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Diritti umani, informazione e comunicazione

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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 08/10/2010, 18:54

http://www.repubblica.it/esteri/2010/10 ... e-7847289/

IL CASO
Il Nobel per la pace al cinese Liu Xiaobo simbolo della lotta per i diritti umani
Esponente di punta del movimento di piazza Tianamen, sta scontando in carcere una condanna a 11 anni per "sovversione". Il comitato di Oslo: "Il nuovo status della Cina implica maggiori responsabilità". Arrestati una ventina di dissidenti che festeggiavano

http://www.amnesty.it/Liu-Xiaobo-nobel-per-la-pace

Amnesty International: "Il nobel per la pace a Liu Xiaobo accende i riflettori sulle violazioni dei diritti umani in Cina"

http://www.amnesty.it/flex/FixedPages/10ottobre/

10-10-10 Giornata mondiale contro la pena di morte


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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 08/10/2010, 20:31

Iran: blogger condannato a 19 anni di carcere a seguito di un processo iniquo
Data di pubblicazione dell'appello: 08.10.2010
Status dell'appello: attivo
FI AU 343/08 MDE 13/094/2010

Hossein Derakhshan© Third Party
Hossein Derakhshan© Third Party

Il blogger Hossein Derakhshan, 35 anni, iraniano-canadese, ha subito un processo iniquo ed è stato condannato, il 28 settembre 2010, a 19 anni e mezzo di carcere sulla base di accuse vaghe, legate alla sicurezza nazionale. È stato detenuto senza alcun capo di imputazione per circa 19 mesi prima del processo. La sua famiglia e l'avvocato non hanno potuto incontrarlo regolarmente. Si ritiene che sia detenuto unicamente per aver espresso pacificamente le sue idee, pertanto deve essere rilasciato immediatamente e incondizionatamente.

Secondo il sito iraniano Mashreghnews Hossein Derakhshan è stato condannato dalla sezione 15 del Tribunale rivoluzionario con l'accusa di "cooperazione con stati ostili", "propaganda contro il sistema", "propaganda in favore di gruppi controrivoluzionari", "offese alla santità" e "costituzione e gestione di siti web volgari ed osceni". Secondo l'avvocato, molte delle prove usate contro Derakhshan sono testi tratti dai suoi blog. In base a quanto riportato sul sito Hossein Derakhshan sarebbe stato interdetto per cinque anni da attività politiche e giornalistiche e deve restituire delle "somme pervenute", che avrebbe ottenuto, di 30.750 euro, 2900 dollari e 200 sterline. Il sito non fornisce ulteriori informazioni sull'origine e la destinazione di questo denaro.


Hossein Derakhshan è stato arrestato nell'abitazione della sua famiglia, mentre si trovava in visita in Iran, l'1 novembre 2008, da agenti in borghese, che sembra avessero un mandato di perquisizione. Sebbene abbia la doppia nazionalità, canadese e iraniana, gli è stata negata l'assistenza consolare.

Dopo mesi di detenzione, durante la quale non ha potuto incontrare regolarmente la sua famiglia e il avvocato, il suo processo ha avuto inizio nel giugno 2010. In questi anni, più volte Amnesty International ha espresso le sue preoccupazioni per il fatto che Derakhshan potesse essere sottoposto a un processo presso il Tribunale rivoluzionario.

Ha 20 giorni per presentare appello contro la sentenza e probabilmente l'avvocato lo presenterà.

http://www.amnesty.it/blogger_carcere_iran


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Fidel Castro e quella Cuba da rifare

Messaggioda flaviomob il 09/10/2010, 0:41

http://www.giornalettismo.com/archives/86203/

Fidel Castro e quella Cuba da rifare
pubblicato il 5 ottobre 2010 alle 13:48 dallo stesso autore - torna alla home

I licenziamenti di Stato. L’economia fallimentare. La tentazione della liberalizzazione. E la necessità di un ricambio generazionale. L’isola e il suo capo si interrogano.

5004398522 49cd64f066 o Fidel Castro e quella Cuba da rifare
A metà settembre il governo cubano ha lanciato una notizia shock: lo Stato licenzierà dai 500 mila al milione di lavoratori statali al fine di rivitalizzare l’economia della nazione.

