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Ddl sicurezza: Una legge che porterà dolore

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Re: Ddl sicurezza: Una legge che porterà dolore

Messaggioda franz il 03/07/2009, 13:21

pagheca ha scritto:qualcuno sa in quali paesi la clandestinita' e' un reato? Vorrei capire se anche questa e' un anomalia oppure no. Difficile da trovare su internet (almeno per me).

pagheca

Penso che bisognerebbe chiedere ad amnesty, caritas, oppure ad altre ONG.

Franz
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Dove la sinistra dice sì alle ronde

Messaggioda franz il 04/07/2009, 9:29

Da Padova all'Emilia Romagna:
dove la sinistra dice sì alle ronde
Penati stanziò fondi. E ad Albenga i controlli li fa la giunta Pd

ROMA — Anche il centrosinistra ha un’anima «rondista». Prima an­cora dell’approvazione del ddl sul­la sicurezza voluto dal centrodestra e in particolare dalla Lega, diverse amministrazioni guidate dal Pd hanno dato il via libera alle squa­dre di volontari per la sicurezza, per il presidio del territorio o per il decoro urbano. Appunto le ronde, anche se preferiscono chiamarle «associazioni civiche».

Il laboratorio delle «ronde dolci» di centrosinistra è l’Emilia Roma­gna. Qui una legge regionale voluta dal governatore Vasco Errani nel 2003 ha spianato la strada alle asso­ciazioni civiche che mandano i vo­lontari davanti alle scuole, nei par­chi, addirittura nei cimiteri. «Ma so­no contrario alle ronde per la sicu­rezza », ha ribadito Errani quando il ddl del governo è arrivato al Senato per l’approvazione definitiva. E Giorgio Pighi, sindaco riconfermato di Modena, esponente del Pd e fra i fondatori dell’Ulivo, ha spiegato: «Le nostre non sono le ronde che piacciono alla Lega, non c’entrano nulla. In comune abbiamo solo il fat­to che i cittadini prestano la propria opera volontariamente. Ma il no­stro è un approccio culturale: le no­stre squadre lavorano per il ripristi­no del decoro urbano, cancellando le scritte o aggiustando la panchina divelta nel parco, e per portare coe­sione sociale. Le ronde che vuole la Lega non puntano alla coesione e al­la solidarietà sociale. E’ un presidio del territorio con finalità quasi inti­midatorie ». In realtà, però, anche in Emilia Romagna c’è chi nel Pd ave­va intravisto nelle ronde un aiuto al­la sicurezza: Sergio Cofferati, quan­do era sindaco di Bologna, nello scorso febbraio aveva affermato che i cittadini «possono dare un contri­buto al presidio del territorio», pur­ché le iniziative non assumano «co­lore o valenza politica».

E anche nella Lombardia domi­nata dal verde della Lega e dall’az­zurro del Pdl, ci sono stati ammini­­stratori di spicco del Pd che hanno aperto più di uno spiraglio alle ron­de: Filippo Penati, prima di perde­re la presidenza della Provincia di Milano, aveva stanziato 250 mila euro a favore dei Comuni del terri­torio per finanziare le associazioni di volontari. Una mossa, quella di Penati, che è andata oltre a quanto stabilito il governo, secondo il qua­le le ronde non devono gravare sul­le casse pubbliche.

E ancora in Liguria c’è il caso Al­benga: il sindaco Antonello Tabbò, centrosinistra, aspettando di poter installare decine di telecamere per la videosorveglianza ha lanciato una sorta di «ronde istituzionali». Lui stesso, insieme agli assessori della sua giunta e ai consiglieri di maggioranza, è sceso in strada di notte accompagnando nei pattuglia­menti polizia municipale e forze del­l’ordine, anche se con una valenza simbolica più che reale: «Per far sen­tire ai vigili e alla cittadinanza che siamo loro vicini nella lotta per la si­curezza ».

E nella vicina Massa, invece, il sindaco del Pd, Roberto Pucci, si è schierato contro le ronde, che però sono lo stesso scese in strada, orga­nizzate dai consiglieri locali de La Destra, sotto lo slogan «Soccorso so­ciale e sicurezza», con i volontari ar­mati di cellulare, torce metalliche e spray al peperoncino. Quando la leg­ge approvata giovedì entrerà in vi­gore, però, bombolette urticanti e torce metalliche dovranno essere ri­posti nell’armadio, perché i volonta­ri non potranno portare «alcun og­getto atto a offendere».

La patria delle ronde è comun­que il Veneto. Qui il Carroccio ha or­ganizzato le squadre di volontari in piccoli e grandi centri. Ma anche il Pd si è mosso. Achille Variati, sinda­co di Vicenza, ha annunciato l’istitu­zione di una scuola per volontari della sicurezza. Flavio Zanonato, confermato alle ultime amministra­tive alla guida di Padova, già in pas­sato ha schierato i «nonni-vigili» davanti alle scuole e nei parchi: «Di­ciamo che sono delle ronde anche queste, e io sono favorevole a utiliz­zare la collaborazione dei cittadini per il presidio del territorio. Perché la presenza di una squadra di volon­tari in un parco può scoraggiare gli spacciatori. Un’altra cosa è quando sento parlare di ronde come quelle che vogliono i leghisti, che rischia­no di diventare una polizia politica al servizio di un’ideologia. Con il termine ronda, poi, viene indicato anche un altro fenomeno: quello delle manifestazioni spontanee in piazza di comitati di cittadini che re­clamano sicurezza. Queste non so­no ronde vere e proprie. Sono inizia­tive legittime ma non procurano si­curezza. Anzi paradossalmente as­sorbono energie delle forze dell’or­dine che per tutelare la sicurezza dei partecipanti sono costrette a tra­lasciare altri incarichi».

Al Sud almeno due sindaci di centrosinistra si sono detti favore­voli alle ronde: Michele Emiliano (Bari) e Vincenzo De Luca (Saler­no). Purché però siano «intese co­me squadre di cittadini che volon­tariamente collaborano al control­lo del territorio, ma senza connota­zione politica».

Paolo Foschi
04 luglio 2009
www.corriere.it
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