franz ha scritto:Ma che non c'entra con l'Art 1 della Cost. e nemmeno con la Cost. in generale.
Non c'entra. E' da un po' che ho notato che si devia dall'argomento proposto; a volte ho l'impressione che si apre un argomento per aggiornare, non con l'intento di aprire una discussione su un tema. E comunque qua l'argomento non sarebbe tanto l'art.1, ma la proposta di Ceroni. Una sciocchezza, ovviamente (forse per questo non ci si è attenuti al tema). Non è con la modifica in quel senso dell'art.1 che si cambia l'assetto istituzionale in senso presidenzialista senza i giusti contrappesi.
Nella espressione di D'Alema ci ho visto un richiamo a quel tafazzismo che moltissimi riconoscono esserci a sinistra, e anche io.
pierodm ha scritto:... la crisi di un centro-sinistra "perdente" sia dovuta esattamente alla trasformazione in un agglomerato politico-elettorale privo di ideologia, privo di ogni potenzialità rappresentativa di interessi e di classi sociali, di correnti culturali.
Concordo. E comunque si deve considerare che "votum non olet"
Ritengo pure che le radici culturali delle componenti del PD (ex PCI ed ex DC) siano il 'vissuto' di troppi esponenti politici (non tutti), e costituiscano un impedimento alla realizzazione di un'area politica omogenea.
Tempo fa speravo che il rinnovo generazionale avrebbe fatto superare questa dicotomia. Avevo sentito dei giovani sostenere che erano da abbandonare i vecchi richiami alle distinte radici.
Purtroppo però sento anche molti giovani che esprimono posizioni intrinsecamente antitetiche, derivanti da una 'forma mentis' che non so fino a che punto apprese, o piuttosto connaturate nell'essere umano.
Sarebbe essenziale per capire se è attuabile il progetto del PD.
C'è ancora il problema dell'approfondimento come esigenza di serietà della sinistra. Programmi lunghi, che vengono studiati per mesi.
La Lega Nord è cresciuta su poche idee e pure sbagliate: l'identità padana, la difesa dei posti di lavoro dagli immigrati, Roma ladrona (visto che anche i leghisti ci sanno fare in quel senso).
In quanto ad "
errori di marketing" gli esponenti del centrosinistra ne fanno a bizzeffe, a cominciare dal non essere in grado di ribattere a muso duro, sempre con l'atteggiamento di voler quasi accettare un dialogo costruttivo. Ancora non si sono resi conto che è inutile. Franceschini in questo rende meglio, perché è più combattivo di Bersani, tanto per concretizzare.
cardif