PROBLEMA MANODOPERA – Sì, perché, secondo l’annuncio, la forza lavoro del settore pubblico, spesso lenta, non motivata, inefficiente e assenteista è più un peso che una risorsa e contribuisce all’impoverimento e all’indebolimento di Cuba. “È necessario rivitalizzare il principio socialista di equa distribuzione pagando ognuno sulla base di quanto e come lavora” si legge nel comunicato che tenta di trovare una base ideologica che giustifichi l’ondata di licenziamenti. Peccato che la massima marxista che si è cercato di rievocare “da ciascuno secondo le proprie necessità, a ciascuno secondo i propri bisogni” non considerasse neanche per un momento l’eventualità che lo Stato si liberasse della sua forza lavoro spingendola verso attività commerciali di stampo capitalistico. Un licenziamento di massa quindi che interesserà dal 10 al 20% dei lavoratori statali sta per investire lo stato comunista senza che si faccia neanche troppo rumore. Il governo si aspetta, ingenuamente, che i neo-licenziati riportino linfa vitale al sistema economico improvvisandosi novelli imprenditori e rimpinguando quindi le casse dello stato che pretende tasse esorbitanti per l’esercizio di attività commerciali private (fino al 40%). Se questa fosse almeno una misura realistica per risollevare e arricchire il Paese, per quanto impopolare, non susciterebbe lo scetticismo dei maggiori economisti cubani e internazionali.

fidel castro 21 Fidel Castro e quella Cuba da rifareECONOMIA FALLIMENTARE - Secondo Foreign Policy, la natura di questa manovra è del tutto fallimentare per diversi aspetti. In un sistema economico di stampo stalinista, in cui, come si legge in un articolo della BBC del 14 settembre scorso, l’85% della forza lavoro nazionale è impiegata nel pubblico e in cui una cultura di iniziativa individuale si limita a pochi esercizi commerciali di base è poco plausibile che un milione di persone riescano a collocarsi con successo in un tessuto imprenditoriale quasi inesistente. Che paghino poi le tasse, non se ne parla proprio. Il rischio è quindi quello di andare ad alimentare il mercato nero del lavoro lasciando l’erario a bocca asciutta.

LICENZIAMENTI SENZA FRONTIERE - Il licenziamento di massa non rappresenta uno strumento per alleggerire e modernizzare la macchina statale se non accompagnato da riforme strutturali, culturali e politiche. Foreign Policy chiama in causa esempi storici in cui la trasformazione del sistema economico di un paese è stata portatrice di ricchezza: Repubblica Ceca, Estona, Polonia, Slovenia, ex Germania Est e Ungheria hanno considerato l’abolizione di qualsiasi restrizione alle libertà personali come conditio sine-qua-non per effettuare il passaggio da un sistema economico pianificato ad uno capitalistico. L’accesso al credito, alle risorse scientifiche e tecnologiche, alla conoscenza e alle comunicazioni transnazionali sono l’humus per la fioritura economica imprenditoriale. Una popolazione di disoccupati, a cui viene negato qualsiasi possibilità di accumulare capitale, materie prime, strumenti tecnologici e culturali è destinata a restare indietro e a dedicarsi a pratiche illegali per dare da mangiare ai figli.

LIBERALIZZARE? - E qui sorge un dubbio. Come è possibile che lo Stato sia disposto a togliere il lavoro a mezzo milione di persone e rischiare quindi il montare del malcontento, della miseria e quindi della delinquenza? Non sarà che i licenziamenti andranno a colpire in modo mirato coloro che, secondo il Governo, hanno i mezzi per sopravvivere? Manuel Orozco, esperto di immigrazione cubana e membro del think-tank Inter-American Dialogue di Washington D.C , pensa che ci sia il rischio che i primi ad essere licenziati siano coloro che hanno legami con gli esuli, ma la questione ideologica non c’entra niente. Infatti, in un’intervista rilasciata a Reuters, Orozco ha affermato che “liberalizzare l’economia Cubana farà sì che il 10% dei cubani che ricevono denaro da familiari e amici emigrati investirà in piccoli esercizi commerciali”. Ma come è possibile che lo Stato ora abbia bisogno del capitale di quegli stessi cubani fuggiti all’estero che ha maledetto e bandito per decenni?

