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Diritti umani, informazione e comunicazione

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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 18/02/2011, 2:01

dal sito di Amnesty:

Egitto, Amnesty International all'esercito: "Basta torture ai detenuti"

CS014: 17/02/2011
Amnesty International ha sollecitato le forze armate egiziane ad agire per porre fine alla tortura e ai maltrattamenti nei confronti dei detenuti.


L'organizzazione per i diritti umani ha raccolto le testimonianze di persone arrestate dai militari, che hanno denunciato di essere state torturate con vari metodi tra cui le frustate e le scariche elettriche.

"Le autorità militari egiziane si sono pubblicamente impegnate a creare un clima di libertà e democrazia dopo tanti anni di repressione di stato. Ora devono tradurre le parole in fatti immediati, intervenendo per porre fine alle torture che sappiamo essere praticate nei confronti di detenuti in loro custodia" - ha dichiarato Malcolm Smart, direttore del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International.

Detenuti rilasciati recentemente hanno riferito ai ricercatori di Amnesty International presenti in Egitto che i soldati hanno bastonato, frustato e sottoposto ad altre torture i manifestanti per intimorirli e ottenere informazioni sulle proteste in programma.

"Le autorità devono immediatamente impartire chiare istruzioni a tutte le forze di sicurezza e ai soldati che la tortura e le violenze sui detenuti non saranno tollerate e che i responsabili saranno chiamati a rispondere del loro operato" - ha proseguito Smart.
Un ex detenuto di 29 anni, della provincia di Gharbiya a nord del Cairo, la cui identità non viene resa nota per ragioni di sicurezza, ha raccontato ad Amnesty International di essere stato torturato dai soldati il 3 febbraio in un locale che fa parte del complesso del Museo delle antichità egiziane.

"Mi hanno definito un traditore e un agente straniero, mi hanno obbligato a rimanere in mutande e a sdraiarmi faccia in giù sul pavimento. Poi mi hanno frustato e sono saliti con gli stivali sulla schiena e sulle mani. Mi hanno preso a calci. Lì c'erano altri detenuti che sono stati presi a frustate".

Dopo essere stato interrogato da un uomo in borghese, il 29enne è stato colpito alla testa con una sedia fino a perdere conoscenza. Il 4 febbraio, in un luogo diverso dal primo, è stato picchiato, sottoposto a scariche elettriche e minacciato di stupro. Infine, è stato trasferito nel carcere militare di El Heikstep, a nord-est della capitale, dove ha raccontato di essere stato sistematicamente picchiato fino al rilascio, avvenuto il 10 febbraio.
Un altro caso riguarda uno studente di 18 anni del Cairo, che ha dichiarato ad Amnesty International di aver subito torture dopo essere stato arrestato dai militari nei pressi di piazza Tahrir il 3 febbraio.

"Mi hanno legato le gambe e mi hanno appeso a testa in giù. Ogni tanto allentavano la corda fino al punto in cui la testa finiva immersa in un barile pieno d'acqua. Mi dicevano di confessare che ero stato addestrato da Israele o dall'Iran. Mi hanno torturato con la corrente elettrica e sono svenuto".
Amnesty International ha parlato anche con parenti e amici di due fratelli ancora detenuti senza accusa nella prigione di Tora, a sud del Cairo.

Arrestati il 30 gennaio dalla polizia militare mentre distribuivano volantini a sostegno delle proteste, sono stati trasferiti all'Accademia militare Nasser, nel quartiere di Agouza, dove, secondo quanto riferito ad Amnesty International, sono stati frustati e sottoposti a scariche elettriche.

"Le autorità devono immediatamente rendere noti i nomi e i luoghi di detenzione di tutti i prigionieri e rilasciarli immediatamente oppure incriminarli per un reato di accertata natura penale. Chi è al potere ora in Egitto deve assicurare che tutte le denunce di torture o di altri maltrattamenti saranno sottoposte a indagini immediate, approfondite e imparziali, che i funzionari responsabili siano sottoposti a processi e che le vittime ricevano piena riparazione" - ha concluso Smart.

Il 12 febbraio il Consiglio supremo militare ha annunciato che l'Egitto avrebbe rispettato gli impegni assunti rispetto ai trattati internazionali. L'Egitto è stato parte della Convenzione Onu contro la tortura dal 1987.

