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La resa di Brunetta

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La resa di Brunetta

Messaggioda matthelm il 07/02/2011, 17:06

TRADUZIONE DAL BURO-SINDACALESE IN ITALIANO DELL’ATTO DI CAPITOLAZIONE DEL MINISTRO NEI CONFRONTI DEI SINDACATI DELLA FUNZIONE PUBBLICA

“Lettera sul lavoro” di PIETRO ICHINO
pubblicata sul Corriere della Sera del 7 febbraio 2011

Caro Direttore, venerdì scorso il governo ha firmato con Cisl, Uil e Ugl una Intesa che sostanzialmente azzera la riforma Brunetta delle amministrazioni. Se nell’estate scorsa Tremonti aveva abolito la “carota” prevista in quella riforma, cioè i premi per i dipendenti pubblici più meritevoli, ora questa Intesa abolisce il “bastone”: in sostanza garantisce che a nessuno, per quanto inefficiente, verrà tolto un solo euro del “salario accessorio” percepito nel 2010. Per spiegare il contenuto effettivo di questo accordo, ne propongo una traduzione dal buro-sindacalese in italiano.
Intesa 4 febbraio 2011: Fermi tutti, abbiamo scherzato!


1. - Le Parti, sostituendo questo accordo agli atti di un legislatore velleitario e di un Governo inconcludente, si danno reciprocamente atto che la riforma delle amministrazioni pubbliche recata dal decreto legislativo n. 150/2009 deve considerarsi come mai emanata. In particolare, ogni funzione di valutazione della performance delle amministrazioni attribuita a organi indipendenti deve intendersi avocata a sé dalle Parti stesse, nello spirito del Memorandum Governo-sindacati 23 gennaio 2007. Tutte le invettive pronunciate dal ministro Brunetta contro il detto Memorandum nel corso degli ultimi due anni e mezzo devono intendersi revocate, con formali scuse all’ex-ministro Nicolais.

2. - Le parti convengono, in particolare, che deve considerarsi abrogato l’articolo 19 del decreto legislativo n. 150/2009: conseguentemente, in tutte le circolari e documenti emanati dal settembre 2009 in poi dal ministero della Funzione pubblica, la frase “mai più un solo centesimo di salario accessorio verrà erogato al dipendente inefficiente” e ogni frase che dica una cosa simile devono intendersi sostituite dalla seguente: “il ministro riconosce di essere incapace di differenziare il trattamento dei dipendenti pubblici in base alla rispettiva performance individuale e pertanto garantisce a ciascuno di essi che, anche se lavorerà malissimo e qualunque nefandezza commetta, non potrà percepire meno di quanto ha percepito nel 2010, a titolo sia di stipendio sia di cosiddetto ’salario accessorio’”. Siamo tutti bravi, altro che fannulloni!

3. - Al ministro della Funzione pubblica sarà ancora consentito – purché soltanto per ragioni propagandistiche – sostenere nelle trasmissioni radiofoniche e televisive, o nelle interviste a quotidiani e settimanali, che al 25% di dipendenti più meritevoli verranno destinati premi finanziati con le “risorse aggiuntive”. Le Parti, tuttavia, si danno reciprocamente atto che, stanti i vincoli posti con il d.lgs. n. 78/2010 (i “tagli lineari” del ministro Tremonti per la “stabilizzazione finanziaria”), nessuna amministrazione potrà incrementare il fondo del salario accessorio con risorse aggiuntive; conseguentemente è garantito il ritorno a un trattamento rigorosamente egualitario, secondo la buona prassi consolidata prima del decreto n. 150/2009.

4. - Le Parti convengono che devono considerarsi abrogate tutte le disposizioni nelle quali compaia il riferimento a organi indipendenti di valutazione della performance delle amministrazioni: ritorna in vigore la disposizione contenuta nel Memorandum Governo-sindacati 23 gennaio 2007, che prevedeva l’affidamento della funzione di valutazione a commissioni paritetiche, costituite da rappresentanti delle amministrazioni oggetto di controllo e da rappresentanti sindacali dei dipendenti delle amministrazioni medesime.

