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Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

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Messaggioda Iafran il 11/03/2011, 13:37

flaviomob ha scritto:La questione del leader, anzi parlando in italiano, del candidato primo ministro (impropriamente, perché la nostra Costituzione non prevede esattamente ciò, ma sopravvoliamo) per me sta diventando un tormentone irrilevante. E' vero che le indicazioni di voto cambiano a seconda di chi viene candidato in questo ruolo dalla coalizione di centrosinistra. Ma una volta eletto, il presidente del consiglio è sottoposto al parlamento. La destra ha svalorizzato e svuotato il ruolo del parlamento attraverso leggi delega, decreti legge / legislativi, tagli draconiani ai ministeri e alle risorse disponibili in generale, così senza copertura finanziaria il parlamento non può quasi legiferare su nulla. Il centrosinistra non può accodarsi a questo andazzo antidemocratico, verticistico, antiparlamentare. Ne consegue che, in caso di maggioranza di centrosinistra, sarà molto più determinante il criterio con cui vengono selezionati deputati e senatori che la figura del 'leader', del capo del governo, del capo del PD.

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Messaggioda flaviomob il 11/03/2011, 14:32

Cioè tu, Vittorio, non sai quale sia il programma di Renzi, non spieghi in che cosa si differenzi da Bersani, Vendola, Bindi, Veltroni, D'Alema, Chiamparino, Cacciari, Penati, Bassolino, Zingaretti, Civati, Serracchiani, Marino, Scalfarotto eppure dici di preferirlo come capo del PD.. e in base a quali criteri, di grazia? Alla sua presenza sui 'giornali' o in tv? Al fatto che non è di sinistrasinistra? Perché, quale dei nomi che ho fatto sopra, eccetto Vendola e Marino, sarebbe di sinistrasinistra?

Possibile che ogni volta che ti si chiede di approfondire o di motivare un concetto, un'opinione, una preferenza riesci a sgusciare via come un'anguilla del mar dei Sargassi?


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Messaggioda ranvit il 11/03/2011, 17:02

Flaviomob....non sguscio da nessuna parte. Il punto è che lascio fare ad altri "il piccolo statista" ...

Come ho già detto, conosco abbondantemente l'incapacità dell'attuale gruppo dirigente del Pd (e della sinistra) per preferire di vedere all'opera altri e piu' giovani politici.
Poi decidero'...
Se di ognuno dovessi conoscere "vita morte e miracoli" non mi basterebbe una vita.

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Messaggioda pianogrande il 11/03/2011, 17:43

Vabe' Ranvit.
E' chiaro che la mia era una estremizzazione.
Mezzo utile per riacquistare la giusta "via di mezzo".
Che la magistratura (meglio, la giustizia) abbia bisogno di riforme non credo ci siano dubbi da parte di nessuno.
Ogni riforma ha, però, un obiettivo ed è di quello che si discute.
Se no, si finisce (come il nostro governo fa a man bassa) per spacciare il termine riforma sulla stessa bancarella su cui si propina il termine nuovo o moderno.
Chi non vuole le riforme è dalla parte della corporazione dei magistrati.
Io rispondo che chi vuole questa riforma è dalla parte della casta dei politici (che vanno salvaguardati dalla politicizzazione della magistratura).
Un paradosso sta nel fatto che questa riforma procede, proprio, alla politicizzazione della magistratura aumentando il numero degli eletti dal potere politico.
Naturalmente sarà una politicizzazione a favore della classe dominante in quel momento.
Io invece, sono per un equilibrio dei poteri che prescinda da chi comanda in quel momento.
E' questo il senso della indipendenza della magistratura.
Questa riforma aumenta l'indipendenza (meglio, l'autonomia) del potere politico.
Un equilibrio piuttosto fuori asse.
Un equilibrio che va a danno del cittadino vessato e derubato.
Fotti il sistema. Studia.
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Messaggioda flaviomob il 11/03/2011, 20:19

Milano è tappezzata di manifesti contro la magistratura e contro chi vuole le dimissioni di Berlusconi. Manifesti quasi anonimi, privi di simboli di partito. Stiamo entrando nella fase finale del Caimano e la manipolazione dell'opinione pubblica va esasperata a tutti i costi. Qui bisogna buttarlo fuori a calci, foss'anche con uno sciopero ad oltranza.