IL FATTORE RAUL - John Kavulich, membro dello U.S.-Cuba Trade and Economic Council in un’intervista al New York Times insiste sulla contraddizione ideologica che Cuba sta portando avanti: “Il governo vuole incoraggiare le persone a dedicarsi all’imprenditoria ma che succederà quando qualcuno diventerà ricco per davvero?”. Da quando Raùl Castro ha preso le redini di Cuba molti hanno interpretato qualunque sua affermazione o decisione come il preludio dell’inizio della transizione verso la democrazia. Si tende a considerare Raùl come l’homo novus pragmatico e idologicamente meno radicato del fratello senza però ricordarsi che per convertire un regime da totalitario a democratico non basta il pragmatismo. Si tratta di un passaggio doloroso, forse il più complesso che una nazione possa compiere che, quando non implica spargimenti di sangue, avviene attraverso lente e difficoltose trasformazioni culturali, sociali e poi economiche. È un cambiamento traumatico che richiede determinazione e una visione del mondo totalmente nuova rispetto allo status quo. Evidentemente confidare in un manipolo di ottantenni non appare un’alternativa plausibile.

RICAMBIO GENERAZIONALE – Secondo Foreign Policy ciò che probabilmente avverrà è che una nuova classe dirigente più giovane sostituirà i gerontocrati (ma solo dopo la morte dei Castro) che avranno lasciato loro in eredità un paese in totale bancarotta. A questo punto si troveranno ad un bivio: tenere in piedi un regime chiuso e rugginoso e rischiare che la nazione scoppi come una pentola a pressione dando origine a una vera e propria guerra civile o far partire la transizione democratica e di apertura? Certo, non sarà facile. Cuba è una nazione che deve reimparare a camminare su nuove gambe e verso nuovi obiettivi economici e sociali.


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Attivisti per i diritti umani perseguitati in Cina

Messaggioda flaviomob il 18/10/2010, 17:14

http://www.amnesty.it/attivisti-per-i-d ... ti-in-Cina

Attivisti per i diritti umani perseguitati in Cina
(18 ottobre 2010)
Il caso di Liu Xiaobo, premio Nobel per la pace 2010, che sta scontando una condanna a 11 anni di carcere per "incitamento alla sovversione dei poteri dello stato", non è purtroppo isolato. La persecuzione degli attivisti per i diritti umani in Cina è la regola. Più il movimento per i diritti umani cresce, più la repressione nei suoi confronti si fa dura, come nel caso di Liu Xianbin, Gao Zhisheng, Tan Zuoren, Hairat Niyaz e Dhondup Wangchen.


Liu Xianbin, attivista della provincia del Sichuan e promotore, insieme a Liu Xiaobo, del manifesto Carta 08, è in carcere dal 28 giugno 2010 in attesa di processo. Già condannato nel 1992 e nel 1999 per reati di opinione, rischia un'ulteriore verdetto.


Gao Zhisheng, avvocato della provincia dello Shaanxi, risulta scomparso dal 4 febbraio 2009. Avvocato di primo piano, è stato preso di mira nel 2005 per aver preso le difese degli aderenti al movimento Falun Gong e nel 2007 per essersi schierato contro lo svolgimento delle Olimpiadi Pechino nel 2008.


Tan Zuoren, ambientalista della provincia del Sichuan, sta scontando una condanna a cinque anni di carcere per aver denunciato la corruzione e le violazioni delle norme di sicurezza nella costruzione delle scuole che si sbriciolarono durante il terremoto del 2008, che causò la morte di innumerevoli bambini.


Hairat Niyaz, giornalista della regione autonoma dello Xinjiang, è stato condannato nel luglio 2010 a 15 anni di carcere per "aver messo in pericolo la sicurezza dello stato". Secondo il mandato d'arresto, eseguito nell'ottobre 2009, aveva "concesso troppe interviste" sulle violazioni dei diritti umani ai danni della minoranza uigura.


Dhondup Wangchen, autore cinematografico della provincia del Qinghai, sta scontando una condanna a sei anni a carcere per "incitamento al separatismo". Nel 2008, telecamera in spalla, aveva intervistato un centinaio di tibetani sulla situazione dei diritti umani nel Tibet. Ne era derivato un documentario, "Lasciando la paura alle spalle", censurato dalle autorità di Pechino.


