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Il premier rilancia su nucleare, tav e ponte sullo Stretto

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Il premier rilancia su nucleare, tav e ponte sullo Stretto

Messaggioda franz il 27/09/2008, 14:33

ranvit ha scritto:Le mafie si contrastano anche (e molto) con lo sviluppo economico.

Certo, ma non solo.
Uno sviluppo economico non puo' essere avulso da un contesto culturale ed etico che lo stimola e lo genera.
Per esempio il capitalismo nel nord europa è fortemente legato all'etica protestante ed al calvinismo (assai diversi dall'etica cattolica). Ed è anche legato alla rivoluzione scientifica (che è culturale) che ha preceduto, accompagnato e trainato la rivoluzione industriale.
Da noi, mi pare, tutta l'economia italiana è prototipale, ancorata a tradizioni locali familistiche e provinciali, salvo rare eccezioni. Dove latita il pensiero scientifico ed imperversa un umanesimo sofistico.

Lo stesso modo attuale di concepire ed attuare la politica italiana, ancora basata sul clientelismo, dovrebbe farci capire che la mafia non è il problema piu' grande ma che è lo stato italiano.
Come esso potrebbe stimolare rapporti "non mafiosi" se la politica italiana trasuda mafia in ogni suo atto?
Prendiamo come è stato per ora risolto il caso alitalia.
Quello che abbiamo visto non è sostanzialmente un accordo tra furbetti e capetti, al fine di poter continuare a spartirsi una torta senza lasciarla ad altri? Ecco la difesa dell'italianità!
Non è paragonabile all'accordo tra bande di una cupola mafiosa?

Su nucleare tav e ponte qui secondo me il premiar rilancia la spartizione di torte tra furbetti dei vari quartierini.

Ciao,
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Re: Il premier rilancia su nucleare, tav e ponte sullo Stretto

Messaggioda gabriele il 28/09/2008, 10:23

Francesco, mi trovi d'accordo su quanto affermi. In Italia, e non solo a livello economico, la società è strutturata in individui la cui identità si colloca fra la famiglia e il concetto di cittadino. Un pregresso che ci portiamo dietro, ahinoi, ormai da molte generazioni.

Ciò che differisce i neo-massoni dai mafiosi è che i primi non praticano la violenza fisica come mezzo indispensabile per arrivare ad un fine. Utilizzano al loro posto le conoscenze di politici e statisti corrotti che li avvantaggiano negli affari e nelle concessioni.

gabrive

franz ha scritto:
ranvit ha scritto:Le mafie si contrastano anche (e molto) con lo sviluppo economico.

Certo, ma non solo.
Uno sviluppo economico non puo' essere avulso da un contesto culturale ed etico che lo stimola e lo genera.
Per esempio il capitalismo nel nord europa è fortemente legato all'etica protestante ed al calvinismo (assai diversi dall'etica cattolica). Ed è anche legato alla rivoluzione scientifica (che è culturale) che ha preceduto, accompagnato e trainato la rivoluzione industriale.
Da noi, mi pare, tutta l'economia italiana è prototipale, ancorata a tradizioni locali familistiche e provinciali, salvo rare eccezioni. Dove latita il pensiero scientifico ed imperversa un umanesimo sofistico.

Lo stesso modo attuale di concepire ed attuare la politica italiana, ancora basata sul clientelismo, dovrebbe farci capire che la mafia non è il problema piu' grande ma che è lo stato italiano.
Come esso potrebbe stimolare rapporti "non mafiosi" se la politica italiana trasuda mafia in ogni suo atto?
Prendiamo come è stato per ora risolto il caso alitalia.
Quello che abbiamo visto non è sostanzialmente un accordo tra furbetti e capetti, al fine di poter continuare a spartirsi una torta senza lasciarla ad altri? Ecco la difesa dell'italianità!
Non è paragonabile all'accordo tra bande di una cupola mafiosa?

