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Il Pdl e la Ndrangheta settentrionale

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Il Pdl e la Ndrangheta settentrionale

Messaggioda flaviomob il 02/01/2011, 13:33

Ora tocca alla Liguria....

http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/12 ... era/83994/

Ndrangheta in Liguria
A rischio il comune di Bordighera

I carbinieri denunciano infiltrazioni nell'amministrazione di centrodestra, che rischia il commissariamento. La bolla scoppia nel regno di Scajola, ma lui spara a zero su chi dipinge la Riviera come dominio mafioso
“Nel 2006 il Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Imperia concludeva un’indagine su un concreto interessamento delle famiglie calabresi alle elezioni comunali e ai lavori pubblici di Bordighera” (nel 2007 il centrodestra ha vinto). Non solo. I night club dove si esercitava la prostituzione, gestiti da presunti appartenenti alla criminalità organizzata, erano affiliati a organizzazioni sportive. Tra i loro dirigenti c’era anche il vice-sindaco di Bordighera, Mario Iacobucci (non indagato).

Sono soltanto alcuni dei passaggi delle 16 pagine firmate dai Carabinieri. È il documento che gli investigatori hanno inviato alla Commissione d’accesso perché decida se commissariare il Comune di Bordighera per infiltrazioni mafiose (sarebbe il secondo caso al Nord, dopo quello di Bardonecchia, quindici anni fa). La risposta della Commissione è attesa a giorni, ma a leggere il rapporto restano pochi dubbi. E, secondo indiscrezioni, la Commissione sarebbe orientata per lo scioglimento. L’ultima parola spetterà al ministero dell’Interno di Roberto Maroni.

La battaglia sarà dura. Lo Stato ammetterebbe che la ‘Ndrangheta ha messo radici nella terra di Claudio Scajola. Ancora pochi giorni fa, alla cena natalizia del centrodestra, l’ex ministro ha sparato a zero contro “chi dipinge la Riviera come dominio della ‘Ndrangheta”. Accanto a lui proprio Giovanni Bosio, sindaco di Bordighera, applaudiva. Allora il caso Bordighera creerà più di una tensione nella maggioranza. Da una parte il Pdl per il quale lo scioglimento sarebbe uno schiaffo. Dall’altra il ministero dell’Interno che dovrà far capire se davvero la Lega vuole affrontare a muso duro le infiltrazioni della ‘Ndrangheta al Nord. La Lega a Bordighera vanta esponenti di primo piano come Giulio Viale (assessore della Giunta che si è dimesso dopo l’inchiesta e padre di Sonia Viale, sottosegretario all’Economia).

Nel Ponente ligure ormai gli incendi di locali non si contano. Così le auto bruciate. Non solo: sono state arrestate 4 persone, forse un gruppo di fuoco arrivato dalla Calabria per un attentato contro un consigliere Pd.
Inoltre a maggio il re del cemento Pier Giorgio Parodi (sua figlia ha realizzato con Francesco Caltagirone Bellavista il Porto di Imperia, voluto da Scajola), fu aggredito e la sua macchina crivellata di colpi di lupara. Parodi non fece denuncia. Anzi, ha dichiarato: “Mi spiace per quelle persone che sicuramente pensavano di fare uno scherzo. È stata una sciocchezza”. Già, ormai a leggere le cronache Imperia sembra la Calabria. E le richieste di pizzo da seimila euro alla settimana passano inosservate.

La relazione dei Carabinieri contiene una novità: l’affiliazione dei locali dove si esercitava la prostituzione ad associazioni sportive che tra i dirigenti contavano membri di primo piano del Pdl e del Comune di Bordighera: “Le indagini della Procura di Sanremo hanno documentato in modo inconfutabile un’attività di meretricio all’interno del Night Arcobaleno… il locale risulta affiliato all’Asi (Alleanza Sportiva Italiana), associazione senza fine di lucro che si prefigge, secondo lo statuto, lo scopo di contribuire allo sviluppo tra tutti i cittadini della pratica sportiva”. Ma, per gli investigatori, l’Arcobaleno non avrebbe mai svolto attività sportive. Ancora: la sua affiliazione “era subordinata all’accoglimento della domanda da parte della direzione generale dell’Asi”. E qui il passaggio più delicato: “La direzione generale ha accertato la sussistenza dei requisiti del night club Arcobaleno… Non resta che verificare l’identità dei componenti della direzione centrale Asi che hanno deliberato l’affiliazione…”, tra essi c’è anche “Mario Iacobucci, vice-sindaco di Bordighera”.

