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EGD : Il futuro della destra

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

EGD : Il futuro della destra

Messaggioda ranvit il 12/12/2010, 20:54

Mah! Andrà proprio cosi'?



http://www.corriere.it/editoriali/10_di ... aabc.shtml

OLTRE IL VOTO DI MARTEDI'IL COMMENTO
Il futuro della destra
Se martedì prossimo il governo otterrà la fiducia nelle due Camere sarà difficile non riconoscere in ciò un indubbio successo di Berlusconi: un successo della leadership, della determinazione e della coriacea personalità del presidente del Consiglio. Ma anche quel successo non potrà cancellare un dato ormai acquisito: la grande promessa/scommessa berlusconiana è fallita. Berlusconi può durare tutto il tempo che si vuole, anche fino alla fine della legislatura, ma è impossibile non prendere atto che delle grandi novità che la sua discesa in campo sembrò annunciare quindici anni fa, oggi non rimane pressoché nulla.

Al centro di quella promessa/scommessa c'era, infatti, molto di più che il puro e semplice impegno (questo sì senz'altro mantenuto) di sbarrare il passo alla sinistra. C'era l'idea che quello che allora nasceva, nel quadro di un bipolarismo finalmente conquistato, doveva essere, sarebbe stata, una destra liberale adeguata ai tempi (quindi liberista ma con giudizio, per esempio solidarista ma decisamente anticorporativa), pregna degli umori della società civile ma dotata di senso delle istituzioni, capace di esprimere un'adeguata cultura e capacità di governo. Non è andata così, invece. Berlusconi non è stato capace di dare vita a nulla di tutto questo. Così come non è stato capace di farlo quella tradizione politica alimentata nelle file del Msi prima e di An poi, e di cui Gianfranco Fini è stato finora il massimo rappresentante. Tradizione che messa con la vittoria di Alemanno nella condizione unica di reggere le sorti della capitale del Paese, sta dando la prova d'inettitudine e di malgoverno che è sotto gli occhi di tutti.

In questi quindici anni, dunque, la destra plasmata e guidata da Berlusconi ha dimostrato di essere in grado di vincere le elezioni, ma non di radicare nella società una stabile struttura di rappresentanza degli interessi, di darsi le sedi dove elaborare una discussione programmatica, darsi un volto e formare dei quadri propri, insomma di fondare una vera cultura politica e un vero partito. Il che significa che anche le sue possibilità di vittoria elettorale presumibilmente diminuiranno di molto il giorno in cui il Cavaliere abbandonerà la scena. Quando ciò accadrà, quando tramonterà la sua stella, il sistema politico italiano minaccerà di ritornare così a quello squilibrio che, a pensarci bene, dura niente di meno che dai giorni immediatamente successivi alla Prima guerra mondiale. E cioè alla mancanza sulla destra di un moderno e grande partito di orientamento liberal-conservatore fedele alle istituzioni parlamentari, che raccolga i voti della vasta area d'ispirazione moderata, o come altro voglia dirsi, che comunque non si riconosce nella sinistra. In questo vuoto s'infilò e vinse a suo tempo il fascismo. Su questo vuoto, dopo il 1945, stabilì la sua egemonia la Democrazia cristiana costruendovi gran parte delle sue fortune politiche.

Con il declino del berlusconismo quel vuoto ora si sta per manifestare nuovamente, e ne è segno inequivocabile l'infittirsi del lavorio centrista intorno al progetto di un «terzo polo» al quale sembra aderire anche Fini. Progetto che ha come base e premessa necessaria la cancellazione di qualunque maggioritario e l'adozione di un sistema proporzionale che serva, tra l'altro, a sterilizzare la forza della Lega relegando il Carroccio isolato a destra, nello stesso ruolo marginale che nella Prima Repubblica aveva il Movimento sociale.

