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Rapporti Chiesa-Berlusconi

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Rapporti Chiesa-Berlusconi

Messaggioda ranvit il 31/08/2009, 17:21

Davvero interessante lo sviluppo di questo scontro tra giganti...

Da repubblica.it :

Monsignor Mogavero spiega di avere cestinato la velina che sembrava un messaggio a Ruini e Tettamanzi
E il gip di Terni conferma: "Negli atti nessuna nota sugli orientamenti sessuali"
Boffo, La Cei torna all'attacco: "Avvertimento mafioso"

ROMA - Nel fascicolo riguardante il procedimento per molestie a carico di Dino Boffo "non c'è assolutamente alcuna nota che riguardi le sue inclinazioni sessuali". A confermarlo è il gip di Terni Pierluigi Panariello. Che cos'è allora la "velina" anonima recapitata ai vescovi italiani (che l'hanno cestinata) e finita nelle mani di Feltri (che l'ha citata testualmente sul Giornale)? "Un'intimidazione che da siciliano definirei di tipo mafioso", risponde monsignor Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo e presidente del consiglio Cei per gli affari giuridici.

La Cei. Ricevuta l'informativa sul direttore dell'Avvenire, il monsignore racconta di averla "cestinata" e di essere "rimasto indignato della cosa". Un testo del genere, "indirizzato a più persone", ha lo scopo di "un avvertimento" che, osserva il vescovo, "io da siciliano definirei di tipo mafioso" in particolare "nei confronti dei due cardinali citati, Camillo Ruini e Dionigi Tettamanzi". L'intera vicenda legata a questa informativa per Mogavero è "un affaraccio brutto","inquietante", "spazzatura maleodorante" e "prestarsi a un gioco di questo genere è offensivo della dignità delle persone, della libertà di stampa e anche di una certa professionalità. Non credo proprio - sottolinea - si tratti di un autentico scoop".

Il vescovo di Mazara del Vallo ragiona anche sulle conseguenze del caso Boffo. "Bisogna capire - spiega - che quando si entra nel piano della rappresaglia si sa da dove si comincia ma non si sa dove si va a finire, soprattutto perchè esistono persone che poi in queste situazioni ci sguazzano. Certi signori - rimarca - si sono assunti la responsabilità morale di aver messo in moto un meccanismo che speriamo si fermi qui". In merito alla rivendicazione del direttore del Giornale di avere agito in autonomia dal presidente del Consiglio, Mogavero afferma: "Nessuno nega autonomia a Feltri ma non sono disponibile a pensare che nessuno della proprietà del Giornale fosse al corrente di quanto si stava per pubblicare, saremmo fuori dal mondo se si sostenesse una cosa del genere. Può essere che non lo sapesse il presidente del Consiglio - conclude - ma non la proprietà".

Tutta la vicenda "peserà sui rapporti Stato-Chiesa". Infatti, "se il premier - continua il vescovo - cerca un riavvicinamento con la Chiesa deve semplicemente cambiare stile di vita, deve semplicemente fare il politico e non il manager o l'uomo di spettacolo". Poi, prosegue Mogavero, "il giudizio sulla sua politica lo daranno il Parlamento e la storia ma se cerca la vicinanza con il mondo ecclesiastico deve assumere un rigoroso stile di vita". "Non ci interessa la sua vita privata - conclude - ci interessa che non ne faccia motivo di spettacolo". Secondo Mogavero la vicenda si trasformerà in "una bomba a orologeria" e, aggiunge, "mi dispiace che il povero Boffo abbia dovuto pagare un prezzo così alto ma se questo è servito a far saltare l'incontro tra il segretario di stato vaticano il card. Tarcisio Bertone e il premier Silvio Berlusconi all'Aquila, sono contento".

Il giudice di Terni. Il gip di Terni conferma che la "velina" utilizzata da Il Giornale di Feltri per la Giustizia non esiste e non è mai esistita, così come nessuna nota che riguardi l'orientamento sessuale di Boffo. Il giudice di Terni si sta occupando della vicenda essendo stato chiamato a decidere in merito alle richieste di accesso agli atti presentate da diversi giornalisti. Sulla medesima istanza deve esprimere un parere anche il procuratore della Repubblica Fausto Cardella. Dopo che lo avrà fatto gli atti passeranno al gip che dovrà pronunciarsi (una decisione è attesa non prima di domani mattina). Già in passato altri cronisti presentarono richiesta di accesso agli stessi atti ma il gip di allora respinse le istanze. La vicenda di Boffo venne definita con un decreto penale di condanna di 516 euro relativo al reato di molestie alla persona. Un atto al quale il direttore di Avvenire non fece opposizione e quindi la vicenda si chiuse senza la celebrazione del processo. Nell'indagine venne ipotizzato anche, inizialmente, il reato di ingiurie, ma la querela che ne era alla base - secondo quanto emerge dallo stesso fascicolo - venne poi rimessa. Tra gli atti del procedimento non figurano intercettazioni telefoniche. Ci sono invece i tabulati relativi al telefono di Boffo dal quale partirono le presunte chiamate moleste.