FINE DEL COMUNICATO Roma, 17 febbraio 2011


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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda Iafran il 18/02/2011, 11:15

flaviomob ha scritto:... Dopo essere stato interrogato da un uomo in borghese, il 29enne è stato colpito alla testa con una sedia fino a perdere conoscenza. Il 4 febbraio, in un luogo diverso dal primo, è stato picchiato, sottoposto a scariche elettriche e minacciato di stupro. Infine, è stato trasferito nel carcere militare di El Heikstep... dove ha raccontato di essere stato sistematicamente picchiato fino al rilascio, avvenuto il 10 febbraio.
Un altro caso riguarda uno studente di 18 anni del Cairo, che ha dichiarato ... "Mi hanno legato le gambe e mi hanno appeso a testa in giù. Ogni tanto allentavano la corda fino al punto in cui la testa finiva immersa in un barile pieno d'acqua. Mi dicevano di confessare che ero stato addestrato da Israele o dall'Iran. Mi hanno torturato con la corrente elettrica e sono svenuto"...

Ci dovremmo fermare a considerare il costo di ogni conquista civile!
Chi si ribella e manifesta lo fa mettendo a rischio la sua vita e la serenità della sua famiglia.

In Iran lo stanno facendo per l'ennesima volta, nonostante le repressioni del regime e la conoscenza delle nefandezze perpetrate dalla polizia agli arrestati!
Al popolo iraniano non dovrebbero mancare la solidarietà e la stima del mondo civile. Nel nostro piccolo basterebbe anche non dare per scontate le rivendicazioni che porta in piazza.
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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 22/02/2011, 14:15

http://www.amnesty.it/index.html

Aggiornamenti comunicati stampa e appelli su Egitto, Libia, Bahrein ed altro



http://www.amnesty.it/flex/cm/pages/Ser ... DPagina/74

1.

21/02/11 - Azioni Urgenti Kids
Azioni Urgenti Kids

È on line la nuova Azione Urgente Kids! Iscriviti e attivati subito in favore dei Lubicon Cree! Chiedi che possano continuare a vivere sulle loro terre come hanno fatto per secoli!

2.

18/02/11 - Azione urgente Bahrein: morti durante la violenta repressione delle proteste
proteste antigovernative© Amnesty International

Aggiornamento Nella notte tra il 16 e il 17 la polizia ha fatto irruzione in un accampamento dei manifestanti, uccidendo due persone. Il numero delle vittime della repressione delle proteste iniziate il 14 febbraio è salito a cinque. Chiedi la fine di tanta violenza, firma l'appello subito!

3.

17/02/11 - Azione urgente Iran: arrestati studenti che manifestavano
manifestazione a Teheran © andyheath_Demotix Images

In Iran decine, se non centinaia, di manifestanti sono stati arrestati il 14 febbraio durante le manifestazioni invocate dai leader dell'opposizione Mehdi Karroubi e Hossein Mousavi per esprimere solidarietà col popolo egiziano e tunisino. Chiedi il loro rilascio immediato!

4.

17/02/11 - Azione urgente - Trinidad e Tobago: il voto sulla pena di morte può far riprendere le esecuzioni!
manifestazione contro la pena di morte©Amnesty International

Nei prossimi giorni il congresso di Trinidad e Tobago discuterà le modifiche alla costituzione che potrebbero mettere a rischio di esecuzione le decine di persone che si trovano nel braccio della morte. Ferma la pena di morte, firma l'appello!

5.

14/02/11 - Azione urgente - Barhrein: 200 persone arrestate dopo una festa
gay pride©Amnesty International

Almeno 200 persone sono detenute in un luogo sconosciuto, in Bahrein, dopo essere state arrestate durante quella che gli organi di stampa locali hanno definitivo una "festa gay". Detenuti esclusivamente a causa del loro orientamento sessuale, devono essere immediatamente rilasciati!

6.

10/02/11 - Nicaragua: stop alle violenze sessuali contro donne e ragazze!
Connie, una giovane sopravvissuta a una violenza sessuale subita quando aveva tra i nove e i 14 anni, disegna le sue speranze per il futuro © Amnesty International 2010

In Nicaragua, stupri e abusi sessuali sono molto diffusi. Molte giovani ragazze scoprono inoltre di essere rimaste incinte in seguito a uno stupro. Il divieto assoluto di aborto non lascia loro molte alternative e contribuisce di fatto all'aumento della mortalità materna.

