Ora tocca alla Liguria....
http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/12 ... era/83994/
Ndrangheta in Liguria
A rischio il comune di Bordighera
I carbinieri denunciano infiltrazioni nell'amministrazione di centrodestra, che rischia il commissariamento. La bolla scoppia nel regno di Scajola, ma lui spara a zero su chi dipinge la Riviera come dominio mafioso
“Nel 2006 il Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Imperia concludeva un’indagine su un concreto interessamento delle famiglie calabresi alle elezioni comunali e ai lavori pubblici di Bordighera” (nel 2007 il centrodestra ha vinto). Non solo. I night club dove si esercitava la prostituzione, gestiti da presunti appartenenti alla criminalità organizzata, erano affiliati a organizzazioni sportive. Tra i loro dirigenti c’era anche il vice-sindaco di Bordighera, Mario Iacobucci (non indagato).
Sono soltanto alcuni dei passaggi delle 16 pagine firmate dai Carabinieri. È il documento che gli investigatori hanno inviato alla Commissione d’accesso perché decida se commissariare il Comune di Bordighera per infiltrazioni mafiose (sarebbe il secondo caso al Nord, dopo quello di Bardonecchia, quindici anni fa). La risposta della Commissione è attesa a giorni, ma a leggere il rapporto restano pochi dubbi. E, secondo indiscrezioni, la Commissione sarebbe orientata per lo scioglimento. L’ultima parola spetterà al ministero dell’Interno di Roberto Maroni.
La battaglia sarà dura. Lo Stato ammetterebbe che la ‘Ndrangheta ha messo radici nella terra di Claudio Scajola. Ancora pochi giorni fa, alla cena natalizia del centrodestra, l’ex ministro ha sparato a zero contro “chi dipinge la Riviera come dominio della ‘Ndrangheta”. Accanto a lui proprio Giovanni Bosio, sindaco di Bordighera, applaudiva. Allora il caso Bordighera creerà più di una tensione nella maggioranza. Da una parte il Pdl per il quale lo scioglimento sarebbe uno schiaffo. Dall’altra il ministero dell’Interno che dovrà far capire se davvero la Lega vuole affrontare a muso duro le infiltrazioni della ‘Ndrangheta al Nord. La Lega a Bordighera vanta esponenti di primo piano come Giulio Viale (assessore della Giunta che si è dimesso dopo l’inchiesta e padre di Sonia Viale, sottosegretario all’Economia).
Nel Ponente ligure ormai gli incendi di locali non si contano. Così le auto bruciate. Non solo: sono state arrestate 4 persone, forse un gruppo di fuoco arrivato dalla Calabria per un attentato contro un consigliere Pd.
Inoltre a maggio il re del cemento Pier Giorgio Parodi (sua figlia ha realizzato con Francesco Caltagirone Bellavista il Porto di Imperia, voluto da Scajola), fu aggredito e la sua macchina crivellata di colpi di lupara. Parodi non fece denuncia. Anzi, ha dichiarato: “Mi spiace per quelle persone che sicuramente pensavano di fare uno scherzo. È stata una sciocchezza”. Già, ormai a leggere le cronache Imperia sembra la Calabria. E le richieste di pizzo da seimila euro alla settimana passano inosservate.
La relazione dei Carabinieri contiene una novità: l’affiliazione dei locali dove si esercitava la prostituzione ad associazioni sportive che tra i dirigenti contavano membri di primo piano del Pdl e del Comune di Bordighera: “Le indagini della Procura di Sanremo hanno documentato in modo inconfutabile un’attività di meretricio all’interno del Night Arcobaleno… il locale risulta affiliato all’Asi (Alleanza Sportiva Italiana), associazione senza fine di lucro che si prefigge, secondo lo statuto, lo scopo di contribuire allo sviluppo tra tutti i cittadini della pratica sportiva”. Ma, per gli investigatori, l’Arcobaleno non avrebbe mai svolto attività sportive. Ancora: la sua affiliazione “era subordinata all’accoglimento della domanda da parte della direzione generale dell’Asi”. E qui il passaggio più delicato: “La direzione generale ha accertato la sussistenza dei requisiti del night club Arcobaleno… Non resta che verificare l’identità dei componenti della direzione centrale Asi che hanno deliberato l’affiliazione…”, tra essi c’è anche “Mario Iacobucci, vice-sindaco di Bordighera”.
