Dalla parte del futuro
16 dicembre 2010 - 14:35 in News da rita castellani Condividi34
L’hanno detto. Lo faranno. C’era da aspettarselo. Il DDL Gelmini sulla riforma universitaria passerà al Senato prima di Natale. Dove il Governo ha una maggioranza netta. E’ l’ultimo regalo che ha fatto Fini al suo attuale nemico – ma lungamente , lungamente amico – Berlusconi. Chissà se ora glielo rifarebbe.
Ma forse non era un regalo: forse, semplicemente, il DDL Gelmini è gradito anche a lui. E perché non dovrebbe? La governance delle università viene riaccentrata tutta nelle mani dei rettori, proprio come era quarant’anni fa: alla faccia della lotta ai baroni. E anche la presenza di esterni nel CdA, che a qualcuno ha fatto temere la “privatizzazione”, è solo di facciata: perché il CdA, con questa legge, perde ogni potere di interdizione sulle scelte del rettore, se non in termini di rispetto dell’equilibrio di bilancio. E il Senato Accademico è ridotto ad approvare i regolamenti didattici.
Ragazzi, non è la privatizzazione il problema di questa legge, non fatevi portare a spasso. Il rapporto tra privato e pubblico in questo paese è… ”all’incontrario”: nessun privato ha voglia di mettere i propri soldi su una cosa che non dà rendimento, e non se la prende neanche se gliela regalano. Ma vi immaginate una multinazionale farmaceutica che mette soldi per utilizzare gli scalcinati laboratori ormai in dotazione alla maggior parte delle università italiane?
E che questa legge, con l’annesso taglio di finanziamenti, renderà ancora più scalcinati. E desertificati. Di ricercatori. E di studenti, soprattutto. Con la drastica decurtazione del sostegno al diritto allo studio.
E c’è poi l’altro scandalo, quello della parificazione delle università telematiche (la Scuola Radio Elettra… O il CEPU?). Permanendo il valore legale del titolo di studio, questo equivale a potersi comprare il diritto ad esercitare professioni. E’ l’estremo sberleffo alla serietà dello studio, della preparazione, della dignità professionale basata sulle competenze, e non sulle conoscenze.
E, ancora, la presa in giro della valutazione di merito, con meccanismi lenti e farraginosi, che saranno in grado di dare qualche indicazione fondata dopo anni. Sempre che vengano costituiti degli organismi di valutazione, che ancora non esistono.
E allora fate bene, ragazzi, a protestare: è il vostro futuro che vi stanno togliendo, costringendo, chi può, ad andarsene da questo paese. E’ all’Italia che stanno togliendo il futuro.
Ma state attenti, per le strade, nelle piazze, sui tetti. State attenti alle provocazioni: controllate chi marcia vicino a voi e siate pronti, nell’isolare chi si infiltra per aprire percorsi di violenza, servendosi di voi e mettendovi in pericolo. Scenari già troppo sperimentati in questo paese: sipari che pensavamo di aver chiuso per sempre e che tornano ad aprirsi sui nostri figli. Noi, che in tutti questi anni abbiamo lavorato e lottato per cercare di tenere aperte le strade del vostro futuro, cercheremo di resistere, resistere, resistere, insieme a voi.
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