Adelaide Cairoli e i suoi figli

Inizio con questa rubrica a riportare le lettere relative alla corrispondenza tra Adelaide Cairoli e i suoi figli durante il Risorgimento italiano, estraendole da una raccolta pubblicata nel libro "Adelaide Cairoli e i suoi figli" a cura di Erminia Ghiglione Giulietti, di cui riassumo anche i commenti e le spiegazioni.
Si inizia la guerra di indipendenza
Il 26 marzo del 1848 l'esercito piemontese con a capo Re Carlo Alberto passava il confine austriaco al Gravellone ed entrava, accolto entusiasticamente, in Pavia, da cui gli austriaci si erano ritirati, iniziando la guerra di liberazione.
Carlo Cairoli, nominato a voce di popolo primo podestà di Pavia, ricevette il Re di Sardegna: Egli di suo pugno scrisse le parole di augurio che sono poste al centro dell'arco di trionfo sotto cui passò affiancato, a cavallo, dal figlio, il principe Vittorio Emanuele.
I Volontari accorreranno in Legioni da ogni parte della penisola, ma Re Carlo Alberto aveva troppo tentennato per aver con sé tutti i cuori degli Italiani, fra cui molti erano ora i repubblicani.
La Costituzione, concessa dal Re, era stata strappata anche ai governi degli Stati del sud dal popolo in fermento.
Milano, intanto, con le sue gloriosissime cinque giornate, capeggiate da Carlo Cattaneo, dava prova della decisione degli Italiani di volersi liberare dallo straniero; così Venezia capeggiata da Manin insorgeva eroica e anche Genova inviava alle armi la sua eletta gioventù.
Benedetto Cairoli, attivissimo, entusiasta, era pur corso a Milano insorta in quelle fatidiche giornate, dopo aver compiuto altre imprese patriottiche con compagni pavesi. Il 30 aprile 1848 ebbe a Pastrengo il suo vero battesimo di fuoco coi suoi compagni che, come scrisse alla madre, "avevano tutti combattuto da prodi, da leoni". Nella guerra del '48 erano presenti battaglioni d'ogni regione d'Italia.
Si inizia la guerra di indipendenza
Il 26 marzo del 1848 l'esercito piemontese con a capo Re Carlo Alberto passava il confine austriaco al Gravellone ed entrava, accolto entusiasticamente, in Pavia, da cui gli austriaci si erano ritirati, iniziando la guerra di liberazione.
Carlo Cairoli, nominato a voce di popolo primo podestà di Pavia, ricevette il Re di Sardegna: Egli di suo pugno scrisse le parole di augurio che sono poste al centro dell'arco di trionfo sotto cui passò affiancato, a cavallo, dal figlio, il principe Vittorio Emanuele.
I Volontari accorreranno in Legioni da ogni parte della penisola, ma Re Carlo Alberto aveva troppo tentennato per aver con sé tutti i cuori degli Italiani, fra cui molti erano ora i repubblicani.
La Costituzione, concessa dal Re, era stata strappata anche ai governi degli Stati del sud dal popolo in fermento.
Milano, intanto, con le sue gloriosissime cinque giornate, capeggiate da Carlo Cattaneo, dava prova della decisione degli Italiani di volersi liberare dallo straniero; così Venezia capeggiata da Manin insorgeva eroica e anche Genova inviava alle armi la sua eletta gioventù.
Benedetto Cairoli, attivissimo, entusiasta, era pur corso a Milano insorta in quelle fatidiche giornate, dopo aver compiuto altre imprese patriottiche con compagni pavesi. Il 30 aprile 1848 ebbe a Pastrengo il suo vero battesimo di fuoco coi suoi compagni che, come scrisse alla madre, "avevano tutti combattuto da prodi, da leoni". Nella guerra del '48 erano presenti battaglioni d'ogni regione d'Italia.