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Prodi: Italia sulla via della decadenza, ...

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Prodi: Italia sulla via della decadenza, ...

Messaggioda franz il 15/11/2010, 16:42

Italia sulla via della decadenza. C’è il dovere di dire come stanno le cose

Prodi: «Italia sulla via della decadenza. C’è il dovere di dire come stanno le cose»

Articolo di Romano Prodi su Il Messaggero del 14 ottobre 2010

ROMA (14 novembre) – Per decidere cosa fare bisogna prima di tutto sapere “come stanno le cose”. Quest’affermazione è scontata, ma sono costretto a ripeterla perché oggi non mi sembra applicata né nelle scelte mondiali né in quelle nazionali. A livello mondiale il G.20 di Seoul si è tutto svolto nell’illusione che la crisi sia ormai sotto controllo e che siano sufficienti misure minori per riprendere senza radicali riforme il tradizionale cammino. Lo stesso errore di base impedisce l’analisi e quindi la cura dei nostri problemi nazionali.

Ci fa infatti comodo , ed è oggettivamente consolatorio, sostenere che ci stiamo comportando in modo simile a tutti e che soffriamo della stessa malattia degli altri grandi paesi della vecchia Europa.

Le cose purtroppo non stanno così. Le cose stanno diversamente sia quando analizziamo l’andamento di lungo periodo della nostra economia sia quando ne osserviamo i comportamenti a breve. Riflettendo sul lungo periodo, è passata ad esempio sotto silenzio un importante tabella (scarica la tabella cliccando Qui e poi Qui. N.d.r.) elaborata da El Pais su dati del Fondo Monetario Internazionale. Una tabella che mette in fila le percentuali di crescita dei 180 paesi più importanti del mondo (e cioè in pratica di tutti i paesi) negli ultimi dieci anni. Io stesso sono stato sorpreso nel leggere che l’Italia è addirittura penultima, precedendo solo Haiti. Nell’intero primo decennio del secolo la nostra intera economia è cresciuta solo del 2,43% cioè quasi nulla. Sfiguriamo anche a confronto degli altri grandi paesi della pigra Europa perché la Gran Bretagna ha progredito del 15% , la Francia del 12% e la Germania del 9%. Si tratta di progressi modesti anche da parte dei nostri confratelli europei se li paragoniamo al 170% della Cina, al 103% dell’India o al 45% della Turchia, ma nettamente superiori a quelli italiani.

Immagine

fotonotizia_el_pais111003_imgSe poi vogliamo guardare “come stanno le cose” oggi, dobbiamo constatare che siamo caduti più degli altri durante la crisi del 2009 e stiamo ora crescendo decisamente meno della Germania, di Francia e della Gran Bretagna. Continuando in questo modo ci occorreranno altri cinque anni per ritornare al livello di reddito che l’Italia aveva nel periodo precedente la crisi. Ed è chiaro che, se gli altri paesi continueranno a camminare più in fretta di noi, il nostro distacco non può che aumentare.

Ecco “come stanno le cose”. Ben poco potremo consolarci per il fatto che siamo ancora un paese relativamente ricco. Negli ultimi dieci anni siamo infatti passati dal 24esimo al 28esimo posto della scala mondiale del reddito pro-capite e tutti sappiamo bene che, continuando in questa lenta discesa, non solo dovremo abbassare il nostro tenore di vita ma ancora di più lo dovranno abbassare i nostri figli. Vivere in un periodo di decadenza, o almeno di aspettative decrescenti, è quanto di peggio possa capitare a una comunità nazionale. E noi lo dobbiamo evitare a ogni costo, discutendo con serenità e con atteggiamento costruttivo sui semplici dati che ho appena esposto e cercando soluzioni che, nella situazione in cui siamo, debbono essere condivise, o almeno comprese, da tutte le componenti della società italiana.

