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Non bisogna emigrare!

MessaggioInviato: 09/08/2018, 21:04
da franz
"La tragedia di Martinella ci insegna che non bisogna partire, non bisogna emigrare".

Di Maio ci spiega che i nostri connazionali nell'altro secolo dovevano morire di fame a casa loro piuttosto che emigrare.
Cosa accidenti sarà passato per la testa a 18 milioni e mezzo di nostri connazionali che in meno di un secolo e mezzo hanno dovuto/scelto di lasciare il Paese in cerca di fortuna altrove?

Re: Non bisogna emigrare!

MessaggioInviato: 11/08/2018, 9:19
da pianogrande
Il fatto che un personaggio di quel livello possa permettersi di sparare qualsiasi stupidaggine la dice lunghissima su chi ha governato fino ad oggi e su come sia precipitato il livello culturale dei cittadini.

Re: Non bisogna emigrare!

MessaggioInviato: 11/08/2018, 17:25
da franz
Mi sono imbattuto per caso in questo testo
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Leggete cosa scrive Papa Francesco nel Messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante del 2015: «… difendere il diritto di ciascuno a vivere con dignità, anzitutto esercitando il diritto a non emigrare […] è necessario scongiurare, possibilmente già sul nascere, le fughe dei profughi e gli esodi dettati dalla povertà, dalla violenza e dalle persecuzioni».
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Qualcuno apprezza, sostenendo che è un male se si è costretti ad emigrare.
Sulle prime sembra un argomento di buon senso. Emigrare come libera scelta = OK, per costrizione = NON OK.
Ma è assurdo.

Provo a far capire il perché estremizzandolo.

Sarebbe come a dire che nessuno deve essere costretto a lavorare. Un conto sarebbe lavorare per libera scelta, altro sarebbe essere costretti dalle vicissitudini della vita a lavorare per sopravvivere (non parliamo poi del dover emigrare).

Mi pare evidente che questo genere di concetti può essere espresso solo da chi non ha mai lavorato o non è mai stato costretto a lavorare seriamente. Su questo piano non vedo differenze tra Di Maio ed il pontefice.

Poi non è chiaro il confine di codesta emigrazione. Cambiare città, provincia, regione? Milioni di italiani lo fanno ogni anno. Negli ultimi 10 anni ben 13'631'927 residenti hanno cambiato casa (trasloco al di fuori del comune) spostandosi di città, provincia o regione. Lo fanno per scelta di vita (lavoro, matrimonio) ma lo fanno.

E cosa cambia se questa "costrizione" intollerabile valica i confini nazionali, quasi il cuore dovesse sanguinare solo in questo caso?

In 10 anni sono arrivati dall'estero 3'793'671 persone (trasferimenti, non turisti) di cui il 57% dall'europa, il 17% dall'africa, altrettanto dall'asia e infine un 8% scarso dalle americhe.

In 10 anni sono usciti dall'Italia un milione di persone. 2/3 sono italiani ed 1/3 stranieri che se ne vanno dall'Italia. Mete preferite: Europa (71%) di cui Germania e Regno Unito la fanno da padrone con un 12% cadauno, seguiti da Svizzera e Francia (8% cadauno). Anche le americhe, con il 14% sono una meta ambita.

Il pensiero che sta alla base è che noi siamo non solo tutti uguali ma anche identici, per cui non ci sono variazioni. Le nostra capacità (o incapacità) sono identiche ed è inutile cercare lavoro altrove: è lui che deve trovare noi e qui, dove vivo. Nel quartiere.

Non è così e chi migra lo sa. Chi non emigra si culla nell'illusione che non di debba migrare.