da lucameni il 12/07/2008, 18:53
Le lobby in democrazia sono una cosa normale.
Non so semmai se si possa realmente parlare di "lobby" nel caso della Magistratura, visto che ha compiti istituzionali molto chiari e non si tratta di una società per azioni con interessi economici palesi od occulti.
In questo caso si dice "lobby" in senso "a-tecnico", giusto per capirci, e magari polemizzare su certa difesa corporativa di casta (forse è l'espressione più adatta). Difesa corporativa che sicuramente esiste.
Da discutere semmai sarà la sua reale incidenza sulla nostra vita e sulla credibilità della Magistratura in quanto tale.
Le lobby italiane se, come succede, agiscono come corporazioni che ledono gli interessi dei cittadini per difendere dei privilegi che non hanno ragion d'essere (vedi i liberi professionisti e gli appartenenti agli ordini), ovviamente si meritano le nostre critiche e la pretesa che vi siano autentiche liberalizzazioni.
Ma - ripeto - la Magistratura è altro.
E noi non abitiamo in un paese "normale".
Questo dovrebbe impedirci sia di santificare che di fare crociate contro una lobby, quella della magistratura, che poi non è una lobby come comunemente intesa.
La riforma della Magistratura è qualcosa che si sente periodicamente, ma sempre a seguito di qualche inchiesta che ha coinvolto esponenti politici o loro protetti. Sia a destra che a sinistra.
Questo, ancora a maggior ragione, come cittadini dovrebbe renderci diffidenti verso questo "zelo" e non dovrebbe renderci indifferenti nei confronti di quanto hanno fatto un Davigo o un Caselli.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)