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Pansa - Il golpe c'è già stato : la legge elettorale

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Pansa - Il golpe c'è già stato : la legge elettorale

Messaggioda ranvit il 18/04/2011, 15:51

http://www.libero-news.it/news/717830/A ... itica.html


Come succede spesso ai cervelloni della sinistra più vecchia, anche il professor Alberto Asor Rosa non si è accorto di quanto è accaduto all’esterno del suo studio. Qualche giorno fa, in un articolo sul «Manifesto», si è augurato l’avvento di un colpo di Stato in Italia. Un golpe vero, con tanto di carabinieri, di poliziotti, di militari in assetto di guerra. A favore di chi? Confesso di non averlo capito. Contro chi? Questo mi è risultato chiaro: contro il caimano Berlusconi e quella parte d’Italia che lo ha votato.
È un gran distratto, il professor Asor Rosa. Nessuno gli ha spiegato che il colpo di Stato è già avvenuto. A farlo è stata l’intera casta politica a danno di se stessa. Non era mai successo che una gigantesca lobby formata da tutti i politici avesse creato le condizioni per spararsi un colpo alla nuca. In Italia è accaduto e continua ad accadere. Tanto che ogni giorno i cittadini senza potere si domandano se l’attuale regime parlamentare sia ancora in grado di governare il paese.
Il primo passo del golpe è stato di negare agli elettori il diritto di scegliersi il proprio rappresentante in Parlamento. La legge elettorale in vigore non è affatto «una porcata», come l’ha definita uno dei suoi inventori, il leghista Roberto Calderoli. È assai peggio: una truffa che consente alla casta interpartitica di perpetuare se stessa. Mandando in Parlamento non i migliori, bensì i più fedeli, per incapaci o disonesti che siano.
Quella legge è la più scandalosa norma “ad personam” voluta dal ceto politico per tutelare i propri interessi. In confronto, le leggi personali tanto amate da Berlusconi sono regolette da oratorio. Tanto è vero che neppure le opposizioni di sinistra hanno mai fatto un passo vero per abolire la Porcata.
Di conseguenza, i cittadini che hanno ancora interesse alla politica disprezzano l’intero Parlamento. Il diluvio di retorica sull’unità d’Italia, sull’orgoglio nazionale e sull’uso della bandiera tricolore non ha fatto che accentuare la loro rabbia. Se leggono qualche giornale o vedono almeno un tigì, si rendono conto che il golpe attuato dai politici sta facendo piazza pulita di ogni decenza.

Alla Camera e al Senato dilagano le urla, le risse, gli insulti, persino le sparate di cartelli diffamatori. I talk show televisivi sono partite di pugilato tra membri della casta, quasi sempre aizzate da conduttori che non sono arbitri, bensì boxeur faziosi. Ciascuno pensa alla propria bottega, che bisogna arricchire senza riguardi per l’etica. La corruzione è di nuovo tornata ai livelli di Tangentopoli. Ma stavolta un buon numero di magistrati non è più considerato un tutore imparziale della legge, bensì un militante che ingaggia uno scontro mortale con l’avversario.
La casta golpista fa orecchie da mercante nei confronti del clima di odio politico che ci tormenta da almeno un paio d’anni. Le aggressioni verbali e fisiche, ormai quasi giornaliere in tante città, non vengono più condannate sulla base del rischio che rappresentano per l’ordine civile. Se giovano alla tua fazione, tutto bene. Se colpiscono i tuoi sodali, tutto male. Accadeva così trent’anni fa, al tempo del terrorismo trionfante. E oggi scorgiamo tutte le premesse perche avvenga di nuovo.
Il golpismo politico si rivela anche suicida. I blocchi partitici che si scannano ricordano le antiche navi dei folli: un vascello senza nocchiero nel mare in burrasca. Nel veliero del centro-sinistra non esiste un comandante. Tutti pretendono di essere il leader e di guidare un equipaggio in rivolta perenne.
Il centro-destra un leader ce l’ha ancora, il Cavaliere. Ma pure lui è alle prese con troppi serpenti sotto le foglie. Vive nel sospetto di una rivolta interna. C’è da augurarsi che il bravo dottor Zangrillo, il suo medico personale, riesca ancora per un po’ a mantenerlo in forma dal punto fisico e mentale. In caso contrario, per la maggioranza sarebbe la fine.
Del resto, anche il partito di Berlusconi è al collasso. La Democrazia cristiana di un tempo era un blocco granitico rispetto al Pdl di oggi. Qui il collante del potere non regge più. Assistiamo a un via vai di piccoli ras che entrano ed escono dalla maggioranza, alla ricerca di posti e prebende. C’è un vortice di cene, di patti siglati e subito traditi, di intenzioni non rivelate, che esplodono come tante bombe a grappolo. Può il governo affrontare gli enormi problemi che assillano la società italiana? Sto pensando alle incertezze dell’economia mondiale, al ribellismo dei giovani, alla polveriera africana, al crescere impetuoso dell’immigrazione clandestina.
Scrivo queste righe con malinconia. E con lo struggimento che afferra un cittadino onesto nel constatare che forse non c’è rimedio al caos golpista. Venerdì 15 aprile due parlamentari dei blocchi opposti, Giuseppe Pisanu e Walter Veltroni, hanno occupato uno spazio importante del “Corrierone” per suggerire un governo in grado di cambiare la legge elettorale. Mi è sembrato il rimedio dell’aspirina per guarire un malato di cancro.
Una soluzione ci sarebbe: mettere da parte i golpisti e affidare la guida del governo a uomini eccellenti estranei alla casta. Ma anche questa, forse, è un’utopia. Gli uomini giusti esistono, però non osano pronunciarsi. Temono di essere massacrati dai golpisti. Invece dovrebbero osare, mostrando coraggio e sincerità. Se nel passato di qualcuno di loro c’è una macchia, venga dichiarata senza timore. In caso contrario, non ci illudano. E assistano, impotenti come noi, al disastro prossimo venturo.