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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 19/10/2010, 12:40

Cara comunità di Avaaz,

Avaaz sta camminando sui carboni ardenti, con un tasso di crescita come mai prima d'ora e vittorie mozzafiato in tutto il mondo. Dal Canada al Brasile, dall'Italia al Sud Africa, la nostra comunità non fa solo dichiarazioni di principio e basta, ma vince, e sempre di più. Clicca sotto per saperne di più su questo e partecipa alla chat globale per celebrare le vittorie e sognare quello che verrà dopo:


Sta succedendo qualcosa di straordinario. Non soltanto la nostra comunità cresce di 100.000 persone alla settimana, con oltre 25 milioni di azioni on-line, creando un movimento mai visto prima d'ora. Non solo il livello di entusiasmo e di apprezzamento per Avaaz va alle stelle.

Stiamo anche vincendo. E sempre più spesso.

Capita che scegliamo battaglie impossibili, con poco tempo per ottenere la vittoria. Ma l'impegno immediato di un numero enorme di cittadini sta facendo la differenza fra il successo e il fallimento degli obiettivi che ci prefiggiamo. Dall'Economist a Le Monde a Al Jazeera, i media sottolineano i nostri "successi spettacolari" capaci di dare vita a una "rivoluzione politica". Di seguito alcuni esempi di quello che siamo riusciti a fare nelle scorse settimane:

Canada (420.000 membri di Avaaz): abbiamo recentemente sfidato l'alleanza fra un impero mediatico e un Primo ministro che volevano sovvertire l'indipendenza dei media in quel paese per proprio tornaconto, e abbiamo vinto.
Brasile (730.000 membri): abbiamo portato un movimento della società civile su internet e guidato una legge anti-corruzione nel Congresso, che ora sta escludendo tantissimi politici corrotti dal loro lavoro; è stata da più parti definita una rivoluzione politica.
Italia (240.000 membri): ci siamo opposti alla proposta di legge del Presidente del Consiglio di legare le mani della magistratura nella lotta alla corruzione in Italia; gli editorialisti hanno definito la vittoria come la prima volta nella storia italiana che la mobilitazione on-line e quella di piazza sono riuscite insieme a incidere sull'agenda parlamentare.
Argentina (60.000): abbiamo manifestato per proteggere i ghiacciai dalla distruzione certa da parte dell'industria mineraria, e abbiamo vinto.
Sud Africa (70.000): abbiamo costruito un appello enorme contro una nuova lenzuolata di censura sulla stampa, costringendo il governo a modificare la legislazione sui media.
Germania (480.000): migliaia di telefonate all'ultimo minuto dai nostri membri per fermare il governo dai tagli drastici previsti per gli aiuti umanitari.

Per maggiori dettagli su queste campagne continua a leggere l'e-mail, oppure clicca sotto per maggiori informazioni, spezzoni dai media e per lasciare un commento sulla nostra chat globale:

https://secure.avaaz.org/it/global_victory_report/?vl

Queste solo le vittorie. Nelle ultime settimane, inoltre, Avaaz ha risposto nel giro di pochi giorni alla tragedia in Pakistan, donando oltre 1,1 milioni di dollari destinati alle organizzazioni locali per provvedere a rifornire di biscotti nutrienti e latte 30.000 bambini per 2 mesi, e per garantire acqua potabile a oltre 3000 famiglie. In Europa i membri di Avaaz hanno fatto la storia creando la prima Iniziativa dei Cittadini dell'Unione europea da 1 milione di firme (un meccanismo democratico previsto dalla nuova Costituzione europea), al fine di bloccare le coltivazioni OGM finché ulteriori ricerca per la salute e la sicurezza non saranno completate.

Tutto questo in solo poche settimane, a seguito di altre vittorie incredibili nel 2010 per difendere il divieto di caccia delle balene e di commercio dell'avorio, per preservare la più grande area protetta di oceano al mondo e molto altro. Ciò a dimostrazione che quando i cittadini si mettono insieme e intraprendono azioni intelligenti e strategiche, la democrazia funziona!

Sono lontani i giorni in cui eravamo soltanto chiamati a votare alle elezioni, e poi costretti a leggere passivamente sui giornali i risultati negli anni successivi. Stiamo entrando in una nuova fase per la democrazia nazionale e globale, dove i cittadini sono costantemente impegnati nel formulare l'agenda politica e nel chiedere conto ai governi di quello che fanno. E' un momento molto stimolante e promettente per tutti i problemi con cui ci confrontiamo oggigiorno.

