da flaviomob il 14/07/2014, 9:19
Intervista a Egidia Beretta (dal sito Facebook "Vittorio Arrigoni")
Egidia Beretta, madre di Vittorio Arrigoni, ci ha concesso questa intervista, per la quale la ringraziamo infinitamente.
Non aggiungiamo altro e invitiamo ad una attenta lettura.
Grazie Egidia.
Egidia, in questi giorni drammatici in cui la Palestina, e Gaza in particolare, stanno subendo un'altra violenta aggressione da parte di Israele, il nostro pensiero non può che tornare quasi ogni minuto a Vittorio, alle sue cronache, alla sua straordinaria capacità di analizzare e raccontare. E, di conseguenza, a te, sua madre, che ringraziamo infinitamente per averci concesso questo scambio.
- Innanzitutto, come stai vivendo queste giornate e le notizie di questi giorni?
"Con il cuore angosciato e forte dolore, ma anche con uno sdegno profondo.
Con il libro di Vittorio accanto (Gaza - Restiamo Umani). Vedo il martirio di Gaza, oggi, e ritrovo nelle sue parole di allora la medesima indignazione e l’invocazione all’umanità che io provo adesso."
- Che idea ti sei fatta delle ragioni che hanno portato a questa escalation militare a partire dal 12 giugno, quando i tre giovani coloni israeliani furono rapiti (rapimento e morti mai rivendicate da nessuno), passando per le due settimane di attacchi israeliani in Cisgiordania per la ricerca dei tre coloni, il barbaro assassinio di Mohammed al Khaidr (bruciato vivo per vendetta da alcuni israeliani), fino all'operazione militare di questi giorni?
"E' cosa nota che il governo israeliano si opponesse, temendolo, al tentativo di riconciliazione iniziato fra Hamas e Fatah, che pure era ben visto dagli USA, suo principale alleato e mentore. Ora più che mai, incolpando pur senza prove certe il movimento islamico, ha raggiunto l’obiettivo di stroncare sul nascere il possibile nuovo governo Hamas, Fatah, che dai palestinesi era visto come l’inizio di una nuova stagione di speranza.
Ben prima del ritrovamento dei corpi dei tre giovani coloni,(c’è chi sostiene sapessero già della loro morte,) Israele ha dato inizio alla rappresaglia in Cisgiordania nel modo che da anni sa fare molto bene, arresti, distruzioni, perquisizioni, uccisioni. E ora, Gaza. La punizione collettiva che non distingue, che per colpirne alcuni ne ammazza cento. Con totale disumanità."
- Cosa pensi di Hamas, della sua presenza a Gaza e del lancio dei razzi dalla Striscia di Gaza verso Israele?
"Hamas governa con il pugno di ferro, non ammette il dissenso e ora, con la caduta in Egitto dei Fratelli Musulmani, si trova ad essere ancora più isolata. Il lancio di razzi verso Israele? Certo lo depreco. Vorrei lo fermassero, per non creare alibi all’invasione, ma credo sia chiedere molto a chi sta assistendo in questi giorni alla strage del proprio popolo. Perché strage è. Non temo di usare questa parola, la stessa che Vittorio non esitava a pronunciare. Questa non è una guerra di autodifesa da parte di Israele. E’ la premeditata volontà di fare più morti possibili perché sono i Palestinesi tutti l’obiettivo."
- Pensi che schierarsi dalla parte dei civili innocenti palestinesi e condannare la politica del governo israeliano possa essere considerato segnale di antisemitismo o, per essere più precisi, di avversione verso le persone che professano la fede ebraica?
"Chi lo pensa o è in piena malafede e gli basterebbe allora informarsi oppure, e sarebbe più grave, ma credo sia proprio questo il motivo, vuole offrire alibi a se stesso per giustificare qualsiasi azione e prevaricazione Israele commetta. Per costoro Israele è intoccabile; può non rispettare le risoluzioni ONU, il diritto internazionale, può colonizzare un territorio, sigillare una Striscia, compiere assassini mirati e, per loro, essere sempre dalla parte della ragione.
Questo per me è fanatismo e fondamentalismo."