di Giampaolo Pansa
18/04/2011
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Pansa - Il golpe c'è già stato : la legge elettorale

Messaggioda cardif il 18/04/2011, 16:02

Perdinci quante novità! E chi se n'era accorto!
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Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: Pansa - Il golpe c'è già stato : la legge elettorale

Messaggioda lucameni il 18/04/2011, 18:10

Ormai è parecchio tempo che non seguo più i passaggi logici di Pansa, probabilmente del tutto entrato nel personaggio dello storico incompreso e vessato a sinistra. Intendiamoci, ha le sue ragioni: a fronte di affermazioni lapalissiane è stato letteralmente massacrato quando si trattava dei suoi libri.
Ma una cosa sono i legittimi rancori. Altro è perdere la visione della realtà italiana che dovrebbe prescindere pure da colpe specifiche della sinistra o di alcuni suoi esponenti su argomenti peraltro non di strettissima attualità.
Anche quando parla di "golpisti", credo sia opportuno che faccia nomi e cognomi; tanto più che recentemente il nostro ha dichiarato che alle prossime elezioni è pronto a votare Berlusconi, a suo dire oggetto di una campagna indegna.
Come se il nostro premier avesse un atteggiamento angelico, liberale, disinteressato.
Appunto, ma di cosa stiamo parlando????
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
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Re: Pansa - Il golpe c'è già stato : la legge elettorale

Messaggioda pierodm il 22/04/2011, 0:30

Appunto, ma di cosa stiamo parlando????

Bella domanda.
Credo che da tempo stiamo parlando - sia pure troppo spesso in modo circospetto e tortuoso - di un degrado: dell'intelligenza, della decenza, della logica e della cultura media diffusa.
Non che Pansa appartenga alla media o che sia incolto, ma - come molti che si rivolgono a quello che ritengono un loro "pubblico" - certamente confida nell'incultura, nella mediocrità, spesso nella stupidità di chi lo ascolta.
Stiamo vedendo da diversi anni che non esistono limiti: qualunque scemenza, anche la più strampalata, trova sempre un congruo numero di idioti che annuisce.
Specialmente - per una quota consistente di popolazione - se la scemenza contiene una frase, un accenno, alle nequizie della "sinistra", generalmente inventate o basate su una logica assai stravagante.
Una tragedia, culturale e civile, assai prima che politica, ed è questo che appunto rende il fenomeno una tragedia, invece che un semplice problema elettorale.
Ovviamente, nel fare queste valutazioni, sarebbe sbagliato basarsi soltanto, o principalmente, su fatti giornalistici o comunque inerenti la grande comunicazione.
Si tratta di una fenomenologia che viviamo soprattutto nella vita quotidiana, nei rapporti sociali e professionali: il trionfo dell'ignoranza soddisfatta, anzi orgogliosa, di se stessa.

