Con Api si vola, al Centro.

[Loredana Poncini]

Obietto: la disubbedienza è un dovere, quando confligge col comando : NON UCCIDERE.
Se la legge del mio Paese prevede dei boia, non lascio che m'imponga di essere un boia io in persona.
Infatti non giudico nessuno, ma non voglio essere parte attiva nei massacri di nessun genere.
Il dolore della decisione di abortire è immenso, e la compassione verso colei che prende questa decisione, mai a cuor leggero, da parte mia è davvero grande.
Quindi, come ringrazio il Cielo per l'avvento della microchirurgia che salva una mano, un piede, un arto, un occhio, l' orecchio interno, in modo che non si debba perdere quell'arto, né a quella funzione, così son profondamente convinta che quella donna, che quella sorella che sente inevitabile rinunciare al bimbo che è concepito in lei, va aiutata da tutti quanti a portarne avanti la nascita, per il bene di tutti e tutte noi.
Infine trovo giusto quanto nel post precedente è suggerito: l'obiettore deve compensare, nel S.S.N. in cui lavora, con un impiego in attività medico-chirurgiche di un un tempo supplettivo, a dimostrazione che la sua scelta è fatta non per comodità, né per scansare fatiche, e neppure perché legato a carri ideologici oppurtunistici: la comunione per la liberazione che mi sforzo di vivere è un Opus Dei che non conosce mediazioni politiche di nessun genere!

[cardif]

Bè, non mi risulta che esista una legge che obbliga qualcuno a fare una cosa vietata da un'altra legge. L'ipotesi è di per sé strumentale, in difesa di una visione ideologica, mi pare. E quindi resta aperto il tema del primato della legalità sull'etica individuale.
E poi neanche ho capito se è d'obbligo arrivare al parto anche se a costo della propria vita.

[chango]

Obietto: la disubbedienza è un dovere, quando confligge col comando : NON UCCIDERE.
Se la legge del mio Paese prevede dei boia, non lascio che m'imponga di essere un boia io in persona.

infatti nessuno ti impone di essere un boia, un medico, un farmacista, ecc.
è una scelta individuale le cui implicazioni sono facilmente comprensibili a chiunque.

se il comando "non uccidere" è per te un comando assoluto, non ha senso che tu scelga delle professioni che richiedono di non rispettarlo.
la coscienza andrebbe interrogata prima di mettersi in determinata situazioni, non dopo.
oppure è accettabile che un militare di professione possa rifutarsi di combattere perchè la sua coscienza è contraria all'utilizzo della guerra come strumento di soluzione dei conflitti tra Stati o popoli?

[flaviomob]

Cara Loredana, i diritti di coloro che si rivolgono al servizio sanitario nazionale e alla rete farmaceutica vanno in primis tutelati. Se esiste questo assunto necessario e indifferibile, nessun problema all'obiezione di coscienza dei singoli. Non può però mai essere ammesso il caso che una persona non possa avere accesso a un farmaco o a un'operazione perché la totalità di chi opera in farmacia o in una struttura sanitaria fa obiezione di coscienza. A queste condizioni, l'obiezione diventa un gesto di civiltà e libertà. Se invece viene attuata per compiacere alcune ben note gerarchie e far carriera più velocemente, o per non aver grane (sappiamo bene a chi ci riferiamo, vero? il buon sano potere temporale - oggi più occulto ma altrettanto pervasivo - delle gerarchie 'religiose') si tratta di semplice, codarda piaggeria.

[Loredana Poncini]

Non credo che l'obiezione di coscienza, così come è praticata oggi in Italia - e solo, guarda caso, su argomenti che riguardano la sessualità: di fronte ci fosse uno che si è dichiarato obiettore all'obbligo di denunciare i clandestini! - abbia un senso.
Permettere l'obiezione di coscienza - che significa non rispettare una legge dello Stato perché quella legge confligge con la mia coscienza... le mie opinioni, le mie credenze, ecc. ecc... - senza che lo Stato abbia nulla a pretendere da coloro che la professano è un'assurdità che in un paese laico non sarebbe tollerata, prefigurandosi come un gratuito permesso di evadere la legge. E come un indebito aggravio di lavoro per coloro che obiettori non sono, e che risultano essere i capri espiatori di una legge (quella sull'obiezione di coscienza, intendo) assurdamente permissiva.
Mi permetto di ricordare che agli obiettori è sempre stato richiesto una contropartita; per esempio l'obiezione contro il servizio militare, quando è stata depenalizzata, ha preteso in cambio un servizio civile di lunghezza superiore a quello militare.
Sarebbe sensato parlare di obiezione di coscienza, dunque, qualora si chiedesse agli obiettori una seria contropartita: che ne so, un certo numero di ore di lavoro gratuito, per esempio. In caso contrario, poiché a nessuno di noi è dato di penetrare nella coscienza altrui, resta molto difficile riuscire a distinguere gli obiettori dai furbacchioni.

MAUELA, NOI MEDICI SIAMO STATI I PRIMI A DENUNCIARE LA DEMENZIALITA' DI QUESTA NORMA DI BASSISSIMA LEGA: denunciare i clandestini che si rivolgevano al S.S.N. !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!