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Prodi: come reagire alle nuove turbolenze finanziarie

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Prodi: come reagire alle nuove turbolenze finanziarie

Messaggioda annalu il 11/07/2011, 17:18

Da Il Messaggero di ieri:

Prodi: come reagire alle nuove turbolenze finanziarie
di Romano Prodi


ROMA - È stata proprio una brutta settimana per l’economia italiana. Non solo la Borsa è precipitata ma, soprattutto, la differenza tra i tassi di interesse del nostro debito pubblico e quelli tedeschi ha raggiunto i 248 punti base, arrivando quindi a livelli che, pochi mesi fa, erano propri dell’Irlanda e del Portogallo. Un aumento di questa portata, se prolungato nel tempo, rende quasi impossibile il risanamento del nostro bilancio. Con un debito intorno al 120% del Prodotto interno lordo ogni punto in più del tasso di interesse ci obbliga a sacrifici pesantissimi.

Le incertezze e le divisioni tra i leader europei sono certo la ragione fondamentale di queste ripetute tensioni nei mercati finanziari. Tuttavia il precipitare degli eventi è la conseguenza prossima della speculazione internazionale, che ha potuto manifestarsi con una particolare violenza nella giornata di venerdì a seguito delle crescenti tensioni manifestatesi all’interno del governo italiano.

Il tutto era partito da una delle ormai solite dichiarazioni di un’agenzia di rating (in questo caso la Moody’s) che ha declassato i titoli portoghesi a livello di spazzatura. In questo caso l’Italia non c’entrava per nulla ma, come spesso avviene in queste occasioni, è partito un attacco speculativo in tutte le direzioni. A causa delle nostre debolezze tale attacco si è accanito soprattutto contro i nostri titoli pubblici e i nostri titoli bancari, anche se non vi era alcun segnale di particolare novità per le nostre finanze e le banche italiane sono infinitamente meno indebitate con i Paesi a rischio rispetto alle banche tedesche e francesi. Si può anzi affermare che le nostre banche non sono per nulla indebitate con Grecia, Irlanda e Portogallo mentre Francia e Germania ci sono dentro fino al collo. Le banche italiane hanno soprattutto un problema: sono italiane.

Il modo e il tempo (a mercati aperti) con cui sono stati resi noti i giudizi delle società di rating hanno riacceso la discussione sul ruolo politico che queste agenzie hanno ormai assunto. Appare infatti sempre più giustificato il sospetto che, data la loro origine americana, esse giudichino in modo diverso imprese e Stati europei rispetto al trattamento riservato agli Stati Uniti. In effetti i conti pubblici americani sono peggiori rispetto ai peggiori Paesi europei, tanto da fare dichiarare alla più recente missione del Fondo monetario internazionale che «la dinamica del debito pubblico americano è assolutamente insostenibile».

L’aggiustamento necessario per raddrizzare il bilancio pubblico degli Stati Uniti è infatti infinitamente più gravoso di quello necessario per mettere ordine alle finanze italiane. Eppure nemmeno il più piccolo allarme viene sollevato sulla solvibilità del debito americano. Capisco che nella fattoria degli animali non tutti sono uguali ma l’opinione che si usino metri inappropriati è ormai diffusa sia a Bruxelles che in tutte le capitali europee. Non credo che la proposta di creare agenzie di rating sostenute dai diversi governi europei sia una cosa saggia, perché ne accentuerebbe ulteriormente la natura politica, ma è certo che se agissero nei mercati agenzie non americane (siano esse europee o cinesi o indiane) il metro di giudizio sarebbe certamente meno sospetto.

Le tensioni all’interno del governo, poi, hanno purtroppo offerto ragioni corpose a chi intendeva speculare al ribasso sull’Italia. Una legge finanziaria che rinvia ad un futuro più lontano possibile gli interventi di risanamento dei conti dovrebbe infatti essere almeno garantita da un governo stabile e coeso. Le tensioni tra i diversi ministri, fra il presidente del Consiglio e il ministro dell’Economia e le divergenti linee politiche tra i partiti di governo sono state certamente la causa principale della seconda ondata di vendite al ribasso, che si è soprattutto manifestata nella giornata di venerdì.