Non finisce qui. Annotano i Carabinieri: “Nel corso dei controlli presso il night club emergeva la presenza di molte giovani donne dell’Est e di numerosi pregiudicati calabresi, ritenuti vicini alla ‘Ndrangheta”. Gli investigatori sottolineano: “Nel giugno 2009 i Carabinieri scrivevano al sindaco di Bordighera chiedendogli di comunicare eventuali provvedimenti adottati nei confronti del locale… Al 13 giugno 2010 (un anno dopo, ndr) il sindaco non aveva ancora risposto né adottato provvedimenti di chiusura… a fronte della grave situazione di illegalità l’ufficio Commercio del Comune si affrettava a emettere una semplice diffida al rispetto degli orari per gli alcolici”. Ma il rapporto dei Carabinieri ritrae una cittadina dove la criminalità organizzata ormai si presenta a viso aperto. Assessori dichiarano di essere minacciati e girano con la pistola. E poi botte e minacce a poliziotti. Al centro dell’inchiesta proprio due night (tra cui l’Arcobaleno) e la disputa per l’apertura di una sala per slot machine.

Partendo dallo sfogo dell’assessore al Turismo di Bordighera, Marco Sferrazza, i pm di Sanremo hanno scritto: “Dopo aver espresso in giunta la sua contrarietà alla sala giochi, Sferrazza aveva ricevuto a casa la visita di Giovanni Pellegrino e Francesco Barilaro (anch’egli pregiudicato e noto a questo ufficio) che, pur senza esplicite minacce, gli avevano chiesto conto di quel suo atteggiamento contrario”. Sferrazza ammise “di non aver più chiuso occhio… di dormire con la pistola sotto il cuscino”. Ma l’assessore riferì altri episodi. Raccontò che Pellegrino e Barilaro gli avrebbero detto: “Però quando avete avuto bisogno di voti noi vi abbiamo aiutato”. Sferrazza avrebbe sostenuto: “Il sindaco era favorevole all’apertura della sala giochi perché aveva favori da rendere”.

I Carabinieri alla ricerca di riscontri hanno sentito altri assessori: Ugo Ingenito (Cultura) “conferma le circostanze” riferite da Sferrazza. Rocco Fonti (Ambiente) invece nega tutto. Proprio quel Fonti che Sferrazza avrebbe indicato come uno dei due possibili responsabili della fuga di notizie dopo le riunioni di Giunta. E i magistrati dimostrano di non credere a Fonti, nell’ordinanza parlano di “dichiarazioni palesemente menzognere”, ricordano il racconto di un dirigente del Comune al quale l’assessore Fonti si sarebbe presentato proprio in compagnia di Pellegrino per parlare di slot machine. La famiglia Pellegrino era nota da anni. Nel 2009 i poliziotti chiamati ad arrestare Roberto Pellegrino furono accolti con botte e minacce: “Ti scanno, so dove abiti, ti vengo a prendere quando voglio”. Il fratello Giovanni, tanto per chiarire chi comandava, chiamò lo zio dell’agente e gli disse che “se qualcuno avesse toccato suo fratello Roberto avrebbe sparato al nipote e gli avrebbe staccato la testa”.

“Non devo favori a nessuno. E non è possibile che l’assessore Sferrazza possa avermi chiamato in causa. Comunque la sala giochi non è stata aperta. Noi siamo al fianco della Procura”, ha sempre dichiarato il sindaco Bosio del Pdl (non indagato). La relazione dei Carabinieri sembra segnare un via precisa alla Commissione e al ministero dell’Interno. Ma a Bordighera più d’uno teme che possa finire come per il Comune di Fondi. Nessuno scioglimento, dimissioni e tutti a casa come se niente fosse. Con la possibilità per sindaco e assessori di ricandidarsi.

da Il fatto quotidiano del 29 dicembre 2010


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Re: Il Pdl e la Ndrangheta settentrionale

Messaggioda pianogrande il 02/01/2011, 15:19

Dopo l'intervento di Saviano a vieni via con me che tanto diede fastidio alla lega e provocò quella maldestra reazione del ministro Maroni, si ha sempre meno paura, ci si sente sempre più legittimati a parlare di Mafia al nord e lega coinvolta.

