Si, dobbiamo vivere fino in fondo il lutto della sconfitta e ripensare a quello che siamo e come ci siamo posti nei confronti degli elettori. Snocciolo alcuni degli elementi del programma di Veltroni per capire se chi ci guarda può ritenerci affidabili.
Valutare il merito: come possiamo essere affidabili se abbiamo sempre privilegiato le appartenenze a tutti i livelli in cui gestiamo il potere di selezione?
Una pubblica amministrazione efficiente: come possiamo essere credibili se i sindacati del Pubblico Impiego, che ci appoggiano, praticano la difesa generalizzata di tutti i dipendenti, fannulloni o solerti lavoratori?
No al precariato: è difficile pensare che la flessibilità concentrata sulla parte ai margini della società possa vincere la battaglia contro la precarietà del lavoro e della vita.
Quale sogno è quello che parte dalla fatica, magari che devono fare gli altri?
Quale unità del Paese se anche il programma per i padri è diverso da quello per i figli?
Quali liberalizzazioni se le rendite di posizione sono fortemente concentrate nel sottobosco politico e quello della "casta" è solo la parte più appariscente.
Se la realizzazione di una sogno può essere rimandato a dopo la cura, il medico deve avere la piena fiducia del paziente.
Se tutte queste contraddizioni sono vere e appaiono come tali agli occhi dei più allora è più credibile colui (B) che predica la libertà di arricchirsi ed è contro le regole che limitano questa possibilità. Poi, anche lui è costretto a subire qualche regola, ma il messaggio è forte e attraente. Chi meglio di B può far sognare il guadagno facile?
Così il mondo può andare allo sfascio, ma le responsabilità sono anche di chi predica bene ma razzola in altra direzione.
Aurelio Iori