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Il premier: "Guerra civile dei pm contro di me"
Bossi si smarca: "Non sono tutti uguali"
Il presidente della Camera ha ricordato che domani, 9 maggio, l'Italia commemora le vittime del terrorismo, "tra cui vi sono diversi magistrati" "No a riforme volte solo a garantire l'imputato". Berlusconi ad Olbia: "Il cancro non sono tutti i giudici, ma i Pm milanesi". E poi una critica indiretta al Colle: "Noi proponiamo le leggi, ma il Capo dello Stato chiede sempre di cambiare qualcosa"
CAGLIARI - "Non posso pensare che il Presidente del Consiglio si scagli contro i magistrati delegittimando tutto il corpo della magistratura". Così il presidente della Camera, Gianfranco Fini, a Cagliari per presentare il suo libro "l'Italia che vorrei". Fini ha ricordato che domani, 9 maggio, anniversario dell'uccisione di Aldo Moro, l'Italia si fermerà per commemorare le vittime del terrorismo tra cui vi sono anche diversi magistrati.
Secondo il leader di Fli, "la legalità è qualcosa di molto più impegnativo della sicurezza, è un abito mentale e ogni volta che si reclama un diritto si deve essere pronti a un dovere". In questo senso, Fini ha richiamato "l'assoluto rispetto delle istituzioni" e ha spiegato che "chi riveste cariche istituzionali, per ragioni note, non si rende conto dell'errore che commette quando delegittima la magistratura, l'istituzione non può essere considerata un nemico".
Il Presidente della Camera ha osservato, inoltre, che "la giustizia, va riformata, ma il simbolo della giustizia è la bilancia e quindi bisogna avere grande attenzione a garantire questo equilibrio". Partendo dal principio secondo cui ogni cittadino è innocente sino al terzo grado di giudizio, Fini ha argomentato che occorre fare "attenzione a non fare delle riforme volte solo a garantire l'imputato, dimenticando che c'è una parte lesa".
Non sono mancati gli strali alla sinistra, rea di pensare che
Berlusconi possa cadere attraverso i processi della magistratura: "Il presidente del Consiglio perde credibilità perchè promette cose che non mantiene mai, non per questo o quel processo. La sinistra deve smettere di pensare che sarà un processo a farlo cadere".
"Berlusconi, dal canto suo", ha aggiunto Fini, "deve smettere di pensare che i magistrati ce l'hanno con lui per ragioni politiche e, come le cose dimostrano, anche se ci sono processi in corso si può continuare tranquillamente a governare perchè non c'è alcun tipo di impedimento. Occorrerebbe invece una responsabilità di tutte le parti per staccare un pò la spina, se no si va verso il cortocircuito".
Fini ha poi parlato del rapporto tra Lega e Pdl: 'Il Pdl pur di non disturbare la Lega ha progressivamente annacquato la propria identità sulle questioni fondamentali della coesione e dell'orgoglio nazionali".
Il leader del Fli ha attaccato la Lega sottolineando ancora una volta che "l'alleato del Pdl non ha una identità nazionale" perchè la Padania "tutt'al più è una pianura". "Da Ventimiglia al Cadore cosa può unire gli italiani del nord se non essere del nord?", ha chiesto ironicamente Fini.
Da Olbia, dove ha partecipato ad un comizio per la campagna elettorale di Settimo Nizzi, candidato del Pdl alla carica di sindaco, Silvio Berlusconi ha preferito affrontare, all'inizio del suo discorso, altri argomenti. "Nominare quindici nuovi sottosegretari non è uno scandalo", ha detto il premier promettendo che il deputato sardo "Mauro Pili sarà sottosegretario appena il Parlamento avrà approvato la legge per l'ampliamento del governo". "Del resto - ha aggiunto - il governo Prodi aveva 102 esponenti". Il Cavaliere ha poi aggiunto che la maggioranza resta coesa sia per numeri che politicamente e che le promesse fatte dal governo, anche quelle riguardanti la Sardegna, "saranno mantenute".
