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Fiducia: il premier al 45%, governo giù

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Fiducia: il premier al 45%, governo giù

Messaggioda ranvit il 17/11/2009, 17:51

Da repubblica.it :

Il sondaggio di Ipr Marketing per Repubblica.it conferma il trend negativo
per il governo. L'esecutivo perde due punti e scende al 40 per cento
Fiducia: il premier al 45%, governo giù
L'effetto Bersani fa decollare il Pd
Il Partito democratico guadagna 4 punti percentuali e si attesta al 41%
Tra i ministri Renato Brunetta strappa il terzo posto a Giulio Tremonti
di GIUSI SPICA


ROMA - Silvio Berlusconi frena la caduta anche se resta ai minimi storici, ma il suo governo ricomincia a precipitare. L'effetto Bersani fa volare il Pd. Il sondaggio di Ipr Marketing per Repubblica.it sulla fiducia mostra, per il mese in corso, un quadro solo parzialmente in movimento: il premier è fermo al 45% di ottobre, mentre il suo governo perde altri 2 punti e arriva al 40%: un dato al di sotto del quale c'è il baratro. Decolla, invece, il Partito democratico, che incassa un 4% in più. Tra i ministri, a contendersi i primi due posti rimangono Maroni e Sacconi, ma Brunetta guadagna terreno.

GUARDA LE TABELLE

Il premier e il governo. I nuovi dati confermano il trend non positivo del presidente del Consiglio. Berlusconi, che aveva perso 11 punti negli ultimi quattro rilevamenti e riesce a frenare la caduta, ma resta al suo minimo: rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, la fiducia degli italiani nei suoi confronti è scesa di ben 13 punti. Il 45% delle persone intervistate da Ipr Marketing si dichiara infatti molto o abbastanza "fiducioso" in lui, contro un 51% che dice di avere poca o addirittura nessuna fiducia. Solo il 4% non sa rispondere alla domanda. Le difficoltà di Silvio Berlusconi non aiutano il suo governo che, a novembre, perde due punti percentuali: la fiducia nell'esecutivo scende al 40%, contro il 42% di ottobre. Molto lontano dal 50% del novembre scorso. Una parabola discendente iniziata a gennaio di quest'anno.

I partiti. Tra i partiti, festeggia il Pd. L'effetto Bersani fa schizzare al 41% la fiducia degli italiani nei confronti del partito. Segnando così un'impennata del 4% rispetto allo scorso mese, quando ancora c'era attesa per le primarie. I democratici hanno recuperato 14 punti dal disastroso 27% di gennaio. Bene anche l'Udc, che guadagna due punti, fermandosi al 38%. Crescita zero per il Pdl, inchiodato al 44% come lo scorso mese e con ben 6 punti in meno rispetto a maggio. Avanzano, di un solo punto, Italia dei valori e Lega, che si attestano rispettivamente al 41% e al 31%.

I ministri. In testa alla hit dei ministri che "ispirano" più fiducia il "titolare" degli Interni Roberto Maroni, che conferma il 62% di ottobre. Quanto basta per scavalcare Maurizio Sacconi, che perde due punti e si piazza al secondo posto dopo aver detenuto da maggio la "palma della vittoria". New-entry nel podio dei più apprezzati Renato Brunetta, che guadagna 3 punti in più e con il suo 60% strappa a Tremonti il terzo posto. Decisamente male, invece, Umberto Bossi e Michela Brambilla, giù di due punti. Criticata da studenti e ricercatori, il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini non sembra però perdere "popolarità": sale al 42% la fiducia nei suoi confronti, 2 punti in più rispetto allo scorso mese. Attestato di solidarietà anche per Giorgia Meloni, recentemente presa di mira da un libro di vignette satiriche che ha suscitato reazioni bipartisan. Il ministro delle Politiche giovanili viene infatti "premiata" con un +2% e si ferma al 37%.
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
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Re: Fiducia: il premier al 45%, governo giù

Messaggioda trilogy il 17/11/2009, 22:48

comunque sembra esserci un certo nervosismo nella maggioranza :?:

ASCA 17.11.2009

SCHIFANI SCUOTE LA MAGGIORANZA, ''SENZA COMPATTEZZA NUOVE ELEZIONI''
''Compito del governo e' lavorare per realizzare il programma concordemente definito al momento delle elezioni. Compito della maggioranza e' garantire che in Parlamento il programma del governo trovi la compattezza degli eletti per approvarlo.

Se questa compattezza viene meno, il risultato e' il non rispetto del patto elettorale.
Se cio' si verificasse, giudice ultimo non puo' che essere, attraverso nuove elezioni, il corpo elettorale''. E' quanto dichiarato dal presidente del Senato, Renato Schifani intervenendo all'inaugurazione dell'anno accademico del Collegio d'Eccellenza ''Lamaro Pozzani''.

Schifani ha proseguito spiegando ancora che le elezioni anticipate nel caso profilato di una mancanza di compattezza della maggioranza ''sono sempre un atto di coraggio, di coerenza e correttezza verso gli elettori.