(31 agosto 2009)
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Re: Rapporti Chiesa-Berlusconi

Messaggioda Robyn il 01/09/2009, 8:56

Con il ritotno di Feltri al Giornale si sapeva che sarebbe finita così,del resto Feltri segue la linea editoriale pericolosa e dei veleni che parte dal 94 con il governo berlusconi.Il precedente direttore Giordano era sicuramente molto meglio,un pò bambinetto,ma meglio.Per quando rigurda Dino Boffo mi pare che sia una persona normale non facente parte del clero.Certamente non posso dire che cosa è avvenuto.I cattolici adesso si spera che si rendano conto di cosa è certa destra Ciao Robyn
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Re: Rapporti Chiesa-Berlusconi

Messaggioda Robyn il 01/09/2009, 11:18

Da Avvenire
Dino Boffo,direttore responsabile dei vescovi italiani.<<Si è vero ho transato una condanna in un processo nato per molestie sessuali a base di telefonate che partivano dal telefono del mio ufficio di Roma,ma della cosa si è occupato il legale del giornale,non un mio legale privato.Qualcuno infatti ha usato il mio telefono ,approfittando delle mie assenze.Quando ho saputo la cosa mi sono fatto più furbo e ho imparato a chiudere a chiave la stanza e a evitare che vi si potesse telefonare senza controlli,..
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Vaticano furioso: "Fomenta il caos"

Messaggioda ranvit il 02/09/2009, 18:47

Da repubblica.it :

Continua la polemica dopo l'attacco del "Giornale" al direttore dell'Avvenire
Il quotidiano dei vescovi: "Non ci fu patteggiamento, non scelse neanche un avvocato"
Feltri: "Su Boffo velina dalla gendarmeria"
Vaticano furioso: "Fomenta il caos"

ROMA - Lo scontro tra le alte gerarchie ecclesiastiche e il Giornale arriva ai massimi vertici. L'ultima scintilla viene accesa da una dichiarazione del direttore Vittorio Feltri, questa mattina a Radio anch'io, che riferendosi al documento inviato da un anonimo nei mesi scorsi allla Cei contenente le accuse a sfondo sessuale al direttore di Avvenire Dino Boffo, ha dichiarato: "E' vero che è girata anche un velina, e non dai servizi segreti, ma della Gendarmeria del Vaticano". La risposta della sala stampa vaticana, con il direttore padre Federico Lombardi, è netta: "'Viene il sospetto che vi sia una intenzione di fomentare confusione diffondendo false accuse. Secondo quanto riportato da agenzie di stampa, il dottor Feltri avrebbe dichiarato che la velina diffusa sul caso Boffo proverrebbe dalla Gendarmeria vaticana - ha affermato il direttore della sala stampa vaticana - Smentisco nel modo più categorico questa infondata affermazione''.

E dall'Avvenire arrivano oggi altre smentite sulla vicenda che coinvolge il direttore, con ricostruzioni che contraddicono totalmente quelle architettate dal Giornale: ''Non può esserci stato patteggiamento da parte di Dino Boffo perché non c'è stato alcun processo a suo carico''. L'articolo è firmato da Danilo Paolini, mentre non interviene il diretto interessato che, dopo avere ricevuto la solidarietà di tutto il mondo cattolico e potendo contare sulla telefonata del Pontefice al cardinal Bagnasco, sceglie oggi il silenzio e rimane in sella al quotidiano dei vescovi.

''Carta canta'', afferma Avvenire, che pubblica due pagine di lettere di solidarietà al suo direttore. "Nelle carte del tribunale di Terni, come spiegato ieri dal Gip Panariello, ''non c'è riferimento a relazioni di tipo sessuale, se non (incidentalmente) a quelle della querelante con il suo compagno. Non ci sono intercettazioni telefoniche. Non c'è una sentenza di condanna, ma soltanto un decreto penale che dispone il pagamento di un'ammenda. Per farla breve, si è trattato di una diatriba giudiziaria minima, come ce ne sono a milioni nei tribunali di tutta Italia".