7.

10/02/11 - Azione urgente - Iran: due ragazzi rischiano l' esecuzione
manifestazione contro la pena di morte©Amnesty International

Fatemeh Salbehi e "Ehsan" (cognome noto ad Amnesty International), entrambi 19 anni, rischiano di essere messi a morte per reati commessi quando erano ancora minorenni. Chiedi al governo iraniano di rispettare il diritto internazionale e di fermare le loro esecuzioni!

8.

09/02/11 - Azione chiusa Attivisti per i diritti umani detenuti in Egitto
Manifestazione 1 febbraio ©Demotix _Mohamed Elmaymony

Tutti gli attivisti per i diritti umani sono stati liberati! Grazie alle 9665 persone che hanno firmato in loro favore!
I manifestanti egiziani però rimangono ancora in pericolo, firma l'appello!

9.

07/02/11 - Azione Urgente Iran: quattro sindacalisti ancora in carcere!
Reza Shahabi Zakaria© Archivio Privato

Morteza Komsari e Ali Akbar Nazari, esponenti di un sindacato indipendente iraniano non riconosciuto sono stati rilasciati alla fine di dicembre. Altri quattro rimangono in custodia. Chiedi subito il loro rilascio immediato!

10.

04/02/11 - Senegal: Khady Bassène, una vita in cerca di giustizia!
Khady Bassène©Amnesty International

Khady Bassène, donna senegalese di 62 anni, da 12 cerca la verità sulla sorte del marito, arrestato nella loro casa nel 1999. Nonostante la denuncia e la richiesta di risarcimento, non ha avuto spiegazioni né indennizzo. Aiuta Khady a ottenere giustizia!

11.

03/02/11 - Azione urgente Manifestanti in Sudan rischiano la tortura!
Sudan, poliziotto armato © AP GraphicsBank

Aggiornamento Tra il 30 gennaio e il 2 febbraio, circa 60 persone, arrestate dopo le manifestazioni a Khartoum, sono state arrestate. Sono ancora in carcere e rischiano tortura e altri maltrattamenti. Chiedi il loro rilascio immediato, firma l'appello!

12.

03/02/11 - Iraq: 10 anni in attesa di giustizia!
Walid Yunis Ahmad@ Amnesty International

Aggiornamento - Dopo quasi 11 anni di detenzione senza accuse ne processo, Walid Yunis Ahmad è stato incriminato. Ora si teme che le sue accuse siano state prefabbricate. Chiedi giustizia per Walid!

13.

01/02/11 - Azione chiuso Egitto: manifestanti a rischio!
manifestazioni al Cairo©Demotix /Nour El Refai

Grazie alle 7706 persone che hanno firmato in solidarietà con i manifestanti egiziani!

14.

31/01/11 - Appello chiuso Bosnia ed Herzegovina: Avdo Palić - bisogna porre fine all'impunità per le sparizioni forzate
Avdo Palic© Archivio Privato

Grazie alle 2865 persone che hanno firmato in favore di Avdo Palić. Vi terremo aggiornati sull'evoluzione della sua storia.

15.

31/01/11 - Appello chiuso Vietnam: arresti domiciliari per Thich Quang Do, monaco buddista
Thich Quang Do© IBIB

Grazie alle 3149 persone che hanno firmato in favore di Thich Quang Do. Vi terremo aggiornati sull'evoluzione della sua storia.


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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 23/02/2011, 2:34

Dove c'è la mafia, dove c'è regime, i diritti umani si smarriscono, si perde il senso della cittadinanza e dell'eguaglianza di fronte a leggi 'speciali', a volte non scritte, a volte rivolte da una parte contro gli avversari.

Ecco cosa scrive l'ottimo Riccardo Orioles, da decenni testimone del migliore giornalismo antimafia in Sicilia:

23 febbraio 2011
UNA DITTATURA DI MINORANZA
E intanto a Catania, capitale di una certa Italia...

