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DONNE, POLITICA E SOCIETA’…

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Re: DONNE, POLITICA E SOCIETA’…

Messaggioda franz il 25/03/2010, 9:22

Loredana Poncini ha scritto:Quale percentuale di donne frequenta la Rete ed in che modo ? M'interessa davvero saperlo

Decisamente bassa, da sempre. E devo dire che i casi che conosco mi portano a concludere che le donne che frequentano la Rete (e ci sono) raramente si interessano di politica. Non che gli uomini che seguono la politica in Rete siano tanti, rispetto al volume dei naviganti. Sono pochini anche loro. In generale si sta alla larga dalla politica (reale o virtuale) ma le donne ancora di più. Interessa poco. Hanno altro a cui pensare. Con le rare eccezioni che conosciamo. Ecco perché le quote sono uno strumento per me inutile e forse anche controproducente.
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Re: DONNE, POLITICA E SOCIETA’…

Messaggioda Loredana Poncini il 25/03/2010, 19:16

Appurato che pochi e pochissime s'interessano di politica, online ed offline, e tornando al tema di questo forum, propongo di partire dalle nostre conoscenze personali per tentare una spiegazione del fenomeno.
PIERODOM, in questo sito, tempo addietro, ci ha descritto con verve gli umori di suoi parenti e conoscenti in campo politico. (Sento molto la sua mancanza nei dibattiti ! )
Rispetto ai miei due fratelli, uno più pragmatico, ma entrambi alquanto disgustati, mi sento nettamente differente da loro in quel poco che riesco a percepire della "polis" ITALIA... Mi appassiono di meno, mi identifico per niente con questa o quel big e quindi m'accorgo d'essere più distaccata come spettatrice del teatrino, per non parlare del c.d. "sultano", che non mi fa neppur più arrabbiare, con i suoi lazzi d'avanspettacolo. Le mie tante amiche sono Uliviste come me, anzi , molte, da più anni di me, ed attivissime, nella partecipazione sul territorio.
Resto curiosa di sapere che ne pensano, nelle vostre famiglie, del tempo che dedicate ai forum. Collaborano, vi lascian fare, lo tollerano o, sotto-sotto, la considerano una piccola mania ? ;)
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Re: DONNE, POLITICA E SOCIETA’…

Messaggioda annalu il 25/03/2010, 21:23

Loredana Poncini ha scritto:Appurato che pochi e pochissime s'interessano di politica, online ed offline, e tornando al tema di questo forum, propongo di partire dalle nostre conoscenze personali per tentare una spiegazione del fenomeno.


Ringrazio Loredana per aver posto l’accento sulla realtà che ci è più prossima.
Riguardo alle “quote rosa” devo dire che non è facile prendere posizione, anche se molti degli argomenti “contro” non mi convincono.
Le “quote rosa”, come le quote di qualsiasi genere, sono il riconoscimento di una sconfitta, significa che ci sono criteri di selezione che penalizzano una categoria, di genere, di etnia, o altro, indipendentemente dai meriti delle persone. Così si cerca di correggere un danno introducendo un correttivo che di certo equo non è, ma che forse, nel momento dell’emergenza, può aiutare a riequilibrare la situazione.
Emma Bonino dice che le quote vanno bene in Afganistan. Io invece mi chiedo: siamo davvero al livello dell’Afganistan? E purtroppo forse dobbiamo rispondere che sì, lo siamo. Se davvero è così, allora le quote potrebbero essere utili, se usate nel breve periodo.
Il problema dei rapporti tra legge e cultura è complesso, ma come negare che la legge influisca sui costumi e sulla società?
Facciamo un esempio banale e recente: il casco per le due ruote. Prima che venisse introdotto l’obbligo, mi ricordo bene, molti ragazzi si vergognavano di indossare il casco, per non apparire fifoni. Dopo l’obbligo, il confine si è spostato: il problema non era più aver paura degli incidenti, ma il rispetto della legge. Ovvio che sono rimasti gruppi di giovani per i quali rispettare la legge è un optional, ma la maggioranza si è adeguata, e temere le multe appare ai più molto meno “vile” che non temere gli incidenti (la logica della cosa si può discutere, ma è così, purtroppo).
Checché se ne dica, lo stesso vale per la punibilità dell’omicidio o del furto. Fino a circa un secolo fa c’erano omicidi ritenuti “onorevoli” e poco sanzionati, come il delitto d’onore. L’eliminazione di attenuanti del genere dal codice penale non ha certo impedito che alcuni criminali continuassero ad uccidere partner (quasi sempre donne) infedeli, ma la maggior parte delle persone ha smesso di considerare questi delitti come reati minori, e certo la loro incidenza è diminuita.
E poi, pensiamo allo stupro.
Fino a pochi decenni fa non era nemmeno un reato contro la persona, ma solo un reato contro la morale. E la donna stuprata veniva spesso considerata colpevole, o quantomeno complice.
Il costume ha iniziato a mutare, e le donne, tutte insieme di tutti i partiti, sono riusciti ad ottenere che il codice penale venisse corretto, come pure il diritto di famiglia. Ovviamente se no ci fosse stato un inizio di cambiamento nel sentire comune la legge non sarebbe stata cambiata, ma il cambiamento della legge ha contribuito ad una generalizzazione del mutamento del sentire comune: gli stupratori criminali o patologici restano, ma la donna che subisce violenza può ora rivolgersi alla legge senza temere l’ostracismo sociale (beh, diciamo, in linea di massima).
Così penso che potrebbe valere per le “quote rosa”: le donne al presente anche in Italia svolgono quasi tutti i lavori e le professioni, il loro problema è il famoso “tetto di cristallo” cioè l’accesso alla dirigenza.
Certo, se potranno accedere a ruoli di prestigio grazie alle quote, avremo magari dirigenti donne che non lo meritano, ma forse non è così anche per i maschietti?
Una volta riequilibrata “forzosamente” la situazione, una volta che divenga normale vedere le donne al pari degli uomini nei consessi davvero importanti, a quel punto le quote dovranno essere abolite in favore di una vera meritocrazia che consenta a tutti, indipendentemente dal sesso o altro, di competere ad armi pari.

