Grazie alla sua grande sensibilità politica Cavour aveva capito che il problema unitario non poteva essere tema caro ad un solo schieramento del parlamento subalpino ma che avrebbe richiesto l'intesa di entrambi gli schieramenti per poter essere conseguito così si prodigò per realizzare un accordo che consentisse di poter finalizzare ogni sforzo del paese verso l'ambizioso progetto. Cavour attuò questo accordo con Urbano Rattazzi, esponente delle componenti più moderate della sinistra piemontese e dopo essere entrato nel governo d'Azeglio come ministro dell'agricoltura, del commercio e della marina il 2 novembre 1852 sostituì lo statista piemontese alla carica di primo ministro.
Il governo Cavour o meglio i governi guidati da Cavour furono governi che attuarono grandi riforme interne cercando al tempo stesso di inserire lo stato sabaudo all'interno di una fitta rete di relazioni internazionali per riuscire a trovare l'appoggio per quella che fu definita questione italiana. Tutto questo fu ovviamente possibile grazie al connubio che garantiva al governo Cavour una maggioranza solida e stabile in grado di prendere decisioni impopolari
Quoto un passo di Wilkipedia; allora si chiamava “il connubio", oggi lo chiamerebbero “inciucio” (“a proposito di inciucio: non esiste forse un rapporto fra la decadenza politica di un Paese e la volgarità e la sciatteria del suo linguaggio politico?” scriveva Panebianco sul Corriere il 17 dicembre 2007).
Sempre da Wikipedia cito:
l'accusa di inciucio è usata non di rado da una parte dello schieramento di sinistra ogni volta che qualche politico di tale schieramento persegue l'obiettivo di accordarsi con lo schieramento contrapposto, anche se tale accordo è ricercato alla luce del sole o verte sulle regole comuni (accordi bipartisan): ciò che similmente accade, seppure con minor frequenza e intensità, anche all'interno dello schieramento di centrodestra. Rimarchevole è anche il fatto che la polemica della Sinistra arcobaleno contro la scelta del Partito democratico di correre da solo, nella campagna elettorale del 2008, abbia visto ritorcersi, contro Valter Veltroni, l'accusa originariamente mossa dieci anni prima da suoi ambienti contro il rivale storico D'Alema: sarebbe frutto di un "inciucio" risalente agli incontri Veltroni-Berlusconi del novembre 2007 sia la scelta di "tagliare le ali" alle due maxi-coalizioni del 2006, sia addirittura di far cessare il governo Prodi portando il Paese alle elezioni. L'intesa si sarebbe confermata dopo due mesi bruciando il tentativo esplorativo di Franco Marini.
Questo è l’avviodi un discorso che mi piacerebbe fare sulla politica, su cosa è, sulla base di quali consapevolezze il politico (il politico, non il politicante) deve necessariamente operare, quale atteggiamento mentale è necessario per leggere la realtà italiana in tutte le sue componenti dirette e trasversali, senza che tale lettura sia condizionata da idee preconcette o da convincimenti personali legati a personali motivazioni ideologiche.
Ma mi domando se prolissi sproloqui su questi temi (non riuscrei a dire la mia con semplificazioni e sintesi) interessino il forum. Se mi verrà chiesto da almeno tre iscritti al forum procederò, altrimenti lascerò perdere.