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Il Riesame, sì agli arresti per Cosentino
«Ancora funzionale agli interessi del clan»
di Leandro Del gaudio
NAPOLI (12 ottobre) - Non sono bastate le dimissioni dalla carica di sottosegretario all’Economia per convincere i giudici di Napoli a revocare la misura cautelare nei suoi confronti. Anche dal Tribunale del Riesame arriva infatti un provvedimento in senso negativo per il parlamentare Pdl Nicola Cosentino.
Dopo giorni di camera di consiglio, il collegio ha ritenuto tuttora sussistenti le esigenze cautelari, confermando in pieno le valutazioni del gip Raffaele Piccirillo che, in autunno di un anno fa, emise un provvedimento di arresto per presunte collusioni dell’indagato con il clan dei casalesi. Rifiuti e politica, imprese e malaffare: è l’inchiesta dei pm Giuseppe Narducci e Alessandro Milita. Ecco cosa scrivono i giudici - presidente Lea Cosentino - nel rigettare la richiesta di revoca della misura cautelare e nell’accogliere le motivazioni espresse in prima battuta dal gip Piccirillo: «Di fronte a una motivazione così ampia ed articolata, come già anticipato, non viene mossa alcuna specifica censura né risultano validamente contraddette le risultanze riportate».
Poi: «È evidente che la difesa ha operato un’analisi atomistica di quanto ritenuto dal gip che ha in tutti i suoi pronunciati legato la pericolosità sociale del Cosentino soprattutto alla sua attività politica espletata sin dal 1990, agli appoggi ricevuti dal clan per consolidare la stessa nonché al suo radicamento sul territorio: cioé a dati di ordine oggettivo che prescindono dalla qualità di parlamentare».
Delusione da parte dei difensori di Cosentino: «Un provvedimemto che per nove decimi riporta letteralmente il contenuto delle precedenti decisioni del giudice. Un provvedimento deludente perché avevamo indicato che tutti gli elementi raccolti ed esposti al Riesame rappresentassero la prova della inesistenza di ragioni cautelari. Il tribunale ha dimenticato invece di considerare l’effetto sinergico di questi aspetti e ha omesso di valutare la contraddittorietà del provvedimento impugnato: il gip, infatti, nella prima ordinanza sostiene che non c’è pericolo di fuga in quanto Cosentino è un parlamentare della Repubblica, mentre nell’ultimo provvedimento sostiene che Cosentino è pericoloso in quanto parlamentare espressione del territorio».
Ma qual è il punto dell’analisi del gip recepito dal Riesame? Decisivo il passaggio conclusivo delle motivazioni: «L’onorevole Cosentino continua ad essere un parlamentare della Repubblica, è un riferimento territoriale della compagine politica di appartenenza. Riveste ancora ruoli potenzialmente strumentalizzabili».
Ma la posizione del Tribunale napoletano appare dura anche su un altro punto: le battaglie anticamorra sostenute da Cosentino. Ecco la sintesi dei giudici: «Quanto alle esternazioni di chiaro contrasto alla criminalità organizzata effettuate dal Cosentino in epoca non sospetta esse costituiscono un elemento del tutto neutro, trattandosi di dichiarazioni dovute da chi svolge un ruolo politico che impone una presa di posizione esterna contro qualsiasi manifestazione di illegalità; sarebbe stato incomprensibile un comportamento diverso».