L'esito ineluttabilmente centrista-proporzionalistico del fallimento di Berlusconi potrebbe essere contrastato, mi pare, solo da un'iniziativa che partisse dall'interno del Pdl. Con l'obiettivo per l'appunto di guardare e di andare oltre Berlusconi. Un'iniziativa capace di immaginare una destra conservatrice su certi temi ma liberale su altri, anticorporativa, non bigotta ma radicata nell'ethos giudaico-cristiano, antigiustizialista ma fermissima nella legalità, plurale, e magari capace di accorpare con spregiudicatezza anche forze e tradizioni politiche come i radicali o spezzoni del mondo ecologista, oggi apparentemente incongrue ma, io credo solo apparentemente (si ricordi la definizione di Pannella data da Montanelli come «uno dei nostri»). Un'iniziativa che almeno oggi come oggi, però, fa a pugni con la quiete cimiteriale che regna nel Pdl, con il sorprendente mutismo che distingue tutti i suoi esponenti. Se le cose continueranno così, l'autocancellazione politica del Popolo della libertà condurrà inevitabilmente, come dicevo sopra, alla vittoria del progetto centrista neo-democristiano sulle rovine del berlusconismo. Una vittoria neo-democristiana: ma questa volta senza neppure quella grande cosa che dopotutto fu la Dc.

Ernesto Galli della Loggia
12 dicembre 2010
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: EGD : Il futuro della destra

Messaggioda pianogrande il 12/12/2010, 23:18

Il filo conduttore, l'idea guida di Berlusconi, non è stata la destra e neanche la sinistra o qualsivoglia ideologia.
Il suo metodo è sempre stato quello del marketing.
Diamo (anzi, calma, promettiamo) agli italiani quello che vogliono.
Anzi, in molti casi, quando non ci arrivano da soli, diciamoglielo direttamente noi quello che vogliono.
In quel momento, la cosa funzionava meglio da destra.
Se avesse avuto l'aria di funzionare meglio da sinistra non ci sarebbe stato problema.
Si sarebbe impadronito della sinistra facendola diventare berlusconiana.
Con un PDS appena pentito ed un Occhetto che le mie incredule orecchie hanno sentito dichiararsi liberal democratico in un dibattito elettorale, non credo ci sarebbe stato bisogno di molta fatica.
Il rapporto con Craxi, inoltre, e lo spostamento a destra dei cosiddetti socialisti dimostrano che il problema proprio non sussisteva.

Su una cosa Berlusconi aveva ragione.
Il suo slogan martellante era "Non sono un politico".
Era ed è sempre rimasto un markettaro.
Proprio per questo ha messo in luce, nella più brutta luce, la pochezza, l'inconsistenza, la debolezza della nostra classe politica.
Politici sempre pronti a servire il più forte pensando al proprio tornaconto e buttando alle ortiche (o altri materiali organici) il bene del paese di cui dovrebbero vergognarsi di riempirsi la bocca.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: EGD : Il futuro della destra

Messaggioda pierodm il 13/12/2010, 10:03

Pianog. -Il filo conduttore, l'idea guida di Berlusconi, non è stata la destra e neanche la sinistra o qualsivoglia ideologia.

Giusto. Perfetta definizione del berlusconismo.
Il punto debole del racconto di Galli della Loggia è che di questo ci si poteva facilmente accorgere da subito, non serviva aspettare quindici anni.

Ma la tua definizione in effetti non vale solo per il berlusconismo, ma per l'intera storia della destra italiana, della quale in fondo il fascismo è stato il culmine negativo sul piano istituzionale, ma la forma più strutturata e culturalmente attrezzata su quello ideologico.
Inutile parlare di una "destra diversa", perché la nostra storia dimostra che questo è ciò che l'Italia riesce a produrre - come diceva Pasolini paradossalmente, "il fascismo, unica novità, autentica luce di questa nazione".

Già molti anni fa, per altro, un mio professore di storia al liceo, un liberale torinese, ci diceva che il problema dell'Italia era la mancanza di una destra democratica ed europea: non serve un "politologo" per constatare questa evidenza, ed è piuttosto triste vedere che se ne parla oggi, a.d. 2010, come se fosse una scoperta.

