La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

Siamo alla fine di un'era?

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Siamo alla fine di un'era?

Messaggioda incrociatore il 08/10/2009, 14:30

pagheca ha scritto:io condivido una parte forse contenuta del messaggio di Ranvit. E' vero che ormai siamo tentati, da ambo le parti, a pensare che la giustizia sia "giusta" quando da' ragione a noi, e sbagliata quando da' ragione all'avversario. Cioe' guardiamo con molti pregiudizi ai risultati, come se questi dipendessero da opinioni personali e non tecniche.

scusa, ma non c'entra "chi ha ragione"... il senso della vicenda è ben oltre ad un problema di ragioni...

è in ballo la concezione "liberale" di una società... e lo dice un "trinariciuto".

Qui si va affermando a chi reclama una giustizia, che la democrazia è sostenuta da un popolo che sceglie... in questo confondendo "giustizia" con "democrazia". Questa confusione è triste, significa che si è persa completamente l'idea di Stato liberale nel quale la "giustizia" è indipendente da chi esercita il potere e dalla maggioranza di popolo che lo sostiene. Questo perché esiste giustizia solo se si affermano i principi sui quali la società si basa qualunque sia il potere esecutivo che opera in quella società.

Oggi i principi della nostra società sono definiti nella Costituzione... e nemmeno una maggioranza di popolo potrebbe modificare quei principi... mi sembra che lo dica proprio la stessa Corte Costituzionale. Non si potrebbe, nemmeno avendo una maggioranza di popolo in tal senso, modificare l'art.3 che sancisce il principio di eguaglianza con una riscrittura che stabilisca il letteralmente il contrario. Come non si potrebbe nemmeno scrivere in una Costituzione modificata che il furto non può essere considerato reato.... e, vista la situazione, quanti sarebbero disposti a non vedere una maggioranza di popolo sottoscrivere tale "principio"?

Un tale stravolgimento della Costituzione potrebbe solo coincidere con la fine della Repubblica di cui la Costituzione vigente ha certificato la nascita. E non sarebbe certo un passaggio fatto di schede elettorali e Leggi "porcata", ma passerebbe necessariamente per la clandestinità di qualcuno e non credo proprio che questa clandestinità inizierà ancora con un "Aventino".

Il plebiscito è il contrario della "democrazia" e quindi della "giustizia". La democrazia si fonda sia sulle libere scelte del popolo e contemporaneamente sul controllo di una "giustizia" che non fa distinzioni e lega le sue azioni a principi che devono valere per tutti.

Mi sembra che i giuristi lo chiamino "Stato di diritto". Cioè ognuno si può muovere in libertà, ma dentro i principi... non esiste nessuno "Stato di diritto" che si può fondare su principi che sono di volta in volta modificati da una maggioranza... quello è un modello di società che si trova ad altre latitudini dalla nostra.
An eye for an eye will make the whole world blind
Mahatma Gandhi (1869-1948)
Avatar utente
incrociatore
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 560
Iscritto il: 18/05/2008, 15:57
Località: Via Barbierato, 15 - 28844 Villadossola (VB)

Re: Siamo alla fine di un'era?

Messaggioda ranvit il 08/10/2009, 16:19

Caro incrociatore....ma guarda che io, e tutti qui, siamo d'accordo con te.

Il punto è che intorno a Berlusconi si è creato un blocco sociale che se ne strafotte di questa Costituzione....insomma le regole comuni, non sono piu' comuni....che si fa? Non ti basta quello che ha già detto Belrusconi di PDR e Consulta etc? Che si fa, si mandano i carabinieri ad arrestarlo per vilipendio del Capo dello Stato? Vogliamo rischiare la guerra civile?

Forse sei tu.... che non riesci ad afferrare la situazione.
Insomma, ti è chiaro che non basta dire a Berlusconi di andare via, semmai in galera, se nel frattempo la maggioranza degli italiani lo appoggia e vota?

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: Siamo alla fine di un'era?

