da Robyn il 07/05/2024, 13:01
Si è pensato che liberando l'uscita nell'art 18 la precarietà potesse diminuire,ma non è stato così perché la precarietà ha continuato ad imperversare provocando guasti alla democrazia e alla vita delle persone.Allora se in passato l'art 18 era un tabù per una parte adesso l'attuale formulazione è un tabù per un'altra parte.Di interventi sull'art 18 possono esserci ma non possono portare ad incertezza interpretativa.Per i disciplinari stabilire max tre infrazioni disciplinari in un'anno dopodiché può esserci il licenziamento.Per i motivi economici stabilire che se non esistono elementi chiari che giustificano il licenziamento il giudice può fare la reintegrazione.Ma la precarietà continuerà ad essere insita nel sistema per cui bisogna creare un contratto a tempo indeterminato in cui far fluire i contratti a termine e questo non può che essere il contratto intermittente dove bisogna coprire almeno il 90% della paga durante i periodi di inattivita in cui il lavorare può seguire dei corsi di formazione,questo pero significa limitare ad alcuni casi i contratti a termine non si puo creare un nuovo contratto e lasciare i contratti a termine cosi come sono.E' un contratto a tempo indeterminato in forma attenuata che però seguendo la formazione durante i periodi di inattività può portare più facilmente ad evitare la trappola della precarietà.Infine mai nel liberalismo nel contrasto degli interessi fra lavoratori ed aziende si assegna più potere ad una e meno all'altra parte,coloro che assegnano un potere indiscriminato ai datori di lavoro non possono definirsi liberali
Locke la democrazia è fatta di molte persone