Non finisce qui. Annotano i Carabinieri: “Nel corso dei controlli presso il night club emergeva la presenza di molte giovani donne dell’Est e di numerosi pregiudicati calabresi, ritenuti vicini alla ‘Ndrangheta”. Gli investigatori sottolineano: “Nel giugno 2009 i Carabinieri scrivevano al sindaco di Bordighera chiedendogli di comunicare eventuali provvedimenti adottati nei confronti del locale… Al 13 giugno 2010 (un anno dopo, ndr) il sindaco non aveva ancora risposto né adottato provvedimenti di chiusura… a fronte della grave situazione di illegalità l’ufficio Commercio del Comune si affrettava a emettere una semplice diffida al rispetto degli orari per gli alcolici”. Ma il rapporto dei Carabinieri ritrae una cittadina dove la criminalità organizzata ormai si presenta a viso aperto. Assessori dichiarano di essere minacciati e girano con la pistola. E poi botte e minacce a poliziotti. Al centro dell’inchiesta proprio due night (tra cui l’Arcobaleno) e la disputa per l’apertura di una sala per slot machine.
Partendo dallo sfogo dell’assessore al Turismo di Bordighera, Marco Sferrazza, i pm di Sanremo hanno scritto: “Dopo aver espresso in giunta la sua contrarietà alla sala giochi, Sferrazza aveva ricevuto a casa la visita di Giovanni Pellegrino e Francesco Barilaro (anch’egli pregiudicato e noto a questo ufficio) che, pur senza esplicite minacce, gli avevano chiesto conto di quel suo atteggiamento contrario”. Sferrazza ammise “di non aver più chiuso occhio… di dormire con la pistola sotto il cuscino”. Ma l’assessore riferì altri episodi. Raccontò che Pellegrino e Barilaro gli avrebbero detto: “Però quando avete avuto bisogno di voti noi vi abbiamo aiutato”. Sferrazza avrebbe sostenuto: “Il sindaco era favorevole all’apertura della sala giochi perché aveva favori da rendere”.
I Carabinieri alla ricerca di riscontri hanno sentito altri assessori: Ugo Ingenito (Cultura) “conferma le circostanze” riferite da Sferrazza. Rocco Fonti (Ambiente) invece nega tutto. Proprio quel Fonti che Sferrazza avrebbe indicato come uno dei due possibili responsabili della fuga di notizie dopo le riunioni di Giunta. E i magistrati dimostrano di non credere a Fonti, nell’ordinanza parlano di “dichiarazioni palesemente menzognere”, ricordano il racconto di un dirigente del Comune al quale l’assessore Fonti si sarebbe presentato proprio in compagnia di Pellegrino per parlare di slot machine. La famiglia Pellegrino era nota da anni. Nel 2009 i poliziotti chiamati ad arrestare Roberto Pellegrino furono accolti con botte e minacce: “Ti scanno, so dove abiti, ti vengo a prendere quando voglio”. Il fratello Giovanni, tanto per chiarire chi comandava, chiamò lo zio dell’agente e gli disse che “se qualcuno avesse toccato suo fratello Roberto avrebbe sparato al nipote e gli avrebbe staccato la testa”.
“Non devo favori a nessuno. E non è possibile che l’assessore Sferrazza possa avermi chiamato in causa. Comunque la sala giochi non è stata aperta. Noi siamo al fianco della Procura”, ha sempre dichiarato il sindaco Bosio del Pdl (non indagato). La relazione dei Carabinieri sembra segnare un via precisa alla Commissione e al ministero dell’Interno. Ma a Bordighera più d’uno teme che possa finire come per il Comune di Fondi. Nessuno scioglimento, dimissioni e tutti a casa come se niente fosse. Con la possibilità per sindaco e assessori di ricandidarsi.
da Il fatto quotidiano del 29 dicembre 2010