Tuttavia, è anche una responsabilità. Non c'è mai stata una comunità come la nostra, con oltre 6 milioni di cittadini in ogni angolo del pianeta, capace di mobilitare le persone in ogni momento. Se rimaniamo insieme, se facciamo il passaparola e ci incarichiamo sempre di maggiori azioni, qualunque cosa diventa possibile. Dalla corruzione all'ambiente, alla povertà, quello che succederà dopo dipenderà da tutti noi.

Con ammirazione per il servizio civile di tutti e con la speranza per il futuro,

Ricken, Ben, Alice, Luis, Emma, Stephanie, Alex, Milena, Heather, Iain, Graziela, Paula, David, Ben, Pascal, Benjamin, Brianna, Veronique, Giulia, Parvinder, MariaPaz, Saravanan, Kien, Yura, Vladimir, Alma e tutto il resto del nostro team sempre più numeroso :)

Guarda sotto per maggiori dettagli su ogni nostra recente vittoria, come per altri aggiornamenti. Per leggere un fantastico articolo pubblicato da poco sull'Economist su Avaaz, clicca qui:

https://secure.avaaz.org/it/global_victory_report/?vl

Una vittoria in dettaglio: Fermare "i media a braccetto col potere" in Canada

Questo mese i membri di Avaaz in Canada hanno protetto la loro democrazia con successo facendo fallire l'offerta di sovvenzionare un nuovo canale di informazione di parte con rapporti stretti con gli uffici del Primo ministro. 83.000 persone hanno firmato una petizione contro speciali contributi finanziari da parte del governo a Sun tv, un canale di propaganda tv fondato dall'ex consulente del Primo ministro Harper, Kory Teneycke. Il progetto era stato ideato dopo un pranzo segreto fra Harper, Teneycke e Rupert Murdoch, quest'ultimo noto per sfruttare senza alcun riguardo il suo vasto impero mediatico per manipolare i leader politici nei diversi paesi in cui opera. E' stato Murdoch a produrre il movimento di estrema destra negli Stati Uniti, il cosiddetto Tea party, dopo essere stato respinto da Barack Obama, oltre ad avere a contratto 5 dei candidati repubblicani alla presidenza degli Stati Uniti, e a curriculum il fatto che nessun governo del Regno Unito ha vinto un'elezione senza il suo appoggio negli ultimi 30 anni. I canadesi erano determinati a fermare i "media a braccetto coi potenti" di proprietà di Murdoch e la loro volontà di sovvertire la democrazia dall'entrare in Canada.

Dopo che Avaaz si è mobilitata contro Sun tv, l'impero mediatico ha tentato di fermarci con le tattiche tipiche delle multinazionali: articoli diffamanti in una dozzina dei loro giornali, minacce di citarci in giudizio se non avessimo sospeso immediatamente la nostra campagna, e collegamenti inquietanti con il sabotaggio criminale della nostra petizione. I membri di Avaaz non si sono tirati indietro, e hanno risposto al suon di 83.000 firme, 21.000 lettere indirizzate alla commissione governativa dei media e donazioni per oltre 400.000 dollari per affrontare qualunque causa giudiziaria, combattere la battaglia nei media e avviare un'investigazione riguardante il sabotaggio. Le donazioni hanno anche permesso ad Avaaz di assumere i migliori avvocati in Canada ed esperti per aiutarci a fronteggiare la richiesta di finanziamenti di Sun tv al governo.

Il risultato è stato una vittoria su tutti i fronti! Kory Teneycke è stato costretto a dimettersi, ammettendo di aver "sottovalutato il dibattito" e Sun tv ha abbandonato il tentativo di ottenere gli aiuti governativi per il lancio del suo canale. Murray Dobbin, un editorialista molto conosciuto, ha commentato: "E' un'incredibile vittoria per tutti quei canadesi che si sono messi lì a scrivere, a inviare e-mail, a telefonare e a protestare in qualunque maniera contro il piano grottesco di spostare il dibattito politico canadese verso l'estrema destra. E una vittoria in particolare per Avaaz, il movimento sociale on-line che ha seriamente messo in imbarazzo Teneycke e le sue tattiche da bulletto davanti a tutti."

