo del film proposto potrebbe essere «Arrivano i nuovi responsabili»: ma stavolta non in soccorso di Berlusconi. «Quel che occorre - dice - è un nuovo gruppo parlamentare che prenda atto della situazione, archivi Berlusconi eaiuti la nascita di un governo senza di lui. Scajola, Pisanu e Roberto Formigoni, ormai del tutto insofferenti, potrebbero provarci: ma è solo Casini che può parlare con loro, sponsorizzare il progetto, valutarne la fattibilità...». Dunque, prima «l’Incidente» e poi i «nuovi responsabili», tra squilli, fanfare e sventolii di bandiere. Possibile?

Potesse, Pier Ferdinando Casini - uno che mastica politica da trent’anni - risponderebbe solo con un mah... Invece, andando su e giù in un ascensore di Montecitorio per poter parlare un po’ in santa pace, il leader Udc qualcosa aggiunge: «Scusi, quanti parlamentari ha con sé l’amico Pisanu?». Si capisce, insomma, che non gli sembra aria. «Se stiamo parlando di un ribaltone - aggiunge - la cosa non mi interessa. Io spero che bastino i fatti a liberarci di Berlusconi. Per altro, è una sciocchezza sostenere che noi l’abbiamo aiutato accelerando la manovra. Prima di tutto abbiamo aiutato il Paese, e poi magari anche lui ad affondare ancora un po’: la manovra è pessima, la rabbia del Paese lo investirà. E ho detto ad Alfano, che è un bravo ragazzo, che sbaglierebbe ad occupare il suo tempo da segretario commissariando il Pdl bolognese o quello siciliano... E’ ben altro ciò di cui ha bisogno il suo partito».

Ma dopo «l’Incidente», beninteso. Prima si può solo provare a sistemare le cose almeno un po’. «Le mie le ho sistemate - annuncia Di Pietro mentre suda al sole del cortile di Montecitorio -. Mozione di sfiducia al ministroinquisito Romano: e se non viene messa in discussione, l’Idv non partecipa più ai lavori della Camera». Altri, invece, lasciano intuire che altrove si lavora alacremente per affrontare il dopo. Dice Piero Testoni, deputato Pdl un tempo vicino a Cossiga e ora a mezza via tra Beppe Pisanu e Claudio Scajola: «Fossi in lei, scruterei le mosse di “ItaliaFutura”... Montezemolo sta cominciando a muoversi, cerca uomini e riferimenti in tutte le regioni, lavora a idee che gruppi trasversali di deputati potrebbero trasformare in proposte di legge...».

Montezemolo? «Montezemolo. Perché no?», annuisce Roberto Rao, braccio destro di Casini, che però lo inquadra in tutt’altro scenario. «Se c’è “l’Incidente” e si apre la crisi, potrebbe esser tentato: lo schema su cui qualcuno ragiona prevede Angelino Alfano a Palazzo Chigi e Luca di Montezemolo alla Farnesina, in giro per il mondo per risollevare l’immagine del Paese». Ma ci vuole «l’Incidente», certo. O qualcosa di peggio che nessuno - però - si può augurare: se nemmeno a manovra varata la speculazione si fermasse, le borse risalissero e l’Italia venisse fuori dal pantano... Ecco, se questo avvenisse, il segnale sarebbe chiaro: il problema del Paese è di credibilità politica, prima ancora che economica e finanziaria. Ma nessuno vuol pensarci. Almeno in questo giovedì afoso, celebrato come il «giorno della Responsabilità».
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: ?????"l'Incidente"?????????

Messaggioda ranvit il 17/07/2011, 12:05

Nessun commento?
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: ?????"l'Incidente"?????????

Messaggioda pianogrande il 17/07/2011, 16:55

"Mah"!
Certo che essere salvati da Agnellino Alfano, Scajola e roba del genere non è che solletichi tanto ed inviti al godimento.
Non sarà come quando la seconda repubblica ci ha salvato dalla prima?
Non sarà come quando Berlusconi ci ha salvato da Craxi?
Come si fa ad illudersi così tanto cascando (secondo me) nella antica fregatura del buono e del cattivo che stano entarmbi dalla stessa parte?
L'opposizione non potrebbe fare l'opposizione (dura, durissima ed appoggiandosi al movimento popolare in corso prima che faccia la fine dei girotondi) invece che aspettare che l'avversario muoia di vecchiaia e sperare che il successore sia dei nostri?
Spero che il fermento che non sono ancora riusciti ad addormentare li travolga tutti (PD compreso, anzi, per primo).
Fotti il sistema. Studia.
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Re: ?????"l'Incidente"?????????

