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Diritti umani, informazione e comunicazione

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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 25/11/2015, 1:13

Nei soli Stati Uniti vi sono stati 4392 (QUATTROMILATRECENTONOVANTADUE) preti processati per pedofilia con oltre diecimila vittime e il Vaticano perde tempo a processare due giornalisti che scrivono di fatti inconfutabili?

http://the-view-from-rome.blogautore.re ... ef=HREC1-7


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Buone notizie dell'anno passato

Messaggioda flaviomob il 01/01/2016, 17:36

Le migliori buone notizie del 2015

Comunità risarcite dalle multinazionali, rilascio di prigionieri di coscienza, passi avanti verso l'abolizione della pena di morte: sono queste alcune delle buone notizie del 2015 ottenuto grazie all'impegno di chi sta dalla parte dei diritti umani.


Gennaio, Nigeria - Il 7 gennaio la Shell ha accettato di risarcire la comunità di Bodo, nel delta del fiume Niger, devastata dal 2008 da due fuoriuscite di petrolio. Un'azione legale promossa nel 2011 nel Regno Unito dalla comunità di Bodo ha costretto la compagnia petrolifera a una conciliazione extragiudiziale in base alla quale risarcirà 55 milioni di sterline (circa 70 milioni di euro), di cui 35 ripartiti tra 15.600 persone e 20 destinati alla comunità di Bodo.


Febbraio, El Salvador - Carmen Guadalupe Vasquez, una giovane donna che nel 2007, all'età di 18 anni, era stata condannata a 30 anni di carcere perché sospettata di aver abortito illegalmente, è stata scarcerata il 20 febbraio. Un mese prima, il 22 gennaio, a seguito di una campagna di Amnesty International e di altre organizzazioni per i diritti umani, l'Assemblea parlamentare aveva votato in favore della grazia.


Marzo, Suriname - Il 6 marzo l'Assemblea nazionale ha approvato la legge che abolisce la pena capitale. L'ultima esecuzione aveva avuto luogo nel 1982.


Aprile, Iran - Il 2 aprile Ghoncheh Ghavami, condannata il 2 novembre 2014 a un anno di carcere per il reato di "diffusione di propaganda contro il sistema", poi rilasciata su cauzione il 2 novembre 2014, ha ottenuto la commutazione del residuo di condanna in una multa. Ghavami, 25 anni, era stata arrestata il 20 giugno 2014 per aver voluto assistere a una partita di pallavolo maschile.


Maggio, Irlanda - Il 22 maggio l'Irlanda è diventata il 19esimo paese al mondo e il primo attraverso un referendum ad aver introdotto nella legge l'uguaglianza dei matrimoni a prescindere dall'orientamento sessuale. Un successo storico, cui ha contribuito anche la campagna per il sì di Amnesty International Irlanda.


Giugno, Camerun - Dopo una campagna di Amnesty International, 84 minorenni arrestati alla fine del 2014 all'interno di una scuola coranica col sospetto che venissero indottrinati da Boko haram, sono stati rilasciati tra il 24 e il 30 giugno.


Luglio, Belize - Il 13 luglio l'ultimo uomo in attesa di esecuzione, Glenford Baptist, nel braccio della morte dal 2000 per omicidio, ha ottenuto la commutazione della condanna da parte della Corte suprema. Il braccio della morte del paese si è così svuotato.


Agosto, Siria - Mazen Darwish, direttore del Centro siriano per i media e la libertà d'espressione, è stato rilasciato il 10 agosto. Era stato arrestato, insieme ad altri colleghi, a metà del febbraio 2012 per pretestuose accuse di terrorismo. Amnesty International aveva lanciato una campagna per la loro scarcerazione.


Settembre, Etiopia - Il 16 settembre, dopo 539 giorni di detenzione, una corte federale ha assolto i blogger Natnael Feleke, Atnaf Berhane e Abel Waleba da ogni accusa di terrorismo. Soliyana Gebremichael, un altro blogger in esilio negli Usa, è stato a sua volta assolto.


Ottobre, Stati Uniti d'America - Il 30 ottobre, dopo 13 anni di prigionia nel centro di detenzione di Guantánamo, il cittadino saudita Shaker Hamer è stato rilasciato ed è rientrato nel Regno Unito, dove ha la residenza essendo sposato con una britannica. Era stato arrestato nel 2002 in Afghanistan perché sospettato di far parte di un'organizzazione terrorista ma non era mai stato formalmente accusato né processato. Hamer è la sedicesima persona rilasciata nel 2015 da Guantánamo, dove restano ancora 111 detenuti.