Credo, ad es. che Marchionne abbia sollevato un problema vero sul futuro del nostro paese. Credo che abbia fatto qualche errore tattico ma credo anche che le sue analisi sul settore dell’automobile debbano essere allargate ad altri settori della nostra società, per obbligarci a un sereno dibattito sul futuro dell’intera nostra economia e, forse, dell’intera nostra organizzazione civile. Il Paese si è invece spaccato e si è schierato secondo vecchi schemi, impedendo in questo modo quel dibattito così necessario per il nostro futuro. Un dibattito che deve mettere sotto esame tutti i comportamenti incompatibili con i cambiamenti che avvengono nelle altre parti del mondo.

E’ infatti l’intera nostra società che rifiuta i comportamenti che, ci piacciano o no, caratterizzano ormai tutte le società avanzate del pianeta. Non si può infatti correre alla velocità degli altri quando l’evasione fiscale copre almeno un quarto della nostra economia e non da segni di calare. E nemmeno quando la scuola e la ricerca hanno un ruolo sempre più marginale nella società e nelle strutture produttive: E potremo continuare con la lista delle ragioni che spingono ogni anni decine di migliaia dei nostri migliori giovani ad emigrare per trovare le occasioni di lavoro che non sono reperibili in Italia. L’elenco potrebbe davvero continuare ma quest’elenco non serve a nulla se non ci si accorge che il cammino della decadenza è già cominciato e che questa caduta sarà sempre più accelerata se ci dedicheremo ancora a elencare primati che non abbiamo più o a sperare che i pochi primati che ancora possediamo si estendano per magia a tutta la nostra economia o a tutta la nostra società. Un processo di rinascita collettiva nasce sempre da un’analisi impietosa della realtà. Per fare cose nuove ci si deve prima rendere conto di “come stanno le cose.”

http://www.romanoprodi.it/articoli/ital ... _2241.html
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Re: Prodi: Italia sulla via della decadenza, ...

Messaggioda franz il 15/11/2010, 16:52

Sotto silenzio si, ma qui se ne parlo' ai primi di novembre perché studio aperto aveva stravolto la notizia, parlando di una crescita del 6% annuo (con uno strepitoso svarione: -5% + 1% = 6%)

viewtopic.php?f=22&t=3013&p=29492&hilit=170%25#p29492

Ne hanno parlato anche gli italo-amerikani su http://www.noisefromamerika.org/index.php/articoli/2068

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Re: Prodi: Italia sulla via della decadenza, ...

Messaggioda flaviomob il 16/11/2010, 2:46

D'accordo con l'analisi impietosa di Prodi... ma poi? Dove sono le proposte? Le auto di Marchionne non sono una grande soluzione... il mercato dell'auto a benzina non mi pare una grande (ne' sostenibile) prospettiva per il futuro....


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Re: Prodi: Italia sulla via della decadenza, ...

Messaggioda franz il 16/11/2010, 10:11

flaviomob ha scritto:D'accordo con l'analisi impietosa di Prodi... ma poi? Dove sono le proposte? Le auto di Marchionne non sono una grande soluzione... il mercato dell'auto a benzina non mi pare una grande (ne' sostenibile) prospettiva per il futuro....

La soluzione alla decadenza è la crescita, lo sviluppo.
Non certo la decrescita.
Quanto al fattore trainante sono d'accordo che l'utomobile è un fattore ormai spento e non so nemmeno se serve avere un fattore/sttore trainante. Per Prodi è la manifattura in generale, poi potremmo anche discutere di made in italy, di turismo etc. Ma senza produttività sono tutti fattori che si spengono gradualmente.

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Re: Prodi: Italia sulla via della decadenza, ...

Messaggioda flaviomob il 17/11/2010, 11:31

E se la decadenza fosse anche conseguenza dell'euro, come ha scritto trilogy su altro argomento? E se la decadenza fosse frutto dell'involuzione politica di entrambi gli schieramenti? Destra e sinistra hanno fallito sui rifiuti a Napoli, sia quando avevano il potere in regione che al centro. Fallimento clamoroso, evidente, scandaloso. C'era anche Prodi, mi pare...


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