Galli D.L. Al centro di quella promessa/scommessa c'era, infatti, molto di più che il puro e semplice impegno (questo sì senz'altro mantenuto) di sbarrare il passo alla sinistra

Questa è, in realtà, l'altra faccia del problema.
Sbarrare il passo alla sinistra è in Italia troppo facile per chiunque: squadristi, preti, maneggioni democristiani, cumenda meneghini, nani e ballerine.
Spiegare tutto - come fa il nostro amico Ranvit - con le deficienze della sinistra non serve, non basta, non spiega: senza andare su discorsi troppo complessi, è sufficiente riflettere sul fatto che non esistono deficienze, non esistono errori che possano giustificare l'avallo elettorale, l'assenso sociale, verso quei nani e quelle ballerine, quegli squadristi, quei pagliacci meneghini.
Se non si prende atto di questo - ossia della natura e della consistenza di una grossa parte di elettorato - non se ne ricava niente. Si continua a non ricavare niente.
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Re: EGD : Il futuro della destra

Messaggioda Iafran il 13/12/2010, 10:19

ranvit ha scritto:Un'iniziativa che almeno oggi come oggi, però, fa a pugni con la quiete cimiteriale che regna nel Pdl, con il sorprendente mutismo che distingue tutti i suoi esponenti. Se le cose continueranno così, l'autocancellazione politica del Popolo della libertà condurrà inevitabilmente, come dicevo sopra, alla vittoria del progetto centrista neo-democristiano sulle rovine del berlusconismo. Una vittoria neo-democristiana: ma questa volta senza neppure quella grande cosa che dopotutto fu la Dc.

Ernesto Galli della Loggia

Quando si vuole vedere quello che si desidera ...
Anche Dell'Utri, qualche mese fa, ha riconosciuto che la decantata "discesa in campo" è stata motivata solo per "non andare in galera" e ancora si vuol credere alla novità e alle potenzialità politiche dell'uomo più inquisito d'Italia?

Come si è potuto prestare fede ad un partito politico (PdL) fatto nascere in Piazza San Babila nell'istante in cui si saliva in auto? Dovrebbe essere inspiegabile ad una ... mente normale, che poi ci siano "quelli che reputano oro tutto quel che luccica" e che affossano dignità e professionalità per interesse personale ... è un dato di fatto ... da spiegare a se stessi, in privato. Se, invece, lo fanno dalle colonne del "Corriere della sera" pensano di raccogliere apprezzamenti per un'analisi monca di obiettività e farcita solo da pregiudizi ideologici?
Poi ... come se il "fenomeno da baraccone alla guida dell'Italia" fosse nato un mese fa!
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Re: EGD : Il futuro della destra

Messaggioda ranvit il 13/12/2010, 12:17

Il punto debole del racconto di Galli della Loggia è che di questo ci si poteva facilmente accorgere da subito, non serviva aspettare quindici anni.

Concordo, assolutamente.... Ma chi avrebbe dovuto accorgersene?
GDL? Ma lui fa l'opinionista e non è certo di sinistra....che gliene frega(va).
La sinistra? In gran parte se ne è accorta ma non ha saputo trovare il modo di contrastarlo.
La società civile (borghesia, professionisti, commercianti, etc )? Tendenzialmente di centrodestra erano esultanti che qualcuno aveva fermato la "gioiosa macchina da guerra" e che si potesse tornare alla "pappa" democristiana dopo Tangentopoli.
La Chiesa? Scartata la sinistra per principio ha solo cercato di ottenerne vantaggi (e c'è riuscita); certo oggi è un po' preoccupata per l'eccessiva piega materialistica presa dalla gente, ma non sa che fare.


Spiegare tutto - come fa il nostro amico Ranvit - con le deficienze della sinistra non serve, non basta, non spiega: senza andare su discorsi troppo complessi, è sufficiente riflettere sul fatto che non esistono deficienze, non esistono errori che possano giustificare l'avallo elettorale, l'assenso sociale, verso quei nani e quelle ballerine, quegli squadristi, quei pagliacci meneghini.

