(I PARTE)
BOSSI : SONO STANCO DI RIMANERE TRANQUILLO " INTERVISTA ESCLUSIVA A " EL PAIS" PRESENTATA DA JULES PREVI
Jules Previ è giornalista freelance, divulgatore e traduttore news-online presso agenzie stampa internazionali. Collabora al progetto Finanzainchiaro.it dal 2007.
Il suo nome di battaglia è SENATUR, vale a dire “ Senatore” in dialetto lombardo. Umberto Bossi (Varese, 1941), camicia verde, una voce roca e una retorica ruvida, fondò il movimento della Lega Nord alla fine degli anni ottanta, in un periodo di caos per la già tormentata politica italiana.
In quei giorni, il partito comunista si stava interrogando su come cambiare strategia politica all'indomani della caduta del muro di Berlino, democristiani e socialisti erano stati spazzati via dalla corruzione portata alla luce dall'inchiesta Mani pulite, mentre un imprenditore noto per le sue reti televisive, di nome Silvio Berlusconi, s'era catapultato nell'arena politica.
La Lega Nord chiedeva l'indipendenza della Padania, l'area geografica che circonda il fiume Po, una regione che mai nella storia italiana è stata indipendente e tanto meno è caratterizzata da un'unità linguistica.
Quel bacino geografico include oggi le quattro regioni più ricche d'Italia: Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Nonostante la sua vocazione indipendentista, Bossi ha sostenuto i tre governi Berlusconi e oggi è ministro per le Riforme.
Dopo il risultato nelle recenti elezioni regionali (28 e 29 marzo), l'ago della bilancia che misura gli equilibri interni della coalizione di governo si è spostato ancora più a destra. La Lega ha raddoppiato i propri consensi rispetto alle regionali del 2005, dal 6% al 12,3%.
L'alleato di Berlusconi ora mostra i muscoli e chiede di accelerare il cammino delle riforme sul federalismo fiscale, che permetterebbe alle regioni di aumentare il proprio potere di amministrare le tasse.
Dietro la sua grande scrivania in legno compensato, circondato da dipinti, le targhe e lettere incorniciate di auguri per i sui compleanni e ricorrenze, Umberto Bossi, in camicia verde pisello si serve Diet Coke e accende un sigaro dopo l'altro mentre ci concede questa intervista :
D. Il suo movimento iniziò lanciando slogan contro i privilegi di quella che lei chiama "Roma ladrona", vale a dire la classe politica centralista e le istituzioni dello Stato. Ma lei è stato per due volte ministro. Non è una contraddizione?
R. No, perché siamo nel governo della Repubblica per ottenere il federalismo. Senza l'alleanza con Silvio Berlusconi sarebbe stato impossibile ottenerlo.
D. Federalismo significa maggiore autonomia per le regioni, a cominciare dalla questione fiscale. Ma lo slogan ricorrente nei discorsi durante i vostri raduni è quello dell'indipendenza per l'Italia settentrionale. Se si dovessero creare i presupposti, Lei come immagina la Padania?
R. Come nazione. Inserita in qualsiasi contesto, ma sempre con la sua autonomia.
D. E l'Italia, poi ...?
R. Una nazione anch'essa, con la sua autonomia.
D. Ma senza il nord.
R. Siamo come schiavi, e serviamo per dar loro tutto il nostro denaro.
D. E per raggiungere questo uno deve rimanere e sostenere per 15 anni il governo centrale?
R. Per realizzare il federalismo, la Lega da sola non basta. Quello che funziona per raggiungere questo obiettivo è l'alleanza e i voti di Berlusconi.
D. E quando l'avrà ottenuto, lascerà il governo italiano?
R. Sì, forse. Il federalismo segna una pietra miliare. Ma non dobbiamo dimenticarci chi lo ha reso possibile.
D. E in cambio, cosa chiede Berlusconi? Che il Presidente della Repubblica sia eletto direttamente dal popolo e quindi abbia più poteri?
R. Il presidenzialismo è una riforma voluta dalla Lega. Berlusconi non ha insistito su questo punto. Ma, naturalmente, se approvata non la rifiuterebbe certo.
D. Mi scusi, ma che Le importa di come scegliere il Presidente della Repubblica italiana, se sta pensando alla Padania?
R. È che, con l'attuale legislazione il Presidente è eletto tra mille difficoltà in seduta comune dal Parlamento. Se Berlusconi aspira a quella carica, sa perfettamente che attraverso l'attuale iter non potrà mai arrivarci.
D. E Lei pensa che il Premier voglia diventare Presidente delle Repubblica?
R. Sì, certo.
D. Gianfranco Fini (fondatore del Partito della Libertà con Berlusconi e attuale Presidente della Camera) ha detto che intende avvallare un sistema presidenziale solo in presenza di una nuova legge elettorale nella quale si preveda il doppio turno, come in Francia.
R. Abbiamo già una legge. Noi non ne vogliamo un' altra.
D. Un'altra riforma che tocca Berlusconi è sulla giustizia. Lei, che è sempre stato giustizialista, è d'accordo su una legge che vieti le intercettazioni telefoniche?
R. Se si chiede alla gente: sei d'accordo che si intercettino le tue telefonate? La risposta sarà no.
D. E se si chiede: sei d'accordo che si punica l'autore di un crimine?
R. Devi intercettare le conversazioni dei mafiosi.
D. Le loro sì e quelle di Berlusconi no?
R. Intendo dire che si deve intercettare solo per reati gravi, e non, per esempio, per sapere se hai un'amante.
D. Tra l'altro ...
R. Non voglio parlarne.