“Buffone! Farai la fine di Ceaucescu!”. Bah. Intanto, Gheddafi rischia
di farla davvero, la fine di Ceaucescu. Chi gliel' avrebbe detto
quest'estate, ai tempi delle tende beduine (a Roma) e del bungabunga?
Io, che sono un uomo prudente, al posto di Berlusconi mi fionderei
nella più vicina caserma dei carabinieri, mi chiuderei in cella da me
e come favore personale chiederei di essere messo nella camera di
sicurezza più interna: non si sa mai. Ma lui è un tipo avventuroso,
come Ceaucescu e come Gheddafi.
Speriamo che, a differenza di Gheddafi, non sia anche – quando verrà
il momento suo – un pazzo sanguinario, di quelli che buttano bombe
sulla folla. Di noi tutto sommato si usa poco: Brescia, piazza
Fontana, Italicus, Bologna... ma erano altri tempi, si dice, è
cambiato tutto; persino al G8 di Genova, dove pure c'era da stangare
un bel po' di sovversivi, un po' di torture magari, ma di bombe
niente.
In compenso siamo azionisti di un bel po' delle bombe di Gheddafi:
Fiat, Berlusconi, Unicredit, Eni, Ansaldo, Impregilo, hanno
tiranneggiato la Libia (e i poveri emigranti che ci passavano) con
Gheddafi. Non a caso in queste ore a Milano la borsa trema. Ma che
importa: domani è un altro giorno.
Obama ricostruisce l'America, cerca di riportarla, di riffe e di
raffe, dalla parte dei popoli, dov'era un tempo. Perché Obama è un
patriota, al suo paese ci tiene. Qua, per salvare l'Italia – di cui
onestamente non ce ne frega niente - ci affidiamo non dico a Fini ma
a Luca Barbareschi.
Va bene. Gli operai non esistevano, e invece ci sono eccome, e nelle
piazze s'è visto. Non c'erano le donne, buonine fra tv e chiesa, e
invece sono state proprio loro a dare il primo scossone decisivo.
Nemmeno il popolo c'è più, contanò solo i mille Vip che “Io so' io e
voi nun siete un cazzo”.
Vedremo. Lo vedremo il giorno dello sciopero generale.
Ché ormai la strada chiarissimamente è questa: bloccare ogni
trattativa (bene Flores e Camilleri: fermare il Parlamento) e fare,
come la Cgil farà, lo sciopero generale.
Contro Mubarak (cioè Berlusconi), contro i suoi finanzieri (cioè
Marchionne), contro i suoi sgherri e mercenari, cioè i mafiosi. Questo
non è più regime di massa, nessuno dei suoi gerarchi è più un
interlocutore. E' una dittatura di minoranza, sempre più impaurita:
trattiamola come tale.
* * *
Torniamo a Catania, che io la naja la faccio qui e guai se mi beccano
a non fare bene la sentinella. Nel caso Catania – di cui sapete ormai
tutto – c'è una novità importante e forse decisiva. Mentre dieci
giorni fa eravamo ancora alle polemiche, alle denunce e alle
giustificazioni, adesso siamo alla fase degli attacchi personali e
violenti, senza mediazioni.
In soldoni: il giudice A accusa il giudice B di essersi soverchiamente
intrattenuto con mafiosi. Porta prove e argomenti, e infine saltano
fuori pure le foto. Ma perchè A ce l'ha tanto con B? Per fatto
personale, ovviamente. E donde viene questo fatto personale? Perché
lui, giudice A, in realtà è un immorale, un vizioso, un mostro; l'ha
detto un conoscente di un tale che l'ha sentito dire da un talaltro;
ed ecco perché attacca B inventandosi Catanie, casi Catania, giudici
e mafiosi.
Bene. E chi lo dice (in linguaggio forbito, convenevole e
professionale, poche bellissime righe da scuola di giornalismo)? Il
giornale di Feltri o quello di Belpietro? No: direttamente Repubblica.
Che ha una tradizione bellissima, di lotta per la libertà e la
democrazia, in Italia, e anche contro la mafia a Palermo; ma a Catania
ha una tradizione precisa di accordi - di contenuti e d'affari - con
padron Ciancio. Queste sono notizie, amici miei, e come tali le diamo.
Immaginate che a Milano nel 1946 il Corriere avesse attaccato - non
politicamente, ma insinuandogli qualche delitto comune - Ferruccio
Parri, e avrete un'idea di cosa stiamo vivento, in questi giorni, noi
dell'antimafia a Catania e quanto siamo incazzati e quanto determinati
a fare i conti.
* * *
Perché a Catania, e in Sicilia, e in Italia, e dappertutto,
l'antimafia esiste, non è una barzelletta. Non “una certa antimafia”,
non l'”antimafia di carriera”, ma l'antimafia mia, di Scidà o dei
militanti del Gapa - vent'anni di dedizione totale e di battaglie,
dando tutto se stessi. E anche, porco diavolo, l'antimafia
“autoreferenziale e inutile” dei ragazzi di Palazzolo, di Modica, di
Ucuntu, ai quali è stato autorevolmente e recentemente spiegato, da
qualche genio, che in realtà non servono a un cazzo.
Va bene, impariamo anche questo, ragazzi. Nel mondo c'è anche 'sta
gente ciarliera: a volte fa qualcosa di buono, ma raramente, e te lo
fa pagare con una tonnellata di cazzate per ogni grammo di cose buone.
Voi non v'impressionate, tenetevi stretto quel grammo (se riuscite a
trovarlo) e per il resto fregatevene e andate avanti.
* * *
Le righe che restano le dedichiamo volentieri (ma senza gridare al
lupo) alla solidarietà, in questo caso a Condorelli. Buon giornalista,
perbene, alle volte un po' ingenuo (come quando s'è lasciato usare
contro l'antimafia cioè, qui e ora, contro Scidà), ma bravo
certamente, uno che prima o poi avremo accanto; è stato licenziato
ingiustamente e noi, non per la prima volta nè perchè qualcuno ce lo
chieda, stiamo con lui. Ma senza confonderci con le “solidarietà”
d'occasione di chi, in passato, s'è rifiutato per esempio di
solidarizzare con un Marco Benanti.
Noi, giornalisti sempre e non solo quando ci conviene, questa
solidarietà l'abbiamo data in passato a Benanti, a Finocchiaro, a
Giustolisi, a Mirone, a Savoca, a Rizzo, a Lavenia, a Scapellato – e
chiediamo perdono a quelli che stiamo dimenticando ora, ma che certo
non abbiamo dimenticato quando ce n'era bisogno.
Raramente ne abbiamo ricevuta noi, e mai nessuno dei nostri ragazzi.
Ma questo, per noi “professionisti dell'antimafia, fa parte del nostro
mestiere.
Riccardo Orioles
http://www.ucuntu.org