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Re: Il premier rilancia su nucleare, tav e ponte sullo Stretto

Messaggioda gabriele il 28/09/2008, 11:02

Vedi Vittorio, io credo che fra noi non esistano fratture ma punti di vista.

In un partito democratico i punti di vista servono a creare differenze, ma sono le differenze che lo tengono vivo e sempre in moto, in fermento.

Le nuove idee, giuste o sbagliate che siano, non nascono da una società statica, stantia, stagnante, ma da una in movimento, dinamica.

Tocca a noi però riuscire a trovare un sistema di governance interna che ci permetta di esprimerci e che dia, secondo un modello democratico, a chi ha la maggioranza gli strumenti per adottare le scelte più opportune.

Si sono volute le primarie. Le ho contestate fin da subito, ma le ho anche appoggiate fin da subito. Mi sono impegnato di prima persona per portare avanti (nel mio piccolo) la cosa pensando che, anche se incompleto, fossero comunque un importante passo avanti. Ora però bisogna svilupparle.
Mi sono impegnato perché sebbene vi siano molte persone che non la pensano come me, la direzione della barca, sebbene ricca di falle e di passeggeri che non remano o che la abbandonano per falsi lidi, è quella giusta.
Stiamo andando a zig zag e occorre dare molto di più di qualche "aggiustatina".

La prima aggiustata che occorre affrontare è l'abbattimento della vecchia cultura di partito. Con i dinamismi dell'informazione moderna, il culto del "correntone" presente e radicato prima nel PDS, poi nei DS e ora nel PD è obsoleto e perdente.

Di conseguenza, pensare che chi critica il segretario per le sue scelte sia uno che rema contro, è ancora più controproducente.
Le idee e le critiche vanno sempre a "braccetto". Una non esclude l'altra, anzi.

Nel nostro modello sociale la critica crea quasi sempre due condizioni: inasprimento delle posizioni, sviluppo di nuove idee. Ecco, cerchiamo di far pendere la lancetta dalla parte delle idee.

Ovviamente, una critica che non è costruttiva, soprattutto in politica, vale niente.

Nel fatto specifico mi trovi d'accordo. Le mafie si sconfiggono anche con lo sviluppo economico, ma dato che esse sono in antitesi allo sviluppo economico perché per loro natura parassite del sistema stesso, occorre prima di tutto sconfiggerle con un forte cambiamento culturale improntato sul concetto della responsabilità.

Una delle parole che mi viene in mente, legata alla responsabilità, è: federalismo.

Inviare "inconsciamente" (e non so quanto il governo attuale sia incosciente in ciò) enormi capitali al sud per costruire infrastrutture faraoniche senza prima aver dato un'impronta di cambiamento culturale che possa sconfiggere le mafie, vuol dire solo alimentare le mafie stesse.

Attuiamo un vero federalismo. Diamo responsabilità ai cittadini. Nel sud Italia, aiutiamo la società civile che lotta contro le mafie. Poi pensiamo al ponte sullo stretto.

Gabrive


ranvit ha scritto:Le mafie si contrastano anche (e molto) con lo sviluppo economico.
Come dico altrove la mafia non è una banda di criminali....è tutto un sistema sociale e culturale, negativo quanto si vuole, ma non si sconfigge con la sola repressione.

Che il Pd "non sa cosa fare" è un dato di fatto oggigiorno. Bisognerebbe chiarire chi siamo e cosa vogliamo. Per quanto mi riguarda ribadisco che al momento c'è una frattura di difficile gestione tra chi dice certe cose (vedi gabriele per esempio) e chi altre (vedi paolo, pagheca e me, per esempio). Insomma non c'entra la provenienza Margherita/Ds o teodem/laici.
E' lo stesso errore fatto nel Pci dopo la cadta del muro, la Bolognina etc : invece di affrontare i perchè di certe scelte si passa avanti....ma il non aver "masticato e digerito" le scelte porta al mal di stonaco...

Vittorio
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