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Non si canta 'Bella ciao' il 25 aprile

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Non si canta 'Bella ciao' il 25 aprile

Messaggioda franz il 21/04/2010, 11:19

"Non si canta 'Bella ciao' il 25 aprile"
Il no della Lega scatena la polemica

Il caso a Mogliano (Treviso). Il sindaco leghista: "Meglio cantare la canzone del Piave". L’Anpi si ribella: "L'inno dei partigiani è di tutti"
di Matteo Marcon

MOGLIANO. «Bella ciao» vietata alle commemorazioni del 25 Aprile. La scaletta della banda in vista della parata di domenica fa litigare Anpi e amministrazione comunale. Il sindaco Azzolini: «A Mogliano è meglio cantare la canzone del Piave». Il presidente della sezione locale dell’associazione partigiani, Maurizio Beggio ribatte: «Bella ciao non è politica, è di tutti, la canta anche mia figlia». La commemorazione della resistenza piomba al centro della polemica politica. E la nuova amministrazione leghista sembra ben intenzionata a far pesare il suo dominio sulla città, anche in occasione della festa del 25 Aprile. La data della liberazione dal fascismo rischia così di rimanere orfana di uno dei brani simbolo della lotta partigiana: «Bella ciao».

La canzone è troppo di sinistra, troppo rossa per essere intonata dalla banda cittadina nella verde piazza moglianese. Il sindaco Giovanni Azzolini getta da subito benzina sul fuoco: «L’Anpi dice che non è giusto suonare la Canzone del Piave - commenta - e vuole Bella Ciao, ma mi chiedo cosa c’entri..». Secondo il primo cittadino la parata non deve essere contaminata da canzoni partigiane: «La Banda - afferma - deve eseguire brani istituzionali e Bella Ciao non è certo riconosciuta negli inni nazionali. Il Piave invece è fiume sacro alla patria. E poi siamo a Mogliano, da qui è partita la terza armata che ha riconquistato l’Italia, sempre in segno di libertà». Secondo Azzolini, dunque, per testimoniare la liberazione dal fascismo, durante la seconda guerra mondiale, può andare benissimo anche una canzone che celebra la vittoria nella prima guerra mondiale. Vero è, comunque, che durante la liberazione «La canzone del Piave» era l’inno nazionale della Repubblica Italiana.

Sulla proposta il presidente dell’Anpi moglianese, Maurizio Beggio, non pone veti ma commenta con disappunto: «Non mi da fastidio che suonino il Piave, o “la bella Gigogin” ma si faccia anche Bella Ciao; è una canzone di tutti - commenta Beggio - non stiamo mica chiedendo «Fischia il vento»...». Secondo il presidente dell’Anpi le resistenze alla canzone dei partigiani arrivano non solo dall’a mministrazione, ma anche dalla Banda: «Bella Ciao crea mugugni perchè dicono che è troppo politicizzata - commenta - L’anno scorso ho dovuto insistere non poco per farla suonare, ma hanno eseguito solo un pezzo. L’anno prima l’avevamo cantata in aula consigliare, oggi il nuovo strano boicottaggio».
(21 aprile 2010)
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Re: Non si canta 'Bella ciao' il 25 aprile

Messaggioda lucameni il 21/04/2010, 13:34

madonna......ogni anno la stessa storia.
Tra destra e sinistra è una pena.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
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Re: Non si canta 'Bella ciao' il 25 aprile

Messaggioda pianogrande il 21/04/2010, 13:49

Il Signor Sindaco dovrebbe tornare a scuola.
Ma lui ha preferito rimanere nature per non farsi politicizzare.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Non si canta 'Bella ciao' il 25 aprile

Messaggioda ranvit il 23/04/2010, 18:24

da repubblica.it :

25 APRILE
Salerno, Cirielli "cancella" la Resistenza
"Liberi solo grazie agli americani"
Il presidente della Provincia fa affiggere manifesti celebrativi ma senza citare la lotta di liberazione. "Fra i partigiani c'era anche chi, su commissione della Russia, voleva instaurare la dittatura comunista. L'Italia si è salvata grazie al sacrificio di migliaia di giovani Usa"

SALERNO - Alla vigilia del 25 aprile scoppia il "caso Salerno". Il presidente della Provincia Edmondo Cirielli, l'ex deputato di An oggi Pdl e presidente della commissione Difesa della Camera, "cancella" dal manifesto celebrativo la Resistenza e la lotta di liberazione dall'occupazione nazifascista. A Salerno campeggiano i manifesti della Provincia ma su di essi non c'è nessun riferimento - come fanno notare esponenti locali del centrosinistra - alla Resistenza partigiana e alla lotta al nazifascismo, bensì un elogio all'esercito americano "per l'intervento nella nostra terra che ha sancito un'alleanza che ha garantito un luogo periodo di pace e di progresso economico e sociale senza precedenti e che ha salvato l'Italia, come l'Europa, dalla dittatura comunista". Il centrosinistra salernitano parla di "provocazione da guascone" di Cirielli: "Non si può rinnegare la storia" e "piegarla alle contingenti convenienze della politica".

"Polemiche costruite ad arte", si difende il diretto interessato. Che si difende dalle accuse di revisionismo: "La presa di distanza dalle conseguenze nefaste, per la democrazia, dell'esperienza fascista - spiega - è inequivocabilmente scritta nel testo: 'la festa del 25 aprile celebra la riconquista della libertà del popolo italiano e la difesa dei valori fondanti per la dignità dell'uomo e per la convivenza civile e democratica della nostra comunità nazionale. Il riconoscimento dell'impegno, del ruolo svolto dagli italiani che hanno sacrificato la loro vita a fianco degli alleati per la conquista della libertà è ugualmente presente in maniera centrale come fondativo della nostra nuova Italia".

Cirielli punta il dito contro "una certa cultura antidemocratica per anni a servizio, a volte anche a pagamento, della Russia comunista", cultura che, a suo giudizio, vorrebbe "negare alle giovani generazioni la possibilità di conoscere una serie di verità storiche", come ad esempio quella che "senza l'intervento e il consequenziale sacrificio di centinaia di migliaia di giovani americani, l'Italia non sarebbe stata liberata e la coalizione non avrebbe sconfitto la germania nazista", che "la Resistenza era un movimento composito che intruppava anche persone che non combattevano per la libertà e per la democrazia, ma per instaurare una dittatura comunista in italia". Infine, che "se ci avesse liberato l'Armata Rossa, anziché gli americani, per 50 anni non saremmo stati un paese libero".
(23 aprile 2010)
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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