Messaggioda pinopic1 il 09/10/2009, 11:25

E c'è da meravigliarsi? Il popolo, la ggente insomma, non ha mai interiorizzato le regole, i principi liberali, la costituzione; non ne conosce il significato, il valore. Se regge la democrazia liberale è perché i partiti, i politici, i parlamentari, gli uomini di governo, le elite intellettuali ci credono. In Italia il senso dello Stato e delle istituzioni tra la ggente è ai livelli più bassi riscontrabili presso i popoli europei e occidentali. Da sempre.
Ha retto la democrazia fino ad ora, anzi fino a ieri, perché nessuno ha avuto la tentazione, ma soprattutto nessuno ha avuto il potere, per mortificarla.
Invece in questi 14-15 anni da dimenticare abbiamo lavorato tutti, compreso il centrosinistra, per creare le condizioni per la fine della democrazia liberale: con lo stupidario delle coalizioni forzate, il presidente indicato sulla scheda, gli eletti unti del signore, il sindaco d'Italia e altre emerite stronzate, buone solo a fare il gioco di un personaggio ambizioso, vanitoso, egocentrico, ricco e potente anche senza il potere politico e digiuno di principi liberali e democratici come Berlusconi.
"Un governo così grande da darti tutto quello che vuoi è anche abbastanza grande da toglierti tutto quello che hai" (Chiunque l'abbia detto per primo)
Avatar utente
pinopic1
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1253
Iscritto il: 24/05/2008, 15:00

Re: Siamo alla fine di un'era?

Messaggioda ranvit il 09/10/2009, 11:54

In gran parte sono d'accordo con te, pinopic.

Ma non posso concordare sulla critica al sindaco d'Italia, al bipolarismo etc perchè quanto accaduto è anche figlio di quello che hanno fatto, fino a 15 anni fa, "i partiti, i politici, i parlamentari, gli uomini di governo, le elite intellettuali" che si sono succeduti nei 40 anni precedenti!

Insomma le basi dello sfascio sono state poste dall'inciucismo Dc-Pci che ha tenuto sotto una campana di vetro la vita civile e democratica del Paese, impedendo il normale e democratico modus operandi di tutte le democrazie liberali : l'alternanza!

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: Siamo alla fine di un'era?

Messaggioda pinopic1 il 09/10/2009, 15:14

E' stato detto e ripetuto mille volte. Lo sappiamo bene perché non c'era e non ci poteva essere l'alternanza. Non ci poteva essere perché uno dei due partiti che avrebbero dovuto alternarsi si chiama Partito Comunista ed era in buoni rapporti con l'altra parte del mondo quando il mondo era diviso in due. La Nato, gli USA, ma anche poteri economici e vaticani non avrebbero accettato questa alternanza. Lo sapevamo benissimo anche noi che votavamo PCI. Speravamo sempre di prendere molti voti, di diventare più forti (ma senza esagerare) ma lo sapevamo che non saremmo andati al governo.
In queste condizioni è stato concesso al PCI, in cambio della non conquista del potere, una certa egemonia culturale (per assenza di qualsiasi istanza culturale dall'altra parte) e una partecipazione alla gestione di alcuni asset economici, un qualche potere di veto su determinati temi. Questo sarebbe l'inciucio.
Ma tutto questo era finito, poteva finire, dopo la caduta del muro e lo scioglimento del vecchio PCI. E dopo mani pulite. Non serviva immaginare stravolgimenti costituzionali e leggi elettorali coercitive. Il bipolarismo avrebbe potuto realizzarsi naturalmente anche con la legge proporzionale con una qualche soglia di sbarramento. In Germania c'è il bipolarismo ma non c'è nessuna legge che lo renda obbligatorio. I partiti indicano le alleanze prima delle elezioni in campagna elettorale senza che nessuna legge li obblighi a farlo.
Quanto al falso presidenzialismo di cui si fa scudo Berlusconi è meglio non parlarne. Anzi parliamone; l'illusione di essere stato eletto direttamente dal popolo, la posizione dei parlamentari nominati e non eletti, gli da tutto il potere che vuole senza che ci siano contrappesi istituzionali. Una repubblica presidenziale potrebbe anche darsi, ma non esiste nei paesi civili una repubblica presidenziale senza un forte controllo del parlamento e di una suprema corte o corte costituzionale che dir si voglia.
Il nostro pretende, visto che il suo nome era indicato sulla scheda, di essere al di sopra di tutto e tutti, costituzione e legge compresi. Questo ci sbatte in faccia tutti i giorni, più volte al giorno.