5. - Il Governo s’impegna a impartire all’Aran entro 15 giorni istruzioni affinché l’Agenzia stessa adegui il proprio operato alle disposizioni della presente Intesa e, in particolare, adegui i contenuti della contrattazione collettiva di livello nazionale ai criteri che hanno ispirato la contrattazione integrativa in tutto il periodo precedente al decreto n. 150/2009. Il ministro della Funzione pubblica ritira tutte le critiche ingiustamente rivolte a quella felice stagione della contrattazione collettiva del settore pubblico e si impegna, in generale, a non parlar più del sindacato del settore dell’impiego pubblico, se non in termini elogiativi.
Dichiarazione a verbale – La Cgil-Funzione pubblica si astiene dal sottoscrivere la presente Intesa non perché sottovaluti il positivo rilievo dell’azzeramento delle perniciose velleità del ministro Brunetta in materia di valutazione della performance di struttura e individuale, ma perché dissente dalla sostanziale assoluzione che con l’Intesa stessa gli viene accordata dalle Organizzazioni sindacali firmatarie: compito di ogni sindacato degno di questo nome è battersi fino all’ultimo sangue contro tutti i Governi di centrodestra e rifiutare di contribuire a qualsiasi accordo con essi, quale che ne sia il contenuto.
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Re: La resa di Brunetta

Messaggioda ranvit il 07/02/2011, 20:05

Matthelm questo argomento è stato da me introdotto nel forum "Lavoro etc" (e tu vi hai anche partecipato), perchè lo riproponi qui?
Forse bisogna chiedere alla moderazione di unificare i due 3d?

E comunque, non è chiaro se la dichiarazione a verbale (che condivido), è della Cgil o di Ichino.
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: La resa di Brunetta

Messaggioda matthelm il 07/02/2011, 22:17

Vittorio, nessun problema a spostarlo.

Questa la "traduzione",non in politichese, che ne fa Ichino dell'intesa del 4 febbraio 2011.
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Re: La resa di Brunetta

Messaggioda lucameni il 07/02/2011, 22:40

Una riforma che nasce aborto fin dall'inizio.
Non vedo resa per il semplice fatto che non ho mai visto un'autentica battaglia.
Semmai una rappresentazione teatrale, quello si.
Le battaglie si fanno quando si ha una strategia, le truppe e i generali per combattere e per vincere una guerra. Altrimenti credo si debba chiamare in altro modo.
In una P.A. già ben organizzata, con front office, formazione del personale adeguata poteva avere un senso, salvo le rigidità del 25% etc etc, assolutamente illogiche stante le diversità delle amministrazioni.
Da me è bastata una parziale applicazione per vederne gli effetti di caos e disincentivazione: ovvero la chiacchiera e la presa di culo dei cittadini (volutamente?) inconsapevoli.
Nasce cazzata e finisce cazzata.
Con immenso rammarico per quanto di serio si può vedere e sperimentare nelle amministrazione pubbliche degli altri paesi dell'europa civile.
Non so quanti di voi lavorino come funzionari e dirigenti nella P.A. ma l'idea che la riforma Brunetta, quella dei tornielli (ridicolo applicarlo ai magistrati che lavorano da sempre redigendo le sentenze e gli atti nei propri studi), forse pensando ad un benaltrismo accettabile (io la vedo come un voluto fumo propagandistico), sia la soluzione ai problemi della P.A. è quanto meno singolare.
Delle due l'una: o si è in malafede o non si sa di cosa si sta parlando. Forse spesso un mix di ambedue le cose.
Sono argomenti complessi, incancreniti da anni di menefreghismo, uso clientelare della P.A., e appunto per questo non meritano di essere archivati con il consueto spirito da guelfi e ghibellini tipo riformisti e conservatori.
Qua non è affatto facile distinguere chi racconta balle (magari molto bene) da chi magari è in buona fede (ma dice cazzate).
Di certo sarebbe il caso di entusiasmarsi meno alle teorie che sono state proposte ed entrare nel merito, tipo la necessità (autentica) di diversificare gli incentivi ai lavoratori, accettando magari anche osservazioni di chi nella P.A. ci vive e spera di fare il proprio dovere con coscienza.
Il resto è frutto del solito vizio italiano: informazione farlocca e superficialità spacciata per riformismo (che spesso non riforma un accidente).
Ultima modifica di lucameni il 07/02/2011, 23:03, modificato 5 volte in totale.
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Re: La resa di Brunetta

Messaggioda ranvit il 07/02/2011, 22:40

Nel 3d da me aperto c'era anche la "traduzione" non in politichese...
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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