Per Avvenire, ''Boffo ha soltanto rinunciato a presentare opposizione al provvedimento entro il termine di 15 giorni stabilito dalla legge. Un modo per chiudere rapidamente una vicenda certamente spiacevole, ma in nessun modo un'ammissione di colpevolezza''. Il Gip, infatti, ''ha confermato che il diretto interessato ha sempre contestato qualsiasi addebito nei suoi confronti, dichiarando da subito che le telefonate giudicate moleste dalla querelante non erano state fatte da lui, ma da un'altra persona''.

Il Gip però ha affermato ieri che Boffo ''conosceva'' la donna molestata, come ''confermato'' da testimoni, e che la sua tesi di non essere l'autore delle telefonate ''non è stata approfondita non essendo stata evidentemente ritenuta attendibile da chi indagava''. Quest'ultimo aspetto diviene il cuore degli articoli del "Giornale".

Il quotidiano continua nel suo attacco e il direttore, Vittorio Feltri dice:"Non ho niente per cui scusarmi". E, quindi, il titolo di apertura oggi recita "Il direttore di Avvenire ha mentito". La tesi del quotidiano di proprietà dei Berlusconi è che il giornalista cattolico si sia invaghito del fidanzato di una ventenne (e non più, come scritto nei primi articoli, del marito) e che per questo l'abbia ripetutamente molestata con telefonate. Boffo, in proposito, aveva spiegato di non essere lui l'autore di quelle chiamate, ma un suo collaboratore tossicodipendente, nel frattempo deceduto.

Secondo Avvenire, l'innocenza di Boffo è invece dimostrata anche dal fatto che ''non nominò nemmeno un difensore di fiducia'', ma si lasciò rappresentare da "un avvocato del foro di Terni, nominato d'ufficio dal gip Augusto Fornaci''. Questo fatto testimonierebbe che il direttore ''non aveva percepito la peculiarità del provvedimento accomunandolo alla serie di cause di routine che ogni giornale si trova ad affrontare''.

Avvenire torna anche sul "pezzo forte della campagna messa in atto contro Boffo": quella velina anonima che il "Giornale" definì un'informativa sulle sue presunte frequentazioni ed abitudini sessuali. "Come aveva già precisato lunedì il gip di Terni (e prima di lui, per quanto riguarda gli archivi di sua competenza, il ministro dell'Interno, Roberto Maroni), non ve ne è traccia'', come ribadito anche ieri dal giudice Panariello: "Il caso, quindi, è stato montato su una velina fabbricata ad arte di cui (per il momento) non si conosce l'autore''.

Tutte le attenzioni sono dunque rivolte alla mano anonima che ha compilato quella nota ed alla talpa che ha fatto arrivare sul tavolo di Feltri il decreto di condanna. "Basta con la caccia ai dossier. Il Governo deve dare precise direttive", afferma infine il presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir), Francesco Rutelli, in un'intervista al "Mattino". "Verrà accresciuta la vigilanza - ha detto Rutelli - affinché non vi siano deviazioni tra i funzionari dei servizi in un momento in cui si è aperta una pericolosa caccia ai dossier".

(2 settembre 2009)
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Re: Rapporti Chiesa-Berlusconi

Messaggioda mariok il 06/09/2009, 9:36

Dal blog di Beppe Grillo:

Continuano le incredibili, irresistibili, straordinarie dichiarazioni di Mavalà Ghedini, deputato e avvocato di Silvio Berlusconi, detto anche Lurch (famiglia Addams). Ghedini ha chiesto un risarcimento di due milioni di euro all'Unità per frasi lesive della reputazione del suo cliente. Mavalà riferisce che: "Stavolta ci siamo mossi per una pura questione di principio. Non tutto e' frutto di astuzia politica. Ci sono mosse dettate dal puntiglio, dall'orgoglio. Berlusconi é pronto ad andare in aula a spiegare che non solo non e' un gran porco ma nemmeno impotente." Ghedini è sicuro del fatto suo, ma come farà a conoscere così intimamente lo psiconano? E' Berlusconi che alza il membro, ma è Ghedini che lo difende. Mavalà, mavalà, mavalà...


In questa performance del fido fede ci sono momenti di intensa emozione, addirittura toccanti.

Per fortuna nel finale ci pensa Mavalà a riportarci con i piedi per terra, con la sua ennesima balla: che cioè una lettera anonima di misteriosa provenienza sia un verbale processuale.


