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inciucio e politica

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

inciucio e politica

Messaggioda carlo gualtieri il 19/07/2008, 2:18

Grazie alla sua grande sensibilità politica Cavour aveva capito che il problema unitario non poteva essere tema caro ad un solo schieramento del parlamento subalpino ma che avrebbe richiesto l'intesa di entrambi gli schieramenti per poter essere conseguito così si prodigò per realizzare un accordo che consentisse di poter finalizzare ogni sforzo del paese verso l'ambizioso progetto. Cavour attuò questo accordo con Urbano Rattazzi, esponente delle componenti più moderate della sinistra piemontese e dopo essere entrato nel governo d'Azeglio come ministro dell'agricoltura, del commercio e della marina il 2 novembre 1852 sostituì lo statista piemontese alla carica di primo ministro.
Il governo Cavour o meglio i governi guidati da Cavour furono governi che attuarono grandi riforme interne cercando al tempo stesso di inserire lo stato sabaudo all'interno di una fitta rete di relazioni internazionali per riuscire a trovare l'appoggio per quella che fu definita questione italiana. Tutto questo fu ovviamente possibile grazie al connubio che garantiva al governo Cavour una maggioranza solida e stabile in grado di prendere decisioni impopolari

Quoto un passo di Wilkipedia; allora si chiamava “il connubio", oggi lo chiamerebbero “inciucio” (“a proposito di inciucio: non esiste forse un rapporto fra la decadenza politica di un Paese e la volgarità e la sciatteria del suo linguaggio politico?” scriveva Panebianco sul Corriere il 17 dicembre 2007).
Sempre da Wikipedia cito:
l'accusa di inciucio è usata non di rado da una parte dello schieramento di sinistra ogni volta che qualche politico di tale schieramento persegue l'obiettivo di accordarsi con lo schieramento contrapposto, anche se tale accordo è ricercato alla luce del sole o verte sulle regole comuni (accordi bipartisan): ciò che similmente accade, seppure con minor frequenza e intensità, anche all'interno dello schieramento di centrodestra. Rimarchevole è anche il fatto che la polemica della Sinistra arcobaleno contro la scelta del Partito democratico di correre da solo, nella campagna elettorale del 2008, abbia visto ritorcersi, contro Valter Veltroni, l'accusa originariamente mossa dieci anni prima da suoi ambienti contro il rivale storico D'Alema: sarebbe frutto di un "inciucio" risalente agli incontri Veltroni-Berlusconi del novembre 2007 sia la scelta di "tagliare le ali" alle due maxi-coalizioni del 2006, sia addirittura di far cessare il governo Prodi portando il Paese alle elezioni. L'intesa si sarebbe confermata dopo due mesi bruciando il tentativo esplorativo di Franco Marini.


Questo è l’avviodi un discorso che mi piacerebbe fare sulla politica, su cosa è, sulla base di quali consapevolezze il politico (il politico, non il politicante) deve necessariamente operare, quale atteggiamento mentale è necessario per leggere la realtà italiana in tutte le sue componenti dirette e trasversali, senza che tale lettura sia condizionata da idee preconcette o da convincimenti personali legati a personali motivazioni ideologiche.

Ma mi domando se prolissi sproloqui su questi temi (non riuscrei a dire la mia con semplificazioni e sintesi) interessino il forum. Se mi verrà chiesto da almeno tre iscritti al forum procederò, altrimenti lascerò perdere.
Basta guardare qualcuno in faccia un po' di più, per avere la sensazione alla fine di guardarti in uno specchio. (Paul Auster)
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carlo gualtieri
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Re: inciucio e politica

Messaggioda franz il 19/07/2008, 8:37

carlo gualtieri ha scritto:Questo è l’avviodi un discorso che mi piacerebbe fare sulla politica, su cosa è, sulla base di quali consapevolezze il politico (il politico, non il politicante) deve necessariamente operare, quale atteggiamento mentale è necessario per leggere la realtà italiana in tutte le sue componenti dirette e trasversali, senza che tale lettura sia condizionata da idee preconcette o da convincimenti personali legati a personali motivazioni ideologiche.

Discorsi su cosa è la politica? Benvenuti!
Ed anche quelli su cosa dovrebbe essere, visto che quella che oggi percepiamo come politica non è certo "esaltante".

Per me la politica è l'arte (la tecnica) di gestire la cosa pubblica e di far funzionare meglio, regolandola, la società.
Questo il suo compito strategico, la "mission".
Poiché per fare questo l'uomo tende a raggrupparsi in diversi agglomerati che sostengono proposte diverse, poi la politica finisce con l'identificarsi nelle schermaglie tattiche e compromissorie tra varie fazioni, spesso dominate da personalismi (perché nell'animo umano il personalismo è una tentazione ancora molto forte).

Se nell'obiettivo strategico è chiaro che si tratta di ottimizzare trovando soluzioni positive per la società, la realtà tattica ci vede confrontati con compromessi ed inciuci. Si passa quindi dal mondo delle soluzioni per la società a quello degli accordi tra gruppi o tra leader di questi gruppi.

Una considerazione su questa tua frase:
quale atteggiamento mentale è necessario per leggere la realtà italiana in tutte le sue componenti dirette e trasversali, senza che tale lettura sia condizionata da idee preconcette o da convincimenti personali legati a personali motivazioni ideologiche.

A mio avviso non è possibile per un singolo individuo avere letture non condizionate da idee preconcette, convincimenti personali, visuali ideologiche. Anche Einstein affermeva che in un ambito scientifico matematico noi studiamo e ricerchiamo sulla base di idee base che abbiamo in mente.

Ognuno ha una sua visione del mondo, piu' o meno complessa e piu' o meno sofisticata.
Ognuno ha pregiudizi ed illusioni. La prima illusione è di non avere pregiudizi! Senza questa base non potremmo ragionare e comunicare. Caso mai si puo' partire dalla consapevolezza che solo mettendo insieme tante teste (ognuna in grado di vedere pregiudizi ed illusioni altrui assai piu' dei propri) e tante visioni diverse possiamo avvicinarci alla soluzione del grande puzzle che è la realtà e da li' partire per le soluzioni. Il valore della politica dovrebbe essere proprio questo e mi riallaccio alla visione di Popper, in "La società aperta ed i suoi nemici" e varie altre sue opere.
L'atteggiamento mentale dovrebbe essere proprio quello dar peso e valore piu' ai contributi degli altri piuttosto che del proprio, soprattutto se ancorati a visioni dogmatiche (religiose o "laiche" come il comunismo).
L'atteggiamento è quello di saper cogliere bricciole di verità ovunque rifuggendo da coloro che affermano di essere i possessori di un'unica verità e soprattutto coloro che questa verità vogliono imporre.

Inutile dire che questo mettere insieme tante teste trova nella rete uno strumento eccezionale.
Chiudo qui, per non mettere troppa carne al fuoco.

Franz
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