Quanto al sindaco d'Italia, dico che è una sciocchezza perché quella del sindaco è una carica esclusivamente amministrativa. Il sindaco non ha poteri politici; non legifera sulla giustizia, sull'informazione, sui programmi scolastici, sulla politica estera, sul fisco, la difesa ecc. Anzi, semplicemente non legifera. Punto. Quindi l'espressione "il sindaco d'Italia" riferita al PDC è una emerita sciocchezza.
"Un governo così grande da darti tutto quello che vuoi è anche abbastanza grande da toglierti tutto quello che hai" (Chiunque l'abbia detto per primo)
Avatar utente
pinopic1
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1253
Iscritto il: 24/05/2008, 15:00

Re: Siamo alla fine di un'era?

Messaggioda ranvit il 09/10/2009, 16:05

>Questo sarebbe l'inciucio.< Si questo che hai descritto. Ma è ingenuo pensare che non avrebbe avuto conseguenze : la totale assenza di "abitudine" all'alternanza ha impedito non solo la crescita civile del Paese ma anche quella della struttura economica, della burocrazia, e quella di classi dirigenti....i dirigenti di allora erano mediamente migliori ma si veniva dalle sofferenze del fascismo, della guerra e spesso della fame. Quella che è cresciuta sotto la pax Dc-Pci era ed è molle, senza un retroterra umano e politico "virile".
E' per questo che addebito al Pci la mancata trasformazione in socialismo democratico e liberale sin da quegli anni e alla Dc il bizantinismo untuoso e molliccio di provenienza clericale.

Per quanto riguarda il sindaco d'Italia....mi pare che la fai un po' banale : è sempre stato chiaro a tutti (ma evidentemente a te no) che ci si riferiva esclusivamente alla legge elettorale che ne consente l'elezione diretta. E che ha consentito finalmente a tante città di liberarsi dei tira e molla dei politici locali dedicandosi alla ristrutturazione urbanistica e amministrativa.


Ma tutto cio' non c'entra una mazza con l'argomento del 3d....e nel frattempo il buon Berlusconi sta cercando di non far finire l'era. Sarà dura per noialtri...


Riporto allora l'articolo di Repubblica.it dove vengono riportate le opinioni dei giornali stranieri :

Ancora grande spazio sulla stampa straniera alle vicende politiche italiane
Il Financial Times: "Senza Berlusconi il Paese starebbe sicuramente meglio"
NYT: "Mercoledì un bel giorno
per la democrazia italiana"
di ANGELO AQUARO e ENRICO FRANCESCHINI

LONDRA - Nella marea di articoli sul caso Berlusconi pubblicati oggi dalla stampa internazionale, spiccano gli editoriali non firmati, dunque espressione del pensiero della direzione del giornale, come usa nel mondo anglosassone, di quattro dei più autorevoli quotidiani del mondo: Financial Times, New York Times, Wall Street Journal, Guardian. Quello del più importante quotidiano finanziario d'Europa suggerisce senza mezzi termini agli alleati del presidente del Consiglio di liberarsi di lui per il bene dell'Italia. Una valutazione condivisa dall'altra parte dell'Atlantico dal Nyt, secondo il quale "l'era Berlusconi è durata troppo".
L'editoriale del giornale newyorkese, intitolato "La Legge e Silvio Berlusconi", inizia con un giudizio tranciante: "Mercoledì è stato un brutto giorno per Silvio Berlusconi ma un bel giorno per la democrazia italiana". Il riferimento è alla sentenza della Corte costituzionale su quella che il New York Times definisce "la vergognosa legge approvata dopo le elezioni dello scorso anno che garantiva a Berlusconi l'immunità dai processi per tutto il tempo in cui rimaneva in carica". Il quotidiano osserva poi che "la Corte Costituzionale ha ricordato il principio fondamentale della democrazia che nessuno, neppure il più ricco o il più potente, può ergersi sopra la legge, anche se un Parlamenteo compiacente gli costruisce per legge l'immunità". Dopo aver ricordato i processi che riprenderanno, il Nyt scrive: "Gli avvocati di Berlusconi sostengono che la necessità di difendersi nei processi distrarrano il premier dai suoi doveri. Ma lui già sembra aver speso molta più energia a difendersi dai suoi controversi casi personali che a reagire ai problemi che attanagliano l'Italia... Non è una situazione accetabile per l'Italia e per l'Europa. L'era Berlusconi è durata troppo a lungo, con troppi pochi risultati positivi. E' tempo per entrambe le coalizioni di sviluppare una nuova generazione di leader più costruttivi e competenti da presentare agli elettori".