Che Dio ci conservi Saviano (o, più laicamente, che ce lo conservi la sua scorta di carabinieri a cui va il mio ringraziamento).
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Il Pdl e la Ndrangheta settentrionale

Messaggioda matthelm il 03/01/2011, 19:33

Magra consolazione...
Se si può, aggiungerei un "lievissimo" appunto a Saviano e Favio che avevano permesso a Maroni un bel spot pro Lega!

Come recita quel proverbio? Forti con i deboli e deboli con i forti... Ma si sa è vicino a "noi"... Vabbé.
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Re: Il Pdl e la Ndrangheta settentrionale

Messaggioda flaviomob il 03/01/2011, 19:54

Direi che Saviano c'entra poco, in quanto ospite (seppur fisso ed importante), mentre Fazio Maroni se l'è trovato imposto obtorto collo; certamente il conduttore non è in grado di impedire, con le pressioni che il governo è in grado ogni momento di esercitare sulla Rai, un intervento di un ministro in una trasmissione di una rete 'pubblica'... Già ha fatto miracoli per mettere in piedi il programma (ma in Italia bisogna sempre sparare, sempre, sulla Croce Rossa...), addirittura richiedendo partecipazioni non retribuite...


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Re: Il Pdl e la Ndrangheta settentrionale

Messaggioda matthelm il 03/01/2011, 20:02

Non io sparo sulla croce rossa... anche perché Fazio non è di quell'associazione... è della mezzaluna rossa.
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Re: Il Pdl e la Ndrangheta settentrionale

Messaggioda flaviomob il 05/01/2011, 3:16

Ci sarà la lunga mano della criminalità organizzata anche dietro a questa storia? Secondo me non è improbabile...


98 miliardi in cerca di riscossione
Pubblicato da Pierpaolo Farina in Economia&Finanza, Il Rompiballe, Politica&Morale

Nel Paese del Bunga-Bunga, dei sacrifici per molti e dei privilegi per pochi, non poteva mancare l’ennesima notiziola (ignorata da giornali e media perlopiù) che fa gridare allo scandalo e alla vergogna, ma che difficilmente sarà nota al grande pubblico (quello che una volta si chiamava popolo).

Ed eccola, infatti, puntuale, con una sentenza del Consiglio di Stato che è passata del tutto inosservata, e che riapre l’annoso caso di quei 98 miliardi di euro in cerca di riscossione, di cui avevo parlato già nell’ottobre 2007 in seguito all’inchiesta del Secolo XIX, e che sicuramente farebbero comodo ad uno Stato che ha tagliato dappertutto per far quadrare i conti di bilancio.

98 miliardi di euro valgono infatti quanto tre manovre finanziarie e circa 10 dei famosi tesoretti della buonanima di Padoa-Schioppa: abbastanza per risanare e investire in tutti quei settori strategici, primo fra tutti università e ricerca, in cui il Governo ha tagliato per 3 anni.

Torniamo al principio: nel 2006 finisce sulla scrivania dell’allora vice-ministro Visco un rapporto della Guardia di Finanza, che dimostra come lo Stato stia perdendo svariati miliardi di euro a causa di penali non pagate dai circuiti delle slot machines, che non risultavano collegati alla rete informatica. A questo rapporto si aggiunge un’altra indagine della Corte dei Conti.

La notizia sarebbe rimasta seppellita sulla scrivania di Visco, se non fosse stata rilanciata dal Secolo XIX e, soprattutto, dal blog di Beppe Grillo. Prodi ai tempi, dopo vibranti polemiche, disse: “non ci sarà alcun colpo di spugna”, sebbene inizialmente avesse detto che bisognava essere cauti perché le aziende multate in questione erano quotate in Borsa.

