Il 13 e 14 aprile più di un Italiano si tre ha investito la propria fiducia per il futuro del Paese sul Partito Democratico. Ciò non è purtroppo bastato per vincere le elezioni, e i cittadini hanno voluto affidarci il ruolo dell'opposizione; un ruolo comunque di notevole importanza e di grande responsabilità in un momento in cui l'Italia necessita di riforme strutturali e di scelte strategiche, talvolta anche impopolari.
Il Partito Democratico ha tutte le carte in regola per costruire in Parlamento un'alternativa riformista forte al governo della destra, essendosi inoltre dotato di due strumenti molto validi: il programma presentato in campagna elettorale, finalmente redatto senza bilancini e mediazioni estenuanti; il "governo ombra", una felice intuizione di Walter Veltroni.
Crediamo tuttavia che il PD debba avere più coraggio e più grinta nello svolgere il suo ruolo di opposizione: non si può pensare di vivere di rendita, aspettando i passi falsi del governo e limitandosi a dare un giudizio sui provvedimenti di volta in volta presentati dalla destra; pena correre il rischio che il "governo ombra" sia molto ombra e niente governo. Occorre che il PD recuperi le buone proposte contenute nel proprio programma e, coadiuvandosi con le altre forze di opposizione, inizi a dettare l'agenda al governo, ad individuare soluzioni e tematiche che possano spiazzare la maggioranza, a lanciare la sfida riformista e non a ricevere il guanto della sfida; una sfida su cui tutto il partito deve procedere speditamente, con una linea comune e condivisa.
C'è assoluto bisogno, infatti, di un'opposizione forte e propositiva di fronte a una maggioranza che fatica a trovare risposte convincenti per il Paese e che nella sua azione di governo mostra molte ombre e rare luci. Da una parte la destra sembra percorrere il sentiero già tracciato dal Governo Prodi su alcune questioni (il "pacchetto Amato" sulla sicurezza, il pareggio di bilancio nel 2011), ma dall'altra parte essa dimostra di procedere con soluzioni estemporanee e dettate dalla demagogia, piuttosto che pensate razionalmente e davvero efficaci: è il caso dell'istituzione del reato di immigrazione clandestina, una misura che avrà l'uncaconseguenza di ingolfare ancora di più la macchina giudiziaria e rendere più difficili le espulsioni; citiamo anche l'accordo tra Governo e Abi (associazione delle banche) sui mutui, il cui effetto sarà quello di allungare le rate e le spese dei consumatori a tutto vantaggio delle banche, o il rinvio della class action, cioè della misura volta a difendere i risparmi dei consumatori.
Di più, nel proporre alcuni provvedimenti, la maggioranza di destra dimostra maggior interesse per gli affari personali del Presidente del Consiglio (lodo Alfano, emendamento "Salva-processi", intercettazioni, scontri con la magistratura), piuttosto che per le questioni che stanno davvero a cuore ai cittadini Italiani (salari, pensioni, costo della vita, precarietà del lavoro). La destra, insomma, si dimostra brava soltanto negli annunci, ma non nella sostanza delle cose. L'esempio più eclatante è quello sulla sicurezza: a fronte di una campagna elettorale tutta incentrata su questo tema, la manovra finanziaria del governo dispone un netto taglio di tre miliardi di euro alle risorse per le forze dell'ordine, tanto da indurre la stessa Ugl (il sindacato vicino alla destra) ad affermare che «le promesse non sono state mantenute».
Noi sappiamo invece che l'Italia non ha più tempo da perdere, si devono assumere decisioni lungimiranti se vogliamo che il nostro Paese riesca a diventare protagonista e competitivo nel mondo, solidale e giusto al suo interno. I prossimi anni che ci attendono sono anni in cui occorre indirizzare tutte le energie a favore di una trasformazione radicale dell'Italia. Per questo servono alcune misure urgenti da prendere:
a. occorre creare uno stato sociale equo e solidale, davvero a misura di cittadino, in cui siano eliminati gli sprechi; bisogna puntare sul sostegno alla maternità e alla famiglia, sulla sicurezza e la garanzia del lavoro (stop alla precarietà e ammortizzatori sociali), sull’aumento dei salari; nel contempo è necessario che sia innalzata la produttività del lavoro in Italia;
b. la Scuola e l’Università sono i centri dove si formano i futuri cittadini. L’Italia ha necessità di investire sull’istruzione, sulla formazione e sulla ricerca scientifica, pena la perdita di competitività delle aziende italiane nella competizione globale;
c. è necessario proseguire con il piano di liberalizzazioni iniziato da Romano Prodi e dal suo governo; l’apertura dei mercati e la competizione di più offerte servono infatti all’innalzamento della qualità dei servizi e all’abbassamento dei costi;
d. bisogna definire un piano strutturato sull’energia, per ridurre l’eccessiva dipendenza dell’Italia dal petrolio; in questo senso è utile investire sulle fonti rinnovabili (solare, eolico) e sulla ricerca di fonti di energia alternative.
Consapevoli delle sfide che ci aspettano, con questo documento noi intendiamo sollecitare il Partito Democratico nella sua azione riformista e di opposizione in Parlamento e nel Paese, sapendo inoltre che esso deve risolvere definitivamente il deficit nella comunicazione attraverso un'opera di informazione capillare ed una discussione quotidiana con i cittadini.
I promotori del documento: Unione Comunale PD di Anzola dell'Emilia, circolo "Anzola C'entro" (capoluogo), circolo "di Santa Maria" (Ponte Samoggia, Castelletto, Santa Maria in Strada), circolo "Magoni-Berselli" (San Giacomo del Martignone), circolo "XIV ottobre" (Lavino di Mezzo)