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Uomo povero, donna matura

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Re: Uomo povero, donna matura

Messaggioda flaviomob il 30/01/2011, 14:51



"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
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Re: Uomo povero, donna matura

Messaggioda Manuela il 30/01/2011, 16:31

Discuto:
1) che Silvio sia un bravo comunicatore
2) che abbia fondato un impero economico con le sue capacità
3) che le mondine di Molinella possano rappresentare uno spaccato realistico delle donne italiane

1) non confondiamo la capacità di comunicare con il dispiegamento di mezzo di comunicazione. Se ripercorriamo la parabola di Berlusconi vediamo che, all'inizio, ha potuto convincere la maggioranza degli elettori con una promessa di modernità e di rimessa in moto di un'Italia bloccata. E' vero che la ricetta per farlo portava (come si è visto poi... ma i più lungimiranti lo avevano visto fin da allora) esattamente dalla parte opposta, ma l'esigenza era vera ed urgente... e, del resto, lo è ancora più che mai. In seguito ha messo in campo uno spiegamento di forze di comunicazione mai visto, e che mai sarebbe stato tollerato in un paese democratico; e non penso tanto ai tiggì o ad alcuni talk show (che dubito abbiano una possibilità reale di far cambiare idea alle persone), ma alla sub-cultura diffusa attraverso le televisioni, alle ospitate nei programmi di intrattenimento (cosa alla quale la sinistra ha prontamente ceduto), alla progressiva commistione fra politica e spettacolo, venduta come "modernità". Sono invece molto d'accordo con Curzio Maltese (Venerdì di Repubblica, questa settimana), quando sostiene che l'esperienza berlusconiana è caratterizzata dal vecchio, dal sorpassato, dall'incapacità di capire fenomeni nuovi, come Internet o la globalizzazione: ovviamente è ben compreso in un paese di vecchi. En passant, Berlusconi, a mano a mano che ci propina i suoi proclami televisivi, assomglia sempre di più a Kim Il Sung, anche fisicamente... :(

2) l'impero di Berlusconi si è fondato non certo sul suo merito, ma sull'appoggio della mafia e di una parte consistente della politica della prima repubblica. Per permettergli di creare un impero televisivo, sono state fatte leggi apposta per lui, a partire dalla famosa legge Mammì; poi naturalmente, non è stato difficile rafforzarlo durante gli anni di governo. Non sto a dilungarmi sulle timidezze e gli errori della sinistra in questo campo: sono cose che fanno male solo a pensarci. Non mi dilungo, ma sono veri e pesano come macigni.

3) Mia madre ha fatto la mondina,e ancora maledice quel tempo; un tempo in cui le donne povere non avevano molta scelta. Da allora però le donne hanno conquistato il diritto di voto, il diritto di famiglia, il divorzio, la possibilità di una scelta consapevole della maternità, sono diventate chirurghi, magistrati, capitani d'azienda... per fortuna nostra le "vere" donne italiane coprono una molteplicità di ruoli e di presenze difficilmente rappresentabili da un simbolo univoco. Se dovessi proprio sceglierlo, sceglierei questo:
http://vimeo.com/19258116
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Re: Uomo povero, donna matura

Messaggioda flaviomob il 30/01/2011, 18:16

E' sempre un piacere leggerti, Manuela.
Io credo che se le donne hanno ottenuto i diritti, o meglio parte dei diritti che loro spettavano, un po' di merito ce lo avranno pur avuto le lotte delle mondine, non credi? Sai che Bella ciao in origine era un canto delle mondine?
Per quanto riguarda Silvio: d'accordo su tutto. Ma bisogna ammettere che nel campo della comunicazione è sempre stato un mostro, soprattutto nel manipolare gli istinti più bassi del 'target' a cui voleva arrivare e nell'assicurarsi, tramite 'amicizie' prezzolate, l'accesso ai mezzi di comunicazione di massa.
Un abbraccio alla mamma mondina!

http://www.youtube.com/watch?v=3iNMuOSRreY

http://www.youtube.com/watch?v=xydK6lHYPYY


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Re: Uomo povero, donna matura