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Messaggioda lucameni il 11/03/2011, 20:45

Leggendo questo forum ho un deja vu.
Tempo fa frequentava l'utente Paolo65 che peraltro ho conosciuto anche personalmente e pensavo - erroneamente - che avesse parecchie idee coincidenti con le mie.
Non era così.
Da mesi scriveva sui forum che non era il caso di fare opposizione, non era il caso di alzare la voce, che non era il caso di opporsi al conflitto d'interesse etc etc altrimenti non si facevano le riforme.
Alla domanda però "di cosa stiamo parlando", "di quali riforme parliamo" non sono mai riuscito a capire dove si voleva andare a parare.
Mi dava l'idea che il fine fosse cambiare per cambiare. Ma la direzione del cambiamento?
Dire "così si cambia" ha poco senso che le riforme vanno nella direzione di peggiorare anche quello che di poco decente esiste in Italia.
O si entra nel dettaglio, magari dimostrando di sapere quello di cui si parla (tipo legislazione dei paesi stranieri, spesso tirati fuori a sproposito, ordinamenti esteri, reale situazione organizzativadella P.A. , del ministero giustizia e dei tribunali, compreso l'ordinamento giudiziario e organici, gli effetti concreti delle riforme fatte o annunciate), oppure è un esercizio inutile, al più basato su interessate balle dei soliti noti.
Non è per volersi ancora una volta atteggiarsi a professorino ma davvero quando si bazzicano tribunali, si studia diritto e poi si legge di certe riforme spacciate per epocali e a favore dei cittadini, una persona in buona fede e - mi permetto di dirlo - un minimo informata anche per motivi professionali e di studi pregressi, viene naturale indignarsi.
Si racconta di un mondo che non c'è e ci si rende conto come quella propaganda sia fatta esclusivamente per far abboccare all'amo quelle persone che non sono addentro a certe questioni non sempre di immediata comprensione.
In fondo quando si legge di un "giusto processo" ex art. 111 C., riformato negli anni '90 dopo tangentopoli, è lecito pensare che questo sia frutto di una sincera volontà riformatrice anche nel leggere le petizioni di principio ivi contenute.
Pochi hanno conoscenza della sua genesi e di come si è voluto disinnescare così la pronuncia sull'art. 513 cpp della Corte Costituzionale.
Questo solo un esempio e forse neanche il più devastante se in rapporto alle riforme annunciante.
Quindi non è questione di avere puzza sotto il naso o la verità in tasca, ma si chiede, proprio in virtù di argomenti capitali ma facili ad essere taroccati, di pensarci bene prima di essere contenti e felici di un cambiamento.
Cambiare è indispensabile, tanto che lo stesso Davigo tempo fa, tra il serio e il faceto, ci disse come la migliore riforma del codice civile sarebbe stata quella di introdurre in Italia il codice civile svizzero, ma cambiare a prescindere dei contenuti ci può portare in una situazione ancora più devastante dell'attuale.
Immaginiamo una riforma del codice penale appaltata a Messina Denaro e Riina.
Sarebbe anche quello un cambiamento.
Ma che tipo di cambiamento?
Auspico meno ottimismo e più approfondimento nei dettagli, che da quanto leggo, sono a dir poco devastanti.
Opinione personalissima ma supportata da motivazioni e qualche conoscenza di diritto; e non da spocchia conservatrice.
Liberi di crederci o meno.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
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Messaggioda pianogrande il 11/03/2011, 22:56

Lucameni
Tanto per ripetermi, mi associo.
Fotti il sistema. Studia.
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