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I tagli tagliati della politica
di Mario Ajello
Se non ora, quando? Mai. La casta doveva autotagliare i suoi conti troppo alti. E invece, ha abbassato un po’ la cilindrata delle autoblù, ma non da subito, e ha ridotto un po’ l’uso dei voli blù: ovvero saranno preclusi ai peones che vogliono andarsi a vedere la partita di calcio con l’aereo di Stato e agli scrocconi del sottobosco politico-partitico che cercando di pavoneggiarsi viaggiando a sbafo nei cieli sentendosi a bordo di un casereccio air force one. E per il resto?
Non c’è nella manovra economica il taglio dello stipendio dei ministri, che sono pure parlamentari e cumulano ai dodicimila euro da deputati o senatori i tremila da membri del governo. Si sono perse le tracce dal taglio alle pensioni degli ex parlamentari (molti dei quali con una sola legislatura alle spalle), che costano138 milioni di euro all’anno alla Camera e 81 milioni di euro all’anno al Senato. E il taglio del dieci per cento ai rimborsi elettorali ai partiti, compresi quelli che pur non essendoci più ancora prendono soldi? Desaparecido. E l’abolizione delle province, promessa da tutti in campagna elettorale? Se il governo prova a proporla, la Lega fa cadere l’esecutivo.
Intanto, nelle conversazioni da Transatlantico, sono molti gli inquilini del Palazzo che, esagerando, dicono: «Prima o poi, gli italiani ci verranno a prendere con i forconi». Ma evidentemente, se ne infischiano pure di questo.
Sabato 02 Luglio 2011 - 09:16