Urge quindi porre rimedio a errori e debolezze che, se prolungati nel tempo, renderanno non credibile (e quindi impossibile) la nostra azione di risanamento. Di questa mancanza di credibilità non è possibile attribuire la colpa né a Moody’s né agli speculatori internazionali.

Un altro avvenimento importante della settimana economica è stato l’aumento del costo del denaro di 0,25% deciso dalla Banca centrale europea. Era una decisione scontata e prevista, che dimostra la lodevole attenzione della Bce a combattere ogni accenno di inflazione. Non vorrei però che questo lodevole comportamento diventasse troppo lodevole. La crescita dell’economia della zona euro non ha infatti mantenuto nel secondo trimestre dell’anno le buone prospettive che si erano manifestate nel primo trimestre, mentre l’inflazione rimane in limiti modesti e trova la sua origine soprattutto nei prezzi delle materie prime e dell’energia, rispetto ai quali l’aumento del costo del denaro non ha alcuna influenza positiva. Non capisco perciò perché si stia diffondendo l’opinione che quest’aumento debba essere seguito da altri aumenti.

Per mettere a posto i bilanci pubblici c’è bisogno soprattutto di crescita, di occupazione e di un euro che non continui ad aumentare di valore nei confronti del dollaro. Questi obiettivi dovranno avere l’assoluta priorità da parte della Bce, almeno fino a quando continueremo ad essere tranquilli nei confronti dell’inflazione.

Domenica 10 Luglio 2011 - 19:16
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Re: Prodi: come reagire alle nuove turbolenze finanziarie

Messaggioda trilogy il 11/07/2011, 18:54

annalu ha scritto:
[color=#0000BF]Prodi: come reagire alle nuove turbolenze finanziarie
di Romano Prodi


ROMA - È stata proprio una brutta settimana per l’economia italiana. Non solo la Borsa è precipitata ma, soprattutto, la differenza tra i tassi di interesse del nostro debito pubblico e quelli tedeschi ha raggiunto i 248 punti base, arrivando quindi a livelli che, pochi mesi fa, erano propri dell’Irlanda e del Portogallo.


Purtroppo oggi, siamo andati oltre i 300 punti base, se come dicono 100 punti valgono 18 miliardi di maggiori interessi sul debito pubblico in un anno, ci siamo mangiati la manovra di assestamento senza neanche averla ancora approvata.

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Re: Prodi: come reagire alle nuove turbolenze finanziarie

Messaggioda trilogy il 11/07/2011, 19:35

Quello sotto è il link ad un sito americano "zero hedge", è piuttosto famoso tra i traders per le analisi anche controcorrente che vi compaiono e per essere spesso bene informati.

Oggi sull'Italia sono impietosi.........
http://www.zerohedge.com/article/italia ... a-big-time

Ma già dal 28 giugno avvertivano che eravamo al centro degli scambi sulle Dark Pool - (un nome un programma)
basta ingrandire la foto per vedere chi c'era al vertice degli scambi.
http://www.zerohedge.com/article/italia ... to+zero%29
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Re: Prodi: come reagire alle nuove turbolenze finanziarie

Messaggioda gabriele il 12/07/2011, 8:25

"Vendono perché non ci credono"
e torna lo spauracchio del '92
Allarme degli operatori di Borsa: "Si rischia un ballo di San Vito come due anni fa. Non ci sono più compratori". La Consob: non sono operazioni allo scoperto
di ANDREA GRECO
MILANO - In coda per il rientro in città, molti operatori di Piazza Affari temevano un lunedì ispido. Quel che hanno visto ha superato le attese. "Una sberla così ci rovina l'annata, ma non solo - sintetizza un vecchio operatore - si rischia un ballo di San Vito tipo quello di due anni fa, quando l'indice Ftse Mib da 20mila scese a 12mila in breve. Qui non esistono più i compratori, e non si vede chi abbia ricette per cambiare le cose".