Riguardo all'interesse per la politica ed ai forum politici, non saprei, però un'ipotesi posso formularla.
Al presente, molti vedono la politica attiva come una carriera, e questa carriera è difficilissima per le donne: Quindi perché dovrebbero dedicarvisi più che tanto? Le donne che conosco hanno tutte idee ben chiare e definite, ma con le difficoltà a trovare lavoro per tutti, perché dedicarsi a qualcosa dove le donne sono ostacolate ancora di più? Certo, alcune lo fanno ed anche con successo, ma ci vuole una vera passione che non tutti hanno, maschi o femmine che siano.

E infine una parola sull’8 marzo.
Non si tratta di una festa che le donne debbano festeggiare con gioia: è la commemorazione di una strage, non si sa se avvenuta davvero, ma simbolicamente reale. Ricorda alle donne che la parità non è stata ancora raggiunta, che devono ancora darsi da fare per ottenerla.
Alcuni maschietti si sentono la coscienza pulita se regalano un rametto di mimosa alle donne: non è questo che si chiede loro, tutt’altro. Che poi il consumismo trasformi anche questa festa in una banale occasione per regali o altro, questo non ne cambia il vero significato, che altro non è che il ricordo di uno stato di inferiorità: quando la vera parità sarà raggiunta, anche dell’8 marzo non se ne ricorderà più nessuno.

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Re: DONNE, POLITICA E SOCIETA’…

Messaggioda franz il 26/03/2010, 0:12

Loredana Poncini ha scritto:Resto curiosa di sapere che ne pensano, nelle vostre famiglie, del tempo che dedicate ai forum. Collaborano, vi lascian fare, lo tollerano o, sotto-sotto, la considerano una piccola mania ? ;)

Non esiste un giudizio unanime. Spesso ripresento a tavola, per innescare un dibattito, le discussioni piu' interessanti che vivo in rete o le notizie piu' intriganti e provocatorie (avete saputo che ...). È impossibile che tutti i membri della famiglia si presentino equamente interessati a temi diversi d'ordine generale. Solitamente vedo che tuttavia i figli maschi sono piu' interessati a temi teorici (soprattutto uno dei due) d'ordine generale (discorsi di metodo, di indirizzo, di teoria) mentre l'interesse femminile si riscaglia in discussioni di carattere piu' immediatamene legato a persone e comportamenti (colleghi di lavoro, quello che è successo in ufficio a scuola, con gli amici).

In pratica ai maschi della famiglia (due soprattutto) piace "filosofeggiare" o "teorizzare" e per loro la rete è uno strumento formidabile per ottenere nuovi input e per scambiare opinioni. Le donne invece sono piu' attirate da discussioni sugli ambiti di relazione (umane). Probabilmente questo è il frutto di una educazione di genere, per cui i ragazzi "vengono su" come tali e le ragazze idem, seguendo un copione per "imitazione sociale". Su 4 componenti, i 3 maschi seguono tutti vari forum (non gli stessi, anche politici) mentre il componente femminile della famiglia, per avendo fatto politica da giovane e pur avendo una funzione sociale intellettuale (docente) si tiene alla larga per ora da ogni tipo di forum. Pur usando sempre piu' internet per varie cose, lo fa principalmente per reperire informazioni spot (sia nel suo campo lavorativo che nel settore del tempo libero) e se non ci riesce chiede aiuto a chi sa farlo. La politica non le interessa e se berlusconi le fa schifo, non è che gli altri vadano meglio. Eventualmente pero' interessano assai di più le discussioni sindacali.
Il fatto che tutti insieme si usi spesso (chi piu' chi meno) internet non viene visto come negativo perché ognuno percepisce che l'altro trova un mucchio di cose interessanti in rete. Il giodizio negativo, quando esiste, non è per il tempo dedicato alla politica in Internet, ma alla politica in generale, vista come "perdita di tempo". Tuttavia si capisce che è una passione e quindi non viene mai messa in discussione.

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