Novembre, Indonesia - Il 19 novembre Filep Karma, attivista per l'indipendenza di Papua, è stato rimesso in libertà dopo aver scontato due terzi della condanna a 15 anni, inflittagli il 26 maggio 2005 per aver sventolato, un anno prima, la bandiera papuana durante una manifestazione pubblica. Amnesty International lo aveva adottato come prigioniero di coscienza e nel 2011 lo aveva segnalato tra i casi della maratona "Write for Rights", inviandogli oltre 65.000 messaggi di solidarietà.


Dicembre, Messico - Il 2 dicembre Cristel Piña, 25 anni, madre di due figli, è stata rilasciata dopo aver trascorso oltre due anni in carcere. Era stata arrestata nel 2013 e sottoposta a stupro e ad altre torture affinché confessasse di aver realizzato filmati compromettenti a scopo di estorsione, accusa poi rivelatasi falsa. Sempre il 2 dicembre Adrián Vásquez, conducente di autobus e padre di quattro figli, è stato rilasciato dopo aver trascorso oltre tre anni in carcere. L'uomo era stato arrestato nel 2012 e torturato affinché confessasse di essere un importante trafficante di droga, accusa poi rivelatasi falsa.


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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 15/01/2016, 1:47

Centocinquanta palestinesi uccisi negli ultimi due mesi.

http://it.euronews.com/2016/01/13/israe ... lestinesi/

--

Vietare un libro per vietare l’amore tra “identità diverse”
Per il ministero israeliano dell’educazione, ad ebrei ed arabi è vietato fare sesso, l’amore, il matrimonio, avere una famiglia o vivere insieme, scrive Alon Idan su Haaretz

- See more at: http://nena-news.it/vietare-un-libro-pe ... c00xe.dpuf


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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 20/01/2016, 10:39

Ahmad’s Story

The 13-year-old Ahmad Manasrah, was waiting for the bus, had countless bullet wounds, at least one in his little neck. Settlers, soldiers, and policemen were surrounding him. An Israeli started filming in the background, shouting at Ahmad in Arabic, “die, son of whore… die son of 66 whores.” The same Israeli then taunted the child and repeatedly asked the soldiers to shoot him again. The ambulance crews, that were present on scene, refused to take Ahmed to hospital. Since when the Israelis care about our lives? The child tried to sit; his fear was blatant; no one tried to calm him down. Hardly did he manage to sit before an Israel policeman came and kicked him.

The boy kept trying to sit and looked around, hoping to find someone with a bit of humanity to help. He looked for a smile that could reduce his pain. Yet he was kicked again and again. He was crying, screaming in his little voice, asking for one response. There was no response. He was left to bleed for long.

A week after his arrest, new images of the young Palestinian in the hospital were circulated. Ahmed was handcuffed to his bed. His lawyer said that Ahmed was beaten and isolated. Only his lawyer was able to provide him with food, since he could not feed himself by his handcuffed hand, and no one else except his lawyer was available to provide him with food. Handcuffed throughout his hospitalization, he could not take showers and he could only relieve himself next to his bed. In the hospital he would further undergo ill-treatment: Handcuffed at all times, denied going to the bathroom, verbally abused, threatened by his guards and spat at. From the hospital Ahmad was taken to prison and to interrogation and we all saw the Harsh interrogation video.

Before his trial in court, he suffered long and violent psychological torture (visible through a leaked video) to force him to admit to the attempted murder.

The next day, on November 10, during his appearance before the court, Ahmed maintained his innocence. Still imprisoned, he could see his family only two hours since the start of the events.

It is a clear violation of his childhood and an injustice committed by the Israeli authorities on his innocence! Ahmad is not the only abused child behind Jail bars, 400 + Palestinian children are imprisoned to the moment, and Ahmad’s case is one of them.

Because we believe in the power of people, and we also believe that the world is full of people who stand with justice, and refuse to stay silent when crimes against children & humanity are committed while no one is doing anything to stop it!
And because Israel needs to understand that its obvious lack of respect for international laws and its violations of all signed agreements and conventions is unacceptable!
We invite you to be the voice of the voiceless!
Take an action NOW and RAISE your voice by signing and sharing the below petitions demanding that Israel releases Ahmad Manasrah and the rest of all imprisoned children of Palestine from the Israeli jails
1. https://secure.avaaz.org/en/petition/am ... a_1/?pv=27

2. https://www.change.org/p/ban-ki-moon-da ... n-children

You have the POWER to make a change.
If you have already signed both petitions, please continue to raise awareness by sharing them in as many ways as you can via Facebook, Email and Twitter.
Over 7000 people have now signed the petitions so far and its growing daily!
START SHARING AND WATCH YOUR IMPACT RISE!