Vero! Ma forse qualcosa di piu' si poteva fare quando ci si è messi sotto le bandiere di Prodi. Evitando forzature. Bastava accontentarsi, per il momento, di quello che poteva offrire "il democristiano".


Se non si prende atto di questo - ossia della natura e della consistenza di una grossa parte di elettorato - non se ne ricava niente. Si continua a non ricavare niente.

Lo dico anche io da sempre....tutto sta ad intendersi! Preso atto, che si fa? La mia proposta è : tenere fuori in modo inequivocabile la sinistra estrema (con Vendola se vince le primarie si puo' provare...), proporre cose forti ma di semplice comprensione (tipo drastica riduzione dei costi della politica : numero di parlamentari, consiglieri regionali-provinciali-comunali e dimezzamento delle prebende varie) e totale rinnovamento della classe dirigente con gli esponenti vincenti sul territorio.
Resta inteso che per ora la cosa è comunque alquanto impossibile...

Vittorio
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Re: EGD : Il futuro della destra

Messaggioda Manuela il 13/12/2010, 14:10

Per essere un opinionista, EGD è singolarmente disattento, se ci ha messo 16 anni per capire che B. non era proprio quel liberale che diceva di essere; in realtà è uno di quei terzisti in malafede pronti ad asservirsi al carro del vincitore, ed in procinto - come è evidente - di inchinarsi al nuovo potere neo-democristiano. A mio parere è moralmente intollerabile (ma io sono una snob di sinistra... mi è bastato ascoltarlo, Alemanno, per capire che se governava Roma come la grammatica, la capitale era mal messa! :( )

Che in Italia non sia esistita, nel '900 (avrei qualche scrupolo a dire "mai"), una destra europea e liberale è un dato di fatto; nel dopoguerra ha fatto da contraltare una sinistra irrimediabilmente schiacciata nei confini disegnati dal muro di Berlino, incapace di trasformarsi in una forza socialdemocratica di stampo europeo... e quando ci ha provato era forse troppo in ritardo (parafraso un post di pierodm che, da un'altra parte, teme che certe riforme di cui sentiamo parlare da sempre, arriveranno troppo tardi: sono d'accordo, ma più che un timore, è una certezza).

Ma la conoscenza del passato dovrebbe essere motivo per capirne gli errori ed impedire che vengano replicati; invece, da noi, sembra quasi una maledizione biblica, di cui è impossibile disfarsi... limiti genetici, influssi astrali negativi, o cos'altro, ci costringe irrimediabilmente a rifare gli stessi passi e gli stessi gesti, gli stessi errori, come le ballerine dei carillon?

Io credo non ci sia una maledizione, ma certamente una classe dirigente (politica, ma non solo: intellettuale, imprenditoriale, ecc.) che, come Galli della Loggia, non assume mai su di sé alcuna responsabilità, qualsiasi cosa abbia detto, fatto, scritto; pronta a fare, dire, scrivere, qualsiasi altra cosa. Certa, e questo è l'aspetto peggiore, che nessun elettore o lettore, chiederà mai loro di risponderne. E' questo il vero male dell'Italia, la mancanza di accountability, di responsabilità. E, se mi è permesso un piccolo OT, guardando sabato i milioni di persone alla manifestazione del PD, ancora e sempre appese a quel palco, pronte a dare ancora e sempre fiducia alle stesse persone, che hanno ampiamente dimostrato di non meritarla, ho pensato che sarà ancora molto lunga la strada per diventare un paese europeo.
Manuela
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Re: EGD : Il futuro della destra

Messaggioda flaviomob il 14/12/2010, 1:38

Ranvit:
con Vendola se vince le primarie si puo' provare


Urca... sei diventato bolscevico? A volte mi spaventi, lo sai? :)


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
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