I prezzi di Borsa sono solo un riflesso, minore, dell'affanno di un Paese, riassunto meglio dal differenziale dei titoli decennali sul Bund tedesco: +56 punti base ieri a 301, fino al rendimento del 5,7%. Chi fa calcoli ne stima maggiori oneri governativi per una decina di miliardi di euro l'anno (una bella fetta di manovra, perpetua), un 20-25% di utili in meno per le banche italiane che si sveneranno per finanziarsi, e caricheranno su aziende e cittadini prestiti a tasso doppio rispetto ai francesi e tedeschi, con cui si sognerebbero di competere. Verso le dieci, nelle Sim, qualcuno ha acceso un cero. L'indice, aperto a meno 1%, ha avuto un sussulto. Solo qualche decimo, poi ancora giù a puntare il vuoto. Idem la forbice dei tassi. Alle 16,30 Intesa Sanpaolo e Unicredit sono state sospese al ribasso, l'indice ha puntato il 5% e tanti hanno avuto paura. "Get me out of this shit!", ha urlato un grande cliente al capo di una Sim. Poi, come spesso in simili sedute, il rimbalzino finale opera dei più arditi: perché tanti prezzi sono davvero stracciati ormai.

"Raramente, dal '92, ho visto una situazione di questo tipo - dice Francesco Perilli, ad di Equita Sim - con l'aggravante che allora facevi una manovra o svalutavi la lira e ne uscivi, oggi l'Europa si muove con tempi biblici, i gestori italiani sono poco reattivi, e i tempi politici del governo per approntare una manovra di ben altro spessore e contrastare l'euroscetticismo non sono compatibili con quelli dei mercati". Di qui il timore di aver davanti una lunga estate.
Neanche l'alibi della "speculazione" di breve termine regge: da giorni tutto il mondo vende Italia, non solo gli avventurieri. Lo sancisce la Consob, che alla vigilia ha tentato senza fortuna di frenare le vendite speculative: "A una prima analisi - ha detto un portavoce - risulta che l'andamento odierno non sia riconducibile alle vendite allo scoperto. Le vendite sembrano essere effettive".
Tra i grandi istituti, che hanno la crisi in casa per essere i primi prenditori del debito pubblico (e i primi a pagarla in Borsa), si inizia a smaniare. Giuseppe Mussari, presidente dell'Abi e di Mps, ha detto: "La manovra va approvata nel più breve tempo possibile. Il decreto va bene, rispetta gli impegni, non c'è da fare di più, c'è da fare presto". E il collega Corrado Passera, ad di Intesa Sanpaolo: "Per evitare di trovarsi in difficoltà l'Italia deve fare con decisione la sua parte in termini di rigore: la manovra va approvata subito, se fosse possibile oggi stesso. Non c'è tempo per discutere e introdurre miglioramenti. Bisognerà farlo subito dopo riavviando la crescita con investimenti e interventi fiscali mirati". C'è anche chi, dietro le quinte, depreca una manovra "tutta tagli e tasse, che non fa crescita, salva i privilegi dei politici e prende i soldi ai risparmiatori".

Tra tante voci, nessuno che dica "compra". Il più costruttivo, e forse non è un caso, è ex finanziere passato da un decennio ad aggiustare imprese. "In Borsa c'è un clima isterico, sembra perdersi ogni riferimento alla sostanza e al valore - dice Enzo Manes, vice presidente esecutivo e primo socio di Kme, l'ex azienda degli Orlando che ha rilanciato nella trasformazione del rame. "Se l'Italia fosse un'azienda - continua l'imprenditore - ora le servirebbe un aumento di capitale. Tradotto in termini pubblici, per me significa una legge patrimoniale, con annesse privatizzazioni e riforme per la competitività e la crescita, guardando non a chi sarà eletto tra due anni, ma come staranno i nostri figli tra 10". Uno scatto d'orgoglio, con cui affidare 3-400 miliardi a un governo che ripristini il futuro del Paese. Quale popolo non darebbe il 3-4% della propria ricchezza privata per riappropriarsi del futuro? "Qui serve uno scarto, per l'interesse comune degli italiani: è anche un problema di orgoglio, siamo stanchi di girare il mondo e prendere schiaffi da questi analisti che ci paragonano alla Grecia".
(12 luglio 2011)

http://www.repubblica.it/economia/2011/ ... ref=HREA-1
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Re: Prodi: come reagire alle nuove turbolenze finanziarie

Messaggioda matthelm il 12/07/2011, 12:00

Prodi: «È l'ora di unire il Paese, serve uno sforzo comune contro la speculazione»«Va lanciato immediatamente il messaggio che c'è un Paese unito, capace di fare sacrifici e di costruire compatto il proprio futuro».