Ficha Limpa: sconfiggere la corruzione in Brasile

Una campagna on-line di enorme portata, fatta dalla comunità di Avaaz in Brasile, che è riuscita a ottenere un'incredibile vittoria contro la corruzione. La legge "sulla fedina penale pulita" era una proposta ambiziosa che vietava ai politici condannati per crimini come la corruzione e il riciclaggio di denaro dal potersi candidare. Con quasi il 25% del Congresso indagato per corruzione, quasi nessuno credeva che questa legge sarebbe mai stata adottata. Ma dopo che Avaaz ha lanciato la più grande campagna on-line nella storia del Brasile, aiutando a costruire una petizione di oltre 2 milioni di firme, 500.000 azioni on-line, decine di migliaia di telefonate, abbiamo vinto! I media hanno definito Ficha Limpa come una "rivoluzione politica".

Finora, grazie alla comunità di Avaaz e all'attenzione pubblica creata dalla campagna, la vittoria sta avendo i suoi effetti: ogni volta che un politico corrotto ha fatto di tutto per respingere la legge, noi lo abbiamo seguito in ogni suo passo e mandato a monte i suoi piani.

Intercettazioni: fermare la "legge bavaglio" in Italia

In una battaglia storica per il potere dei cittadini in Italia, 340.000 italiani si sono mobilitati contro la "legge bavaglio", che avrebbe minato il potere del sistema giudiziario italiano per combattere il crimine e la corruzione, e avrebbe imposto multe draconiane per gli editori e i giornalisti che avessero chiesto conto ai politici di quello che fanno. E' stata la prima volta nella storia italiana che le manifestazioni insieme alla mobilitazione on-line sono riuscite a modificare l'agenda parlamentare. Il Prof. Stefano Rodotà, giurista e editorialista de La Repubblica, ha detto: "E' stato aperto un canale fra la politica e le persone, una distanza che prima sembrava incolmabile per un momento è stata colmata".

Argentina: in difesa dei ghiacciai

Per anni l'industria mineraria ha distrutto i ghiacciai in Argentina, che approvvigionano il 70% del fabbisogno di acqua del paese. La proposta di legge in favore della loro protezione secondo i più non aveva alcuna possibilità di passare, considerato l'enorme potere dell'industria mineraria. Questo finché i membri argentini di Avaaz e i nostri alleati non hanno lavorato così tanto che sono riusciti a ribaltare la frittata.

La scorsa settimana il Senato argentino ha adottato la legge per proteggere i ghiacciai dall'industria mineraria dopo che i membri di Avaaz hanno inondato i senatori con oltre 8000 messaggi prima del voto e hanno aggiunto i loro nomi alla petizione per proteggere i ghiacciai, raggiungendo le oltre 11.000 firme in pochi giorni.

Sud Africa: in soccorso dei media indipendenti

Oltre 30.000 membri sud africani di Avaaz hanno firmato una petizione per proteggere la libertà di stampa dall'interferenza del governo. Una proposta di legge che voleva assegnare ad alcuni membri di governo preposti il controllo sul contenuto dei media nel paese è stata fortemente emendata e alcune clausole particolarmente liberticide sono state addirittura eliminate, a seguito dell'ondata di disapprovazione da parte della popolazione. Il movimento per difendere l'indipendenza dei media in Sud Africa è ancora in corso e la campagna di Avaaz si è rivelata cruciale per questa battaglia.

Ue: 1 milione contro gli OGM

Avaaz ha costruito una petizione europea da 1 milione di firme, mai realizzata prima, per fermare la coltivazione di piante OGM finché non sarà terminata una solida ricerca sul campo. La petizione è la prima del genere dell'Iniziativa dei cittadini dell'Ue, che permette a un milione di cittadini dell'Unione europea di presentare una richiesta ufficiale alla Commissione europea.

La petizione è stata lanciata in risposta alla recente decisione della Commissione di permettere le coltivazioni OGM per la prima volta in 12 anni. La decisione è stata interpretata come un favore alle lobby OGM, e come un affronto alla maggioranza degli europei, il 60% dei quali crede che occorra una ricerca solida prima di autorizzare cibi che potrebbero rappresentare un pericolo per la nostra salute e per l'ambiente.

