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Adelaide Cairoli e i suoi figli

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Adelaide Cairoli e i suoi figli

Messaggioda flaviomob il 22/11/2014, 22:58

Inizio con questa rubrica a riportare le lettere relative alla corrispondenza tra Adelaide Cairoli e i suoi figli durante il Risorgimento italiano, estraendole da una raccolta pubblicata nel libro "Adelaide Cairoli e i suoi figli" a cura di Erminia Ghiglione Giulietti, di cui riassumo anche i commenti e le spiegazioni.

Si inizia la guerra di indipendenza

Il 26 marzo del 1848 l'esercito piemontese con a capo Re Carlo Alberto passava il confine austriaco al Gravellone ed entrava, accolto entusiasticamente, in Pavia, da cui gli austriaci si erano ritirati, iniziando la guerra di liberazione.
Carlo Cairoli, nominato a voce di popolo primo podestà di Pavia, ricevette il Re di Sardegna: Egli di suo pugno scrisse le parole di augurio che sono poste al centro dell'arco di trionfo sotto cui passò affiancato, a cavallo, dal figlio, il principe Vittorio Emanuele.
I Volontari accorreranno in Legioni da ogni parte della penisola, ma Re Carlo Alberto aveva troppo tentennato per aver con sé tutti i cuori degli Italiani, fra cui molti erano ora i repubblicani.
La Costituzione, concessa dal Re, era stata strappata anche ai governi degli Stati del sud dal popolo in fermento.
Milano, intanto, con le sue gloriosissime cinque giornate, capeggiate da Carlo Cattaneo, dava prova della decisione degli Italiani di volersi liberare dallo straniero; così Venezia capeggiata da Manin insorgeva eroica e anche Genova inviava alle armi la sua eletta gioventù.
Benedetto Cairoli, attivissimo, entusiasta, era pur corso a Milano insorta in quelle fatidiche giornate, dopo aver compiuto altre imprese patriottiche con compagni pavesi. Il 30 aprile 1848 ebbe a Pastrengo il suo vero battesimo di fuoco coi suoi compagni che, come scrisse alla madre, "avevano tutti combattuto da prodi, da leoni". Nella guerra del '48 erano presenti battaglioni d'ogni regione d'Italia.


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Re: Adelaide Cairoli e i suoi figli

Messaggioda flaviomob il 23/11/2014, 0:36

Va ricordato come, appena salito al soglio pontificio, Pio IX apparisse tra gli assertori della libertà d'Italia. Gioia ed entusiasmo attraversavano il paese mentre i Borbone e gli austriaci temevano che il fervore religioso alimentasse le spinte verso l'indipendenza. I pavesi così pregavano per la vittoria degli insorti: "W Dio, W l'Italia, W Pio IX" e la Beata Vergine del SS. Rosario veniva invocata per la stabilità dell'indipendenza italiana nell'aprile del Quarantotto.
Il 16 maggio Benedetto Cairoli scriveva ai genitori dicendosi "orgoglioso di poter mostrare che la Patria non avrebbe sperato invano dal coraggio dei suoi figli" e felice "che la vittoria fosse stata tutta italiana", mentre "le popolazioni dei diversi paesi conquistati accolgono i soldati con l'entusiasmo degli uomini che vogliono la libertà".
Descrive: "Dalla parte dove mi trovavo combattemmo in numero di trecento contro più di mille. Dopo alcune ore ci trovammo senza cartucce: si suonò la Carica alla baionetta e i nemici furono costretti a disordinata ignominiosa fuga. Il mio vestito fu forato da una palla nemica che ferì il mio vicino".


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Re: Adelaide Cairoli e i suoi figli

Messaggioda flaviomob il 12/12/2014, 0:42

Benedetto Cairoli, alla madre
13 giugno 1848
Alla Ferrara sul monte Baldo


Mia carissima Mammina,
siamo a pochi passi dal Tirolo stanchi di inseguire un nemico a cui la paura mette le ali. Mi fa malinconia il pensiero che io mi sono ancora allontanato da te. Ma spero di fare una gita per abbracciarti presto. Avrei desiderato fosse nel giorno in cui sarà sposa la mia cara Rachelina, ma dovrò approfittare dei giorni a Brescia per prendere i denari della Compagnia perchè dopo vi sarà forse un attacco generale e mi sarebbe impossibile lasciare i compagni nell'ora del pericolo. Tu non lo vorresti, mia ottima Mammina!
Noi siamo qui a pochi passi dalle nevi, digiuni, stanchi, privi di tutto. A fatica ho potuto trovare presso un mio compagno questo pezzo di carta... Oh, mia buona Mammina, non accusarmi quando ti mancano mie notizie. Dì allora che mi era impossibile mandartele.
Mi sono preziosi i pochi momenti che ci sono concessi perchè io li impiego a trattenermi con te. Ma da dodici giorni non ci lasciarono mai in riposo... Molti dei nostri ammalarono e fra questi Beccaria, del quale sento più che mai la mancanza. Io non so descriverti abbastanza la tristezza di queste poche case che chiamano Paese. Sono poste in una vallata del monte Baldo rinomata per l'orrido delle sue rupi: queste saranno presto le nostre fortezze e i nostri cannoni fulmineranno lo straniero dai baluardi che fece Iddio.
Vorrei avere le tue notizie e quelle del mio caro Papà. Io temo sempre per la vostra preziosa salute!... La mia non può essere migliore. Il mio fisico si è fatto forte in mezzo alle fatiche ed agli stenti... La causa è di Dio e Dio mi sostiene!
Io ti direi di più se l'oscurità non me lo impedisse. Abbracciami tanto il mio ottimo e caro Papà, la mia buona Rachelina, i miei piccoli fratellini. A te anticipo con tutta l'effusione del cuore mille baci. Il tuo aff.mo e ubb.mo
Benedetto


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