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La realpolitik occidentale e il genocidio degli Armeni

Messaggioda flaviomob il 25/02/2011, 15:48



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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 28/02/2011, 22:37



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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 04/03/2011, 10:32

Appelli da firmare

http://www.amnesty.it/flex/cm/pages/Ser ... DPagina/74

03/03/11 - Azione urgente Iran: condannato attivista iraniano per i diritti umani!

Navid Khanjani, membro di due organizzazioni iraniane per i diritti umani, è stato condannato a 12 anni di carcere il 31 gennaio 2011. Ha presentato appello, ma la data dell'udienza non è stata ancora fissata. Chiedi la revisione della condanna, firma l'appello!

03/03/11 - Azione urgente Iran: scomparsi i due leader Mousavi e Karroubi e le rispettive mogli

I leader dell'opposizione iraniana Hossein Mousavi e Mehdi Karroubi, e le rispettive mogli Fatemeh Zahra e Rahnavard Karroubi, sono stati prelevati nelle loro abitazioni dalle forze di sicurezza il 24 febbraio 2011. Chiedi il loro rilascio, firma l'appello!

01/03/11 - Georgia (Usa): Troy Davis, una vita senza la pena di morte

Aggiornamento Troy Davis si trova nel braccio della morte da quasi 20 anni e per ben tre volte è arrivato a un passo dall'esecuzione. Dì no alla pena di morte, chiedi alle autorità della Georgia di concedere la clemenza!

01/03/11 - L'Italia deve agire per porre fine alle violenze in Libia!

In Libia migliaia di manifestanti stanno rischiando la propria vita per chiedere libertà e diritti. Chiedi al governo italiano di intervenire in prima linea in difesa dei diritti dei manifestanti libici e di fare pressione sul governo Gheddafi affinchè ponga fine a tanta violenza. Firma subito l'appello!

01/03/11 - Azione chiuso Usa: l'Illinois a un passo dalla fine delle esecuzioni!

Grazie alle 4208 persone che hanno firmato l'appello. Ti terremo aggiornati sull'evoluzione della situazione.