Messaggioda gabriele il 30/01/2011, 19:28

Manuela ha scritto:Discuto:
1) che Silvio sia un bravo comunicatore
2) che abbia fondato un impero economico con le sue capacità
3) che le mondine di Molinella possano rappresentare uno spaccato realistico delle donne italiane

1) non confondiamo la capacità di comunicare con il dispiegamento di mezzo di comunicazione. Se ripercorriamo la parabola di Berlusconi vediamo che, all'inizio, ha potuto convincere la maggioranza degli elettori con una promessa di modernità e di rimessa in moto di un'Italia bloccata. E' vero che la ricetta per farlo portava (come si è visto poi... ma i più lungimiranti lo avevano visto fin da allora) esattamente dalla parte opposta, ma l'esigenza era vera ed urgente... e, del resto, lo è ancora più che mai. In seguito ha messo in campo uno spiegamento di forze di comunicazione mai visto, e che mai sarebbe stato tollerato in un paese democratico; e non penso tanto ai tiggì o ad alcuni talk show (che dubito abbiano una possibilità reale di far cambiare idea alle persone), ma alla sub-cultura diffusa attraverso le televisioni, alle ospitate nei programmi di intrattenimento (cosa alla quale la sinistra ha prontamente ceduto), alla progressiva commistione fra politica e spettacolo, venduta come "modernità". Sono invece molto d'accordo con Curzio Maltese (Venerdì di Repubblica, questa settimana), quando sostiene che l'esperienza berlusconiana è caratterizzata dal vecchio, dal sorpassato, dall'incapacità di capire fenomeni nuovi, come Internet o la globalizzazione: ovviamente è ben compreso in un paese di vecchi. En passant, Berlusconi, a mano a mano che ci propina i suoi proclami televisivi, assomglia sempre di più a Kim Il Sung, anche fisicamente... :(

2) l'impero di Berlusconi si è fondato non certo sul suo merito, ma sull'appoggio della mafia e di una parte consistente della politica della prima repubblica. Per permettergli di creare un impero televisivo, sono state fatte leggi apposta per lui, a partire dalla famosa legge Mammì; poi naturalmente, non è stato difficile rafforzarlo durante gli anni di governo. Non sto a dilungarmi sulle timidezze e gli errori della sinistra in questo campo: sono cose che fanno male solo a pensarci. Non mi dilungo, ma sono veri e pesano come macigni.

3) Mia madre ha fatto la mondina,e ancora maledice quel tempo; un tempo in cui le donne povere non avevano molta scelta. Da allora però le donne hanno conquistato il diritto di voto, il diritto di famiglia, il divorzio, la possibilità di una scelta consapevole della maternità, sono diventate chirurghi, magistrati, capitani d'azienda... per fortuna nostra le "vere" donne italiane coprono una molteplicità di ruoli e di presenze difficilmente rappresentabili da un simbolo univoco. Se dovessi proprio sceglierlo, sceglierei questo:
http://vimeo.com/19258116



Noto con piacere che la provocazione ha dato i suoi frutti. Però manca ancora un passaggio.

Aldilà dell'argomento discusso nell'articolo che, come ho già accennato in premessa, ritengo sia assurdo, siamo concordi o no che dal punto di vista comunicativo Silvio ci sa fare e ci sta annientando?

Se non cade prima, fra un po' risulterà che ad Arcore il buon Silvio faceva incontri di preghiera...

Come mai è così bravo? E perché i NOSTRI non sono capaci?

Comunicare ad un potenziale elettorato che non conosce la politica italiana degli ultimi 20 anni, non sa che ruolo giochi il Capo dello Stato e magari non conosce nemmeno il suo nome e che magari intende la par conditio come una ricetta per condire l'insalata, è ESSENZIALE per vincere.

Perché Prodi lo sconfisse 2 volte su 2? Solo per un certo assetto politico? Per l'enorme dispiego massivo di mezzi di comunicazione a favore del suo avversario?

O forse perché riusciva, magari in parte, a comunicare anche con persone che dei ragionamenti che si fanno nel csx nè capiscono poco o li reputano chiacchere?
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Re: Uomo povero, donna matura

Messaggioda Iafran il 30/01/2011, 20:30

gabriele ha scritto:Sembra una cosa assurda, ma capire questo linguaggio, che può sembrare demenziale se non "amorale" potrebbe essere la chiave di lettura che potrebbe condurre il centrosinistra alla vittoria.