Molti ordinamenti costituzionali da tempo accettano questi fondamentali principi di una democrazia matura.

La scelta dei cittadini non va tradita, va rispettata fino in fondo, senza ambiguita' ed incertezze. La politica non puo' permettersi di disorientare i propri elettori''.
Inoltre, per Schifani ''nessuno puo' permettersi di anteporre il proprio vantaggio elettorale, o di parte, all'immagine e all'autorevolezza del Paese. Al Paese si deve da parte di tutti autentico spirito di servizio''.

''Anche questo significa 'patria': avere l'orgoglio di una appartenenza che viene prima della stessa adesione ad un singolo partito. Il proprio Paese va difeso con orgoglio dall'interno e all'estero'' prosegue la seconda carica dello Stato, che precisa ancora: ''La politica come servizio alla comunita' non puo' proporre la visibilita' individuale come un valore, ma la lealta' come un presupposto morale che deve alimentarsi all'interno dei singoli partiti e tra gli stessi schieramenti avversari, pur nelle naturali distinzioni di programmi e di ruoli. Lealta' - rimarca ancora il presidente del Senato - significa anche in politica coerenza e rispetto verso il mandato ricevuto dagli elettori garantendo spazi di praticabilita' nell'azione di governo''.

''Affermare la centralita' della persona anche nella stampa e nella politica - continua - richiede quel senso della misura e del rispetto che possono diventare pedagogia di una cittadinanza attiva e propulsiva per il rilancio del Paese, al quale tutti e sempre dobbiamo concorrere con spirito di autentica coesione, senza cedere alla tentazione di screditare le Istituzioni, a seconda di chi sia maggioranza o opposizione. La realta' del Paese e delle persone che vi vivono - conclude Schifani - restano il vero tesoro da preservare sempre e comunque''.



BERSANI, PAROLE CHE CERTIFICANO GROSSI PROBLEMI DEL CENTRODESTRA

La dichiarazione del presidente del Senato, Renato Schifani, che profila la necessita' di elezioni anticipate in assenza di compattezza della maggioranza nel governo ''certifica in modo inequivocabile che il centrodestra ha dei grossi problemi''. E' quanto dichiara il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, interpellato a margine della assemblea del gruppo del Pd al Senato per l'elezione del presidente.

Per Bersani le parole di Schifani fanno intendere insomma che ''il centrodestra insieme alla seconda carica dello Stato non si senta padrone della legislatura, e questa sarebbe davvero singolare. Mi limito a considerare che questa dichiarazione equivale a dire che il centrodestra ha dei grossi problemi''.

FINOCCHIARO, AFFERMAZIONI SIGNIFICATIVE DA PERSONA NORMALMENTE PRUDENTE

''Se il Presidente del Senato, la seconda carica dello Stato, che peraltro e' una persona normalmente molto prudente e molto rigorosa, fa una affermazione di questo genere vuole dire che la maggioranza ha dei problemi davvero molto seri''.
Lo afferma la senatrice Anna Finocchiaro, presidente del gruppo Pd a Palazzo Madama.

''Questo del resto e' apparso evidente -prosegue- anche durante la discussione della legge finanziaria, che ha visto la maggioranza dividersi, ed e' ancora piu' evidente sul disegno di legge Gasparri. Osservo pero' -conclude Anna Finocchiaro- che la fine della legislatura, ovviamente, non e' soltanto nelle mani della maggioranza e che c'e' un procedimento descritto nella Costituzione prima di arrivare allo scioglimento delle Camere''.

BINDI, DALLE LEGGI AD PERSONAM A LEGISLATURA AD PERSONAM

''Dalle leggi ad personam si sta passando alla legislatura ad personam e noi non ci stiamo''.
Lo afferma la presidente dell'assemblea nazionale del Pd Rosy Bindi in un'intervista a Linea Notte anticipata al Tg3.

''Il paese sta vivendo una crisi profonda e dobbiamo affrontare subito le grandi emergenze sociali. Dentro la maggioranza ci sono molte tensioni. Ci si accorge -ha aggiunto la Bindi- che le forze politiche non sono delle caserme, ma si discute e c'e' dibattito. Ma il fatto che appena c'e' un po' di critica e di pluralismo Berlusconi minacci elezioni anticipate, dimostra che vorrebbe essere padrone del suo partito''.
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Re: Fiducia: il premier al 45%, governo giù

Messaggioda pianogrande il 17/11/2009, 23:40

Non penso a Schifani come alla seconda carica dello stato quando dice queste cose.
Lo vedo come il portavoce di Berlusconi.
Non che la seconda carica dello stato non debba avere di queste preoccupazioni.
Sia Fini che Schifani si stanno, però, comportando più come uomini di partito che come super partes.
A parte questo, un'altro sintomo che qualcosa bolle in pentola sta nell'aumento delle preoccupazioni sul terrorismo.
Una elezione senza terroristi e stupratori sarebbe la rovina della destra.
Anche gli "attacchi" alla religione nazionale ed alle tradizioni sono in aumento.
Sì, sì, qualcosa bolle in pentola.
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
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