01/03/11 - Azione chiusa Iran: si teme l'avvenuta esecuzione di un curdo iraniano

Grazie alle 1579 persone che hanno firmato per questo appello, vi terremo aggiornati sull'evoluzione della situazione.

01/03/11 - Azione urgente - Bielorussia: due uomini in attesa di esecuzione

Le domande di grazia di Aleh Gryshkautstou e Andrei Burdyka, detenuti nel braccio della morte in Bielorussia, sono state respinte. Potrebbero essere messi a morte nelle prossime settimane. Ferma la pena di morte, firma l'appello!

25/02/11 - Azione urgente Iran: arrestati studenti che manifestavano

Aggiornamento In Iran decine, se non centinaia, di manifestanti sono stati arrestati il 14 febbraio durante le manifestazioni invocate dai leader dell'opposizione Mehdi Karroubi e Hossein Mousavi per esprimere solidarietà col popolo egiziano e tunisino. Chiedi il loro rilascio immediato!

25/02/11 - Iran: Hengameh Shahidi deve essere rilasciata!

Hengameh Shahidi è una prigioniera di coscienza detenuta solo per il pacifico esercizio del suo diritto alla libertà di espressione e associazione. Aiutaci a liberarla!

21/02/11 - Appello chiuso Cina: ancora nessuna giustizia per Mao Hengfeng!

Aggiornamento 21 febbraio 2011 Mao Hengfeng è stata liberata stamattina alle 6 con sei mesi d'anticipo dalla fine della sua condanna. Grazie alle 2309 persone che hanno firmato in suo favore.

21/02/11 - Azioni Urgenti Kids

È on line la nuova Azione Urgente Kids! Iscriviti e attivati subito in favore dei Lubicon Cree! Chiedi che possano continuare a vivere sulle loro terre come hanno fatto per secoli!

18/02/11 - Azione urgente Bahrein: morti durante la violenta repressione delle proteste

Aggiornamento Nella notte tra il 16 e il 17 la polizia ha fatto irruzione in un accampamento dei manifestanti, uccidendo due persone. Il numero delle vittime della repressione delle proteste iniziate il 14 febbraio è salito a cinque. Chiedi la fine di tanta violenza, firma l'appello subito!

17/02/11 - Azione urgente - Trinidad e Tobago: il voto sulla pena di morte può far riprendere le esecuzioni!

Grazie alle 1641 persone che hanno firmato l'appello. La legge è stata fortunatamente respinta.

14/02/11 - Azione urgente - Barhrein: 200 persone arrestate dopo una festa

Almeno 200 persone sono detenute in un luogo sconosciuto, in Bahrein, dopo essere state arrestate durante quella che gli organi di stampa locali hanno definitivo una "festa gay". Detenuti esclusivamente a causa del loro orientamento sessuale, devono essere immediatamente rilasciati!

10/02/11 - Azione urgente - Iran: due ragazzi rischiano l' esecuzione

Fatemeh Salbehi e "Ehsan" (cognome noto ad Amnesty International), entrambi 19 anni, rischiano di essere messi a morte per reati commessi quando erano ancora minorenni. Chiedi al governo iraniano di rispettare il diritto internazionale e di fermare le loro esecuzioni!


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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 04/03/2011, 15:45

http://www.pinomasciari.it/?p=11100

Aosta Sera: “Non è un Paese per onesti. L’odissea di Pino Masciari”
SCRITTO DA DENISE IL 4 - MARZO - 2011

