meglio tardi che mai, così si dice ma è incredibile che in italia fino a ieri non esistesse una regolamentazione a riguardo e comunque non leggo sanzioni per questo grave reato, forse verrà emanato sucessivamente? altrimenti è carta straccia
molte persone sono abituate a spargere veleni senza sapere e nemmeno immaginare gli effetti che possono avere sull'ambiente e se stessi, vedi i vari insetticidi da giardino e casa, le persone ignorano anche l'estrema pericolosità di tante sostanze pubblicizzate alla televisione per la pulizia, è evidente che una informazione dettagliata va a discapito del profitto, non esiste una tutela quindi sono cavoli di un adulto se ignora, la 626 la devono estendere anche ai privati cittadini e organizzare dei corsi obbligatori
ritornando a chi sparge esche avvelenate, questi criminali sanno bene cosa stanno facendo, agricoltori, cacciatori e altri che per il loro scopi avvelenano volpi, orsi e tanti altri animali anche solo perchè gli danno fastidio o arrecano danni alle colture, danni che vengono lautamente rifusi agli agricoltori, sono da punire
cosa ne pensate?
cosa si potrebbe fare per eliminare questa "abitudine"?
buon anno, mauri
Comunicato stampa 449 23 dicembre 2008
Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali
UFFICIO STAMPA
Esche avvelenate: Sottosegretario Martini firma Ordinanza sul divieto di utilizzo
In seguito al dilagare del fenomeno di uccisione e maltrattamento di animali mediante la disseminazione nell’ambiente di esche o bocconi avvelenati, che rappresenta un serio rischio per la popolazione umana, in particolare per i bambini, e per l’ambiente, il Sottosegretario alla Salute Francesca Martini ha firmato un’Ordinanza recante norme sul “Divieto di utilizzo e di detenzione di esche o bocconi avvelenati”. Il provvedimento ha lo scopo di prevenire i rischi diretti per la salute dell’uomo e degli animali nonché quelli derivanti dalla contaminazione ambientale.
In particolare il provvedimento ai fini della tutela della salute pubblica, della salvaguardia e dell’incolumità delle persone, degli animali e dell’ambiente, vieta di utilizzare in modo improprio, di preparare, miscelare e abbandonare esche e bocconi avvelenati o contenenti sostanze tossiche o nocivi, compresi plastiche e metalli. L’ordinanza vieta, altresì, la detenzione, l’utilizzo e l’abbandono di qualsiasi alimento preparato in maniera tale da poter causare intossicazioni o lesioni al soggetto che le ingerisce e prevede l’obbligo per il proprietario o il responsabile dell’animale deceduto a causa di esche o bocconi avvelenati di dare segnalazione alle autorità competenti.
In caso di operazioni di derattizzazione e di disinfestazione è posto l’obbligo di affiggere nelle zone interessate, almeno con cinque giorni lavorativi di anticipo, avvisi idonei ad informare delle operazioni che saranno effettuate.
L’ordinanza dispone, inoltre, che il medico veterinario che sulla base di una sintomatologia conclamata emette diagnosi di sospetto avvelenamento o viene a conoscenza di un caso di avvelenamento di un esemplare di animale di specie animale domestica o selvatica deve darne immediata comunicazione al sindaco e al servizio veterinario della Asl territorialmente competente. In caso di decesso dell’ani,male il veterinario deve inviare le spoglie e ogni altro campione utile all’identificazione del veleno o della sostanza che ne ha provocato la morte all’Istituto Zooprofilattico sperimentale competente per territorio. Gli Istituti Zooprofilattici devono sottoporre ad autopsia l’animale ed effettuare entro trenta giorni analisi sui campioni pervenuti o prelevati durante l’autopsia e comunicarne gli esiti al medico veterinario che ha inviato i campioni al sevizio veterinario della Asl competente per territorio e, qualora le analisi siano positive, all’autorità giudiziaria. I sindaci ai quali siano pervenute segnalazioni di sospetti avvelenamenti devono disporre l’immediata apertura di un indagine e provvedere ad attivare le iniziative necessarie alla bonifica dell’area interessata nonché segnalare l’area interessata con un apposita cartellonistica.
Viene, inoltre, attivato presso ciascuna Prefettura un “tavolo di coordinamento” per la gestione degli interventi da effettuare e per il monitoraggio del fenomeno.
I produttori di presidi medico-chirurgici di prodotti fito-sanitari e di sostanze pericolose appartenenti alle categorie dei topicidi, ratticidi, lumachicidi e nematocidi ad uso domestico, civile ed agricolo, hanno l’obbligo di aggiungere al prodotto una sostanza amaricante che lo renda sgradevole ai bambini e agli animali. Nel caso in cui la forma commerciale sia un’esca deve essere previsto un contenitore con accesso solo all’animale “bersaglio”.