Poi, però, ha ripreso ad attaccare i giudici, l'opposizione e, anche se indirettamente, il capo dello Stato: In Italia c'è una "guerra civile contro di me e il Pdl" con "Insulti e calunnie di cui veniamo fatti oggetto. Questo è terrificante. E c'è un'altra cosa terrificante ed è l'uso del diritto contro colui che la sinistra considera il suo nemico politico", ha detto il premier. Non sono mancate le frecciate contro Fini: "Il signor Fini in tutti questi anni ci ha sempre detto 'no', e poi abbiamo capito che aveva un patto con i magistrati.'Fini e i suoi se ne sono andati all'opposizione facendo rischiare la crisi al governo e l'instabilità che avrebbe provocato un grave danno perchè le agenzie di rating erano lì ad aspettare, mentre adesso la nuova maggioranza è coesa per numeri e politicamente".
Il presidente del Consiglio ha in qualche modo aggiustato il tiro: quella sul 'cancro' giudiziario, ieri al Palasharp era un'accusa rivolta "non ai giudici ma ai pm milanesi", ha precisato. "Ieri a Milano ho parlato dei pm milanesi, non dei giudici. Anzi, ho sottolineato che le accuse che mi vengono rivolte dai pm non hanno poi trovato rispondenza nelle decisioni dei giudici".
"Domani mattina, come divertimento, mi recherò in tribunale a Milano. E' surreale. Perchè si tratta di un episodio di cui non ho nessuna conoscenza, con una persona che non ho mai conosciuto, un tale Mills, un fatto che risalirebbe a 16 anni fa". Silvio Berlusconi ricapitola così la vicenda processuale che lo vedrà domani tornare al Palazzo di Giustizia di Milano. "Io - ribadisce il presidente del Consiglio - sono l'uomo più processato dell'universo, e questi dicono ancora, senza vergognarsi, 'fatti processare'... Evidentemente volevano la mia presenza fisica. Gli ho dato - osserva - anche questa soddisfazione".
Nel discorso del premier non è mancato un attacco al Parlamento e al Colle: "Stare lì è alienante... stare lì a fare gossip e a votare tutto.... Quando stavo all'opposizione andavo in Parlamento e stavo male. Quelli di sinistra stanno lì perchè prendono lo stipendio dai partiti, i nostri invece soffrono. Bisogna diminuire il numero dei parlamentari, fare una riforma che dia poteri a chi deve averli. Il premier ha sottolineato che i padri costituenti, per paura che si riformasse un regime, "hanno diviso il potere in tre istituzioni" ma non hanno dato "nessun potere al presidente del Consiglio dei ministri". "La gente - ha sostenuto - pensa che mi basti schioccare le dita, ma il premier può solo suggerire non può ordinare nulla, ha solo il potere della sua autorevolezza. Il cdm fa una legge che poi va al Capo dello Stato - ha affermato Berlusconi - che interviene sempre per correggere questa o quella cosa".
Berlusconi non ha rinunciato alle sue battute. Prima del comizio ha raccontato che "una giovane e bella giornalista mi ha chiesto di invitarla al 'bunga bunga'. Allora io le ho detto 'ma non sei fidanzata?'. E lei, 'no, l'ho lasciato, era troppo vecchio per me... aveva 38 annì. E io 'ma se lui è vecchio, io allora?'. E lei mi ha risposto: 'presidente, lei è un mito e i miti non hanno età".
Alle parole del premier sui Pm milanesi paragonati al cancro ha risposto indirettamente Bossi: "Io non penso quella roba lì. Penso che ogni tanto c'è qualcuno che rompe le scatole, però non sono tutti uguali". Poi torna ad elogiare Napolitano, condividendo le sue parole sulla legalità: "Se non la difendi, poi ti impantani. Senza legalità non si capisce più dove vai, la legalità è fondamentale"
(08 maggio 2011)
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.