"La sentenza della Corte Costituzionale (che gli ha tolto l'immunità) è il più serio smacco subito da Berlusconi nel suoi 15 anni in politica", afferma l'editoriale del Financial Times. "Da un anno il premier è coinvolto in uno scandalo di prostitute e veline, ma la decisione della Corte lo colpisce dove fa più male. Il premier dovrà ora affrontare una serie di processi in cui è accusato di corruzione ed evasione fiscale". Il giornale della City ricorda la reazione di Berlusconi secondo cui si tratta di un complotto politico orchestrato contro di lui dalla sinistra, ma obietta: "Il giudizio della Corte è giusto. Il capo di governo, in una democrazia, non può essere al di sopra della legge". Il risultato è che Berlusconi, "chiaramente indebolito", dovrà passare più tempo a occuparsi dei suoi problemi legali e meno a occuparsi degli affari di governo, mentre l'immagine internazionale dell'Italia "soffrirà ulteriormente". Berlusconi entrò in politica dopo la crisi creata da Tangentopoli, "per darsi una piattaforma da cui difendersi dalle accuse di corruzione" che già lo riguardavano, scrive il Ft, "ed è una tragedia, per l'Italia e per l'Europa, che lo abbia fatto". L'Italia, per causa sua, "non è riuscita a maturare politicamente". Molti italiani ancora appoggiano Berlusconi, conclude l'editoriale del Financial Times, "ma i suoi alleati di centrodestra dovrebbero contemplare l'idea di disfarsi di lui. L'Italia starebbe certamente meglio senza Berlusconi".

Anche la principale agenzia di stampa europea, la Reuters, dedica un editoriale alla vicenda, a firma del columnist europeo Paul Taylor e sotto il titolo: "Berlusconi non deve trascinare l'Italia giù con lui". "Silvio Berlusconi sembra determinato a trascinare le
istituzioni giù con lui ora che lentamente affonda in una palude di processi e di scandali. Ma i suoi alleati politici non dovrebbero legare il proprio destino irrevocabilmente al suo". Dopo aver ricordato i processi che si riaprono e la reazione del premier ("vere farse") il columnist attacca: "Queste non sono parole degne di un uomo che è stato eletto per seguire la costituzione e la legge. Del resto, ciascuna delle tre volte in cui Berlusconi nell'ultimo quindicennio ha preso il potere, ha speso il primo anno e anche più ad attuare leggi self-service, che gli garantissero l'immunità, decriminalizzando le accuse di frode e
cambiando lo statuto della prescrizione. I suoi interessi personali e i suoi affari hanno avuto la precedenza sul governo dell'Italia, che ha seriamente bisogno di riforme". E ancora: "Berlusconi ha dichiarato che non
ha alcuna intenzione di lasciare volontariamente. Ma i suoi alleati dovrebbero considerare se il magnate miliardario dei media è diventato più un peso che un elemento prezioso per il loro futuro". Come? Ambiziosi politici conservatori come il presidente della Camera Fini dovrebbero soppesare i rischi del regicidio contro i pericoli di essere trascinati giù con Berlusconi. Per la salvezza dell'Italia, dovrebbero trovare il coraggio, e farlo velocemente".

Anche l'editoriale del Guardian, uno dei più autorevoli quotidiani britannici, rammenta la tesi di Berlusconi di un complotto della sinistra contro di lui che coinvolgerebbe i tre ultimi presidenti della Repubblica, uno dei quali, Scalfaro, era "un fervente cattolico anticomunista", e un altro, Ciampi, "un banchiere e un tecnocrate". E allora, osserva il Guardian, di che cospirazione si tratta? "Non c'è stato alcun complotto. La persona che è pericolosa, nel senso che sta attivamente danneggiando le istituzioni italiane, è Berlusconi". Per questo, afferma il giornale londinese, è necessario che ora, abolita l'immunità, i processi contro di lui riprendano e vadano avanti: "Ogni altro corso di eventi spingerebbe ancora di più l'Italia lontano dal suo presente democratico e indietro verso il suo passato fascista".