Messaggioda ranvit il 17/07/2011, 17:44

Intanto sarebbe un'ottima cosa togliere Berlusconi dal Governo...

Realisticamente, tolto lui, gli altri non sarebbero tanto peggio dei "nostri"....in attesa di tempi migliori...
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: ?????"l'Incidente"?????????

Messaggioda flaviomob il 17/07/2011, 18:59

Realisticamente... con l'Italia sull'orlo del baratro e la prospettiva di una crisi gravissima che avrà conseguenze per anni... lorsignori i DANNI oramai li hanno fatti e saranno costretti a ritirarsi dall'indignazione popolare... ma dopo?


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
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Re: ?????"l'Incidente"?????????

Messaggioda ranvit il 17/07/2011, 19:39

flaviomob ha scritto:Realisticamente... con l'Italia sull'orlo del baratro e la prospettiva di una crisi gravissima che avrà conseguenze per anni... lorsignori i DANNI oramai li hanno fatti e saranno costretti a ritirarsi dall'indignazione popolare... ma dopo?



Hai qualche idea per dopo?

Ci sono stati. Hanno fatto quello di cui sono capaci. Credi che "i nostri" avrebbero fatto meglio? Io non credo....fatto salvo un po' di aplomb piu' consono...

In ogni caso, ripeto: hai qualche idea migliore?
Perchè il problema è che la classe politica italiana di questo periodo, tutta, è una vera schifezza.
!
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Re: ?????"l'Incidente"?????????

Messaggioda pianogrande il 17/07/2011, 21:26

Per me, l'idea è di tendere ad una legge elettorale che richieda la conoscenza del candidato da parte del territorio (anche per le politiche).
Doppio turno, insomma, in ogni collegio (per esempio).
Il potere del popolo deve diventare effettivo.
L'eletto deve aver paura degli elettori non del segretario del partito.

Bisogna, cioè, continuare sulla strada di mettere il popolo in condizione di controllare l'operato del suo rappresentante e travolgere, ad ogni elezione, tutti gli addormentatori ed i difensori della casta.

Se ad ogni elezione succede quello che è successo con queste amministrative, di passi avanti se ne fanno parecchi ed in fretta.

Tutto questo, anche a costo di dover fare a meno di Dalema e di Veltroni.

Di gente in gamba e preparata ed onesta ce n'è ancora.

Di politici pronti a farsi da parte, neanche uno.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: ?????"l'Incidente"?????????

Messaggioda ranvit il 18/07/2011, 8:24

D'accordo con pianogrande.

Il doppio turno è un ottimo strumento. Ma il problema è che non decidiamo pianogrande ed io....
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Re: ?????"l'Incidente"?????????

Messaggioda trilogy il 18/07/2011, 10:38

Secondo me le due cose sono collegate... :mrgreen:

14-07-11
CATTOLICI: MONS.TOSO, NON BASTA UNIONE MORALE INTENTI. SI PUO' FARE PARTITO
http://www.asca.it/news-CATTOLICI_MONS_ ... -ORA-.html


(ASCA) - Roma, 14 lug - Nessuno ha detto che i cattolici non possano fare un loro partito: il messaggio di monsignor Mario Toso, segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, e' chiaro e ad ascoltarlo c'e' un ampio parterre di politici di tutti gli schieramenti che mettono al primo posto nella loro azione politica la loro ispirazione cristiana: da Savino Pezzotta a Paola Binetti, da Luigi Bobba e Enrico Gasbarra a Andrea Sarubbi e Rocco Buttiglione, da Giuseppe Fioroni a Raffaele Bonanni, da Giuseppe Pisanu a Luigi Castagnetti, passando per Lorenzo Cesa, Mauro Cutrufo, Baio Dossi, Santolini e Bosone. Tutti insomma - terzopolisti, sindacalisti, piu' o meno scontenti dell'uno o l'altro polo - venuti ad ascoltare e a confrontarsi all'incontro ''Cattolici in Italia e in Europa: diaspora, unita' e profezia'', organizzato dalla rivista ''La societa''', di cui mons. Toso - ha tenuto a sottolineare - e' vicedirettore.

Nessun incontro segreto, tutto alla luce del sole: nel mondo cattolico c'e' un fermento, un interesse a parlare, a incontrarsi, a confrontarsi e nessuno lo nasconde. ''Quello che prima accadeva ogni sei mesi, poi ogni tre mesi, adesso avviene giorno e notte'', riassume Binetti con i giornalisti. Difficile dire a cosa portera' questo fermento, nessuno si azzarda ad avanzare ipotesi.