Mi sembra che siano stati i nostri rappresentanti politici a vanificare le vittorie elettorali "espugnate" da noi elettori a denti stretti, nonostante i potenti mezzi leciti ed illeciti a disposizione del "premierissimo" (affascinante e seducente solo per colombelle ed escort).

gabriele ha scritto:Il successo offende e il sorriso irrita.

L'articolo di Salvator Sostres de "El Mundo", probabilmente è una traduzione "integrata" di qualche articolista di "Libero", "il Giornale", "Corriere della Sera", etc. (che io non avrei mai letto) .

"Il successo offende e il sorriso irrita", scrive Sostres!
Ne convengo anch'io! Penso che sia causato da quel "berlusconismo" che, probabilmente è in tutti noi (da dimostrare, però), presente sicuramente in quelli che lo adorano, lo imitano, lo reclamano, lo votano e che se lo sono preso come "capo spirituale e politico".
Eppure a questi benpensanti giornalisti "berlusconisti" dovrebbe pur dire qualcosa il fiorire delle sette più strane su questo mondo, a cui guardano con interesse particolari menti, non tutte ma solo quelle ... "non forti" (mi sembra)!
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Re: Uomo povero, donna matura

Messaggioda annalu il 31/01/2011, 14:40

gabriele ha scritto:Come mai è così bravo? E perché i NOSTRI non sono capaci?
[...]
Perché Prodi lo sconfisse 2 volte su 2? Solo per un certo assetto politico? Per l'enorme dispiego massivo di mezzi di comunicazione a favore del suo avversario?

O forse perché riusciva, magari in parte, a comunicare anche con persone che dei ragionamenti che si fanno nel csx nè capiscono poco o li reputano chiacchere?

Al volo.
Queste osservazioni di Gabriele mi paiono molto interessanti, e provo ad accennare una possibile risposta.
Dunque, prima di tutto condivido ciò che ha illustrato Manuela riguardo ai primi successi del B., basati sulla illusoria speranza di un possibile rinnovamento. In seguito il potere mediatico ha fatto il resto, e i "nostri" non sono stati capaci di contrapporre nulla di altrettanto efficace.
Ma Prodi sì: come mai?
Le critiche che tutti, non solo avversari, hanno sempre fatto a Prodi è proprio di essere poco capace di comunicare. Allora, come è riuscito a convincere?
Secondo me, oltre all'uso di efficaci tecniche di comunicazione, è molto importante ciò che si comunica, la sostanza di ciò che si intende comunicare.
In Prodi, la sostanze c'era, ed era efficacissima. Prima di tutto l'uomo: una persona per bene, onesta, che non approfitta del proprio ruolo: spesso leggo citata l'immagine di un Prodi con famiglia che parte per le vacanze (in Versilia, non a Montecarlo) caricando personalmente i bagagli sulla sua macchina privata, o anche le sue immagini sui campi di sci, sempre con la moglie, e vestito come ci si aspetta si vesta un normale villeggiante (e ci facevano su dell'ironia, i destri, senza rendersi conto di fargli pubblicità): poi il politico onesto e concreto, che non prometteva illusioni. Non è un caso che, quando si è trovato a competere faccia a faccia con B., è sempre stato Prodi a prevalere: perché la realtà dei fatti vale più della pura tecnica pubblicitaria.
E gli altri dei nostri?
Purtroppo, a mio parere, si presentano come vecchi stereotipi, appaiono mestieranti della politica e null'altro.
Fanno eccezione da una parte Vendola, che sa parlare bene e si presenta come personaggio del tutto originale (ma inadatto a fare il presidente del consiglio, direi) e dall'altra, a mio parere, Bersani.
A me Bersani pare proprio quella figura sottotono che può fare da contraltare al chiassoso Berlusca. Persona solida e modesta, bada al concreto, ed ha al suo attivo le uniche vere riforme fatte da un ministro dell'economia.
Insomma, a me Bersani ispira fiducia, e in questo momento mi pare l'unico.
Certo, se si liberasse di certe zavorre sarebbe meglio, ma forse se gli diamo fiducia, potrà anche riuscirci.