Il problema, come al solito, non è tanto di ordine economico, ma politico-morale: difatti la commistione tra partiti e i circuiti delle slot machines è massima e indecente.

La sola Società Atlantis (oggi BPlus), colosso mondiale nel settore delle slot machines, dovrebbe pagare 31 miliardi di euro, se non fosse che diversi suoi esponenti erano organici ad Alleanza Nazionale (primo fra tutti Amedeo Laboccetta, finiano ora passato con Berlusconi). Così come era la sorella di Gianni Alemanno a gestire i Monopoli, che hanno rinegoziato le concessioni con penali molto più vantaggiose delle precedenti (ovviamente per i privati, non per lo Stato).

Ora si rischia di mettere una pietra tombale definitiva su quei 98 miliardi in cerca di riscossione, depauperando dunque le casse statali per favorire interessi privati. Possibile che a pagare siano sempre i soliti?

La Sinistra vuole tornare a vincere le elezioni? Cominci a farlo dando l’esempio e stando dalla parte dei più deboli. In caso contrario, non si lamentino che la gente rimpiange Berlinguer e i giovani si tengono lontani dalla politica: la richiesta di una politica con la P maiuscola non è anti-politica e nemmeno la causa del disastro attuale. È la conseguenza.

Prima ne prenderanno atto, prima si vincerà la sfida più importante, quella culturale, contro il Berlusconismo.

Perché come disse una volta Gaber: “Non temo Berlusconi in sé, temo Berlusconi in me.”

http://www.enricoberlinguer.it/qualcosa ... tra/?p=763
http://orgogliodemocratico.ilcannocchia ... iscos.html


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Re: Il Pdl e la Ndrangheta settentrionale

Messaggioda ranvit il 05/01/2011, 12:11

La Sinistra vuole tornare a vincere le elezioni? Cominci a farlo dando l’esempio e stando dalla parte dei più deboli. In caso contrario, non si lamentino che la gente rimpiange Berlinguer e i giovani si tengono lontani dalla politica: la richiesta di una politica con la P maiuscola non è anti-politica e nemmeno la causa del disastro attuale. È la conseguenza.

Prima ne prenderanno atto, prima si vincerà la sfida più importante, quella culturale, contro il Berlusconismo.

Perché come disse una volta Gaber: “Non temo Berlusconi in sé, temo Berlusconi in me.”



Invito da condividere al 100%!
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Il Pdl e la Ndrangheta settentrionale

Messaggioda flaviomob il 10/01/2011, 23:06

La mafia lombarda è sempre più rampicante...

dal Fatto Quotidiano di oggi

Nomine Asl in Lombardia, mozione dell’Idv
per revocare l’incarico all’amico dei boss

Dopo la mobilitazione popolare arriva il sigillo politico per mandare via Pietrogino Pezzano, ex direttore generale dell'Asl di Monza Brianza, promosso all'Asl 1 di Milano
Prima viene ritratto in compagnia dei più influenti boss della ‘ndrangheta lombarda. Quindi va all’incasso della nomina a direttore generale nell’Asl 1, la più grande d’Italia. Adesso, però, la singolare parabola di Pietrogino Pezzano, originario di Palizzi in provincia di Reggio Calabria, rischia di arenarsi sulle secche di una mozione proposta questa sera dall’Italia dei Valori. L’obiettivo è chiaro: “Chiedere a Roberto Formigoni e alla sua giunta di revocare il provvedimento di nomina di Pezzano”. Di più: “Il Consiglio regionale deve dissociarsi nettamente dal provvedimento”.

Il segnale è chiaro. E arriva dopo la mobilitazione messa in piedi da Frediano Manzi e dalla sua associazione Sos racket e usura. L’idea è quella di un sorta di referendum popolare di tutti i cittadini che ricadono sotto il controllo dell’Asl 1 di Milano. Non è finita. Perché pochi giorni fa Roberto Nava, sindaco Pd di Vanzago si è dimesso dal Consiglio di rappresentanza della conferenza dei sindaci. Gli stessi che hanno avuto voce in capitolo per quella nomina. Non così si può dire per Leonardo Marrone, sindaco di Garbagnate che presiede il Consiglio di rappresentanza.