Con un titolo che parafrasa il famoso romanzo di Kundera, "L'insostenibile nudità legale di Silvio Berlusconi", l'editoriale del Wall Street Journal riassume quello che è accaduto e fa le ipotesi su quel che accadrà, inclusa la possibilità che i processi avanzino lentamente, che il premier non venga condannato per la scadenza dei termini processuali e che tutto continui più o meno come ora. Ma in tal caso, conclude il quotidiano finanziario americano, "il vero perdente sarebbe il popolo italiano".

Il Financial Times dedica alla vicenda anche un'intera pagina di servizi, con un'ampia infografica sulla galassia del potere economico di Berlusconi, notando la ridda di supposizioni sui mercati all'indomani della sentenza che ha condannato la Finivest a pagare 750 milioni di euro di risarcimento alla Cir di Carlo De Benedetti come conseguenza della corruzione con cui Berlusconi ottenne il possesso della Mondadori. Una possibilità, scrive il Ft citando un "senior Milan banker", un importante banchiere milanese, che chiede di restare anonimo, è che "le ambizioni di espansione all'estero" del Cavaliere saranno ridotte, per esempio per quanto riguarda il tentato acquisto di TeleCinco in Spagna. Un'altra è che Berlusconi decida di vendere il Milan, come lo spingerebbe a fare, secondo il Ft, "sua figlia Marina".

In un altro articolo, il giornale nota che, nonostante le affermazioni ufficiali di solidarietà al premier da parte dei suoi alleati, la sentenza della Corte "ha esposto divisioni nella coalizione di maggioranza". Il Ft nota che Gianfranco Fini ha preso seccamente le distanze dalle critiche di Berlusconi al presidente della repubblica Napolitano. E nota che anche il ministro del Tesoro Giulio Tremonti, "come Fini un possibile contendente per la successione a Berlusconi", ha evitato di criticare il capo dello Stato. Quale che sia l'esito dei processi contro il premier, osserva l'articolo, "un governo indebolito, in conflitto con il potere giudiziario e con il Quirinale, esaspererebbe una lotta intestina per il potere, rischiando di trasformare Berlusconi in un'anatra zoppa".

E' la medesima previsione di una news analyses del corrispondente da Roma del Times di Londra, Richard Owen: "L'Houdini della politica italiana potrebbe finire per diventare un'anatra zoppa". Anche il quotidiano londinese dedica una pagina intera alle conseguenze della sentenza della Consulta, condividendo l'impressione di "divisioni" crescenti all'interno della maggioranza.

Un analogo corsivo sul Daily Telegraph, uno dei principali quotidiani conservatori britannici, rammenta che "in Occidente il concetto di uguaglianza di tutti davanti alla legge è uno dei capisaldi della democrazia" e l'idea che un leader voglia mettersi al di sopra della legge "crea paralleli con dittatori di mezzo mondo". E in ogni caso la linea di difesa del premier italiano, secondo cui i processi toglierebbero tempo prezioso alla sua attività di governo, non regge, ironizza Adrian Michels, il caporedattore esteri del Telegraph, considerato che Berlusconi "sembra avere trovato un sacco di tempo per le attività extra-governative che hanno spinto sua moglie a chiedere il divorzio".

Il Guardian di Londra scrive che, dopo la sentenza, nel breve spazio di 24 ore, Berlusconi ha "insultato la Corte Costituzionale, messo in dubbio l'imparzialità del presidente della Repubblica e dei suoi predecessori, e ridicolizzato una parlamentare in diretta tivù". Lo spagnolo El Pais afferma che Berlusconi ha risposto alla decisione della Corte "attaccando i poteri istituzionali con isteria, brutalità e insulti"; e in un altro articolo ricorda che il parlamento europeo ha criticato la concentrazione dei media in Italia.

Ci sono moltissimi altri articoli e commenti sulla Berlusconi-story, dal tedesco Die Welt al francese Le Monde, dall'Irish Times alla svizzera Tribune de Geneve, dal Figaro all'Australian. Una segnalazione la merita un editoriale sul quotidiano parigino Liberation, che partendo dalle frasi pronunciate dal premier subito dopo la sentenza, "Viva l'Italia, Viva Berlusconi", commenta parafrasando il celebre motto del Re Sole: "Berlusconi dice, l'Italia sono io. Poveri italiani".

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Precedente

Torna a Che fare? Discussioni di oggi per le prospettive di domani

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 20 ospiti

cron