di Elena Tartaglione (tratto da il quotidiano Aosta Sera)
L’associazione Libera della Valle d’Aosta ha invitato l’’imprenditore calabrese simbolo della lotta alle mafie ha incontrato molti studenti e ha presentato al pubblico il proprio libro “Organizzare il coraggio” ad Aosta.
“Perché devo parlare sempre della mia storia? Perché l’Italia non è un Paese normale, io sono la normalità del Paese”. Pino Masciari gira l’Italia per raccontare la sua odissea di testimone, dal ’97 inserito in un programma di protezione speciale per non avere voluto sottostare al ricatto della ‘ndrangheta. Ha rifiutato più volte la proposta di diventare parlamentare, italiano ed europeo, non ha voluto neppure una poltrona in qualche consiglio regionale. Basterebbe già questo a qualificarlo come differente.
Mercoledì, Pino Masciari, su invito di Libera Valle d’Aosta, ha incontrato i ragazzi delle classi delle scuole medie del Villair di Quart e di alcune classi delle Magistrali di Aosta, e in serata ha presentato alla popolazione il libro scritto con la moglie “Organizzare il coraggio”, alla libreria Aubert. Qui, con gli occhi lucidi, ha accettato di ripercorrere ancora una volta la cronologia degli avvenimenti che lo hanno trasformato da imprenditore di successo del settore edilizio, proprietario di una fiorente azienda, a uomo in esilio, costretto a cambiare città continuamente, e in perenne lotta contro le contraddizioni dello Stato parzialmente colluso, e, infine, il simbolo della lotta alle mafie ed eroe riconosciuto della società civile.
Dodici anni in fuga
“Li ho fatti condannare tutti, tranne quelli che si sono ammazzati tra loro. Ho fatto nomi e cognomi importanti, in Calabria, i boss della fascia ionica, del reggino, della locride” ha sottolineato. “Sono fiero di ciò che ho fatto, lo rifarei, ma ho sofferto moltissimo, e anche la mia famiglia ha pagato un prezzo molto alto. Inoltre ho chiuso l’azienda e licenziato 200 persone”. Forse non è un Paese per onesti. Pino Masciari ha semplicemente deciso di non pagare il pizzo e di fare i nomi di chi lo ha minacciato. Come testimone di giustizia aveva diritto a un programma di protezione, perché la sua vita, e quella dei suoi parenti, era in grave pericolo. Da un giorno all’altro, nel ’97, Pino Masciari, sua moglie e i loro due bambini piccoli sono spariti, senza dare neppure una spiegazione ai parenti. In seguito hanno girato sotto falso nome il nord Italia, cambiando città ogni 4-5 mesi, per dodici anni. “I miei figli sono cresciuti in casa, senza correre, andare in bicicletta, ricevere amici, scrivere lettere. Nel 2007, dopo dieci anni di esilio, sono riuscito a passare due giorni con mia madre e i miei fratelli. Ho dovuto penare moltissimo per riuscire ad andare al funerale di mia mamma, me lo volevano impedire”. Difficile commentare adeguatamente alcuni passaggi del suo racconto, che ha dell’incredibile. Senza documenti, senza protezione, Pino e sua moglie si sono trovati in grande difficoltà. Andare a scuola, lavorare, fare delle visite mediche, perfino andare al catechismo è stato molto problematico. Il sistema di protezione era gravemente carente. I figli talvolta sono stati iscritti a scuola con i loro veri nomi, così come nome e cognome di Pino Masciari sono stati utilizzati per prenotare delle stanze d’albergo. Eppure l’imprenditore calabrese non ha perso una seduta, neppure quando gli è stata sospesa la protezione con una revoca, poi ritirata su ricorso, o quando è stato accompagnato con veicoli non blindati e con la targa della località protetta.
Vittima delle collusioni tra mafia e politica.
“La ‘ndrangheta non esisteva ancora quando tutto è cominciato, è nata dopo i fatti di Duisburg e l’omicidio di Fortugno, che hanno richiamato l’attenzione sulla Calabria” ha concluso. “A rovinarmi la vita è stato un sistema politico e istituzionale che fa affari con la mafia, un meccanismo infernale e omicida. Hanno punito me per educare altri duecentomila imprenditori, e insegnare loro a chinare la testa. Da un lato c’erano i delinquenti che venivano in cantiere a chiedere il pizzo del 3 per cento, che mi sabotavano gli automezzi e mi piazzavano bombe in macchina, dall’altro c’era il magistrato che mi chiedeva il 6%, oppure il dipendente che mi strappava i documenti in faccia, con disprezzo. Quando sono andato per la prima volta dai Carabinieri a dire che il racket mi aveva preso di mira mi hanno risposto: “Eh beh? Paghi, come tutti gli altri, se non vuole rischiare la vita”. Ho trovato anche molte persone oneste, che si sono interessate al caso e mi hanno aiutato molto. Ma mi sono sentito abbandonato dallo Stato”. Quando la sua storia è stata resa nota, la società civile si è indignata, sono sorti gruppi di sostegno in molte località. Nel 2010 Pino Masciari ha concordato con il Ministero dell’interno la conclusione del programma speciale di protezione, e oggi vive finalmente alla luce del sole, rimanendo comunque sotto scorta.


