Living in Omerica! Grecia, voto da rifare, colpa del sistema elettorale «Sisifo»Lia Celi 25 maggio 2012

ATENE. «E’ inutile, anche se in giugno rifaremo le elezioni in giugno, dopo lo spoglio bisognerà ricominciare da capo,» si torce le mani il presidente della Repubblica greca Papoulias. Non è colpa della litigiosità dei partiti, né della confusione degli elettori, ma della firma in calce alla riforma elettorale varata qualche mese fa: «Sisifo». «Si è presentato come un costituzionalista affidabile», ricorda oggi Papoulias, «anche se era vestito solo con un gonnellino e continuava a spingere un masso sù e giù per piazza Syntagma.» Solo dopo il voto del 6 maggio i greci si sono accorti che il sistema Sisifo consiste proprio nell’organizzare consultazioni che si rivelano sempre inutili, costringendo a ripeterle subito dopo; il meccanismo si basa su un particolare tipo di urna elettorale, modello «Danaidi», che grazie al fondo bucato determina un’incontrollabile dispersione di voti, rendendo impossibile la formazione di una maggioranza di governo.
L’impasse elettorale è solo un episodio di un fenomeno molto più vasto e sconcertante in corso in tutta la Grecia: l’antica mitologia greca si sta insinuando nel presente degli ellenici. Ad Atene o a Salonicco non è raro vedere fanciulle che si trasformano in alberi di alloro, signori che portano a passeggio cani a tre teste e forzuti vestiti di pelli di leone che girano armati di clava. Scene che non sorprendono affatto gli studiosi: «Il cosmo ellenico, secondo le antiche leggende, è nato dal caos. E’ naturale che, con questo popò di caos le antiche figure mitologiche riprendano vita e reclamino il loro posto nell’attualità». In tempi di crisi alcuni miti suggeriscono inoltre utili strategie di sopravvivenza. Un musicista vedovo da poco intende andare a recuperare la moglie nell’aldilà: «L’amore non c’entra, è che per mantenere i figli il mio stipendio non basta, ci vuole anche il suo.» I fruttivendoli porgono gli ortaggi ai clienti per invogliarli e poi li riprendono indietro: «Macché supplizio di Tantalo, è che tanto non hanno soldi per comprarli». Un signore nasconde sotto un cappuccio due lunghe orecchie d’asino: «Sì, sono Mida, l’ex ministro delle finanze conservatore. Fino al 2007 mi bastava toccare i bilanci greci per farli sembrare d’oro. Ora se quelli della troika europea mi riconoscono mi fanno a pezzi».
«Bah, a me questa storia del ritorno dei miti sembra una tipica balla da ateniesi,» sostiene un noto banchiere dal fisico taurino che risiede in una labirintica villa nell’isola di Creta. «Se con questa scusa sperano di convincermi a rinunciare al tributo annuale di quindici ragazzi e quindici ragazze si sbagliano di grosso.»
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