Germania: in favore degli aiuti umanitari

All'inizio di ottobre alcuni osservatori hanno svelato il piano della Germania di tagliare di due terzi i suoi contributi al Fondo globale per combattere l'AIDS, la tubercolosi e la malaria. Un'ondata di telefonate realizzate dai membri tedeschi di Avaaz al governo al momento giusto ha aiutato a ribaltare la situazione, e il governo tedesco ha annunciato all'ultimo momento che avrebbe contribuito a rispettare l'elargizione dell'ammontare promesso: oltre 600 milioni di dollari in tre anni.

Pakistan: dare nel momento e laddove ce n'è più bisogno

A fronte di una catastrofe umanitaria di proporzioni terrificanti che ha piegato il Pakistan, con ben un quinto del paese sott'acqua e milioni di persone senza casa e con il disperato bisogno di assistenza, la nostra comunità è passata all'azione.

I membri di Avaaz hanno donato oltre 1,1 milioni di dollari nei momenti cruciali che hanno seguito il disastro, finanziando così i primi soccorsi effettuati da efficienti organizzazioni locali sul territorio. Lavorando con fidate organizzazioni internazionali (Oxfam, Plan, ActionAid) per identificare gli alleati locali più efficaci, abbiamo provveduto ai beni di prima necessità come il cibo, la casa e le medicine per oltre 20.000 famiglie.



CHI SIAMO
Avaaz.org è un'organizzazione no-profit e indipendente con 5,5 milioni di membri di tutto il mondo, che lavora con campagne di sensibilizzazione in modo che le opinioni e i valori dei popoli del mondo abbiano un impatto sulle decisioni globali. (Avaaz significa "voce" in molte lingue.) Avaaz non riceve fondi da governi o aziende ed è composta da un team internazionale di persone sparse tra Londra, Rio de Janeiro, New York, Parigi, Washington e Ginevra. +1 888 922 8229


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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda matthelm il 19/10/2010, 12:54

Ma tu, per caso, sei iscritto a Avaaz?
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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda ranvit il 19/10/2010, 16:41

Chi ne sa di piu di Avaaz?
E' affidabile per un contributo con carta di credito?
Grazie.

Vittorio
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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda franz il 19/10/2010, 18:20

esiste una scheda su wikipedia in inglese http://en.wikipedia.org/wiki/Avaaz ed anche tedesco, francese, spagnolo, portoghese e "עברית" (dovrebbe essere persiano). Nulla in italiano.
Il traduttore automatico di google dall'inglrse dice questo:
http://translate.google.it/translate?u= ... =&ie=UTF-8

Franz

PS: una cosa .... leggendo qui
Italia (240.000 membri): ci siamo opposti alla proposta di legge del Presidente del Consiglio di legare le mani della magistratura nella lotta alla corruzione in Italia; gli editorialisti hanno definito la vittoria come la prima volta nella storia italiana che la mobilitazione on-line e quella di piazza sono riuscite insieme a incidere sull'agenda parlamentare.

mi sembra un caso di mosca cocchiera. Credo che in molti si siano opposti, non solo questa avaaz. MI pare pero' che se ne prendano troppo facilmente il merito.
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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 19/10/2010, 22:15

Si può aderire alle campagne di Avaaz (raccolte firme, petizioni) senza iscriversi e senza versare un centesimo. Personalmente preferisco aderire ad associazioni più vicine al territorio, non ho nulla contro Avaaz ma il sostegno economico preferisco darlo ad Amnesty italiana e ad Emergency, oltre al sostegno 'fisico' che do alla mia piccola cooperativa (che comunque raccoglie il 5 per mille, se qualcuno fosse interessato www.coopcomin.org ). Dice bene Franz, Avaaz rivendica un merito eccessivo in Italia, ma probabilmente la percezione che hanno loro (credo che siano statunitensi) ignora o trascura la forte opposizione che nel tema specifico si è levata in Italia, soprattutto sulla carta stampata.


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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda ranvit il 20/10/2010, 9:23

Grazie.
Avevo letto e capito l'eccessiva enfasi (americanissima e fastidiosissima) dei propri successi.
Ma non avendone mai sentito parlare, volevo capire se c'erano già state donazioni con carta di credito da parte di qualcuno.

Vittorio

Ps Il mio 8 per mille va da anni ai Valdesi mentre il 5 ad un'associazione di volontariato per la cura e la gestione dei cani randagi (cui partecipa anche mia moglie).
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