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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 08/03/2011, 14:45

Buon 8 marzo!!!

http://www.amnesty.it/index.html

Nicaragua: fermiamo la violenza sessuale contro donne e ragazze! In Nicaragua, stupri e abusi sessuali sono molto diffusi. Molte giovani ragazze scoprono inoltre di essere rimaste incinte in seguito a uno stupro. Il divieto assoluto di aborto non lascia loro molte alternative e contribuisce di fatto all'aumento della mortalità materna.

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La rivoluzione egiziana mette in secondo piano le donne?

A 100 anni dalla prima Giornata internazionale delle donne, le donne sono ancora discriminate, hanno molte più probabilità di essere povere così come di essere analfabete. Nello stesso Egitto, che inizia a pensare al suo nuovo futuro, le donne rischiano di essere messe da parte un'altra volta; vengono escluse sia dall'amministrazione in carica che dalla comunità internazionale.


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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 11/03/2011, 10:20

La storia di Lea Garofalo
Lea Garofalo era figlia di Antonio Garofalo, un capocosca della criminalità calabrese, ucciso nel 1975, quando Lea era ancora piccolissima. Essere figlia di un capocosca ucciso dalla faida non deve essere stato facile crescere serenamente. A 16 anni, scappò di casa perché si era innamorata di Carlo Cosco.

A 17 anni divenne madre di una bambina. Ma quando si innamorò non sapeva che anche il suo Carlo voleva farsi strada nel mondo della mafia e che si era messo con la figlia del boss, proprio per questo.

La vita con questo compagno mafioso e la conoscenza dei delitti che questa faida commetteva hanno inciso su di lei profondamente, tanto che decise, di collaborare con la giustizia.

Si separò da Carlo e raccontò i retroscena della faida tra i clan Mirabelli e Garofalo di Petilia Policastro, provincia di Crotone. Raccontò di un delitto avvenuto a Milano nel 1995, con la complicità del suo ex Carlo Cosco.

Ma Carlo è riuscito a vendicarsi. Facendo leva sull’amore della figlia e con la scusa di voler incontrare la figlia, ha attirato Lea Garofalo in casa sua e l’ha uccisa il 24 novembre 2009, e poi sciolta nell’acido.

Carlo Cosco è ora accusato di aver ucciso la sua ex compagna, madre di sua figlia, con l’aiuto dei fratelli Giuseppe e Vito. Tutti saranno giudicati con rito immediato il 6 luglio prossimo.

In un primo tempo Lea è stata protetta, secondo le disposizioni delle leggi italiane, previste per i collaboratori di giustizia, ha goduto di uno stipendio fisso e di un lavoro, oltre che di una casa rifugio, poi le hanno tolto tutto.

Morì anche suo fratello Floriano, subentrato al padre nella cosca, ucciso in un agguato sempre a Petilia di Policastro, nel giugno del 2005, e Lea si convinse che la morte del fratello era stata causata dalla sua collaborazione con la giustizia.

La vita che conduceva la costringeva a stare in casa con la figlia Denise e questo impediva alla figlia stessa di aver una vita normale. Lea soffriva per aver imposto alla figlia una vita simile. Si ammalarono entrambe, Lea di depressione e la figlia di disturbi alimentari.

Dopo due anni di collaborazione con la giustizia, la protezione le fu tolta e Lea dovette ricorrere al Tar del Lazio per riaverla. Nel periodo in cui le avevano tolto la protezione le tolsero anche la casa e Lea con sua figlia vissero per in bel po’ di tempo, in macchina.

Denise è testimone della fine che ha fatto sua madre. La sera in cui la donna scomparve, erano insieme a Milano. Lea l’aveva accompagnata per assecondare il desiderio della ragazza di rivedere il padre.

Gli assassini cercavano da anni di avvicinarla. Alla fine l’hanno attirata in una trappola, usando come esca l’amore per sua figlia.

Secondo l’accusa il progetto di assassinare Lea Garofalo era maturato fin dal 1996 quando lei, dopo aver scoperto la verità sulle attività criminali del compagno lo aveva lasciato. Per Cosco si troncava così un vantaggioso legame familiare con il clan.

Quando Lea fu assassinata ed attirata nella trappola, non godeva più, ancora una volta, di alcuna protezione.

Fonte: http://speradisole.wordpress.com/2011/0 ... rribile-2/


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