Nel giorno più nero per l'Italia sui mercati finanziari, Romano Prodi sollecita una prova di compattezza per superare questa crisi e respingere l'attacco speculativo internazionale a cui è sottoposta l'Italia. Per l'ex presidente del Consiglio «non ci sono alternative a questo approccio. Deve emergere subito un messaggio di stabilità, di compattezza, di fiducia, condiviso da maggioranza e opposizione, assieme a tutte le istituzioni. Questo fa un Paese che festeggia i 150 anni di unità e continua insieme a costruirsi il domani».

Professor Prodi la situazione è davvero difficile.
Sono fortemente preoccupato per quello che sta accadendo. E lo sono a maggior ragione alla luce di quanto avviene negli Stati Uniti, dove i conti pubblici sono peggiori dei nostri e la situazione politica interna non è certo più coesa della nostra. Eppure non si pensa altro che ad attaccare l'Europa.

L'Italia è il Paese nel mirino più di altri?
Dopo Irlanda, Grecia, Portogallo e Spagna adesso tocca a noi subire gli attacchi, anche se ora il fenomeno sta interessando pure la Francia, come dimostra lo scossone avuto dal loro spread. Ma questo non può certo consolarci.
Che cosa sta innescando questo fortissimo e pare inarrestabile movimento speculativo?
L'Italia non brilla per il proprio rigore, ma la nostra economia non è certo al collasso, anzi, le strutture produttive sono generalmente sane e le banche sono relativamente più solide che negli altri Paesi. Eppure assistiamo a un attacco feroce, sia in Borsa che sui titoli di Stato, con lo spread verso i titoli tedeschi tornato addirittura sopra 300 punti base. Parliamoci chiaro: se non si pone rimedio si va diritti verso un baratro. Occorre una risposta coesa, ripeto, coesa, di tutto il Paese.
La manovra varata dal Governo pare sia passata inosservata.
Serve una strategia di uscita. Da un lato vanno rafforzati i contenuti della legge finanziaria: è certamente un punto debole il rinvio del cuore dei provvedimenti al 2013-2014, e dall'altro va seguita una precisa strategia che possa influire sui mercati finanziari.
Che guardano ai segnali, ai messaggi, alle aspettative…
È anche e soprattutto per quello che ritengo sia necessario rendere la manovra accettabile all'opposizione.
Sembra facile. Ma come si può fare, visto il contesto della politica italiana che lei conosce molto bene?
Vista l'urgenza, è possibile attraverso l'intesa rapida su alcuni emendamenti. Così si può portare subito la manovra in Parlamento e approvarla in tempi stretti, come giustamente sollecitato anche dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Questo fa una politica seria.
Che cosa dovrebbe cambiare l'impianto approvato dal Governo?
La situazione è grave, lo sappiamo tutti. E quindi serve uno sforzo straordinario da parte delle classi a reddito più elevato.
A cui si pensa di ridurre gradualmente l'aliquota massima…
A me pare un follia. Su questo punto bisogna essere chiari.
Concorderà che è difficile trovare risorse in questo momento.
Certo. Proprio per questo va varata una vera lotta all'evasione fiscale, che è enorme. Eppoi bisogna agire sulla spesa pubblica.
Anche questo sembra sia al centro dell'impianto della manovra, almeno in alcune sue parti.
Io penso a un politica strutturale di spending review, un po' sulla falsariga di quello che fece la Commissione Giarda. La spesa pubblica nell'ultimo decennio è scappata di mano, e bisogna metterci sul serio rimedio. È noto a pochi che in dieci anni la spesa pubblica complessiva al netto degli interessi è cresciuta di oltre il 50%, passando da 479 miliardi del 2000 a 723 del 2010! La questione centrale è che i mercati finanziari internazionali devono avere la rassicurazione che questi fenomeni in futuro non accadano più.
Una misura a lungo termine, tuttavia…
Sì, ma con un messaggio che ha presa nell'immediato. E che avrebbe un forte impatto emotivo. Come lo avrebbe una seria riorganizzazione delle tasse locali dopo lo smantellamento dell'Ici. Ovunque il federalismo fiscale si basa sulla tassazione degli immobili. È chiaro che parte delle risorse liberate dovrebbero essere indirizzate alla riduzione dei costi indiretti delle ore lavorate, in modo da aiutare il rilancio dell'economia.
Sempre manovre strutturali.
Da attuare attraverso un'immediata riunione tra Governo, opposizione e Banca d'Italia in modo da dare la garanzia che tutto il Paese è pronto a fare sacrifici, affrettare il risanamento e sostenere l'economia.
La forza del messaggio, come accaduto in passato, quando a metà degli anni 90 l'Italia subì attacchi per certi versi analoghi.
Non mi stancherò di ripetere che in questo momento il messaggio di unità, sostanziale, è importantissimo, come è decisivo allontanare l'idea che si vogliano procrastinare le cure necessarie. Come facemmo in quel momento difficile del '96, quando il mio Governo varò la tassa per l'Europa.
Lì c'era un obiettivo ben definito e decisamente "alto".
Sì, certamente si trattava di una scelta grande e giusta. Ma il fattore vincente fu il metodo: mettemmo di fronte al Paese dei sacrifici a fronte di risultati chiari. E come sanno tutti, i soldi versati per entrare nell'euro furono restituiti.
L'estate 2011 ricorda l'autunno di quindici anni fa?
Questi problemi hanno tutti la stessa necessità, quella di essere affrontati con uno sforzo comune davvero condiviso. Se questo sarà fatto immediatamente, allora lo spread tra i nostri BTp e i Bund tedeschi si richiuderà velocemente.
Il sole - 24 ore
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Re: Prodi: come reagire alle nuove turbolenze finanziarie