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Ruini: A rischio i rapporti col governo

Messaggioda franz il 06/09/2009, 11:15

L'amarezza dell'ex presidente della Cei che interviene al convegno di Cernobbio
"Troppi limiti all'accoglienza degli immigrati. Grave degrado nella vita pubblica"

Caso Boffo, Ruini "preoccupato"
"A rischio i rapporti col governo"

dal nostro inviato PAOLO BERIZZI

CERNOBBIO (COMO) - La prima reazione ufficiale del cardinale Camillo Ruini al killeraggio mediatico che ha lasciato sulla strada il suo "amico" Dino Boffo arriva alle 17.55 di ieri tra i velluti celesti della sala Impero di Villa d'Este: e non c'è bisogno di leggere molto tra le righe. Quindicesimo e ultimo minuto di una prolusione dedicata a "demografia e società": "La Chiesa, al di là delle tante polemiche, tenta in ogni modo di contribuire al rilancio demografico dell'Italia e alla promozione dei valori della famiglia".

"E auspica che coloro che hanno a loro volta la capacità e la responsabilità di proporre stili di vita e di comportamento, operino anch'essi in questa direzione o quanto meno non in senso contrario". Ogni riferimento a chi non si attiene a questi "stili di vita e di comportamento" è puramente voluto. Che, con abilità e tempismo perfetto, l'ex presidente della Conferenza episcopale italiana lascia galleggiare. In sala c'è il gotha dell'impresa e della finanza europea. Applausi, Ruini si scusa per la non brevità dell'intervento che in realtà - fa notare il direttore del Sole Gianni Riotta, qui in veste di moderatore - Sua Eminenza ha sbriciolato in "tempi sportivi".

Sul viso affilato di don Camillo si schiude un sorriso, tornano gli occhiali che si era tolto per leggere, stringe la mano a Enrico Letta con il quale ha trascorso buona parte di questo pomeriggio sul lago. Ruini se l'era preparata, e sa che il messaggio arriverà a destinazione. "È sereno", mente sulle prime chi lo sta ascoltando dalle ultime file. Non è vero. In realtà, ai prelati con cui si è sfogato nelle ultime ore, il cardinale emiliano che per sedici anni ha governato con mano ferma la conferenza dei vescovi italiani ha riferito di essere "amareggiato" e "molto preoccupato". Per la vicenda Boffo, certo. Per l'origine e il drammatico epilogo. Per le sue conseguenze. Una storia che - stando a un recentissimo colloquio tra Ruini e uno dei suoi fedelissimi nell'episcopato - può segnare un "punto di svolta", anzi "un'involuzione" nei rapporti tra la Chiesa italiana e il governo. L'attacco al direttore di Avvenire - e cioè all'uomo che a cavallo tra gli anni '80 e '90 introdusse in Vaticano un colto monsignore di Reggio Emilia, da poco vescovo ausiliare, facendolo conoscere a Giovanni Paolo II che subito lo sceglie per la segreteria della Cei - ha toccato Ruini nell'anima. È stata una bomba "imprevista", deflagrata con la violenza di un attentato. Oltretutto - è stato il ragionamento del cardinale - "rimpiazzare Boffo sarà difficilissimo. Perché era ed è un profondo conoscitore della popolazione cattolica, delle famiglie italiane". La cinghia di raccordo ideale tra la base cattolica e le alte sfere della Chiesa e del Vaticano. Già.

Che giorni difficili devono essere per "Eminence", magari ci fosse la Littizzetto a ravvivargli l'umore. Che pensieri ingombranti e però inesternabili devono accompagnarlo mentre cammina leggero e svelto tra i vialetti di Villa d'Este. Sono le 13,30 quando Ruini - salito da Roma alle 12 con un volo privato - si materializza al forum Ambrosetti. Passeggia sottobraccio con Angelo Tantazzi, presidente della Borsa, economista vicino a Romano Prodi, e a sua moglie. Mancano tre ore al dibattito al quale interverrà Sua Eminenza. La prima, e al momento unica, uscita pubblica dopo le dimissioni di Boffo. È ora di pranzo. Tavolo ovale per venti. Ruini siede tra Letta e Tantazzi (al desco siedono anche Guido Rossi e Riotta). Parla fitto fitto con l'esponente del Pd, il capo chino, piuttosto disinteressato al tris di primi e al salmone al forno (sorseggia mezzo bicchiere di vino rosso). A guardare la scena qualcuno ipotizza che in quel colloquio, protetto dalla vetrata che affaccia sul giardino dei mosaici, abbiano preso ad attecchire i semi del nuovo grande centro che verrà. Le cinque del pomeriggio, sala Impero già piena. Ruini definisce l'Italia un paese che ha dei "limiti fisiologici ad accogliere gli immigrati", chiede alla politica interventi concreti per favorire la natalità e sostenere le famiglie, "prendiamo esempio dalla Francia dove si è raggiunta una media di due figli per donna". Chi gli ha parlato Oltretevere prima del viaggio a Cernobbio, riferisce di uno sfogo anche più amaro, con un accenno al "grave degrado della vita pubblica". Nella pancia di Villa d'Este è scoccato il quindicesimo minuto. Il tempo dell'affondo in zona Cesarini.