TOGETHER, we can make a difference!!! You can make a difference!!!

FREE PALESTINE, FREE AHMAD MANASRAH FREE ALL CHILDREN FREE ALL PALESTINIAN POLITICAL PRISONERS !

http://freeahmadmanasrah.com/Page.aspx?id=2


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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 23/01/2016, 23:49

http://www.spreaker.com/user/radiobulle ... l-sodalizi

Il Sodalicio de Vida Cristiana (conosciuto anche come Sodalitium Christianae Vitae) è una società di vita apostolica di diritto pontificio, secondo quanto dichiara il Codice di Diritto Canonico della Chiesa cattolica. Solo che, tra abusi sessuali e società anonime quotate in borsa, più che una società di vita apostolica, il Sodalizio fondato da Luis Figari è una società. A cura di Stefania Cingia


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Una voce da Israele

Messaggioda flaviomob il 24/01/2016, 0:32

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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 30/01/2016, 15:54

http://ilmanifesto.info/accuse-pesanti- ... ntrafrica/

È un j’accuse auto-referenziale quello dell’Onu contro i caschi blu dell’Unione Europea in missione nella Repubblica Centrafricana accusati di sfruttamento e abusi sessuali sui minori. A denunciare i fatti — avvenuti tra dicembre 2013 e giugno 2014 in un centro per sfollati nei pressi dell’aeroporto di M’Poko nella capitale Bangui — sono state le stesse vittime durante le interviste condotte da due team dell’Onu nel corso delle ultime settimane. Quattro ragazze di età compresa tra i 14 e i 16 anni hanno raccontano di essere state stuprate e costrette ad avere rapporti sessuali con peacekeepers del contingente georgiano, mentre un ragazzo e una ragazza di 7 e 9 anni avrebbero fatto sesso orale con i soldati francesi dell’operazione Sangaris in cambio di una bottiglia d’acqua e un sacchetto di biscotti. Raccontano le violenze subite e testimoniano quelle a cui sono stati costretti altri bambini in ripetute occasioni dai soldati francesi.

...


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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 30/01/2016, 18:31

Petizione di 160 accademici italiani per boicottare le università israeliane

Secondo i firmatari,Israele sta continuando la sua politica di “espropriazione e di discriminazione sistematica contro la popolazione palestinese che vive nei territori occupati

http://espresso.repubblica.it/attualita ... e-1.248341


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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 30/01/2016, 20:57

http://www.amnesty.it/flex/cm/pages/Ser ... 133/P/9995

Iran: minorenne al momento del reato, condannato a morte

http://www.amnesty.it/israele-arrestato ... ense-sakha

Mohammad Faisal Abu Sakha, 23 anni, è in stato di detenzione da parte dell'esercito israeliano, senza capo di imputazione o altra spiegazione, dal 14 dicembre. Non gli sono consentite visite da parte dei familiari.

http://www.amnesty.it/siria-basta-assedi

Siria: Secondo le Nazioni Unite, 4,5 milioni di persone su 13,5 che hanno bisogno di assistenza umanitaria rimangono in aree difficili da raggiungere. Sempre secondo le Nazioni Unite, quasi 400.000 si trovano sotto assedio, mentre le ong stimano questo numero in circa un milione.

Altri appelli su:

http://www.amnesty.it/elenco-appelli-firma-online.html


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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 07/02/2016, 16:55

Egitto, le testimonianze: “Torture nelle carceri di al-Sisi. Elettroschock e abusi sessuali”. Hrw: “Peggio di Mubarak”

Human Rights Watch: "Regime più repressivo della storia egiziana". Decine di casi raccolti dalle organizzazioni per i diritti umani. La moglie di un detenuto al Fatto.it: "Tenuto fuori al freddo per ore con le mani legate dietro la schiena mentre alcuni agenti buttavano dell'acqua su di lui"
di Laura Cappon | 7 febbraio 2016

Talat Shabeeb è stato arrestato a Luxor per possesso di stupefacenti lo scorso novembre. Alcuni giorni dopo è morto in cella. Le versioni ufficiali parlavano di un peggioramento improvviso delle sue condizioni di salute. Il cugino della vittima Hassan aveva però denunciato alla stampa locale di aver visto dei lividi e dei segni di tortura durante il riconoscimento del cadavere. La sua morte aveva provocato delle proteste nella cittadina egiziana, nota per le sue attrazioni turistiche. Manifestazioni che, visto lo stato di dura repressione, erano durate pochi giorni. Ma il caso della sospetta morte di Shabeeb non è isolato.