Nel frattempo, la nomina di Pezzano viene definita dall’Italia dei valori “uno schiaffo dato a mano aperta sulla faccia della Lombardia: questa Lombardia che quando si parla di ‘ndrangheta, di sanità e di ruoli perde il valore del buon senso e dell’opportunità”. Queste le parole con cui il consigliere regionale Giulio Cavalli proprio oggi ha annunciato la mozione nei confronti della giunta del Pirellone. Mozione che sarà votata al più presto.

Cavalli prosegue: “Il nome di Pezzano è comparso nelle carte della maxi inchiesta Infinito della Procura di Milano contro la ‘ndrangheta”. Non solo ma il boss Pino Neri, avvocato e massone, oltre che mafioso, lo definisce: “Uno che fa favori a tutti”. L’Idv va avanti e precisa: “Ci sono le intercettazioni che confermano i contatti dell’allora Direttore generale della Asl di Monza con i malavitosi”. Ecco perché “questa nomina è un’enorme occasione persa per lanciare un segnale che nei fatti racconti di una voglia terribile (e bella) di non creare occasioni d’ombra, di pretendere un clima respirabile e cristallino”.

Così dopo la mobilitazione popolare, ora arriva anche il sigillo politico a fotografare una situazione imbarazzante. Difficile, infatti, interpretare il motivo di una tale nomina. Un’azione di forza da parte del centrodestra di fronte alle polemiche sui rapporti tra mafia e politica in Lombardia? O semplice distrazione? Quello che è certo, sottolinea Cavalli, “è che la sera delle nomina (il 23 dicembre, ndr) tra i corridoi si è rivisto Giancarlo Abelli“. Nulla di male in fondo. Se non fosse per un particolare: la presenza del nome del deputato azzurro (non indagato) tra le carte dell’inchiesta Infinito. Citato in particolare per i suoi rapporti con Carlo Antonio Chiariaco, ras della sanità pubblica pavese, ex direttore sanitario dell’Asl di Pavia finito in carcere il 13 luglio per concorso esterno. Non solo. Perché una nomina di questo tipo, dopo che nei mesi passati, si legge nella mozione, “alcune forze politiche del centrosinistra di Monza avevano scritto a Formigoni affinché disponesse la sua sospensione”. E nonostante ciò, prosegue il documento, “il governatore della Regione Lombardia ha confermato Pietrogino Pezzano alla poltrona di Direttore Generale dell’Asl di Monza e Brianza e lo ha recentemente promosso e nominato Direttore Generale dell’Asl Milano 1, la più grande in Lombardia”.

Ora, quindi, la politica dovrà rispondere. In realtà a mezze parole lo ha già fatto per bocca dell’assessore regionale alla Sanità, il leghista Luciano Bresciani. “E’ colpevole solo chi viene condannato”. Queste le frasi con timbro padano che certo fotografano la realtà penale ma non certo quella politica che solleva, quantomeno, dubbi di responsabilità. Pochi giorni dopo la nomina choc, registrata solo in parte dai quotidiani locali, il presidente del Consiglio regionale Davide Boni si era detto disponibile “a sostenere un’azione dei sindaci leghisti”. Azione che c’è stata con Luciano Bassani, primo cittadino leghista di Cornaredo. Bene così. Eppure ancora Boni non ha parlato. Nonostante, si legge nella mozione, “la Presidenza del Consiglio ha più volte ribadito da un lato il ruolo di garanzia cui è chiamato il Consiglio Regionale e dall’altro la necessità che non vi siano ombre relativamente ai soggetti chiamati a dirigere enti di particolare importanza quali le Aziende sanitarie in Lombardia”. E nemmeno lo ha fatto Renzo Bossi, relatore di una commissione regionale nata con l’obiettivo di stilare una proposta di legge quadro contro le infiltrazioni mafiose. Finora ogni denuncia è caduta nel silenzio di un’amministrazione pubblica sempre più intossicata da uomini vicini alle cosche. Staremo a vedere.

Cronaca | di Davide Milosa

10 gennaio 2011


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Milano, capitale della Ndrangheta

Messaggioda flaviomob il 15/01/2011, 20:04



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