Nella sua relazione, mons. Toso dice chiaramente che tutte le ipotesi possono considerarsi legittimamente sul tavolo: ''Decretare - scandisce il presule in apertura dell'incontro -, come e' stato fatto da parte anche di illustri pensatori cattolici, che, dopo il Concilio Vaticano II, storicamente e teologicamente e' improponibile la nascita di partiti di ispirazione cristiana - perche' necessariamente si cadrebbe nei cortocircuiti che si ebbero al tempo della Dc -, e' dal punto di vista della logica politica, perpetrare uno scippo ed emettere una sentenza di condanna del laicato cattolico allo stato di minorita' politica, praticamente destinato solo a partecipare ai partiti che fondano gli altri, quasi che i cattolici fossero dei cittadini di serie b e fossero intrinsecamente incapaci di costituirne, assieme ad altri uomini di buona volonta'''.

E' proprio l'autonomia dei laici nel campo della politica, aggiunge Toso, a implicare che ''i cattolici, valutate le condizioni storiche e le poste in gioco, possano decidere di dare vita a eventuali partiti''. E' finito il tempo della Dc ma anche quello che le e' seguito, gli anni del berlusconismo che il presule chiama ''della diaspora'' - in cui, dice, ''vi e' stata una separazione tra comunita' ecclesiale e politica, coltivando preferenzialmente i rapporti di vertice'': e' il momento di esplorare nuove vie, consapevoli che e' ''velleitario'' affidarsi come si e' fatto fino ad oggi alla sola ''unione morale degli intenti'' senza ''una qualche unione morale esterna, concretizzantesi in alleanze trasversali o in partiti di ispirazione cristiana''. Sulla strada da seguire concretamente, precisa pero' mons. Toso, ''evidentemente, sono i cattolici che militano nei vari partiti che debbono fare la loro valutazione. Nessuno puo' sostituirsi ad essi''.

Il percorso delineato dal presule salesiano mette al primo posto il lavoro culturale, con l'elaborazione condivisa di ''codici'', sulla scorta di quello famoso elaborato dai cattolici a Camaldoli in vista della ricostruzione post-fascista del Paese: ''Senza un previo e ampio movimento culturale - dice Toso - senza nuovi codici e' piu' difficile che vi sia una coscienza comunitaria che cresce e che si specifica nella stessa opera di formazione di cui qui oggi si parla per sommi capi''.

Il riferimento e' alla ''nuova generazione di politici cattolici'' invocata da papa Benedetto XVI e dalle gerarchie cattoliche: un'opera di formazione, come quella gia' intrapresa del mondo cattolico, e' infatti inutile se non ci sono gli spazi per far poi lavorare le nuove leve. Una buona parte del lavoro, in questo senso, e' gia' stata fatta con il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa che per monsignor Toso e' un ''codice'', certo da ampliare e attualizzare, ma di certo uno ''strumento'' ben piu' avanzato di quello che avevano a disposizione gli amici riuniti a Camaldoli.

Serve, per il segretario di Giustizia e Pace, ''il rinnovamento dei partiti o la creazione di nuove istituzioni di partecipazione e di rappresentanza. Infatti, si formano nuove leve per inserirle... Se gli attuali partiti restano chiusi in se stessi, costituendosi in caste, e non si mostrano ricettivi risulta difficile il ricambio generazionale''. C'e' bisogno, insomma, di ''politici meno subalterni alle logiche di partiti personali, autoreferenziali'' e invece ''piu' collegati con la societa' civile, con il mondo di cui dicono di essere rappresentativi''.

Le risorse per portare avanti questo progetto sono tante ma non bisogno cercare un unanimismo forzato: ''Per fare un codice non occorre mobilitare tutto il mondo cattolico, a Camaldoli non erano in moltissimi vescovi e politici''.

Meglio, insomma, una ''minoranza con le idee chiare''.

L'importante e' non cadere in ''neutralizzazioni reciproche'' e ''manovre meschine che immiseriscono il mondo cattolico''.

Il riferimento forse e' al clamore suscitato da una riunione di preparazione dell'incontro odierno dopo la quale, secondo la stampa, dalla Cei sarebbe arrivato l'invito alle associazioni cattoliche a un percorso non riconosciuto come proprio. E infatti la partecipazione delle associazioni cattoliche - dalle Acli a Sant'Egidio - e' non fortissima e non di primo piano all'incontro organizzato da ''La societa'''.

Monsignor Toso, pero', glissa sulle polemiche: ''Per iniziative innocenti ci sono interpretazioni faziose - dice ai giornalisti -. Nulla vieta ai cattolici, sulla base della loro autonomia e discernimento, e in dialogo con la Cei, di decidere di dar luogo a un movimento di riflessione e poi di partecipazione e rappresentanza''. Il campo e' aperto.

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