da franz il 17/05/2015, 13:45
Expo 2015, padiglione Italia. Ragazzi sottopagati emigrano nello stand tedesco
Milano (Vicinoalleuropa) – Desta un certo imbarazzo quanto sta avvenendo in queste ore all’Expo, manifestazione fortemente voluta dal leader di centrodestra Matteo Renzi: decine di giovani del padiglione Italia si sono riversati nello stand tedesco in cerca di migliori condizioni economiche.
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La causa principale di questo gesto sarebbe l’approccio approssimativo alla ricerca di dipendenti per il padiglione nostrano: colloqui effettuati tramite messaggi vocali su Whatsapp, questionari da consegnare ai muratori duranti i lavori per la costruzione della struttura, selezione dei candidati per mezzo di palline estratte a sorte dalle donne delle pulizie, anch’esse estratte a sorte precedentemente, grave ritardo nei pagamenti, peraltro effettuati in ponchos peruviani di alpaca e bastoni della pioggia aborigeni anziché in denaro.
Mentre parecchi si sono rifiutati di andare a lavorare a Milano con poco preavviso e poche garanzie, altri, stanchi del sussidio di disoccupazione, si sono lanciati in questa coraggiosa avventura seguendo il consiglio dei centri per l’impiego impegnati nel reclutamento: “Voi intanto venite che un modo per arrangiarsi lo troviamo”. Una volta arrivati, si sono accorti che gli stand rispecchiavano in tutto e per tutto la vera Italia: conoscenze e agganci necessari per un posto migliore in mensa, laureati parcheggiati a pulire i pavimenti, alloggi garantiti solo a chi aveva una o più condanne in primo grado (o almeno qualche parente infiltrato nella malavita). Da qui la decisione di emigrare verso altri stand, in particolar modo quello tedesco, forte della robustezza della gestione e della innata capacità delle ragazze tedesche di abbracciare otto boccali contemporaneamente facendo scorrere fra le gole dei presenti ettolitri di birra fresca.
A onor del vero anche il nostro stand è stato preso d’assalto, sopratutto da diversi ragazzi africani che hanno raggiunto il nostro padiglione con mezzi di fortuna, disposti a sostituire i nostri giovani alle stesse condizioni. Il tutto tra le vivaci proteste di Matteo Salvini, che per l’occasione ha manifestato fuori dall’Expo sfoggiando una felpa con su scritto “Vendesi”. Anche Giorgia Meloni ha espresso il suo disappunto, photoshoppando la sua faccia sul corpo di di Valentina Nappi con sotto la scritta “Gli italiani devono italianare”.
Non solo i dipendenti dell’Expo si sono resi partecipi di atti di prostrazione. Pare, infatti, che il 73% degli italiani under 30 che visiteranno la manifestazione lo farà per lasciare il proprio curriculum. Un gruppo composto da una cinquantina di loro – che si era iscritto al PD solo per avere accesso all’Expo – è stato allontanato ieri dallo stand inglese: le forze dell’ordine li hanno trascinati via per i piedi mentre supplicavano a gran voce tra le lacrime: “God save the Queen! Vi prego portateci con voi!”.
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Expo 2015. Padiglione della Russia invade quello dell’Ucraina
MILANO – Gravi incidenti sono scoppiati stamattina nella zona dell’est europeo dell’Expo 2015, manifestazione fieristica internazionale che, come tutti sanno, ha come tema “Nutrire il Pianeta. Il cibo: Energia per la Vita e per Masterchef”. Una violenta colluttazione, infatti, sta coinvolgendo il Padiglione della Russia e quello dell’Ucraina, proprio il giorno dell’inaugurazione della grande esposizione universale.
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I disordini sarebbero scoppiati in seguito a una protesta contro le recenti scelte di Putin. Il dittatore eletto russo mira infatti a risolvere i problemi di politica estera cancellando la politica estera, facendo diventare “Russia” tutti gli stati del mondo. Alcuni camerieri dello stand dell’Ucraina, nazione parzialmente fagocitata dalla Russia e poco saggiamente posto proprio di fronte al suo padiglione, avrebbero improvvisamente scagliato due molotov alla vodka contro la sezione Prospettiva Nevskij dei dirimpettai. Determinante sarebbe stato poi l’intervento dei sommelier russi, che hanno guidato la carica dopo aver assaggiato le lingue di fuoco delle bottiglie incendiarie e averle giudicate “non abbastanza forti per un vero russo”.
A quel punto si è scatenato il parapiglia. Un sous-chef russo ha tentato di strangolare con uno spago per arrosti il Presidente Lavapiatti ucraino, mentre alle sue spalle guadagnava terreno il resto della cucina, supportato dal lancio di cipolle lacrimogene e patate al vapore che hanno strategicamente creato una coltre che ha occultato l’avanzata. In breve, le truppe russe sono dilagate nell’area dedicata alla Crimea, nonostante la resistenza degli ucraini che si son difesi sparando badanti-cannone contro i nemici.
“Molti dei nostri vengono catturati e torturati con la tecnica del waterboarding con la borsch, la madre di tutte le zuppe di barbabietole. È strage umanitaria” ha denunciato l’ucraino Anton Shandurenko, che nonostante le gravi accuse non ha avuto problemi a rendere pubblica la sua identità, tanto Putin lo avrebbe trovato lo stesso.
L’improvvisa crisi sta minacciando le forniture di gas per i padiglioni di tutto l’Expo, con conseguente impennata del prezzo dei cannelli per caramellatura e corsa agli accaparramenti dei forni a micro-onde.
In queste ore oscure che difficilmente arriveranno presto a un conclusione, da segnalare il gesto distensivo del Responsabile del Padiglione Russia, che ha offerto a tutti i giornalisti e osservatori Onu un succulento piattone di agnolotti con ripieno di Boris Nemtsov.
Stefano Pisani
(lercio.it)
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)