(6 settembre 2009)
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Re: Rapporti Chiesa-Berlusconi

Messaggioda franz il 24/10/2009, 9:56

Quaranta minuti in Vaticano tra il Papa e il sottosegretario per ricucire lo strappo
Il Pontefice è rimasto colpito dal giudizio negativo della stampa estera sul premier

Incontro segreto Letta-Ratzinger
sul caso Berlusconi e temi etici

di MARCO POLITI

CITTA' DEL VATICANO - Vertice segreto tra Benedetto XVI e Gianni Letta. Un giro d'orizzonte di oltre quaranta minuti, durante il quale l'attività del premier Berlusconi è stata attentamente vagliata dal pontefice tedesco, che ha ascoltato le "spiegazioni" del sottosegretario. Dopo un intenso lavorio diplomatico il braccio destro di Berlusconi si è recato mercoledì pomeriggio in via riservatissima dal pontefice per tentare di ricucire lo strappo tra il Cavaliere e la Santa Sede. Sì, c'era già stato il rapidissimo incontro tra Berlusconi e il Papa all'aeroporto di Ciampino il 26 settembre prima della partenza di Benedetto XVI per Praga. E poi Berlusconi e il Segretario di Stato vaticano Bertone il 7 ottobre erano stati a colloquio per quindici minuti all'inaugurazione di una mostra sui santi d'Europa a Palazzo Venezia (ma l'Osservatore Romano aveva pubblicato una foto del solo Bertone).

Però il premier restava e resta inquieto. Benché archiviata dalla Curia, la "decapitazione" del direttore dell'Avvenire ad opera del Giornale berlusconiano ha ferito profondamente l'episcopato italiano e larghi stati del mondo cattolico. E poi gli era giunto alle orecchie che nei corridoi vaticani e ancor più negli ambienti della Cei si parla apertamente di una crescita della disaffezione elettorale dell'elettorale cattolico per il premier. Mentre Berlusconi partiva per Mosca, Letta si è presentato mercoledì alle sei meno un quarto in Vaticano, accolto dal reggente della Casa pontificia mons De Nicolò e dal comandante della Gendarmeria Giani che lo hanno accompagnato nello studio papale. E Letta si è sforzato di perorare l'affidabilità del premier e del suo governo.

Benedetto XVI ha ascoltato attentamente, convinto certo della linea perseguita dal cardinale Bertone e dunque favorevole a buoni rapporti con Palazzo Chigi. Tuttavia, pur rinnovando la sua piena fiducia nell'impegno personale di Letta (considerato dal Vaticano garante essenziale del governo), Benedetto XVI in questi mesi - proprio per la sua origine tedesca - è rimasto colpito dal giudizio fortemente negativo espresso dagli ambienti internazionalinei confronti della figura di Berlusconi. Anche tra i democristiani europei. Di conseguenza Letta si è trovato di fronte un pontefice, certamente desideroso di stabilità per il governo e di una tregua tra le forze politiche. Ma allo stesso tempo il sottosegretario sa che Benedetto XVI e il suo entourage non pensano più che tutte le critiche rivolte a Berlusconi siano una "congiura dei cattivi". In ogni caso il pontefice ha voluto fare sapere che i rilievi che vengono dalla Chiesa esprimono valori evangelici e non posizioni anti-governative.

In Curia si ammette che, accogliendo Letta, papa Ratzinger ha voluto "informarsi di persona" della situazione italiana (senza mediazioni né di Bertone né di Bagnasco), perché inquieto per la piega che prendono gli eventi. Per il resto si è parlato molto dell'aiuto alle famiglie in difficoltà, della posizione governativa sui temi eticamente sensibili come il testamento biologico, la pillola abortiva Ru 486, l'obiezione di coscienza di medici e farmacisti nonché di questioni pratiche come il finanziamento delle scuole cattoliche. Il fatto che il segretario della Cei, Mariano Crociata, alzi il tono incitando i farmacisti a negare la pillola abortiva è sintomo che la Chiesa intende sfruttare sino in fondo il bisogno di Berlusconi di non perdere l'appoggio o almeno la non belligeranza dei vertici ecclesiastici.

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