martedì 12 aprile 2011
PD RITIRI APPOGGIO A LOMBARDO
Davanti ad accuse così pesanti (leggi qui) Raffaele Lombardo si dovrebbe dimettere e difendersi, mentre Bersani dovrebbe dire che questa situazione non e' piu' eticamente sostenibile e il Pd dovrebbe ritirare il suo appoggio alla Giunta.
Gia' il 31 luglio del 2010 la Procura di Catania parlava di risalenti rapporti diretti e indiretti tra il presidente Lombardo ed esponenti di Cosa Nostra della provincia di Catania e gia' ad agosto avevo denunciato come un suicidio politico l'alleanza tra l'Mpa e il Pd in Sicilia.
Ora come allora penso che il Pd non possa ignorare il problema.
http://www.ignaziomarino.it/news.asp?id=866L'atto d'accusa dei magistrati
"Ecco i legami tra Lombardo e i boss"
Il governatore avrebbe chiesto voti ai boss "ingenerando il convincimento di essere disponibile ad assecondare le esigenze" di Cosa nostra. Così scrivono i pm. E Fini avverte: "Quando si è chiamati a rispondere ad accuse particolarmente gravi si fa un passo indietro"
dal nostro inviato ALESSANDRA ZINITI
Lombardo durante la conferenza stampa in cui parlò dell'inchiesta
CATANIA - Raffaele Lombardo li sfida a trovare una prova "di una qualsiasi assunzione, favore, appalto", ma i pm insistono. Il governatore, così come suo fratello Angelo, avrebbe "contribuito sistematicamente e consapevolmente alle attività e al raggiungimento degli scopi criminali di Cosa nostra", "sollecitando i vertici dell'organizzazione a reperire voti" e "strumentalizzando la propria attività politica" per 10 anni, dal 1999 al 2008.
Così si legge al capo B10 dell'avviso di conclusione delle indagini notificato a 56 degli indagati dell'inchiesta Iblis. Ventotto pagine nelle quali i pm Gennaro, Santonocito, Fanara e Boscarino ricapitolano i capi d'accusa e avvisano i loro difensori del deposito degli atti d'indagine: settanta faldoni, centinaia di migliaia di pagine da ieri a disposizione dei legali che hanno venti giorni per depositare memorie difensive o per farsi interrogare. Lombardo, insieme agli avvocati Massimo Motisi, Grazia Volo e Guido Ziccone, deve ancora valutare l'opportunità di chiedere un interrogatorio o di limitarsi invece a controdeduzioni scritte.
La pagina e mezzo dedicata nell'avviso di conclusione delle indagini ai fratelli Lombardo contiene valutazioni pesanti dei pm che, al termine di due anni di indagini e riscontri alle dichiarazioni dei pentiti e alle affermazioni contenute nelle intercettazioni dei dialoghi tra alcuni dei mafiosi arrestati, insistono nell'accusare Raffaele ed Angelo Lombardo di "aver concorso - pur senza esserne affiliati - nell'associazione mafiosa di Cosa nostra etnea contribuendo a violare l'ordine pubblico".
Due i punti in cui i pm catanesi esplicitano le condotte di reato attribuite ai fratelli Lombardo. Nel primo si legge che "sollecitando, direttamente o indirettamente, i vertici dell'organizzazione mafiosa a reperire voti per loro e per i partiti nei quali gli stessi militavano e, in tal modo, ingenerando nei capimafia il convincimento circa la propria completa disponibilità ad assecondare le esigenze della consorteria mafiosa negli specifici settori del controllo diretto ed indiretto di attività economiche, concessioni, autorizzazioni, appalti e servizi pubblici mediante la strumentalizzazione della propria attività politica e dell'attività politico-amministrativa di esponenti della stessa area, collocati in centri di potere istituzionale (amministratori comunali, provinciali e regionali) e sub-istituzionali (enti pubblici e privati) - determinavano e comunque rafforzavano il proposito criminoso dei capi e dei partecipi dell'associazione".
In altre parole, i magistrati ritengono che i Lombardo, o i loro uomini, abbiano chiesto voti alla mafia lasciando intendere di essere "a disposizione" nell'agevolare ogni loro interesse economico e, così facendo, avrebbero di fatto agevolato Cosa nostra. Di più, nel secondo punto del capo d'imputazione, i pm insistono sulla "strumentalizzazione dell'attività politica" dei Lombardo e degli amministratori dell'Mpa che a loro rispondono "onde agevolare - si legge - l'attribuzione di appalti, concessioni, licenze, finanziamenti anche ad imprese a disposizione dell'associazione mafiosa, posti di lavoro ed altre utilità in favore di membri di organizzazioni criminali di stampo mafioso".
La Procura ribadisce anche l'accusa relativa allo scambio di voti che Lombardo ha sempre negato anche quando ha ammesso gli incontri con alcuni mafiosi, come ad esempio il boss Giuseppe Di Dio, che intercettato racconta di aver ricevuto la sua visita alla vigilia di una competizione elettorale. Secondo i pm, Lombardo si sarebbe "accordato con la famiglia catanese di Cosa nostra in un arco temporale particolarmente esteso per ricevere voti in numerose competizioni elettorali (Europee 1999, Provinciali 2003, Europee 2004, Comunali e Regionali 2008) per loro e per i partiti politici nei quali militavano con la promessa di attivarsi in favore della stessa associazione mafiosa nell'adozione di scelte politico-amministrative ed affidando a soggetti notoriamente a lui legati, tra cui il fratello Angelo ed il geologo Giovanni Barbagallo, intraneo all'organizzazione, il ruolo di diretti intermediari nei rapporti con gli esponenti dell'organizzazione mafiosa".
Un sistema - è la conclusione dei pm - con il quale Lombardo "intenzionalmente ingenerava, manteneva e rafforzava il diffuso convincimento sulla sua completa disponibilità, in tal modo accrescendo il prestigio criminale e la capacità di infiltrazione dell'organizzazione mafiosa nella politica e nell'economia, così consentendo all'organizzazione di avvicinare a sé numerosi imprenditori e politici i quali, a loro volta, accrescevano in modo esponenziale le capacità operative ed economiche dell'organizzazione nei rispettivi settori".
Gianfranco Fini, uno degli alleati più forti di Lombardo, ha lanciato ieri da Marsala, dov'era in visita, il suo altolà: "Al di là delle sentenze, va valutata l'opportunità politica: e questa vuole che quando si è chiamati a rispondere di accuse particolarmente gravi si fa un passo indietro".
http://palermo.repubblica.it/cronaca/20 ... -14830991/