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Montanelli : "La sconfitta è il blasone delle anime nobili"

Messaggioda Iafran il 01/02/2011, 11:16

(per non essere condizionati da "quel che passa il convento" nella politica italiana)

Nella sua "Stanza" sul Corriere della Sera del 31/12/97, Indro Montanelli risponde ad un docente di Lonigo (VI) che gli esprimeva lo sconcerto di una scolaresca liceale alla lettura del poscritto del libro "L'Italia dell'Ulivo", scritto insieme a Cervi ("le chiedo di darmi un aiuto e di non lasciarmi solo nel guado: che dire ai miei ragazzi per far capire loro che dopo (o in mezzo) a tanta negatività, a tanto buio occorre andare a cercare in questa Italia la luce dell'onestà, della professionalità e dei valori costituzionali? Le chiedo cortesemente di rispondere per loro. Alberto Bellieni").
Il grande giornalista, dissertando sotto il titolo "La sconfitta è il blasone delle anime nobili", scrive così:

- - -
Caro Bellieni, Mi dispiace di averla messo in condizione d'imbarazzo nei confronti dei suoi ragazzi. Purtroppo, per aiutarla a trarsene fuori, non posso che darle un consiglio. Dica, a questi ragazzi, da parte mia, due cose.
La prima e' che mi sono pentito di avere scritto quel capitolo, e che me ne pento proprio per loro, e per tutti i ragazzi come loro: non si ha, non si dovrebbe avere il diritto di inoculare nei giovani tanto pessimismo, che potrebbe agire su di loro come un paralizzante veleno. Purtroppo, in quel momento il libro era gia' nelle vetrine e sui banchi delle librerie: non potevo farci piu' nulla.
La seconda cosa che deve dire ai suoi ragazzi, magari leggendogli direttamente questa "stanza", e' che il diritto di scrivere quel conclusivo capitolo amaro e sconsolato, io me lo sono tuttavia guadagnato in quasi novant'anni di vita, di cui almeno sessantacinque trascorsi nel tentativo appassionato - anche se punteggiato di errori - di contribuire, sia pure in piccola misura, a cambiare le cose, e a persuadere gl'italiani che a cambiarle non bastano cambiamenti di Costituzioni, di leggi, di "regole", e nemmeno di regimi, se prima non cambiamo gl'italiani, cioe' noi stessi, creandoci una coscienza nazionale e civile che ci chiami quotidianamente e senza intermediari a risponderle delle nostre azioni.
Le nostre classi dirigenti, la nostra cultura, la nostra scuola, perfino la nostra famiglia non hanno fatto nulla per coltivare in noi questa coscienza, forse anche per renderci la vita piu' facile, in quanto la coscienza e', per chi ce l'ha, il piu' scomodo dei giudici, l'unico che non possiamo ingannare. Ma e' anche il solo che fa di un uomo un vero uomo, di un cittadino un vero cittadino, di un soldato un vero soldato.
Finche' questo manca, e' inutile cambiare regimi, Costituzioni, leggi e regole: troveremo sempre il modo di aggirarle. Io ho perso, cari ragazzi, questa battaglia. Ma per sessantacinque anni l'ho fatta rompendomici spesso la testa. Voi dovete ancora cominciarla, e quindi non avete per ora il diritto di giungere alle mie conclusioni. Avete invece il dovere di rifiutarle e di dire a voi stessi, e l'uno all'altro, sputando magari sul mio nome: "Noi questa battaglia la vinceremo". E infatti, se siete uniti e risoluti, potete vincerla.
Ma anche se vincerla non potrete, un compenso lo avrete: quello di potervi guardare nello specchio senza arrossire di voi stessi, perche' allo specchio, cioe' al bilancio della propria vita, prima o poi ci si arriva. E lo specchio non vi giudica dai successi che avrete ottenuto nella corsa al denaro, al potere, agli onori; ma soltanto dalla Causa che avrete servito. Tenendo bene a mente il motto degli hidalgos spagnoli: "La sconfitta e' il blasone delle anime nobili".*

http://archiviostorico.corriere.it/1997 ... 3362.shtml
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Re: Uomo povero, donna matura

Messaggioda flaviomob il 01/02/2011, 21:29

Iafran... che dire... certe parole fanno bene all'animo, soprattutto in tempi cupi. Grazie!!! :)


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