Diverse organizzazioni per i diritti umani locali e internazionali hanno più volte denunciato le torture portate avanti dalle forze di sicurezza egiziane. Appelli che spesso sono rimasti inascoltati ma che ora tornano all’attenzione dell’opinione pubblica solo dopo la morte di Giulio Regeni, il dottorando italiano dell’Università di Cambridge ritrovato morto nella periferia del Cairo mercoledì scorso.

Human Rights Watch ha definito l’attuale regime di al-Sisi il più “repressivo” della storia egiziana. Più violento del precedente trentennio di Mubarak nonostante già allora, nel 2011, Hrw parlasse dell’”endemicità delle torture” nelle carceri e nei commissariati egiziani dell’ex rais. Il presidente Sisi è salito al potere nel luglio del 2013 quando da ministro della Difesa depose il presidente Mohammed Morsi, il leader dei Fratelli Musulmani eletto l’anno prima nelle prime presidenziali democratiche, dopo la rivoluzione di piazza Tahrir. Nella primavera del 2014, dopo diversi arresti di massa degli oppositori e pesanti restrizioni delle libertà del personale, Sisi vinse le elezioni presidenziali con percentuali bulgare contro un solo sfidante, Hamdeen Sabbahi.

Già nei mesi successivi alla deposizione di Mohammed Morsi le organizzazioni per i diritti umani iniziarono a ricevere numerose segnalazioni di torture. Tra quelle raccolte dal Nadeem Center, uno dei centri più attivi anche durante la dittatura di Mubarak, c’è quella di Amr (questo è un nome di fantasia), uno studente di 19 anni arrestato 8 mesi dopo il colpo di stato del generale Sisi.

Nell’estate del 2014 la sorella di Amr ha raccontato in forma anonima a Il Fatto Quotidiano che il fratello era stato arrestato mentre era seduto con degli amici in una caffetteria nel centro del Cairo. “Per settanta giorni non abbiamo avuto sue notizie, solo dopo lunghe ricerche abbiamo scoperto che si trovava in una prigione militare dove è stato ripetutamente vittima di torture”. Amr è ancora in carcere. L’accusa è di far parte di Ansar Bayt al-Maqdis, il gruppo jihadista (ora affiliato all’Isis) presente nella penisola del Sinai e responsabile di numerosi attentati e attacchi contro le forze dell’ordine.

Secondo gli avvocati del centro per i diritti umani il giovane avrebbe deciso di confessare dopo alcuni giorni di tortura. “Aveva paura di morire, soffre di cuore da quando era bambino e temeva che le scariche elettriche a cui veniva sottoposto gli avrebbero provocato un collasso cardiaco”, ha dichiarato a ilfattoquotidiano.it un amico di Amr. Anche Abdallah, questo è un altro nome di fantasia, ha conosciuto la tortura alcuni mesi dopo il colpo di stato del 2013. Era stato arrestato il 25 gennaio del 2014 durante la manifestazioni per il terzo anniversario della rivoluzione e poi rilasciato due mesi dopo.

La moglie ha riportato a ilFatto.it i soprusi che Abdallah ha subito in cella. “Lo hanno tenuto fuori al freddo per ore con le mani legate dietro la schiena mentre alcuni agenti buttavano dell’acqua su di lui”. Il ministero degli Interni è da sempre stato il nemico numero uno per i manifestanti che 5 anni fa erano scesi in piazza a chiedere la caduta del regime. Ma le promesse di riforma del Ministero – fatte durante il periodo di transizione – non si sono mai avverate e le pratiche di violenza non sono mai finite.

Lo dimostra un’altra storia raccolta dagli attivisti per i diritti umani. Samir ora ha 19 anni ed è originario del Sudan. Venne arrestato nel centro del Cairo nel maggio del 2013 quando alla presidenza c’era Mohammed Morsi. La sua famiglia racconta che è stato torturato per più di 3 settimane. “Lo presero da via Mohammed Mahmoud (strada che da piazza Tahrir porta al Ministero degli Interni)”, dice la mamma. “L’accusa era quella di aver dato fuoco a una macchina della polizia anche se l’attacco era avvenuto il giorno prima”.

Samir è stato tenuto per 10 mesi nel seminterrato di una prigione del centro del Cairo dove un gruppo di poliziotti lo picchiava ogni giorno. “Era una cella di un metro quadrato senza cibo e senza bagno”. “L’elettroschock, le violenze sessuali e altre tecniche sono utilizzate al fine di ottenere confessioni e avere informazioni di possibili organizzazioni terroristiche o oppositori”, scrive in un report l’Ecrf (Egyptian Commission for Rights and Freedom). “Il governo egiziano sta dando la luce verde a torture e soprusi lasciando impuniti i membri delle forze di sicurezza che commettono questi crimini”.

(Da Il Fatto Q)


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