Per altro, dispiace di essere indotti a dire tutto questo laddove l'assunto di cui al titolo sarebbe anche condivisibile: un qualche tipo di prevaricazione, assimilabile ad un golpe strisciante, è una tesi che fu presentata quando si cominciò a capire in cosa consistesse il berlusconismo e, in generale, un certo tipo di "modernità".
Solo che questa era la tesi proprio della sinistra, che i "riformisti" più cautelosi definivano "massimalista" o giacobina., Il sistema elettorale, con tanto di truffa iper-maggioritaria, anche questo la parte che si autodefinisce "riformista" ha poche ragioni di scaricarlo sul gobbone della destra berlusconiana, dato che sia il bipolarismo sia la nefandezza maggioritaria - senza, oltre tutto, le relative modifiche costituzionali - sono state il cavallo di battaglia preferito dalle varie coalizioni di centro-sinistra che si sono succedute.
Quindi Pansa - e i suoi eventuali estimatori - dovrebbero centrare assai meglio e più precisamente le loro analisi e le loro attribuzioni di responsabilità: non per fare un favore a qualcuno, ma per otteneredelle conclusioni che siano utili ad un discorso politico serio.
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Re: Pansa - Il golpe c'è già stato : la legge elettorale

Messaggioda pierodm il 26/04/2011, 17:00

Primo maggio, vince la P2

di Maurizio Chierici

Nella piazza Grande di Bologna (ex più rossa d’Italia) Cisl e Uil disertano l’incontro del Primo maggio e la solitudine della Cgil conferma una spaccatura ormai drammatica. Anche la festa divide anziché unire chi parla a nome dei lavoratori. Bonanni e Angeletti volevano sfumare il significato della celebrazione, ma il sindacato della sinistra non si è arreso al revisionismo che striscia e separa di contratto in contratto: dal disastro Alitalia alla Fiat di Marchionne continua la “collaborazione” di Cisl e Uil con governo e Confindustria. Diritti tagliati, precari senza speranza, ragazzi senza lavoro: l’invito è portare pazienza. Stringete la cinghia, poi si allargherà.

A Bologna vanno a parlare nel cortile di una fabbrica da due anni in cassa integrazione. La maschera della solidarietà sacrosanta può nascondere ombre meno onorevoli. Mentre scrivo, il Pd sta tentando l’ultima mediazione perché a Bologna si vota il sindaco e i popoli della liberta e le leghe inseguono senza badare ai colpi, confortati dalla devozione cieca, pronta e assoluta della stampa locale. Rompere la concretezza della ragione può dare una mano a chi al momento è in coda. E per la prima volta ecco i sindacati divisi proprio nella capitale della opposizione.

La festa del maggio tutti assieme era tornata nel 1945 dopo il purgatorio del fascismo. Nel ’90 organizzano assieme il concerto di San Giovanni, quel primo maggio che arriva in Italia da Stati Uniti e Canada 110 anni fa. A volte le ricorrenze si incrociano nell’irrazionale, eppure la coincidenza risveglia cattivi pensieri. Proprio 30 anni fa, sempre maggio, Giuliano Turone e Gherardo Colombo, magistrati di Milano, rendono pubblici i nomi degli iscritti alla loggia massonica P2 del venerabile Licio Gelli, autore del Piano di Rinascita Democratica che programmava la spaccatura del sindacato con l’obietticvo di “normalizzare il Paese”.

L’emarginazione della Cgil, sindacato più importante, è il dogma primario. “Necessaria una rottura seguendo le linee già esistenti dei gruppi minoritari Cisl e maggioritari Uil, per agevolare la fusione coi sindacati autonomi”. Non é semplice, ma la ricetta Gelli semplifica: “Acquisire con strumenti finanziari i più disponibili fra gli attuali confederati allo scopo di rovesciare i rapporti di forza all’interno delle tre Confederazioni”. E con quali disponibilità? Il maestro non si scompone. La disponibilità necessaria per politici, stampa e sindacati prevede cifre non superiori ai 30 e 40 miliardi (17-18 milioni di euro) sufficienti a permettere a uomini ben selezionati di conquistare le posizioni chiave necessarie al controllo. Primario e indispensabile presupposto, la costituzione di un club di natura rotariana ove siano rappresentati i migliori livelli… “In vista della scissione della Confederazione Trilaterale, e successiva integrazione con gli autonomi, sembra preferibile la costituzione di un vero (unico) sindacato che agiti la bandiera della libertà e del lavoro”.

Coincidenze superate, fantasmi del passato. Trent’anni dopo l’ Italia è cambiata, ma cambiata come? Resiste l’idea di svuotare il Primo maggio, antico suggerimento di una P2 decisa a ridurre le feste infrasettimanali a “Natale, Capodanno, Ferragosto e 2 giugno”. Per carità il 25 aprile, figuriamoci il giorno delle tute blu. Bisogna dire che il passato a volte torna. Quando il Renzi di Firenze alla ricerca dello spot Tv propone ai suoi negozi di lavorare nella festa dei lavoratori, Bonanni fa l’occhiolino con l’austerità che l’essere leader sindacale impone: “Bisogna cercare soluzioni convenienti per imprese e lavoratori in modo da non affidarsi agli umori dei sindaci o alla voglia o meno di esasperazioni per stare sui giornali”. E tutti e due finiscono in bella vista nelle vetrine illuminate proprio dove volevano apparire.
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