- Parlando di informazione e verità, quella che Vittorio ci riconsegnava ogni giorno senza filtri e manipolazioni, come pensi che il sistema mediatico istituzionale (il cosiddetto mainstream) stia comunicando quello che sta accadendo a Gaza? E tu personalmente che canali usi?
"Vittorio era lì, voce dei senza voce. Leggendolo e rileggendolo in questi giorni, capisci quanto sia improprio definirlo semplicemente un reporter, seppur grande. Vittorio scriveva della sua Gaza, della sua terra, del suo popolo. Soffriva, condivideva e raccontava in modo così mirabile e credibile perché era innanzi tutto un testimone profondamente coinvolto.
Io credo che Vittorio sia stato colui che per primo abbia aperto gli occhi di molti sulla Palestina, su Gaza.
Credo, ma forse è solo la convinzione di una mamma, che anche grazie a lui ora ci sia molta più informazione e attenzione su quanto accade, che non durante Piombo Fuso. I TG ne parlano, così come i quotidiani, ma c’è ancora troppa equidistanza, se non addirittura, da parte di alcune testate, compiacimento per l’azione israeliana che vuole schiacciare “la testa del serpente”.
Questo mi fa ribollire il sangue perché, e voglio dirlo ad alta voce, io sono partigiana, sto dalla parte dei palestinesi e non solo da ora, con i gazawi, sto dalla parte di un popolo che soffre l’occupazione, che lotta per i propri diritti, che resiste con coraggio e dignità e vorrei se ne parlasse con verità.
Leggo di tutto, perché voglio essere informata, vengo spesso su questa pagina. Mi orizzonto in particolare con Nena News e con Il Manifesto, con Bocche Scucite."
- In questi giorni stiamo assistendo a una mobilitazione delle piazze di tutto il mondo, dal sud America al Giappone, passando per l'Europa e l'Africa, forse mai vista prima in sostegno della Palestina. Pensi che questi movimenti potranno creare anche solo una minima pressione sulle istituzioni, sui governi, sull'UE e sull'ONU? Che continuano a tacere.
"Penso a quando Vittorio ci urlava da Gaza “andate nelle piazze, gridate la vostra indignazione”. Sta succedendo, ne sono felice. La Palestina è sempre più la nostra “famiglia umana”. Le fotografie che vedo mi allargano il cuore; è l’unica cosa che mi apre al sorriso in questi giorni bui.
Non sono gruppi sparuti, è tutto il mondo che alza la voce. E i governi, se non sono ciechi e sordi, devono tenerne conto. Ho sentito, in queste ultime ore, che si terrà presto un incontro fra Stati Uniti, Germania, Inghilterra e Francia, che l’ONU ha chiesto il cessate il fuoco."
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- Quali sono, secondo te, gli strumenti più efficaci che noi, che viviamo da questa parte del Mediterraneo, possiamo utilizzare per aiutare i palestinesi?
"Informandoci, informando con chiarezza e precisione, tenendo sotto pressione i media e i governi, scendendo nelle piazze come ora, aderendo alla campagna BDS, promuovendo petizioni, sollevando il velo delle connivenze che legano anche aziende italiane allo Stato oppressore.
Perché mettersi a fianco di un popolo che, come scrive oggi Eduardo Galeano su Il Manifesto, vive condannato ad un’umiliazione perenne e ha perso la patria, la terra, l’acqua, la libertà, tutto, è mettersi dalle parte dei diritti umani, è RESTARE UMANI."
- Infine, Se potessi far arrivare un messaggio alla popolazione civile di Gaza, che in questi giorni sta subendo raid aerei, bombardamenti e teme un attacco via terra nelle prossime ore, cosa diresti loro?
“Mio figlio Vittorio ha dato la vita, io posso solo offrire la vicinanza del mio cuore, che sa cosa significhi perderne un pezzo, a chi ne sta perdendo molti. Conosco la vostra forza, la vostra dignità. Vittorio me ne parlava spesso. Avete radici profonde e nessuno riuscirà mai a sradicarle dalla terra che è vostra e vi appartiene. Io non invoco una pace sterile, invoco giustizia, perché la pace senza giustizia è cosa vana.
Non perdete la speranza, resistete, non vi lasciamo soli.”
"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)