Messaggioda trilogy il 12/07/2011, 18:41

interessante ...un video con commenti in diretta sul mercato questa mattina.

http://www.letteradiborsa.it/lettera-di ... nde-paura/
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Re: Prodi: come reagire alle nuove turbolenze finanziarie

Messaggioda flaviomob il 12/07/2011, 20:04

L'euro è morto.


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
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Re: Prodi: come reagire alle nuove turbolenze finanziarie

Messaggioda trilogy il 13/07/2011, 14:29

flaviomob ha scritto:L'euro è morto.


forse no, l'euro ha uno strano alleato i "compagni cinesi". Ieri c'erano rumors di una loro presenza sul mercato europeo. E i fondi sovrani cinesi hanno una capitalizzazione di oltre 800 miliardi di dollari. Purtroppo si sa poco di dove investono e come. La trasparenza non è il loro forte :mrgreen:
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Re: Prodi: come reagire alle nuove turbolenze finanziarie

Messaggioda flaviomob il 14/07/2011, 13:56

:mrgreen:

Italia Spagna Portogallo Irlanda e Grecia non reggeranno a manovre recessive e a un ritiro dello stato sociale in contesti fragili, privi delle tutele sviluppate organizzate e universali che hanno i cittadini in Francia Germania Svezia ed Olanda.
A un certo punto i PIIGS sceglieranno il modello "autarchico" islandese e l'euro verrà immediatamente fanculizzato. Quindi, svalutazione alla vecchia maniera e concorrenza ai paesi emergenti sui prezzi piuttosto che sulla qualità (e la ricerca). Come una volta...

PS L'obiezione "ma il prezzo della benzina schizzerebbe alle stelle senza l'euro": innanzi tutto, è un prezzo quasi totalmente determinato dall'esosità dell'erario, in secondo luogo in Italia è comunque già più alto, senza altra motivazione al di là della speculazione, del resto d'Europa.


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